Questo capitolo descrive i problemi riguardanti l'esecuzione del sistema operativo.
Per consultare i bug documentati in precedenza e ora risolti che non interessano più la versione Oracle Solaris 10 9/10, fare riferimento all'Appendice ABug documentati in precedenza e risolti nella versione Oracle Solaris 10 9/10.
In questa sezione sono riportati consigli e informazioni generali per la fase di esecuzione del sistema operativo Oracle Solaris 10 9/10
A partire dalla versione Oracle Solaris 10 10/08, nel sistema operativo Oracle Solaris 10 è disponibile un'ulteriore coppia di plug-in crypt(3C), basati sugli algoritmi digest SHA–256 e SHA–512. I plug-in forniscono un hash per crypt(3C) che utilizza gli algoritmi conformi allo standard FIPS 140-2 e termina l'utilizzo degli hash basati su MD5.
È consigliabile adottare gli algoritmi di hashing della password SHA–256 o SHA–512 ogni volta che nei sistemi del dominio LDAP è in esecuzione il sistema operativo Oracle Solaris 10 10/08 o versione successiva. Non è invece opportuno utilizzare tali algoritmi nei domini LDAP se nei sistemi in uso sono in esecuzione versioni precedenti a Oracle Solaris 10 10/08.
Per indicazioni sulla modifica dell'algoritmo della password, vedere Changing the Password Algorithm (Task Map) in System Administration Guide: Security ServicesChanging the Password Algorithm (Task Map) in System Administration Guide: Security Services.
I problemi di Oracle Solaris 10 descritti qui di seguito si riferiscono a CDE (Common Desktop Environment).
Se si prova a stampare la rubrica o si accede alle impostazioni pagina quando la stampante locale è configurata, Thunderbird potrebbe andare in crash.
Soluzione. Aggiungere la voce seguente al profilo utente, quindi disconnettersi e riconnettersi.
export LD_PRELOAD_32=/usr/lib/firefox/libjemalloc.so |
Quando si esegue il comando /usr/X11/bin/xrandr -s per impostare una risoluzione inferiore dello schermo, la trusted stripe non viene più visualizzata. Questa condizione si verifica effetto sul desktop Trusted CDE ma non sul desktop Trusted Java DS. Non viene visualizzato nessun messaggio di errore.
Soluzione. Scegliere una delle seguenti procedure:
Dopo la modifica della risoluzione, riavviare la Gestione dello spazio di lavoro. Selezionare Finestre -> Riavvia la gestione dello spazio di lavoro dal menu dello spazio di lavoro del CDE e scegliere OK.
È possibile disabilitare l'estensione RANDR aggiungendo extension RANDR al file TrustedExtensionsPolicy.
L'estensione potrebbe ancora essere riportata nel comando xdpyinfo, ma è disabilitata.
Per maggiori informazioni, vedere la pagina man TrustedExtensionsPolicy(4).
Il metodo di installazione JumpStart utilizza un file di identificazione del sistema (sysidcfg). Questo file viene usato per generare uno specifico file di configurazione Xsun per il sistema. La parte del file sysidcfg relativa alla configurazione Xsun viene creata dal comando kdmconfig -d nome_file. Tuttavia, sui sistemi che utilizzano il server Xorg predefinito, il comando non crea un file con le informazioni di configurazione per Xorg. Ciò significa che, prima di usare il metodo JumpStart su questi sistemi, è necessario eseguire una procedura di preparazione aggiuntiva.
Soluzione. Prima di usare il metodo di installazione JumpStart su un sistema che utilizza il server Xorg, procedere come segue.
Preparare un file xorg.conf da utilizzare sul sistema. Memorizzare questo file nella directory JumpStart del server JumpStart.
Creare un file xorg.conf con uno dei comandi seguenti:
/usr/X11/bin/Xorg -configure
/usr/X11/bin/xorgconfig
/usr/X11/bin/xorgcfg
Creare uno script finale che esegua una copia del file xorg.conf nella directory /etc/X11 del sistema da installare. Ad esempio, lo script potrebbe includere la riga seguente:
cp ${SI_CONFIG_DIR}/xorg.conf /etc/X11/Xorg.conf |
Nel file delle regole usato con il metodo JumpStart personalizzato, includere lo script finale nella regola relativa al tipo di sistema da installare.
Eseguire l'installazione JumpStart personalizzata.
Per istruzioni sull'installazione JumpStart personalizzata, vedere la Guida all’installazione di Oracle Solaris 10 9/10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.. Il Capitolo 4 contiene informazioni sul file di regole usato nel metodo JumpStart, mentre il Capitolo 5 contiene una sezione sugli script finali.
In Oracle Solaris 10 sono stati riscontrati i seguenti bug relativi ai file system.
La patch sendmail 142436–03 con le rispettive revisioni dalla 04 alla 08, imposta la proprietà config/local_only su true.
$ svcprop -p config/local_only smtp:sendmail true |
Con tale modifica, sendmail può accettare richieste provenienti esclusivamente dall'host locale.
Soluzione. In seguito all'aggiunta della patch 142436–03 o delle rispettive revisioni dalla 04 alla 08, per consentire l'accettazione di richieste da altri host in sendmail, apportare le seguenti modifiche:
Reimpostare la proprietà config/local_only su false.
# svccfg -s svc:/network/smtp:sendmail setprop config/local_only=false |
Aggiornare e riavviare il servizio sendmail.
# svcadm refresh smtp:sendmail # svcadm restart smtp:sendmail |
Quando si esegue il comando mdb con l'opzione -K, si esce con $q e infine si emette il comando sync, è possibile che si verifichi un blocco del sistema.
Lo stesso problema potrebbe verificarsi quando si emette il comando sync al prompt ok di OpenBoot.
È possibile che venga visualizzato il messaggio di errore seguente:
panic dump timeout ... dump aborted |
Soluzione. Aggiungere dump_plat_mincpu=0 al file /etc/system. In alternativa, utilizzare il comando reboot -d anziché mdb -K ... $q.
