Questo capitolo descrive i requisiti da verificare e i fattori da considerare prima di installare e utilizzare la funzione Solaris Live Upgrade. Si consiglia anche di consultare le informazioni generali sull'aggiornamento nella sezione Pianificazione dell’aggiornamento del Guida all’installazione di Solaris 10 11/06: pianificazione dell’installazione e dell’aggiornamento Il capitolo è suddiviso nelle seguenti sezioni:
Prima di installare e utilizzare Solaris Live Upgrade, è opportuno esaminare i seguenti requisiti.
Solaris Live Upgrade è incluso in Solaris. I pacchetti di Solaris Live Upgrade devono essere installati sul sistema operativo attualmente in uso. La versione dei pacchetti di Solaris Live Upgrade deve corrispondere a quella del sistema operativo verso il quale si esegue l'aggiornamento. Ad esempio, se si utilizza Solaris 9 e si intende aggiornare il sistema a Solaris 10 11/06, è necessario installare i pacchetti di Solaris Live Upgrade contenuti in Solaris 10 11/06.
La Tabella 3–1 elenca le versioni supportate da Solaris Live Upgrade.
Tabella 3–1 Versioni di Solaris supportate
Versione attuale |
Versione di aggiornamento compatibile |
---|---|
Solaris 8 |
Solaris 8, 9 o qualsiasi versione di Solaris 10 |
Solaris 9 |
Solaris 9 o qualsiasi versione di Solaris 10 |
Solaris 10 |
Qualsiasi versione di Solaris 10 |
I pacchetti di Solaris Live Upgrade possono essere installati:
Con il comando pkgadd. I pacchetti di Solaris Live Upgrade sono denominati SUNWlur e SUNWluu e vanno installati in quest'ordine.
Con il programma di installazione contenuto nel DVD del sistema operativo Solaris, nel CD Solaris Software - 2 o in un'immagine di installazione in rete.
Si noti che può essere necessario installare le seguenti patch per un corretto funzionamento di Solaris Live Upgrade.
Descrizione |
Per maggiori informazioni |
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Attenzione: Il funzionamento corretto di Solaris Live Upgrade richiede l'installazione di un determinato insieme di patch per ogni versione del sistema operativo. Prima di installare o eseguire Solaris Live Upgrade, è necessario installare queste patch. x86 Solo – Se questo gruppo di patch non viene installato, Solaris Live Upgrade non riesce e può visualizzare il seguente messaggio di errore. Anche se il messaggio di errore non viene visualizzato, è possibile che le patch necessarie non siano installate. Verificare sempre che tutte le patch indicate nel documento informativo (infodoc) di SunSolve siano state installate prima di installare Solaris Live Upgrade.
Le patch elencate nel documento 72099 sono soggette a modifica senza preavviso. Queste patch correggono eventuali problemi in Solaris Live Upgrade e nei componenti sui cui si basa. Se si verificano problemi nell'utilizzo di Solaris Live Upgrade, controllare e accertarsi che le patch più recenti di Solaris Live Upgrade siano installate. |
Verificare di disporre dell'elenco più aggiornato delle patch accedendo al sito http://sunsolve.sun.com. Consultare il documento informativo 72099 sul sito Web di SunSolve. |
|
Se si utilizza Solaris 8 o Solaris 9, è possibile che non si riesca ad eseguire il programma di installazione di Solaris Live Upgrade. Queste versioni infatti non contengono l'insieme di patch richiesto per eseguire il Java 2 runtime environment. Per eseguire il programma di installazione di Solaris Live Upgrade e installarne i pacchetti è necessario che sul sistema sia presente il cluster di patch raccomandato per l'ambiente runtime Java 2. |
Per installare i pacchetti di Solaris Live Upgrade, usare il comando pkgadd. Oppure, installare il gruppo di patch consigliato per l'ambiente runtime Java 2. Il gruppo di patch è disponibile sul sito http://sunsolve.sun.com. |
Per istruzioni sull'installazione di Solaris Live Upgrade, vedere Installazione di Solaris Live Upgrade.
Se si verificano problemi con Solaris Live Upgrade, può darsi che non tutti i pacchetti richiesti siano installati. Nella tabella seguente, controllare che siano presenti tutti i pacchetti indicati per il sistema operativo in uso; questi pacchetti sono richiesti per eseguire Solaris Live Upgrade.
