Questa parte contiene una descrizione generale dei componenti di Solaris Volume Manager che è possibile utilizzare per l'installazione o l'aggiornamento di Solaris. Include inoltre le linee guida e i requisiti necessari per l'uso dei volumi RAID-1.
Questa sezione descrive i vantaggi derivanti dalla creazione di file system in mirroring. La sezione descrive anche i componenti di Solaris Volume Manager richiesti per la creazione di file system in mirroring.
Gli argomenti trattati sono i seguenti.
Per maggiori informazioni sulla creazione di file system in mirroring con Solaris Live Upgrade, vedere Indicazioni generali per la creazione di file system in volumi RAID-1 (mirror) del Guida all’installazione di Solaris 10: Solaris Live Upgrade e pianificazione degli aggiornamenti.
Per maggiori informazioni sulla creazione di file system in mirroring con il metodo di installazione JumpStart personalizzato, vedere Parola chiave filesys (creazione di volumi RAID-1) e Parola chiave metadb (creazione di repliche del database di stato).
Durante l'installazione o l'aggiornamento è possibile creare volumi RAID-1 per duplicare i dati del sistema su più dischi fisici. Duplicando i dati su dischi diversi è possibile proteggerli dal danneggiamento o da un guasto del disco.
I metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade utilizzano la tecnologia di Solaris Volume Manager per creare volumi RAID-1 che duplichino i file system. Solaris Volume Manager offre un metodo estremamente efficiente per gestire i dischi e i dati con l'uso dei volumi. Solaris Volume Manager permette di gestire le concatenazioni, le stripe e altre configurazioni complesse. I metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade consentono di eseguire un sottoinsieme di queste attività, ad esempio la creazione di un volume RAID-1 per il file system radice (/). È possibile creare i volumi RAID-1 durante l'installazione o l'aggiornamento, eliminando la necessità di crearli al termine dell'installazione.
Per indicazioni, vedere Linee guida per JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade.
Per informazioni dettagliate sul software e sui componenti complessi di Solaris Volume Manager, vedere il manuale Solaris Volume Manager Administration Guide.
Solaris Volume Manager usa i dischi virtuali per gestire i dischi fisici e i dati che contengono. In Solaris Volume Manager, un disco virtuale viene denominato volume. Il volume comprende un gruppo di slice fisiche che appaiono al sistema come un singolo dispositivo logico. I volumi sono in realtà pseudodispositivi (o dispositivi virtuali) secondo la terminologia standard di UNIX®.
Un volume è funzionalmente identico a un disco fisico dal punto di vista di un'applicazione e del file system (ad esempio UFS). Solaris Volume Manager converte le richieste di I/O dirette al volume in richieste di I/O ai dischi che lo compongono.
I volumi di Solaris Volume Manager sono realizzati a partire dalle slice (partizioni del disco) o utilizzando altri volumi di Solaris Volume Manager.
I volumi possono essere utilizzati per migliorare le prestazioni e la disponibilità dei dati. In alcuni casi, possono anche migliorare le prestazioni di I/O. Dal punto di vista funzionale, i volumi si comportano allo stesso modo delle slice. Grazie a questa analogia, i volumi sono trasparenti per gli utenti, le applicazioni e i file system. Come accade con i dispositivi fisici, è possibile usare Solaris Volume Manager per accedere ai volumi con i nomi di dispositivo a blocchi o raw. Il nome del volume è diverso a seconda che si utilizzi il dispositivo a blocchi o quello raw.
I metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade supportano l'uso di dispositivi a blocchi per creare file system in mirroring. Per maggiori informazioni sui nomi dei volumi, vedere Requisiti dei nomi dei volumi RAID e linee guida per i metodi JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade.
Quando si creano i volumi RAID-0 (concatenazioni di una singola slice) e RAID-1, Solaris Volume Manager duplica i dati delle concatenazioni (submirror) e tratta i submirror come un singolo volume.