Il comando bootadm non è in grado di creare una voce del menu di GRUB formattata in modo corretto quando si avvia il sistema in modalità a 32 bit con i seguenti comandi:
reboot kernel/unix
reboot -- -r
Di conseguenza, il sistema si avvia nella modalità a 64 bit. Il file menu.lst errato può avere il seguente aspetto:
findroot rootfs0 kernel /platform/i86pc/kernel/unix module /platform/i86pc/boot_archive |
Nell'esempio precedente, la riga del kernel non contiene l'informazione di multiboot ed è quindi errata. Non viene visualizzato nessun messaggio di errore.
Soluzione. Modificare manualmente il file /boot/grub/menu.lst e aggiungervi le seguenti informazioni:
title Solaris 10 10/08 findroot rootfs0 kernel /platform/i86pc/multiboot kernel/unix module /platform/i86pc/boot_archive |
Dopo aver apportato queste modifiche, il sistema si avvia nella modalità a 32 bit.
Le modifiche apportate a menu.lst permangono anche dopo un reboot.
In alternativa, è possibile modificare il menu di GRUB all'avvio, aggiungendo l'argomento di avvio kernel/unix come indicato nell'esempio seguente:
grub edit> kernel /platform/i86pc/multiboot kernel/unix |
Le modifiche apportate in questo modo al menu di GRUB non sono preservate nei successivi reboot.
Per maggiori informazioni, vedere Modifying Boot Behavior on x86 Based Systems in System Administration Guide: Basic Administration.
Se si utilizza il comando zpool attach per aggiungere un disco a un pool root ZFS, l'informazione bootblock non viene copiata nel disco aggiunto. Questo problema non interessa i pool root ZFS in mirroring creati nel corso di un'installazione iniziale. Il sistema non si avvia dal disco alternativo del pool root in mirroring.
Soluzione. Scegliere una delle seguenti procedure:
Su un sistema SPARC, identificare il dispositivo del disco alternativo e installarvi le informazioni di avvio. Ad esempio:
# installboot -F zfs /usr/platform/`uname -i`/lib/fs/zfs/bootblk /dev/rdsk/c0t1d0s0 |
Su un sistema x86, identificare il dispositivo del disco alternativo e installarvi le informazioni di avvio. Ad esempio:
# installgrub /boot/grub/stage1 /boot/grub/stage2 /dev/rdsk/c0t1d0s0 |
Si possono verificare timeout ata durante l'avvio sui sistemi Intel multiprocessore. Questi timeout si verificano quando il dispositivo root si trova su un disco con il controller HBA associato al precedente driver ata. I timeout conducono a un blocco momentaneo, permanente o a un errore irreversibile durante la procedura di avvio con messaggi simili al seguente:
scsi: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0 (ata0): timeout: reset bus, target=0 lun=0 scsi: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0 (ata0): timeout: early timeout, target=0 lun=0 gda: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0/cmdk@0,0 (Disk0): Error for command 'read sector' Error Level: Informational gda: [ID 107833 kern.notice] Sense Key: aborted command gda: [ID 107833 kern.notice] Vendor 'Gen-ATA ' error code: 0x3 gda: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0/cmdk@0,0 (Disk0): Error for command 'read sector' Error Level: Informational gda: [ID 107833 kern.notice] Sense Key: aborted command gda: [ID 107833 kern.notice] Vendor 'Gen-ATA ' error code: 0x3 scsi: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0 (ata0): timeout: abort request, target=0 lun=0 scsi: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0 (ata0): timeout: abort device, target=0 lun=0 scsi: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0 (ata0): timeout: reset target, target=0 lun=0 scsi: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0 (ata0): timeout: reset bus, target=0 lun=0 scsi: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0 (ata0): timeout: early timeout, target=0 lun=0 gda: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0/cmdk@0,0 (Disk0): Error for command 'read sector' Error Level: Informational gda: [ID 107833 kern.notice] Sense Key: aborted command gda: [ID 107833 kern.notice] Vendor 'Gen-ATA ' error code: 0x3 gda: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@0,0/pci-ide@1f,2/ide@0/cmdk@0,0 (Disk0): |
Soluzione. Scegliere una delle seguenti procedure:
Per evitare un degrado delle prestazioni, utilizzare temporaneamente la soluzione 3 o la soluzione 4 fino a quando non sia possibile adottare la soluzione 5.
Soluzione 1. Abilitare AHCI nel BIOS se disponibile sul sistema. L'abilitazione di questa impostazione richiede una reinstallazione del sistema operativo Oracle Solaris.
Soluzione 2. Installare il sistema operativo Oracle Solaris su un disco il cui controller non utilizza il driver ata.
Soluzione 3. Disabilitare le funzioni MP nella configurazione del BIOS in modo da attivare un solo processore.
Soluzione 4. Disabilitare le funzioni MP nel sistema operativo Oracle Solaris in modo da attivare un solo processore. Procedere come segue dal menu di GRUB:
Digitare e per modificare la voce selezionata.
Andare alla riga che inizia con kernel.
Digitare e per passare alla modalità di modifica di GRUB.
Aggiungere -kd a questa riga.
Premere Invio per accettare la modifica.
Digitare b per avviare la voce selezionata.
Al prompt kbmd, digitare il comando seguente:
use_mp/W 0 :c |
Se si sta avviando il sistema, passare al punto 10, diversamente installare Solaris 10 10/09.
Al termine dell'installazione, effettuare il reboot del sistema. Ripetere i punti da 1 a 7.
Per rendere permanente questa modifica per tutte le procedure di avvio, procedere come segue:
Al termine dell'avvio diventare superutente.
Aprire il file /etc/system.
Aggiungere la riga seguente:
set use_mp = 0 |
Soluzione 5. Disabilitare l'aggiornamento del microcodice. Digitare il comando seguente:
# mv /platform/i86pc/ucode /platform/i86pc/ucode.disabled |
L'aggiornamento del microcodice può essere eseguito manualmente dopo l'avvio:
# ucodeadm -u /platform/i86pc/ucode.disabled/intel-ucode.txt |
Se una zona non globale viene configurata inizialmente con un file system ZFS da attivare con il sottocomando add fs, specificando l'opzione mountpoint=legacy, l'installazione della zona non riesce. Viene visualizzato il seguente messaggio di errore.
ERROR: No such file or directory: cannot mount </zones/path/root/usr/local> in non-global zone to install: the source block device or directory </path/local> cannot be accessed |
Soluzione. Aggiungere l'accesso al file system ZFS dopo l'installazione della zona non globale.