Per Solaris 10 3/05:
I gruppi software seguenti contengono tutti i pacchetti richiesti per Solaris Live Upgrade.
Gruppo software Entire Solaris Plus OEM Support
Gruppo software Entire Solaris
Gruppo software Developer
Gruppo software End User
Se è stato installato uno dei seguenti gruppi software, è possibile che i pacchetti richiesti per Solaris Live Upgrade non siano presenti.
Gruppo software Core System Support
Gruppo software Reduced Network Support
Per informazioni sui gruppi software, vedere Spazio su disco consigliato per i gruppi software del Guida all’installazione di Solaris 10 11/06: pianificazione dell’installazione e dell’aggiornamento.
Tabella 3–2 Pacchetti richiesti per Solaris Live Upgrade
Per controllare la presenza dei pacchetti sul sistema, digitare il comando seguente.
% pkginfo nome_pacchetto |
Seguire le direttive generali per i requisiti di spazio negli aggiornamenti. Vedere il Capitolo 4, Requisiti di sistema, linee guida e aggiornamento (pianificazione) del Guida all’installazione di Solaris 10 11/06: pianificazione dell’installazione e dell’aggiornamento.
Per calcolare lo spazio richiesto nel file system per creare un ambiente di boot, iniziare il processo di creazione di un nuovo ambiente di boot. La dimensione viene calcolata. A quel punto è possibile interrompere il processo.
Il disco del nuovo ambiente di boot deve poter operare come dispositivo di boot. Per alcuni sistemi sono previste limitazioni riguardo ai dischi utilizzabili come dispositivi di boot. Se necessario, vedere la documentazione del proprio sistema.
Prima di creare il nuovo ambiente di boot, può essere necessaria una preparazione del disco. Controllare che il disco sia formattato correttamente:
Identificare le slice sufficientemente grandi da contenere i file system da copiare.
Identificare i sistemi che contengono le directory da condividere, anziché da copiare, tra gli ambienti di boot. Per condividere una directory, è necessario creare un nuovo ambiente di boot con la directory situata su una propria slice. La directory diventa così un file system ed è quindi condivisibile con altri ambienti di boot. Per maggiori informazioni sulla creazione di file system separati da condividere, vedere Indicazioni per la scelta delle slice per i file system condivisibili.
Solaris Live Upgrade utilizza la tecnologia di Solaris Volume Manager per creare una copia dell'ambiente di boot che può contenere come file system dei volumi RAID-1 (mirror). Solaris Live Upgrade non implementa tutte le funzionalità di Solaris Volume Manager, ma richiede i seguenti componenti di Solaris Volume Manager.
Tabella 3–3 Componenti richiesti per Solaris Live Upgrade e i volumi RAID-1
Requisito |
Descrizione |
Per maggiori informazioni |
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È necessario creare almeno un database di stato e almeno tre repliche di questo database. |
Il database di stato memorizza informazioni riguardo allo stato della configurazione di Solaris Volume Manager. Il database di stato è una raccolta di più copie replicate del database. Ogni copia viene denominata replica del database di stato. La copia del database di stato permette di proteggerlo contro la perdita di dati causata dalla presenza di punti di guasto non ridondanti. |
Per informazioni sulla creazione del database di stato, vedere il Capitolo 6, State Database (Overview) del Solaris Volume Manager Administration Guide. |
Solaris Live Upgrade supporta solo i volumi RAID-1 (mirror) con concatenazioni su singola slice nel file system radice (/). |
Una concatenazione è un volume RAID-0. Se le slice sono concatenate, i dati vengono scritti nella prima slice disponibile finché il suo spazio non è esaurito. Una volta raggiunto il limite di spazio di quella slice, i dati vengono scritti nella slice successiva, in modo seriale. La concatenazione non crea una ridondanza dei dati, a meno che non sia contenuta in un volume RAID-1 Ogni volume RAID—1 può contenere un massimo di tre concatenazioni. |
Per informazioni sulla creazione di file system in mirroring, vedere Indicazioni per la scelta delle slice per i file system in mirroring. |
Solaris Live Upgrade permette di aggiungere patch e pacchetti ai sistemi. Utilizzando Solaris Live Upgrade, il tempo di inattività del sistema si limita alla durata della procedura di riavvio. Il comando luupgrade consente di aggiungere patch e pacchetti a un ambiente di boot. Quando si utilizza luupgrade, è anche possibile usare un archivio Solaris Flash per installare le patch o i pacchetti.
