Per aggiornare un sistema clone su cui è già installato un archivio, è possibile creare un archivio differenziale che contenga solo le differenze tra l'immagine del sistema master originale e quella del sistema master aggiornato. Le differenze tra queste due immagini genereranno l'archivio differenziale.
Una delle immagini può essere quella del sistema che esegue il software originale installato sul clone. Se questa immagine era stata salvata in una directory, installarla sul sistema master.
Occorre quindi disporre di un'altra immagine da usare come termine di confronto. Questa immagine contiene le parti aggiunte o eliminate che verranno installate sui sistemi clone.
Quando si aggiorna un sistema clone con un archivio differenziale, vengono modificati solo i file del sistema clone contenuti nell'archivio differenziale. È anche possibile usare uno o più script per personalizzare l'archivio prima o dopo l'installazione, in particolare quando occorre eseguire una riconfigurazione.
Per installare l'archivio differenziale Solaris Flash è possibile usare il metodo JumpStart personalizzato. In alternativa, è possibile usare Solaris Live Upgrade per installare l'archivio differenziale in un ambiente di boot inattivo.
È consigliabile salvare un'immagine master originale dopo l'installazione iniziale, in modo che sia disponibile per l'uso nei modi seguenti.
Un ambiente di boot Solaris Live Upgrade attivato su una directory che utilizzi il comando lumount. Per una descrizione dell'ambiente di boot Solaris Live Upgrade, vedere il Capitolo 2, Solaris Live Upgrade (panoramica) in Guida all’installazione di Solaris 10 5/09: Solaris Live Upgrade e pianificazione degli aggiornamenti.
Un sistema clone attivato via NFS con autorizzazioni di root.
Un backup del sistema da ripristinare con il comando ufsdump.
Per istruzioni dettagliate, vedere Creare un archivio differenziale Solaris Flash con un'immagine master aggiornata.