ZFS è progettato come file system conforme allo standard POSIX ed è effettivamente conforme nella maggior parte delle situazioni. Sono tuttavia presenti due condizioni limite in cui ZFS non soddisfa i test di conformità POSIX:
Aggiornamento delle statistiche di capacità del file system ZFS.
Modifica dei dati esistenti in presenza di un file system pieno al 100%.
CR collegati:
6362314
6362156
6361650
6343113
6343039
6742203
Se si utilizza il comando fdisk -E per modificare un disco utilizzato da un pool di memorizzazione ZFS, il pool diventa inutilizzabile e possono prodursi errori di I/O o errori irreversibili.
Soluzione.
Non utilizzare il comando fdisk per modificare un disco utilizzato da un pool di memorizzazione ZFS. Per accedere a un disco utilizzato da un pool di memorizzazione ZFS, utilizzare il comando format. In generale, i dischi che contengono file system in uso non dovrebbero essere modificati.
Qui di seguito sono elencati i problemi dei prodotti Brightstor ARCserve Backup.
L'agente client di BrightStor ARCserve Backup (BAB) per UNIX (Solaris) può essere utilizzato per eseguire il backup e il ripristino dei file ZFS.
Tuttavia, gli ACL NFSv4 di ZFS non vengono preservati durante il backup. Le normali autorizzazioni e gli attributi di UNIX vengono preservati.
Soluzione. Per preservare i file ZFS con gli ACL NFSv4, utilizzare il comando tar con l'opzione -p oppure il comando cpio con l'opzione -P per scrivere i file ZFS in un file. Quindi, usare BrightStor ARCserve Backup per il backup dell'archivio tar o cpio.
Se si aggiunge il pacchetto SUNWzfsg dalla versione Solaris 10 10/09 a un sistema che esegue una versione anteriore a Solaris 10 6/06 e non dispone della patch per embedded_su, le procedure guidate dell'Amministrazione di ZFS non sono completamente funzionali.
Se si cerca di eseguire l'applicazione Amministrazione di ZFS su un sistema sprovvisto della patch embedded_su, è possibile solo visualizzare la configurazione di ZFS. Viene visualizzato il seguente messaggio di errore:
/usr/lib/embedded_su: not found |
Soluzione.
Aggiungere la patch embedded_su (119574-02) al sistema che esegue la versione anteriore a Solaris 10 6/06.
Se si verifica un errore panic mentre è in corso un'attività di I/O verso una destinazione collegata con l'iniziatore software iSCSI di Oracle Solaris, è possibile che l'operazione di I/O non venga annullata o sincronizzata nel dispositivo di destinazione. Questa condizione può provocare un danneggiamento del file system. Non viene visualizzato nessun messaggio di errore.
Soluzione.
Utilizzare un journaling file system come UFS. A partire da Oracle Solaris 10, il logging UFS è abilitato per impostazione predefinita. Per maggiori informazioni su UFS, vedere la sezione What’s New in File Systems? in System Administration Guide: Devices and File Systems .
In seguito all'aggiornamento di un server NFSv4 con tutti gli aggiornamenti di Oracle Solaris 10, è possibile riscontrare errori EACCES nei programmi in uso. Inoltre, alcune directory appaiono erroneamente vuote.
Per prevenire questi errori, disattivare e riattivare i file system del client. Se la disattivazione non dovesse riuscire, provare a forzarla con il comando umount -f. In alternativa, effettuare il reboot del client.
Le funzioni dell'elenco di controllo di accesso (ACL) NFSv4 potrebbero non funzionare correttamente se i client e i server della rete sono installati con diverse versioni precedenti di Oracle Solaris 10. Il problema riguarda le funzioni degli ACL e i programmi della riga di comando sotto elencati:
acl()
facl()
getfacl
setfacl
Per maggiori informazioni su queste funzioni e programmi, vedere le rispettive pagine man.
Ad esempio, si possono verificare errori in una rete che presenta la seguente configurazione:
Un client che esegue Solaris 10 in versione Beta
Un server che esegue Solaris 10
La tabella seguente illustra i risultati delle funzioni degli ACL in configurazioni client-server che utilizzano versioni diverse di Solaris 10.
Operazione |
Sistema operativo S10 del client |
Sistema operativo S10 del server |
Risultato |
---|---|---|---|
get ACL |
S10 Beta |
S10 |
ACL modificato * |
get ACL |
S10 |
S10 Beta |
funzionamento corretto |
set ACL |
S10 Beta |
S10 |
funzionamento corretto |
set ACL |
S10 |
S10 Beta |
Errore: EOPNOTSUP |
Soluzione. Perché le funzionalità degli ACL NFSv4 operino correttamente, eseguire un'installazione completa del Sistema operativo Oracle Solaris 10 sia sul server che sul client.
Il sistema non riesce a generare un crash dump nelle partizioni di dimensioni pari o superiori a 1 Tbyte. Se il sistema utilizza un dispositivo di questo tipo, in seguito a un errore irreversibile e al successivo riavvio del sistema si può verificare quanto segue:
Il sistema non salva il crash dump.
Viene visualizzato il messaggio seguente:
0% done: 0 pages dumped, compression ratio 0.00, dump failed: error 6 |
Soluzione. Configurare la dimensione del dispositivo di dump del sistema su un valore inferiore a 1 Tbyte.
In Oracle Solaris 10 sono stati rilevati i seguenti problemi e bug legati all'hardware.
Oracle Solaris 10 9/10 è dotato di una nuova funzione che consente di ottenere una migliore osservabilità dei dati relativi alle prestazioni della CPU mediante kstats. La funzione è disabilitata per impostazione predefinita ed è possibile abilitarla aggiungendo la voce set cu_flags=1 al file /etc/system ed effettuando il reboot del sistema. Prima di abilitare questa funzione su qualsiasi piattaforma Mx000 SPARC OPL, aggiornare il firmware OBP della piattaforma alla versione XCP1093 o a una versione successiva. Se non si aggiorna il firmware OBP della piattaforma prima di abilitare la funzione, è possibile che di conseguenza si verifichi un errore in un ripristino avviato esternamente (XIR, Externally Initiated Reset), un blocco di OBP o un errore del comando kmdb.