Se durante un aggiornamento occorre aggiungere o rimuovere pacchetti o patch, Solaris Live Upgrade richiede che i pacchetti o le patch siano conformi alle direttive di packaging avanzate SVR4. Benché i pacchetti Sun siano conformi a queste direttive, Sun non può garantire la conformità dei pacchetti di altri produttori. I pacchetti non conformi possono causare l'interruzione del software di aggiunta dei pacchetti durante il processo di aggiornamento o l'alterazione dell'ambiente di boot.
Per maggiori informazioni sui requisiti dei pacchetti, vedere l'Appendice B, Altri requisiti per i pacchetti SVR4 (riferimenti).
Tipo di installazione |
Descrizione |
Per maggiori informazioni |
---|---|---|
Aggiunta di patch a un ambiente di boot |
Creare un nuovo ambiente di boot e usare il comando luupgrade con l'opzione -t. |
Aggiungere patch a un'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando). |
Aggiunta di pacchetti a un ambiente di boot |
Usare il comando luupgrade con l'opzione -p. |
Aggiungere pacchetti a un'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando) |
Uso di Solaris Live Upgrade per l'installazione di un archivio Solaris Flash |
L'archivio contiene una copia completa dell'ambiente di boot con i nuovi pacchetti e le patch già incluse. Questa copia può essere installata su più sistemi. |
|
L'opzione -m del comando lucreate specifica quali e quanti file system dovranno essere creati nel nuovo ambiente di boot. Occorre ripetere questa opzione per il numero esatto di file system che si desidera creare. Quando si utilizza l'opzione -m per creare i file system, occorre ricordare quanto segue:
È necessario specificare una sola opzione -m per il file system radice (/) del nuovo ambiente di boot. Se si esegue lucreate senza l'opzione -m, viene visualizzato il menu di configurazione. Questo menu permette di personalizzare il nuovo ambiente di boot reindirizzando i file su nuovi punti di attivazione.
I file system di importanza critica presenti nell'ambiente di boot corrente che non vengono specificati con un'opzione -m vengono uniti nel file system creato al livello superiore.
Nel nuovo ambiente di boot vengono creati solo i file system specificati con l'opzione -m. Per creare lo stesso numero di file system del sistema attuale, è necessario specificare un'opzione -m per ogni file system da creare.
Ad esempio, usando una sola volta l'opzione -m si specifica una sola posizione in cui collocare tutti i file system; in questo modo, tutti i file system dell'ambiente di boot originale vengono uniti nell'unico file system specificato dall'opzione -m. Se l'opzione -m viene specificata due volte, vengono creati due file system. Se si dispone dei file system radice (/), /opt e /var, occorrerà usare un'opzione -m per ogni file system del nuovo ambiente di boot.
I punti di attivazione non possono essere duplicati. Ad esempio, non è possibile creare due file system radice (/).
Per la creazione dei file system di un ambiente di boot, le regole da seguire sono uguali a quelle per la creazione dei file system per il sistema operativo Solaris. Solaris Live Upgrade non previene la creazione di configurazioni non valide per i file system di importanza critica. Ad esempio, è possibile eseguire un comando lucreate che crei file system separati per / e /kernel, creando così una configurazione non valida per il file system radice (/).
Durante il ripartizionamento dei dischi, evitare di sovrapporre le slice. In tal caso, infatti, il nuovo ambiente di boot verrà creato senza errori ma, una volta attivato, non permetterà di avviare il sistema. I file system sovrapposti possono risultare danneggiati.
Perché Solaris Live Upgrade operi correttamente, è necessario che il file vfstab dell'ambiente di boot attivo abbia un contenuto valido con almeno una voce per il file system radice (/).
Quando si crea un ambiente di boot inattivo, occorre identificare la slice in cui copiare il file system radice (/). Per selezionare tale slice, usare i criteri seguenti. La slice deve soddisfare i seguenti requisiti:
Deve essere una slice da cui sia possibile avviare il sistema.
Deve avere la dimensione minima consigliata.
Può occupare dischi fisici differenti o lo stesso disco come file system radice (/) attivo.