La Figura 12–1 mostra un mirror che duplica il file system radice (/) su due dischi fisici.
La Figura 12–1 mostra un sistema con la seguente configurazione.
Il file system radice (/) su hdisk0 è incluso nella concatenazione di una singola slice denominata d31.
Sul disco hdisk1 viene creata una concatenazione di una singola slice denominata d32.
Il mirror denominato d30 consiste dei due submirror d31 e d32.
Il mirror duplica i dati del file system radice su entrambi i submirror.
I metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade consentono di creare i seguenti componenti necessari per replicare i dati.
Database di stato e repliche del database di stato (metadb)
Concatenazioni di una singola slice (submirror)
Volumi RAID-1 (mirror)
Questa sezione descrive brevemente ognuno di questi componenti. Per informazioni complete sui componenti qui descritti, vedere il manuale Solaris Volume Manager Administration Guide.
Il database di stato è un database che memorizza su un disco fisico le informazioni relative alla configurazione di Solaris Volume Manager. Il database di stato registra e tiene traccia delle modifiche apportate alla configurazione. Solaris Volume Manager aggiorna automaticamente il database di stato quando si verifica una modifica alla configurazione o allo stato. La creazione di un nuovo volume è un esempio di modifica alla configurazione. Il guasto di un submirror è un esempio di modifica dello stato.
Il database di stato è in realtà una raccolta di più copie replicate del database. Ogni copia, detta replica del database di stato, garantisce che i dati del database siano sempre validi. La possibilità di disporre di più copie del database di stato garantisce dal rischio di perdita dei dati legata alla presenza di un singolo punto vulnerabile. Il database di stato tiene traccia della posizione e dello stato di tutte le repliche note.
Solaris Volume Manager non può operare fino a quando non sono stati creati il database di stato e le relative repliche. Una configurazione di Solaris Volume Manager deve disporre di un database di stato operativo.
Quando si imposta la configurazione è possibile posizionare le repliche del database di stato in una delle seguenti posizioni:
Slice dedicate
(Solo Solaris Live Upgrade) Slice che entreranno a fare parte di un volume
È possibile conservare più di una copia del database di stato su una singola slice. Tuttavia, in questo modo il sistema è più esposto ai guasti legati alla presenza di un singolo punto vulnerabile.
Le repliche del database di stato garantiscono la validità dei dati del database. Quando il database di stato viene aggiornato, vengono aggiornate anche le repliche del database. Gli aggiornamenti vengono effettuati uno per volta per evitare un danneggiamento di tutti gli aggiornamenti nel caso di un'interruzione del sistema.
Se sul sistema si danneggia una replica del database di stato, Solaris Volume Manager deve identificare quali repliche del database contengono ancora dati validi. Solaris Volume Manager ottiene questa informazione applicando un algoritmo di consenso a maggioranza. Questo algoritmo richiede che la maggioranza (metà + 1) delle repliche del database di stato siano disponibili e coerenti tra loro prima che una qualsiasi di loro possa essere considerata valida. A causa di questo algoritmo, è necessario creare almeno tre repliche del database di stato quando si imposta la configurazione del disco. Il consenso viene raggiunto quando almeno due delle tre repliche sono disponibili.
Nell'impostazione predefinita, ogni replica del database di stato occupa 4 Mbyte (8192 settori del disco). Le repliche possono essere memorizzate sui seguenti dispositivi:
Una slice dedicata del disco locale
(Solo Solaris Live Upgrade) Una slice locale che entrerà a far parte di un volume
(Solo Solaris Live Upgrade) Una slice locale che entrerà a far parte di un dispositivo di logging UFS
Le repliche non possono essere memorizzate nelle slice radice (/), swap o /usr, o sulle slice che contengono dati o ospitano un file system. Una volta memorizzate le repliche, è possibile posizionare i volumi o i file system sulla stessa slice.