Per ulteriori informazioni, fare riferimento al file README disponibile in abbinamento al firmware XCP1093 sul sito del download.
L'aggiornamento del firmware ConnectX alla versione 2.6.000 o superiore in un sistema in esecuzione potrebbe causare problemi in alcune piattaforme HCA e x64. Questo problema interessa solo HCA non native Mellanox. Le piattaforme HCA PCIe, EM, NEM e SPARC di Sun non sono interessate dal problema.
L'avvio del sistema potrebbe non riuscire o il sistema potrebbe bloccarsi durante l'avvio. I numeri di istanza ibd (IPoverIB) possono cambiare e impedire l'avvio del sistema e l'attivazione dei dispositivi ibd.
Soluzione 1. Prima di effettuare il reboot del sistema dopo l'aggiornamento del firmware tramite cxflash, rimuovere le istanze ibd<x> dal file /etc/path_to_inst e dalla directory /dev. Procedere come segue:
Eseguire il login come root. I dati della struttura di dispositivi potrebbero avere l'aspetto seguente:
# ls -R /devices | grep 15b3 /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,634a@0 /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,634a@0/ibport@1,ffff,ipib /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,634a@0/ibport@1,ffff,ipib:ibd0 /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,634a@0/ibport@2,ffff,ipib /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,634a@0/ibport@2,ffff,ipib:ibd1 /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,634a@0:devctl |
Le specifiche del dispositivo variano a seconda della scheda Mellanox non nativa installata.
Modificare il file path_to_inst. Procedere come segue:
Eseguire una copia di backup del file path_to_inst esistente.
# cp /etc/path_to_inst /etc/path_to_inst.backup |
Aprire il file path_to_inst:
# vi /etc/path_to_inst |
Cercare righe contenenti ibd e hermon, quindi eliminarle.
Salvare le modifiche e chiudere il file.
Rimuovere le voci nella directory /dev:
rm /dev/ibd?* |
Effettuare il reboot del sistema. Il sistema si avvia normalmente e la struttura di dispositivi corrispondente ha un aspetto analogo al seguente:
# ls -R /devices | grep 15b3 /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,5@0 /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,5@0/ibport@1,ffff,ipib /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,5@0/ibport@1,ffff,ipib:ibd0 /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,5@0/ibport@2,ffff,ipib /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,5@0/ibport@2,ffff,ipib:ibd1 /devices/pci@0,0/pci10de,5d@e/pci15b3,5@0:devctl |
Soluzione 2. Se si effettua il reboot del sistema prima di aggiornare il file path_to_inst e la directory /dev, il sistema può bloccarsi. In tali casi, procedere come segue:
Spegnere il sistema e rimuovere l'HCA dal bus.
Effettuare il reboot del sistema senza HCA installato.
Quando il sistema è nuovamente in esecuzione, seguire i passaggi dal 2 al 3 elencati nella soluzione 1.
Spegnere il sistema.
Reinstallare HCA. Effettuare il reboot del sistema.
Se viene effettuato il reboot del sistema, ma le interfacce ibd non vengono attivate automaticamente, i file /etc/hostname.ib<?> potrebbero non essere appropriati per la configurazione di dispositivo corrente. Rinominare manualmente i file per riflettere la configurazione corretta.
Sui sistemi dotati di una grande quantità di memoria, ZFS può allocare la memoria del kernel su tutte le schede di sistema. Per la riconfigurazione dinamica è richiesta una scheda di sistema libera che sia in grado di ospitare la memoria della scheda che viene configurata dinamicamente. La riconfigurazione dinamica della memoria implica che non è possibile eseguire questa operazione sui sistemi con una grande quantità di memoria che eseguono ZFS. I server SunFire di fascia alta sono in grado di rilocare le pagine del server per evitare questo problema. Per i domini con oltre 32 core è necessario che la rilocazione delle pagine del kernel (KPR) sia abilitata su questi server. Non viene visualizzato nessun messaggio di errore
Soluzione. Ridurre la quantità di memoria del kernel che può essere allocata da ZFS impostando il parametro zfs_arc_max nel file /etc/system. L'esempio seguente imposta la dimensione massima su 512 Mbyte.
set zfs_arc_max = 0x20000000 |
Il sottocomando mpathadm show logical-unit elenca il valore di configurazione globale del bilanciamento del carico per la proprietà Current Load Balance. Tuttavia, le voci in csi_vhci.conf che modificano il tipo di bilanciamento del carico per uno specifico prodotto non vengono prese in considerazione nell'output di mpathadm anche quando l'impostazione è attiva.
Se i processi in background dello strumento di registrazione sono in esecuzione, i frame buffer Elite3D e Creator3D non riescono ad attivare la gestione dei consumi. Questa condizione riduce il risparmio energetico quando la gestione dei consumi è attiva. In alcune condizioni, anche l'esecuzione del comando sys-suspend può bloccarsi. Non viene visualizzato nessun messaggio di errore. È possibile che il sistema resti bloccato durante un'operazione di sospensione o ripresa del sistema.
Soluzione.
Eseguire il comando seguente circa 60 secondi dopo ogni login:
# pkill -f basicreg.jar # pkill -f swupna.jar |
Il Sistema operativo Oracle Solaris 10 utilizza un nuovo framework crittografico. Tuttavia, le versioni 1.0 e 1.1 del software e del firmware della scheda Sun Crypto Accelerator 4000 non utilizzano questo framework. Queste versioni non sono perciò supportate nel Sistema operativo Oracle Solaris 10.
La versione 2.0 delle schede utilizza il nuovo framework. Questa versione è disponibile come aggiornamento gratuito per gli utenti delle schede Sun Crypto Accelerator 4000 che intendano utilizzare il Sistema operativo Oracle Solaris 10. Poiché la scheda Sun Crypto Accelerator 4000 è un prodotto soggetto a vincoli di esportazione, per ottenere l'aggiornamento gratuito è necessario contattare Sun Enterprise Services o il proprio canale di vendita locale. Altre informazioni sono disponibili alla pagina Web di Sun Crypto Accelerator 4000 nel sito dei prodotti Sun.