Può essere un volume di Veritas Volume Manager (VxVM). Se sul sistema in uso sono configurati volumi VxVM, il comando lucreate può creare un nuovo ambiente di boot. Quando i dati vengono copiati sul nuovo ambiente di boot, la configurazione del file system Veritas viene perduta e sul nuovo ambiente di boot viene creato un file system UFS.
È possibile creare un nuovo ambiente di boot che contenga qualunque combinazione di slice di dischi fisici, volumi Solaris Volume Manager o volumi Veritas Volume Manager. Nel nuovo ambiente di boot è possibile copiare i file system di importanza critica dei seguenti tipi:
Slice fisiche.
Concatenazioni di una singola slice che siano incluse in un volume RAID-1 (mirror). La slice che contiene il file system radice (/) può essere un volume RAID-1.
Concatenazioni di una singola slice che siano incluse in un volume RAID-0. La slice che contiene il file system radice (/) può essere un volume RAID-0.
Quando si crea un nuovo ambiente di boot, il comando lucreate -m riconosce i seguenti tre tipi di dispositivo:
Le slice fisiche nella forma /dev/dsk/cwt xdysz
I volumi di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum
I volumi di Veritas Volume Manager nella forma /dev/vx/dsk/nome_volume. Se sul sistema in uso sono configurati volumi VxVM, il comando lucreate può creare un nuovo ambiente di boot. Quando i dati vengono copiati sul nuovo ambiente di boot, la configurazione del file system Veritas viene perduta e sul nuovo ambiente di boot viene creato un file system UFS.
In caso di problemi nell'aggiornamento con Veritas VxVM, vedere Errore irreversibile del sistema durante l'aggiornamento con Solaris Live Upgrade su volumi Veritas VxVm.
Usare le seguenti linee guida per controllare se un volume RAID-1 è occupato, è in corso di sincronizzazione o se contiene file system utilizzati in quel momento da un ambiente di boot di Solaris Live Upgrade.
Per indicazioni sulla denominazione dei volumi, vedere Requisiti dei nomi dei volumi RAID e linee guida per i metodi JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade del Guida all’installazione di Solaris 10 11/06: pianificazione dell’installazione e dell’aggiornamento.
Se un mirror o un submirror richiede un intervento di manutenzione o è occupato, non è possibile scollegarne i componenti. Prima di creare un nuovo ambiente di boot e utilizzare la parola chiave detach, occorre usare il comando metastat. Il comando metastat controlla se il mirror è in fase di risincronizzazione o se è correntemente in uso. Per informazioni, vedere la pagina man metastat(1M).
Se si utilizza la parola chiave detach per separare un submirror, lucreate controlla se il dispositivo è attualmente in fase di risincronizzazione. Se è in corso una risincronizzazione, il submirror non può essere scollegato e viene generato un messaggio di errore.
La risincronizzazione è il processo con cui i dati residenti in un submirror vengono copiati in un altro submirror quando si verifica uno dei seguenti problemi:
Si è verificato un guasto nel submirror.
Il sistema si interrompe.
Un submirror è stato disattivato e riattivato.
È stato aggiunto un nuovo submirror.
Per maggiori informazioni sulla risincronizzazione, vedere RAID-1 Volume (Mirror) Resynchronization del Solaris Volume Manager Administration Guide.
Per operare sui volumi di un ambiente di boot inattivo, è preferibile usare il comando lucreate anziché i comandi di Solaris Volume Manager. Solaris Volume Manager non riconosce gli ambienti di boot, mentre il comando lucreate utilizza una serie di controlli che impediscono la possibile distruzione involontaria degli ambienti di boot. Ad esempio, lucreate impedisce di sovrascrivere o di eliminare i volumi di Solaris Volume Manager.
Se tuttavia si è già utilizzato il software Solaris Volume Manager per creare concatenazioni, stripe e mirror di natura complessa, per modificare queste configurazioni è necessario utilizzare ancora Solaris Volume Manager. Solaris Live Upgrade riconosce questi componenti e supporta il loro utilizzo. Prima di usare i comandi di Solaris Volume Manager per creare, modificare o distruggere i componenti dei volumi, usare i comandi lustatus o lufslist. Questi comandi permettono di determinare quali volumi di Solaris Volume Manager contengano file system utilizzati da un ambiente di boot Solaris Live Upgrade.