Qui di seguito sono fornite alcune indicazioni e requisiti per l'utilizzo dei metodi JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade per l'installazione di volumi RAID-1 |
Linee guida e requisiti delle repliche del database di stato |
Per informazioni più dettagliate sul database di stato e sulle repliche del database di stato |
I metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade consentono di creare volumi RAID-0. Nei volumi RAID-0 con concatenazione di una singola slice i dati vengono organizzati e posizionati in modo seriale e adiacente sui vari componenti, in modo da creare una singola unità di memorizzazione logica. I metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade non consentono la creazione di stripe o di altri volumi complessi consentiti da Solaris Volume Manager.
Durante l'installazione o l'aggiornamento, è possibile creare volumi RAID-1 (mirror) e collegare i volumi RAID-0 a questi mirror. I volumi RAID-0 che vengono posti in mirroring sono denominati submirror. Ogni mirror è composto da uno o più volumi RAID-0. Dopo l'installazione, è possibile gestire i dati residenti sui singoli submirror RAID-0 amministrando il volume mirror RAID-1 con il software Solaris Volume Manager.
Il metodo di installazione JumpStart personalizzato consente di creare un mirror composto da un massimo di due submirror. Solaris Live Upgrade consente invece di creare un mirror composto da un massimo di tre submirror. Nel normale utilizzo, i mirror a due vie (con due submirror) sono in genere sufficienti. Il terzo submirror consente l'effettuazione dei backup in linea senza mai rinunciare alla ridondanza dei dati anche quando uno dei submirror non è in linea per eseguire il backup.
Per informazioni sulla pianificazione dei volumi RAID–0 | |
Per informazioni dettagliate sui volumi RAID-0 |
Un volume RAID-1, o mirror, è un volume che conserva una o più copie identiche dei dati contenuti nei volumi RAID-0 (concatenazioni di una singola slice). L'uso di volumi RAID-1 per il mirroring dei file system richiede un investimento a livello di dischi. È infatti necessario disporre di uno spazio su disco almeno doppio rispetto a quello occupato dai dati. Poiché Solaris Volume Manager deve scrivere i dati in tutti i volumi RAID-0, la duplicazione dei dati può aumentare il tempo necessario per completare le richieste di scrittura.
Con i volumi RAID-1, i dati possono essere letti da entrambi i volumi RAID-0 simultaneamente (uno qualsiasi dei volumi può servire ogni richiesta) migliorando in questo modo le prestazioni. Se uno dei dischi fisici si guasta, è possibile continuare regolarmente utilizzando il mirror senza un calo di prestazioni o la perdita di dati.
Una volta configurato un volume RAID-1, questo può essere utilizzato come una normale slice fisica.
È possibile duplicare qualsiasi file system, anche già esistente. È anche possibile usare un volume RAID-1 per un'applicazione, ad esempio un database.
Per informazioni sulla pianificazione dei volumi RAID-1 | |
Per informazioni dettagliate sui volumi RAID-1 |
La figura seguente mostra un volume RAID-1 che duplica il file system radice (/) su due dischi fisici. Le repliche del database di stato (metadb) vengono posizionate su entrambi i dischi.
La Figura 12–2 mostra un sistema con la seguente configurazione.
Il file system radice (/) su hdisk0 è incluso nella concatenazione di una singola slice denominata d31.
Sul disco hdisk1 viene creata una concatenazione di una singola slice denominata d32.
Il mirror denominato d30 consiste dei due submirror d31 e d32.
Il mirror duplica i dati del file system radice su entrambi i submirror.
Le repliche del database di stato vengono create su entrambe le slice hdisk0 e hdisk1.
Per informazioni su un profilo di esempio che utilizzi il metodo di installazione JumpStart personalizzato per creare questa configurazione | |
Per istruzioni sulla creazione di volumi RAID-1 con Solaris Live Upgrade |
Questo capitolo descrive i requisiti e le linee guida necessarie per la creazione di volumi RAID-1 con i metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade.