Il supporto di alcuni controller USB 2.0 è stato disabilitato a causa di problemi di incompatibilità tra questi dispositivi e il driver EHCI. Viene visualizzato il messaggio seguente:
Due to recently discovered incompatibilities with this USB controller, USB2.x transfer support has been disabled. This device will continue to function as a USB1.x controller. If you are interested in enabling USB2.x support please refer to the ehci(7D) man page. Please refer to www.sun.com/io for Solaris Ready products and to www.sun.com/bigadmin/hcl for additional compatible USB products. |
Per le informazioni più aggiornate sui dispositivi USB, vedere http://www.sun.com/io_technologies/USB-Faq.html.
Questa versione supporta sia i dispositivi USB 1.1 che USB 2.0. La tabella seguente contiene un riepilogo dei dispositivi USB che operano correttamente in determinate configurazioni. La connessione può essere sia diretta che tramite un hub USB. Si noti che i dispositivi e gli hub USB 1.1 possono avere due modalità: bassa velocità e velocità normale. Tutti i dispositivi USB 2.0 sono ad alta velocità. Per informazioni dettagliate sulle porte e le velocità di utilizzo, vedere il manuale System Administration Guide: Devices and File Systems .
Tabella 2–1 Dispositivi e configurazioni USB
Dispositivi USB |
Connessione |
---|---|
Dispositivi di memorizzazione USB 2.0 |
Diretta, hub USB 1.1, hub USB 2.0 |
Dispositivi USB 1.1 fatta eccezione per i dispositivi audio |
Diretta, hub USB 1.1, hub USB 2.0 |
Dispositivi audio USB 1.1 |
Diretta, hub USB 1.1 |
Dispositivi audio USB 2.0 |
Non supportata |
Di seguito sono descritte le limitazioni relative ad alcuni driver e interfacce riscontrate in questa versione di Oracle Solaris 10 per piattaforme x86:
Questa funzionalità è disabilitata per tutti i tipi di dispositivo. Nel codice DDI_SUSPEND della funzione detach(), si dovrebbe restituire DDI_FAILURE.
Questa funzionalità non è disponibile per i dispositivi USB. Non creare componenti per la gestione dei consumi. Scrivere il driver in modo che pm_raise_power() e pm_lower_power() vengano chiamati solo se vengono creati componenti per la gestione dei consumi.
La gestione dei consumi dei dispositivi interattivi, ad esempio dei lettori di supporti removibili, è collegata a quella del monitor e della relativa scheda grafica. Se lo schermo è attivo, il lettore di CD-ROM e l'unità a dischetti rimangono nella modalità pienamente operativa. Questi dispositivi possono passare erroneamente alla modalità di risparmio energetico sui sistemi senza monitor. Per ripristinare l'alimentazione del lettore di CD o dell'unità a dischetti, digitare volcheck per ottenere lo stato più recente di ogni dispositivo removibile.
In alternativa, è possibile disabilitare la gestione dei consumi usando l'interfaccia grafica di Dtpower. Disabilitando la gestione dei consumi, i dispositivi operano sempre in modalità pienamente operativa.
Nella configurazione predefinita, il programma kdmconfig specifica la tastiera generica inglese a 104 tasti come tipo di tastiera collegata al sistema. Se il sistema non utilizza una tastiera inglese, è necessario specificare manualmente il tipo di tastiera appropriato durante l'installazione. Diversamente, l'installazione continua usando una tastiera predefinita diversa da quella effettiva del sistema.
Soluzione 1. Se il sistema non utilizza una tastiera inglese, procedere come segue durante l'installazione:
Quando compare la configurazione del sistema a finestre proposta per l'installazione, premere Esc.
Le informazioni di questa schermata, che includono il tipo di tastiera, rimangono visualizzate solo per 30 secondi. Per modificare le impostazioni di configurazione, è necessario premere Esc prima che trascorrano i 30 secondi. Diversamente, l'installazione prosegue con le impostazioni visualizzate.
Scegliere il tipo di tastiera corrispondente alla tastiera collegata al sistema.
Premere Invio per accettare le modifiche e continuare l'installazione.
Soluzione 2. Per cambiare il tipo di tastiera su un sistema che già utilizza il Sistema operativo Oracle Solaris 10, usare il programma kdmconfig. Scegliere l'opzione appropriata per il tipo di server X eseguito dal sistema.
Se il sistema utilizza il server Xsun, procedere come segue:
Eseguire kdmconfig.
Usare l'opzione di modifica della tastiera.
Salvare la configurazione.
Se il sistema utilizza il server Xorg predefinito, procedere come segue:
Eseguire kdmconfig.
Selezionare il server Xsun.
Usare l'opzione di modifica della tastiera.
Salvare la configurazione.
Eseguire nuovamente kdmconfig per passare al server Xorg.
Il driver jfca per i controller (HBA) sotto elencati può causare errori irreversibili del sistema o errori di I/O quando i controller sono collegati a un'unità nastro:
SG-PCI1FC-JF2
SG-PCI2FC-JF2
Durante lo svolgimento di alcune operazioni, il driver jfca per queste schede bus è soggetto a una condizione di conflitto (race condition) che causa un errore. Le operazioni interessate sono le seguenti:
Ripristino dei link
Ripristino dei cicli
Ripristino degli switch
Errori ripetuti nei link
Vengono visualizzati messaggi di errore simili ai seguenti:
Messaggi di errore di I/O
jfca: [ID 277337 kern.info] jfca4: Sequencer-detected error. Recover immediately. last message repeated 18376 times jfca: [ID 716917 kern.notice] jfca4: ExgWarning: SendVerify(1): SHOULD ABORT THE ORIG I/O PKG=30007520bd8! scsi: [ID 107833 kern.warning] WARNING: /pci@1e,600000/SUNW,jfca@3,1/fp@0,0/st@w2100001086108 628,1 (st3): SCSI transport failed: reason 'timeout': giving up |
Messaggi di errore irreversibile del sistema
panic[cpu1]/thread=2a100497cc0: BAD TRAP: type=31 rp=2a1004978d0 addr=a8 mmu_fsr=0 occurred in module "jfca" due to a NULL pointer dereference |
Soluzione. Non collegare le unità nastro a una scheda SG-PCI1FC-JF2 o SG-PCI2FC-JF2.