In questa sezione sono fornite indicazioni per la configurazione e alcuni esempi relativi a una slice di swap.
Per configurare una slice di swap con il comando lucreate e l'opzione -m, è possibile procedere in tre modi:
Se non viene specificata una slice di swap, per il nuovo ambiente di boot vengono configurate le slice di swap appartenenti all'ambiente di boot corrente.
Se vengono specificate una o più slice di swap, il nuovo ambiente di boot userà solo le slice di swap specificate. I due ambienti di boot non condividono nessuna slice di swap.
È possibile specificare sia la condivisione di una slice di swap che l'aggiunta di una nuova slice di swap.
Gli esempi seguenti illustrano i tre metodi per la configurazione dello spazio di swap. L'ambiente di boot corrente è configurato con il file system radice (/) su c0t0d0s0. Il file system di swap si trova su c0t0d0s1.
Nell'esempio seguente non è specificata nessuna slice di swap. Il nuovo ambiente di boot contiene il file system radice (/) su c0t1d0s0. L'ambiente di boot attuale e quello nuovo condividono lo spazio di swap su c0t0d0s1.
# lucreate -n be2 -m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:ufs |
Nell'esempio seguente è specificata una slice di swap. Il nuovo ambiente di boot contiene il file system radice (/) su c0t1d0s0. Viene creata una nuova slice di swap su c0t1d0s1. L'ambiente di boot corrente e quello nuovo non condividono nessuna slice di swap.
# lucreate -n be2 -m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:ufs -m -:/dev/dsk/c0t1d0s1:swap |
Nell'esempio seguente, viene aggiunta una slice di swap e una seconda slice di swap è condivisa tra i due ambienti di boot. Il nuovo ambiente di boot contiene il file system radice (/) su c0t1d0s0. Viene creata una nuova slice di swap su c0t1d0s1. L'ambiente di boot attuale e quello nuovo condividono la slice di swap su c0t0d0s1.
# lucreate -n be2 -m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:ufs -m -:shared:swap -m -:/dev/dsk/c0t1d0s1:swap |
La creazione dell'ambiente di boot non riesce se la slice di swap è utilizzata da un ambiente di boot diverso da quello corrente. Se l'ambiente di boot era stato creato con l'opzione -s, la slice di swap può essere utilizzata solo dall'ambiente di boot alternativo ma non da altri.
Solaris Live Upgrade copia l'intero contenuto di una slice nella slice designata del nuovo ambiente di boot. In alcuni casi, tuttavia, può essere più comodo condividere i file system di grandi dimensioni tra gli ambienti di boot anziché copiarli fisicamente, in modo da occupare meno spazio e velocizzare le operazioni. I file system di importanza critica per l'ambiente operativo, ad esempio il file system radice (/) e /var, devono necessariamente essere copiati. I file system come /home non sono di importanza critica e possono essere condivisi tra gli ambienti di boot. I file system condivisibili devono essere definiti dall'utente e trovarsi su slice di swap separate nell'ambiente di boot attivo e in quello inattivo. Il disco può essere riconfigurato in vari modi a seconda delle esigenze.
Riconfigurazione di un disco |
Esempi |
Per maggiori informazioni |
---|---|---|
È possibile ripartizionarlo prima di creare il nuovo ambiente di boot e collocare il file system condivisibile in una propria slice. |
Ad esempio, se i file system radice (/), /var e /home si trovano tutti nella stessa slice, è possibile riconfigurare il disco e collocare /home in una propria slice. Quando si crea un nuovo ambiente di boot, /home viene automaticamente condiviso con il nuovo ambiente di boot. | |
Se si desidera condividere una directory, è necessario collocarla in una slice separata. La directory diventa così un file system condivisibile con un altro ambiente di boot. Il comando lucreate con l'opzione -m permette di creare un nuovo ambiente di boot e di collocare una directory in una propria slice. Tuttavia, il nuovo file system non può ancora essere condiviso con l'ambiente di boot originale. A tale scopo, occorre eseguire il comando lucreate con l'opzione -m e creare un altro ambiente di boot. I due ambienti di boot nuovi potranno condividere la directory. |
Ad esempio, se si desidera eseguire un aggiornamento da Solaris 9 a Solaris 10 11/06 e condividere il file system /home, è possibile eseguire il comando lucreate con l'opzione -m. per creare una versione Solaris 9 con /home come file system separato in una propria slice. Occorre quindi eseguire nuovamente il comando lucreate con l'opzione -m per duplicare questo ambiente di boot. Questo terzo ambiente di boot potrà quindi essere aggiornato a Solaris 10 11/06. Il file system /home verrà condiviso tra le versioni Solaris 9 e Solaris 10 11/06. |
Per una descrizione dei file system di importanza critica e dei file system condivisibili, vedere Tipi di file system. |
Quando si crea un nuovo ambiente di boot, è possibile escludere dal processo di copia alcuni file e directory specifici. Se si esclude una directory, è tuttavia possibile includere file o sottodirectory specifiche contenuti al suo interno. Tali file o sottodirectory verranno quindi copiati nel nuovo ambiente di boot. Ad esempio, è possibile escludere dalla copia l'intero contenuto di /etc/mail ma includere i file e le directory in /etc/mail/staff. Il comando seguente copia la sottodirectory staff nel nuovo ambiente di boot.