Gli argomenti trattati sono i seguenti.
Per maggiori informazioni su come pianificare la creazione di file system in mirroring con il metodo di installazione Solaris Live Upgrade, vedere Indicazioni generali per la creazione di file system in volumi RAID-1 (mirror) del Guida all’installazione di Solaris 10: Solaris Live Upgrade e pianificazione degli aggiornamenti.
Per istruzioni sulla creazione di file system in mirroring con il metodo di installazione JumpStart personalizzato, vedere Parola chiave filesys (creazione di volumi RAID-1) e Parola chiave metadb (creazione di repliche del database di stato).
Per creare volumi RAID-1 con cui duplicare i dati di slice specifiche, i dischi da utilizzare devono essere collegati direttamente al sistema ed essere disponibili al momento dell'installazione.
È consigliabile distribuire le repliche del database di stato su più slice, dischi e controller diversi, per evitare la creazione di singoli punti vulnerabili. L'obiettivo è di garantire l'integrità della maggior parte delle repliche anche dopo il guasto di un singolo componente. Se una replica viene danneggiata, ad esempio quando un dispositivo si guasta, questa condizione può provocare problemi durante l'esecuzione di Solaris Volume Manager o al riavvio del sistema. Solaris Volume Manager richiede che almeno la metà delle repliche siano disponibili per poter funzionare correttamente, ma richiede la presenza della maggioranza (metà più una) delle repliche per il riavvio in modalità multiutente.
Per informazioni dettagliate sulla creazione e l'amministrazione delle repliche del database di stato, vedere il manuale Solaris Volume Manager Administration Guide.
Prima di selezionare le slice che dovranno ospitare le repliche del database di stato, valutare le seguenti linee guida e raccomandazioni.
È consigliabile creare le repliche del database di stato su una slice dedicata di almeno 4 Mbyte per replica. Se necessario, è possibile creare le repliche del database di stato su una slice che fa parte di un volume RAID-0 o RAID-1. È necessario creare le repliche prima di aggiungere la slice al volume.
Nell'impostazione predefinita, la dimensione di una replica del database di stato è di 4 Mbyte o 8192 blocchi del disco. Poiché in genere le slice non sono così piccole, è possibile ridimensionare una slice per posizionarvi la replica del database di stato. Per informazioni sul ridimensionamento di una slice, vedere il Capitolo 12, Administering Disks (Tasks) del System Administration Guide: Devices and File Systems.
È possibile creare le repliche del database di stato sulle slice non utilizzate. La parte della slice riservata alla replica del database di stato non dovrebbe mai essere utilizzata ad altro scopo.
Non è possibile creare le repliche del database di stato su file system già esistenti o sui file system radice (/), /usr e swap. Se necessario, è possibile creare una nuova slice (se è ancora disponibile un nome) allocando una parte dello spazio di swap e quindi posizionando le repliche del database sulla nuova slice.
Quando una replica del database di stato viene posizionata su una slice che entra a far parte di un volume, la capacità del volume viene ridotta di una dimensione pari allo spazio occupato dalla replica o dalle repliche. Lo spazio utilizzato da una replica è arrotondato al cilindro successivo e viene ignorato dal volume.
Prima di scegliere il numero di repliche del database di stato da creare, si tengano in considerazione le seguenti linee guida.
Si consiglia di utilizzare almeno 3 repliche del database di stato e fino a un massimo di 50 repliche per ogni set di dischi di Solaris Volume Manager. Osservare le seguenti linee guida:
Per i sistemi con una sola unità disco: posizionare tutte e tre le repliche nella stessa slice.
Per i sistemi con due/quattro unità disco: posizionare due repliche su ogni disco.
Per i sistemi con cinque o più unità disco: posizionare una replica su ogni unità disco.