Le schede Quad Fast-Ethernet (QFE) possono creare problemi di conflitto se condividono lo stesso bus con una delle seguenti schede:
Sun GigaSwift
Sun Dual Gigabit Ethernet e Dual SCSI/P
Sun Quad Gigaswift Ethernet
Nella configurazione predefinita, il parametro infinite-burst del driver ce utilizzato da queste schede è abilitato. Ciò comporta la riduzione al minimo del tempo del bus disponibile per le porte QFE che condividono lo stesso bus.
Soluzione. Evitare di collocare le schede QFE sullo stesso bus delle schede di rete elencate.
Il valore di timeout predefinito per la parte SCSI della scheda SunSwift PCI Ethernet/SCSI (X1032A) non è conforme ai requisiti di timeout del lettore di DVD-ROM SCSI di Sun (X6168A). Con supporti di scarsa qualità, il DVD-ROM produce talvolta errori di timeout. Le uniche eccezioni sono rappresentate dai sistemi Oracle Sun Fire 6800, 4810, 4800 e 3800. Questi sistemi modificano il valore di timeout SCSI attraverso la PROM OpenBoot.
Soluzione. Per le altre piattaforme, usare le interfacce SCSI integrate o schede SCSI compatibili con il DVD-ROM, come le seguenti:
X1018A (SBus: F501-2739-xx)
X6540A (PCI: F375-0005-xx)
Questa sezione contiene informazioni importanti per gli utenti di iPlanet Directory Server 5.1 che intendano eseguire un aggiornamento alla nuova versione di Oracle Solaris 10.
Sun Java System Directory Server 5 2005Q1 sostituisce iPlanet Directory Server 5.1, precedentemente integrato nel sistema operativo Solaris 9. Nel Sistema operativo Oracle Solaris 10, questo nuovo server di elenchi può essere installato come parte di Sun Java Enterprise System.
Per informazioni su Sun Java System Directory Server 5 2005Q1, vedere la documentazione di Sun Java System sul sito Web http://docs.sun.com.
Il Sistema operativo Oracle Solaris 10 continua a supportare Directory Server 5.1. L'installazione di Directory Server 5.1 può rendersi necessaria nelle seguenti circostanze:
È necessario recuperare i dati di Directory Server 5.1.
Si desidera migrare i dati a Directory Server 5 2005Q1.
In Oracle Solaris 10 l'installazione di Directory Server 5.1 deve essere eseguita manualmente. Procedere come segue:
Inserire il CD 5 del Sistema operativo Oracle Solaris 10 nel lettore di CD-ROM.
Diventare superutente.
In una finestra di terminale, installare il server di elenchi:
# cd /cdrom/cdrom0/Solaris_10/Product/ # pkgadd -d . IPLTnls IPLTnspr IPLTnss IPLTjss IPLTpldap \ IPLTdsr IPLTdsu IPLTadmin IPLTcons IPLTadcon IPLTdscon \ IPLTadman IPLTdsman |
Per installare i pacchetti localizzati per il cinese semplificato, usare il seguente comando aggiuntivo:
# pkgadd -d . IPLTcdsu IPLTcadmin IPLTccons IPLTcadcon \ IPLTcdscon IPLTcadman IPLTcdsman |
Per installare i pacchetti localizzati per il giapponese, usare il seguente comando aggiuntivo:
# pkgadd -d . IPLTjdsu IPLTjadmin IPLTjcons IPLTjadcon \ IPLTjdscon IPLTjadman IPLTjdsman |
Al termine dell'installazione, configurare iPlanet Directory Server 5.1. Vedere il Capitolo 11, Sun ONE Directory Server Configuration in System Administration Guide: Naming and Directory Services (DNS, NIS, and LDAP).
I formati di database delle due versioni del server di elenchi sono incompatibili. Per gli utenti di Directory Server 5.1, Sun raccomanda di migrare il database al formato utilizzato da Sun Java System Directory Server 5 2005Q1.
Per eseguire la migrazione, occorre che entrambe le versioni del server di elenchi siano presenti sul sistema aggiornato al Sistema operativo Oracle Solaris 10. Se si utilizza Directory Server 5.1 con il formato degli archivi compressi (.tar.gz), passare direttamente al punto 2 per le istruzioni di migrazione.
In una finestra di terminale, determinare se i pacchetti di iPlanet Directory Server 5.1 siano presenti sul sistema.
$ pkginfo | grep IPLT |
Se vengono visualizzati i pacchetti seguenti, è possibile passare al punto 2 e procedere con la migrazione. L'output indica che i pacchetti di iPlanet Directory Server 5.1 sono presenti sul sistema.
system IPLTadcon Administration Server Console system IPLTadman Administration Server Documentation system IPLTadmin Administration Server system IPLTcons Console Client Base system IPLTdscon Directory Server Console system IPLTdsman Directory Server Documentation system IPLTdsr Directory Server (root) system IPLTdsu Directory Server (usr) system IPLTjss Network Security Services for Java system IPLTnls Nationalization Languages and Localization Support system IPLTnspr Portable Runtime Interface system IPLTnss Network Security Services system IPLTpldap PerLDAP $ |
Se i pacchetti non vengono visualizzati, prima di procedere occorre installare i pacchetti di iPlanet Directory Server 5.1. Vedere la procedura in 4 fasi descritta nella sezione precedente, Installazione di Directory Server 5.1. Al termine dell'installazione, passare al punto 2 e procedere con la migrazione.
Migrare il database di iPlanet Directory Server 5.1 alla versione più recente. Per le istruzioni, vedere la raccolta di documenti relativa a Sun Java System Directory Server all'indirizzo http://docs.sun.com/coll/DirectoryServer_05q1.
Dopo la migrazione dei dati, continuare a eseguire il backup dei dati con la stessa procedura usata prima della migrazione. Un eventuale processo di ripristino dei dati in situazioni di emergenza potrebbe richiedere il database migrato.
Questa sezione descrive i problemi relativi alla localizzazione del Sistema operativo Oracle Solaris 10.
Le traduzioni del software in lingua svedese non vengono più aggiornate dalla versione Solaris 10 8/07, fatta eccezione per quelle fornite dalle comunità. Di conseguenza, i messaggi aggiornati vengono visualizzati in inglese.
Soluzione. Nessuna.