# lucreate -n secondo_disco -x /etc/mail -y /etc/mail/staff |
Le opzioni di esclusione dei file devono essere usate con estrema attenzione. In particolare, occorre evitare di rimuovere file o directory che sono richiesti dal sistema.
La tabella seguente elenca le opzioni del comando lucreate disponibili per rimuovere o ripristinare file e directory.
Metodo di designazione |
Opzioni di esclusione |
Opzioni di inclusione |
---|---|---|
Specificare il nome della directory o del file |
-x dir/file_esclusi |
-y dir/file_inclusi |
Usare un file che contiene un elenco |
-f file_elenco -z file_elenco |
-Y file_elenco -z file_elenco |
Alcuni esempi di personalizzazione dei file e delle directory durante la creazione di un ambiente di boot sono riportati in Creare un ambiente di boot e personalizzarne il contenuto (riga di comando).
Quando si è pronti per usare il nuovo ambiente di boot, è possibile attivarlo velocemente e riavviare il sistema. La prima volta che si avvia un nuovo ambiente di boot, i file vengono sincronizzati con quelli dell'ambiente precedentemente in uso. “Sincronizzazione” significa in questo caso la copia di alcuni file e directory di importanza critica dall'ambiente di boot precedente a quello nuovo. Vengono copiati i file e le directory che sono stati modificati.
Solaris Live Upgrade controlla i file di importanza critica che sono stati modificati. Se il contenuto di questi file non corrisponde nei due ambienti di boot, quelli residenti nell'ambiente di boot attivo vengono copiati nel nuovo ambiente di boot. La sincronizzazione è particolarmente utile per applicare al nuovo ambiente di boot le modifiche apportate ad alcuni file di importanza critica, ad esempio /etc/passwd o /etc/group.
Il file /etc/lu/synclist contiene l'elenco delle directory e dei file da sincronizzare. In alcuni casi, è possibile copiare altri file dall'ambiente di boot attivo a quello nuovo. Se necessario, è possibile aggiungere i file e le directory desiderate a /etc/lu/synclist.
L'aggiunta di file non elencati in /etc/lu/synclist potrebbe rendere impossibile l'avvio del sistema. Il processo di sincronizzazione si limita alla copia dei file e alla creazione di directory. Non esegue la rimozione di file e directory.
L'esempio seguente del file /etc/lu/synclist mostra le directory e i file standard che vengono sincronizzati su questo sistema.
/var/mail OVERWRITE /var/spool/mqueue OVERWRITE /var/spool/cron/crontabs OVERWRITE /var/dhcp OVERWRITE /etc/passwd OVERWRITE /etc/shadow OVERWRITE /etc/opasswd OVERWRITE /etc/oshadow OVERWRITE /etc/group OVERWRITE /etc/pwhist OVERWRITE /etc/default/passwd OVERWRITE /etc/dfs OVERWRITE /var/log/syslog APPEND /var/adm/messages APPEND |
Qui di seguito sono riportati alcuni esempi di file e directory che potrebbero essere aggiunti al file synclist:
/var/yp OVERWRITE /etc/mail OVERWRITE /etc/resolv.conf OVERWRITE /etc/domainname OVERWRITE |
Il file synclist può contenere file o directory. Il secondo campo indica il metodo di aggiornamento che viene utilizzato all'attivazione dell'ambiente di boot. Sono disponibili tre metodi per l'aggiornamento dei file:
OVERWRITE – Il contenuto del file dell'ambiente di boot attivo viene sovrascritto con quello del file del nuovo ambiente di boot. Se nel secondo campo non viene specificata nessuna azione, viene usato automaticamente il metodo OVERWRITE. Nel caso delle directory, vengono copiate anche tutte le sottodirectory. Questo processo sovrascrive tutti i file. La data, la modalità e il proprietario del file del nuovo ambiente di boot sono uguali a quelli del file dell'ambiente di boot precedente.