La presenza di più repliche del database di stato può migliorare le prestazioni del mirror. In genere, è necessario aggiungere due repliche per ogni mirror che si aggiunge al sistema.
Se si dispone di un volume RAID-1 da utilizzare per gli I/O casuali di piccole dimensioni (ad esempio per un database), valutare il numero di repliche da utilizzare. Per ottenere le migliori prestazioni, verificare di disporre di almeno due repliche supplementari per ogni volume RAID-1 posizionate su slice (e preferibilmente anche su dischi e controller) non collegati al volume RAID-1.
Se sul sistema sono presenti più controller, le repliche dovrebbero essere distribuite nel modo più uniforme possibile tra tutti i controller. Questa strategia garantisce la ridondanza nel caso di guasto di un controller e contribuisce anche a distribuire il carico in modo omogeneo. Se su un controller sono presenti più dischi, almeno due dei dischi di ciascun controller dovrebbero contenere una replica.
Quando si utilizzano volumi RAID-1 (mirror) e RAID-0 (concatenazioni di una singola slice), tenere presenti le seguenti linee guida.
I metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade supportano un sottoinsieme delle funzioni disponibili in Solaris Volume Manager. Quando si creano file system in mirroring con questi programmi di installazione, tenere presenti le seguenti linee guida.
Programma di installazione |
Funzione supportata |
Funzione non supportata |
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Metodo JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade |
|
In Solaris Volume Manager, un volume RAID-0 può fare riferimento a stripe o a concatenazioni di dischi. Non è possibile creare volumi RAID-0 in striping durante l'installazione o l'aggiornamento. |
Il metodo JumpStart personalizzato |
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Solaris Live Upgrade |
|
Non sono supportati più di tre volumi RAID-0. |
Creazione e installazione di un archivio Solaris Flash con volumi RAID-1 |
A partire da Solaris 9 9/04, è possibile creare e installare archivi Solaris Flash creati su un sistema master che utilizza volumi RAID-1. Nelle versioni Solaris 9 12/03 e Solaris 9 4/04, è necessario installare una patch. Per ottenere la patch per la correzione del problema CR 4838219, accedere a sunsolve.sun.com. È possibile creare un archivio Solaris Flash quando si utilizzano volumi RAID-1 di Solaris Volume Manager. Il software Solaris Flash rimuove tutte le informazioni dei volumi RAID-1 dall'archivio per mantenere l'integrità del sistema clone. Con il metodo JumpStart personalizzato è possibile ricostruire i volumi RAID-1 usando un profilo JumpStart. Con Solaris Live Upgrade è possibile creare un ambiente di boot che utilizza volumi RAID-1 e quindi installare l'archivio. Il programma di installazione di Solaris non può essere utilizzato per installare i volumi RAID-1 con un archivio Solaris Flash. Per un esempio di volumi RAID-1 nei profili JumpStart, vedere Esempi di profilo. |
Veritas VxVM memorizza le informazioni di configurazione in aree che non sono disponibili per Solaris Flash. Se sono stati configurati i file system Veritas VxVm, evitare di creare un archivio Solaris Flash. Inoltre, l'installazione di Solaris, inclusi i metodi JumpStart e Solaris Live Upgrade, non supporta la ricostruzione dei volumi VxVM in fase di installazione. Se si intende distribuire il software Veritas VxVM usando un archivio Solaris Flash, questo deve essere creato prima di configurare i file system VxVM. I sistemi clone devono quindi essere configurati singolarmente dopo l'applicazione dell'archivio e il riavvio del sistema. |
Osservare le seguenti regole per l'assegnazione dei nomi ai volumi.
Usare un metodo di denominazione che assegna il numero della slice e il numero del disco al numero del volume.
I nomi dei volumi devono iniziare con la lettera d seguita da un numero, ad esempio, d0.