Quando si esegue il login in Trusted Java DS usando una versione locale UTF-8 o asiatica, nell'impostazione predefinita viene visualizzata l'applicazione Selettore dei metodi di input (iiim-panel) in base all'etichetta. Per questa ragione, in un ambiente con più etichette vengono visualizzate più applicazioni iiim-panel e questo può ingenerare una certa confusione.
Non viene visualizzato nessun messaggio di errore.
Soluzione. Interrompere l'utilizzo di iiim-panel. Procedere come segue:
Fare clic con il pulsante destro del mouse su iiim-panel e scegliere Preferenze. Viene visualizzato l'Editor preferenze del metodo di input, iiim-properties.
Selezionare “Nessuno” o “Collega alle applicazioni” nell'elenco “Posizione dello stato del metodo di input e del selettore” della scheda Generale.
Premere Applica o fare clic su OK.
Per modificare la lingua di input, è possibile anche usare una scelta rapida. Per abilitare la scelta rapida, procedere come segue:
Accedere alla scheda Varie di iiim-properties.
Selezionare l'opzione “Abilita finestra di selezione lingua/scrittura con tasti di scelta rapida”.
Premere Applica o fare clic su OK.
Quando si seleziona “Collega alle applicazioni”, l'elenco del selettore della lingua non verrà visualizzato per le applicazioni GTK. È possibile selezionare la lingua di input usando i tasti di scelta rapida.
Il metodo di input giapponese Wnn8 non può essere utilizzato se i server Wnn8 non sono abilitati.
Soluzione. Abilitare i server Wnn8:
# svcadm enable wnn8/server |
Inoltre, selezionare Wnn8 come motore per la lingua giapponese eseguendo il comando iiim-properties.
Quando si aggiorna il sistema operativo alle versioni Solaris 10 6/06 o Solaris 10 11/06, il framework del metodo di input e i singoli metodi di input vengono aggiornati dalla revisione 10 alla 12. Tuttavia, ChuYin non è incluso nell'elenco dei metodi di input supportati. Inoltre, non è possibile utilizzare i tasti F2 e F3 per modificare il metodo di input
Soluzione. Usare il metodo PinYin per digitare i caratteri cinesi tradizionali con Hanyu PinYin. Usare Ctrl+Shift per commutare i metodi di input.
Il tasto AltGr non consente di commutare le modalità per il layout Xsun russo nelle versioni locali ru_RU.KOI8-R e ru_RU.ANSI1251.
Soluzione 1. Passare alla versione locale ru_RU.UTF-8 o ru_RU.ISO8859-5.
Soluzione 2. Usare IIIMF al posto del layout di tastiera russo.
Se un sistema x86 utilizza Xorg come server X predefinito, il font arabo (iso7759-6) non compare nella versione locale ar. Questo errore non si verifica se si utilizza XSun al posto di XOrg.
Soluzione. Procedere come segue.
Come superutente, aprire con un editor il file /usr/dt/config/Xservers.
Togliere il simbolo di commento o aggiungere la riga seguente:
:0 Local local_uid@console root /usr/openwin/bin/Xsun :0 -nobanner -defdepth 24 |
Commentare la riga seguente:
:0 Local local_uid@console root /usr/X11/bin/Xorg :0 |
Effettuare il reboot del sistema.
In alternativa, è possibile eseguire il login nella versione locale ar_EG.UTF-8 o in altre versioni UTF-8.
In GNOME, selezionando alcuni tipi di carattere arabi, i caratteri non vengono visualizzati. Il problema si verifica quando si seleziona il tipo di carattere per le applicazioni, il desktop o il titolo della finestra usando il menu delle proprietà dei tipi di carattere di GNOME. I tipi di carattere interessati sono, tra gli altri:
Akhbar MT (Regular, Bold)
Shayyal MT (Regular, Bold)
Naskh MT (Regular, Bold)
Non viene visualizzato nessun messaggio di errore.
Soluzione.
Utilizzare la nuova famiglia di caratteri Kacst per visualizzare i caratteri arabi nelle applicazioni GNOME.
Nelle versioni locali UTF-8 l'input in più lingue è supportato, ma la commutazione tra le lingue non funziona quando si utilizzano applicazioni salvate per la sessione in cui si fa clic con il pulsante del mouse 1 dopo il login. Il problema si verifica in Java Desktop System (Java DS). Non viene visualizzato nessun messaggio di errore.
Soluzione.
Fare clic con il pulsante del mouse 1 sullo sfondo dell'area di lavoro o sul menu Apri prima di fare clic su un'applicazione.
I tasti di scelta rapida di Mozilla 1.7 sono inconsueti, in particolare nella versione locale spagnola. Ad esempio, Ctrl-S è utilizzato sia per la copia che per il salvataggio. Non viene visualizzato nessun messaggio di errore.
Soluzione.
Identificare nei menu i tasti di scelta rapida assegnati alle varie azioni.
Nella migrazione alle versioni locali UTF-8, il tipo di file determina il metodo utilizzato per importare o esportare i dati.
I file di Microsoft Office sono codificati in formato Unicode. Le applicazioni di StarOffice possono leggere e scrivere i file Unicode.
I file HTML creati con editor HTML come Mozilla Composer, o i file HTML salvati con un browser Web, in genere contengono un tag di codifica charset. Dopo l'esportazione o l'importazione, è possibile visualizzare questi file HTML con il browser Web Mozilla Navigator, o modificarli con Mozilla Composer, in base al tag di codifica presente nel file HTML.
Nella visualizzazione dei file HTML possono comparire caratteri errati. Il problema è dovuto in genere alle seguenti cause:
Il tag di codifica charset è errato.
Il tag di codifica charset non è presente.
Per individuare il tag di codifica charset nel file HTML, procedere come segue:
Aprire il file con Mozilla.
Premere Ctrl-i, oppure fare clic su Visualizza per aprire il relativo menu.
Scegliere Info pagina.
L'indicazione charset è visibile nella parte inferiore della scheda Informazioni generali, ad esempio:
Content-Type text/html; charset=us-ascii |
Se la stringa charset=us-ascii non corrisponde all'effettiva codifica utilizzata nel file, nella visualizzazione del file possono comparire caratteri errati. Per modificare la codifica del file HTML, procedere come segue:
Aprire il file con Mozilla Composer.