APPEND – Il contenuto del file dell'ambiente di boot attivo viene aggiunto alla fine del file del nuovo ambiente di boot. Questo processo può causare la duplicazione di alcune voci nel file. L'azione APPEND non può essere applicata alle directory. La data, la modalità e il proprietario del file del nuovo ambiente di boot sono uguali a quelli del file dell'ambiente di boot precedente.
PREPEND – Il contenuto del file dell'ambiente di boot attivo viene aggiunto all'inizio del file del nuovo ambiente di boot. Questo processo può causare la duplicazione di alcune voci nel file. L'azione PREPEND non può essere applicata alle directory. La data, la modalità e il proprietario del file del nuovo ambiente di boot sono uguali a quelli del file dell'ambiente di boot precedente.
La prima volta che si avvia un sistema da un nuovo ambiente di boot, il software Solaris Live Upgrade sincronizza questo ambiente con quello precedentemente attivo. Dopo l'avvio e la sincronizzazione iniziale, Solaris Live Upgrade non esegue altre sincronizzazioni in modo automatico.
Per forzare una sincronizzazione usando l'interfaccia a caratteri, digitare yes alla richiesta del sistema.
Per forzare una sincronizzazione dalla riga di comando, usare il comando luactivate con l'opzione -s.
Se si stanno conservando più versioni del sistema operativo Solaris, può essere necessario forzare la sincronizzazione. Possono essere necessarie versioni modificate di file quali email o passwd/group nell'ambiente di boot che si sta attivando. In questo modo, Solaris Live Upgrade controlla i conflitti tra i file sottoposti alla sincronizzazione. Quando si avvia il nuovo ambiente di boot e viene rilevato un conflitto, il software genera un messaggio di avvertimento e i file non vengono sincronizzati. Ciò nonostante, l'attivazione può essere completata correttamente. La modifica dello stesso file nell'ambiente di boot nuovo e in quello attivo può generare un conflitto. Ad esempio, si supponga di modificare il file /etc/passwd nell'ambiente di boot originale. Successivamente, vengono apportate altre modifiche al file /etc/passwd nel nuovo ambiente di boot In questo caso, il processo di sincronizzazione non è in grado di scegliere quale file copiare per sincronizzare i due ambienti.
Questa opzione deve essere utilizzata con estrema cautela, poiché spesso è difficile tener conto di tutte le modifiche apportate all'ultimo ambiente di boot attivo. Ad esempio, se l'ambiente di boot corrente viene eseguito in Solaris 10 11/06 e si ritorna a Solaris 9 con una sincronizzazione forzata, i file della versione Solaris 9 possono risultare modificati. Poiché i file dipendono dalla versione del sistema operativo, può essere impossibile avviare Solaris 9 perché i file di Solaris 10 11/06 non sono sempre compatibili con quelli di Solaris 9.
A partire da Solaris 10 1/06, tramite il menu di GRUB è disponibile un nuovo metodo per passare da un ambiente di boot all'altro. Il menu di GRUB è un'alternativa all'attivazione con il comando luactivate o con il menu Activate.
Attività |
Informazione |
---|---|
Attivare un ambiente di boot con il menu di GRUB |
x86: Attivare un ambiente di boot con il menu di GRUB (riga di comando) |
Ripristinare l'ambiente di boot originale con il menu di GRUB | |
Per un'introduzione generale e per informazioni su GRUB | |
Per una descrizione completa di GRUB e informazioni sulle attività di amministrazione dei sistemi |
Se l'interfaccia a caratteri viene visualizzata da un sistema remoto, ad esempio attraverso una linea tip, è necessario impostare la variabile d'ambiente TERM su VT220. Inoltre, se si utilizza il Common Desktop Environment (CDE), occorre impostare la variabile TERM su dtterm anziché xterm.