Solaris Volume Manager dispone di 128 nomi di volume predefiniti da 0 a 127. L'elenco seguente mostra alcuni esempi di nomi di volumi.
Dispositivo /dev/md/dsk/d0 – volume a blocchi d0
Dispositivo /dev/md/dsk/d1 – volume a blocchi d1
Usare determinati intervalli per ogni tipo di volume. Ad esempio, assegnare i numeri da 0 a 20 ai volumi RAID-1 e quelli da 21 a 40 ai volumi RAID-0.
Invece di specificare il nome completo del volume, ad esempio /dev/md/dsk/d1, è spesso possibile usare un'abbreviazione, ad esempio d1.
È possibile abbreviare i nomi delle slice dei dischi fisici e dei volumi Solaris Volume Manager. L'abbreviazione è il nome più corto che può identificare un dispositivo in modo univoco. Qui di seguito sono riportati alcuni esempi.
Un volume di Solaris Volume Manager può essere identificato con la designazione dnum; ad esempio, il volume /dev/md/dsk/d10 può essere denominato semplicemente d10.
Se un sistema dispone di un solo controller e di più dischi, è possibile usare la designazione t0d0s0, mentre se i controller sono più di uno occorre usare la forma c0t0d0s0.
Quando si utilizza la procedura Solaris Live Upgrade per creare i volumi RAID-1 (mirror) e RAID-0 (submirror), è possibile lasciare che il software rilevi ed assegni i nomi dei volumi oppure assegnarli direttamente. Se la rilevazione viene eseguita dal software, viene assegnato il primo nome di mirror o submirror disponibile. Se si assegnano i nomi ai mirror direttamente, assegnare nomi terminanti in zero in modo che l'installazione possa usare i nomi terminanti in 1 e 2 per i submirror. Se si assegnano i nomi ai submirror direttamente, assegnare nomi terminanti in 1 o 2. Se i nomi vengono assegnati in modo errato, il mirror non può essere creato. Ad esempio, se si specifica il nome di un mirror terminante in 1 o 2 (d1 o d2), Solaris Live Upgrade non è in grado di creare il mirror se il suo nome è uguale al nome di uno dei submirror.
Nell'esempio seguente, Solaris Live Upgrade assegna i nomi dei volumi. I volumi RAID-1 d0 e d1 sono i soli volumi in uso. Per il mirror d10, Solaris Live Upgrade sceglie d2 per il submirror del dispositivo c0t0d0s0 e d3 per il submirror del dispositivo c1t0d0s0.
lucreate -n nuovo_be -m /:d10:mirror,ufs -m /:c0t0d0s0:attach -m /:c1t0d0s0:attach |
In questo esempio, i nomi dei volumi vengono assegnati direttamente con il comando. Per il mirror d10, d11 è il nome del submirror del dispositivo c0t0d0s0 e d12 è il nome del submirror del dispositivo c1t0d0s0.
lucreate -n nuovo_be -m /:d10:mirror,ufs -m /:c0t0d0s0,d11:attach -m \ /:c1t0d0s0,d12:attach |
Per informazioni dettagliate sui requisiti di denominazione di Solaris Volume Manager, vedere il manuale Solaris Volume Manager Administration Guide.
Quando si utilizza il metodo JumpStart personalizzato per creare i volumi RAID-1 (mirror) e RAID-0 (submirror), è possibile lasciare che il software rilevi ed assegni i nomi dei volumi oppure assegnarli direttamente nel profilo. Se la rilevazione viene eseguita dal software, viene assegnato il primo numero di volume disponibile. Se si assegnano i nomi nel profilo, assegnare nomi terminanti in zero in modo che l'installazione possa usare i nomi terminanti in 1 e 2 per i submirror. Se i nomi vengono assegnati in modo errato, il mirror non può essere creato. Ad esempio, se si specifica il nome di un mirror terminante in 1 o 2 (d1 o d2), il metodo JumpStart non è in grado di creare il mirror se il suo nome è uguale al nome di uno dei submirror. Nell'esempio di profilo seguente, al mirror vengono assegnati i primi numeri di volume disponibili. Se il successivo mirror disponibile terminante in zero è d10 al submirror vengono assegnati i nomi d11 e d12.
filesys mirror c0t0d0s1 /
Nel seguente esempio di profilo, il numero di mirror viene assegnato nel profilo (d30). I nomi dei submirror sono assegnati dal software in base al numero del mirror e ai primi submirror disponibili. Nell'esempio, ai submirror vengono assegnati i nomi d31 e d32.
filesys mirror:d30 c0t1d0s0 c0t0d0s0 /
Per informazioni dettagliate sui requisiti di denominazione di Solaris Volume Manager, vedere il manuale Solaris Volume Manager Administration Guide.
Nella scelta dei dischi e dei controller da destinare al mirroring di un file system, tenere presenti le seguenti linee guida.
Usare componenti che utilizzano differenti controller per aumentare il numero di letture e scritture simultanee che è possibile effettuare.
Posizionare le slice dei submirror su dischi e controller differenti. La protezione dei dati diminuisce considerevolmente se slice di due o più submirror dello stesso mirror si trovano sullo stesso disco.
Distribuire i submirror su diversi controller, in quanto i controller e il relativo cablaggio tendono a guastarsi più spesso dei dischi. Questa pratica migliora anche le prestazioni del mirror.
Usare lo stesso tipo di dischi e controller per un singolo mirror. In particolare nel caso di dispositivi SCSI non recenti, dischi di diverse marche o modelli possono avere prestazioni notevolmente diverse. La combinazione di dischi con differenti prestazioni in un singolo mirror può produrre un considerevole degrado delle prestazioni.
Nella scelta delle slice da destinare al mirroring di un file system, tenere presenti le seguenti linee guida.
Tutti i file system, inclusi i file system radice (/), swap e /usr possono utilizzare un mirror. Qualsiasi applicazione, ad esempio un database, può utilizzare un mirror.
Verificare che le slice dei submirror abbiano le stesse dimensioni. L'uso di submirror con dimensioni differenti impedisce l'utilizzo di tutto lo spazio disponibile.
Se per uno dei file system in mirroring il primo submirror collegato non parte dal cilindro 0, tutti gli altri submirror che vengono collegati non devono partire dal cilindro 0. Se si cerca di collegare un submirror che inizia al cilindro 0 ad un mirror in cui il submirror originale non inizia al cilindro 0, viene generato il seguente messaggio di errore:
impossibile unire un submirror con etichetta a un mirror senza etichetta |
Verificare che tutti i submirror che si prevede di collegare a un mirror partano dal cilindro 0 (o che nessuno di essi parta dal cilindro 0).
Non è necessario che tutti i submirror abbiano lo stesso cilindro iniziale, ma occorre che il cilindro 0 sia incluso in tutti i submirror o non incluso in nessun submirror.
Se un sistema su cui sono presenti mirror dei file system radice (/), /usr e swap viene avviato in modalità monoutente, il sistema indica che è necessario eseguire la manutenzione dei mirror. Quando si visualizzano i mirror con il comando metastat, i mirror sopra indicati e potenzialmente tutti i mirror del sistema mostrano lo stato di richiesta di manutenzione.
Anche se la situazione può apparire potenzialmente rischiosa, in realtà non è così. Il comando metasync -r, che viene normalmente eseguito all'avvio per risincronizzare i mirror, viene interrotto quando il sistema si avvia in modalità monoutente. Dopo il riavvio del sistema, il comando metasync -r viene eseguito e risincronizza tutti i mirror.
Se questa interruzione desta qualche preoccupazione, eseguire il comando metasync -r manualmente.
Per maggiori informazioni su metasync, vedere la pagina man metasync(1M) e il manuale Solaris Volume Manager Administration Guide.