Aprire il menu File.
Selezionare Salva e modifica codifica dei caratteri.
Scegliere la codifica appropriata. Mozilla Composer converte automaticamente la codifica e il tag charset.
In genere i messaggi di posta elettronica vengono contrassegnati con il tag MIME charset. L'applicazione Posta e calendario riconosce i tag MIME charset. Non è necessario eseguire una conversione della codifica.
I file di testo non contengono un tag charset. Se la codifica dei file non è UTF-8, è necessario convertirli. Ad esempio, per convertire un file di testo in formato cinese tradizionale big5 in UTF-8, eseguire il comando:
iconv -f big5 -t UTF-8 inputfilename > outputfilename |
È anche possibile utilizzare l'Analizzatore del file system per la conversione della codifica.
È possibile utilizzare l'Editor di testo per leggere e scrivere automaticamente file con la corretta codifica, oppure specificando in modo esplicito la codifica al momento dell'apertura o del salvataggio.
Per avviare l'Editor di testo, scegliere Apri e quindi Applicazioni->Accessori->Editor di testo.
Se la codifica dei nomi dei file e delle directory che utilizzano caratteri multibyte non è UTF-8, è necessario convertire tali nomi. È possibile utilizzare l'Analizzatore del file system per convertire i nomi dei file e delle directory e il contenuto dei file di testo dalle vecchie codifiche al formato UTF-8. Per maggiori informazioni, consultare la Guida online dell'Analizzatore del file system.
Per avviare l'Analizzatore del file system, scegliere Apri e quindi Utilità->Analizzatore del file system.
Quando si accede a file o a directory con nomi in formato non UTF-8 da Microsoft Windows via SMB usando Esplora risorse, è possibile accedere ai file e alle directory senza convertire la codifica.
Per le applicazioni per cui non è possibile eseguire la migrazione a Unicode UTF-8, è possibile creare un pulsante di avvio nel pannello per avviare l'applicazione nella versione locale appropriata. È anche possibile avviare le applicazioni direttamente dalla riga di comando. Procedere come segue per creare un pulsante di avvio per un'applicazione.
Fare clic con il pulsante destro del mouse sul pannello in cui deve essere inserito il pulsante di avvio.
Scegliere Aggiungi al pannello->Pulsante di avvio.
Usare il seguente formato per digitare la voce nel campo Comando della finestra di dialogo Crea pulsante di avvio:
env LANG=locale LC_ALL= locale application name |
Ad esempio, per lanciare un'applicazione chiamata app-motif che risiede in /usr/dt/bin nella versione locale cinese Big5, digitare il testo seguente nel campo Comando della finestra di dialogo Crea pulsante di avvio:
env LANG=zh_TW.BIG5 LC_ALL=zh_TW.BIG5 /usr/dt/bin/motif-app |
Scegliere OK per creare il pulsante di avvio sul pannello.
Quando è necessario avviare applicazioni con interfaccia dalla riga di comando (CLI) che richiedono una specifica versione locale, aprire per prima cosa una finestra del Terminale nella versione locale appropriata e quindi eseguire l'applicazione CLI in quella finestra. Per aprire il Terminale in una determinata versione locale, utilizzare il seguente comando:
eng LANG=locale LC_ALL=locale GNOME-TERMINAL –disbable-factory. |
Invece di aprire una nuova finestra di Terminale in un'altra versione locale, è possibile modificare l'impostazione della versione locale (ad esempio da UTF-8 a una versione locale precedente) nel Terminale attivo modificando la codifica con la voce Imposta codifica dei caratteri del menu Terminale. È necessario anche impostare le variabili d'ambiente LANG e LC nella shell corrente.
Nel sistema operativo Oracle Solaris è stato aggiunto il supporto software per alcune tastiere aggiuntive. Grazie a questo software, gli utenti possono usare la tastiera con maggiore flessibilità modificando i layout standard statunitensi in base alle proprie esigenze linguistiche.
Attualmente, tuttavia, non sono disponibili hardware per i seguenti layout di tastiera:
Albania |
Bielorussa |
Bielorussa |
Francese canadese |
Croazia |
Ceco |
Danimarca |
Estonia |
Ungheria |
Islanda |
Lettonia |
Lituania |
Maltese (inglese GB) |
Maltese (USA) |
Polonia |
Portoghese brasiliana |
Romania |
Serbia e Montenegro |
Slovacchia |
Slovenia |
Soluzione. Scegliere una delle seguenti procedure:
Soluzione 1. Per trarre vantaggio da questo software della tastiera, configurare l'input usando l'utility dalla riga di comando kbd -s. Per le sessioni del desktop con versione locale UTF-8, usare use l'Editor delle preferenze per i metodi di input. Se il layout di tastiera richiesto non è incluso nell'utility kbd -s, usare la Soluzione 2.
Soluzione 2. Modificare il file /usr/openwin/share/etc/keytables/keytable.map. Ad esempio, per la tastiera francese canadese di tipo 6, apportare le seguenti modifiche:
Sostituire la voce US6.kt con Canada6.kt nel file /usr/openwin/share/etc/keytables/keytable.map. La voce modificata dovrebbe essere la seguente:
6 0 Canada6.kt |
Effettuare il reboot del sistema per rendere effettive le modifiche.
In Oracle Solaris 10 sono stati riscontrati i seguenti bug relativi ai collegamenti di rete.
Si possono verificare errori di collegamento tra client e server NFS quando si utilizza RDMA (Remote Direct Memory Access) A causa di questi errori, le risorse del buffer si esauriscono e si verifica un errore irreversibile del sistema. Viene visualizzato il seguente messaggio di errore:
rpcib: WARNING: rib_rbuf_alloc: No free buffers! |
Soluzione. Scegliere una delle seguenti procedure:
Configurare il server NFS per abilitare TCP. Nel file /etc/default/nfs, modificare (NFSD_PROTOCOL=tcp).
Attivare il file system NFS dal lato client con l'opzione di attivazione proto=tcp.
Per maggiori informazioni, vedere le pagine man mount_nfs(1M) e nfs(4).
Il dominio DOI di sistema non è configurabile. Quando si utilizza la Management Console per creare un nuovo modello di rete trusted, la Solaris Management Console imposta il DOI su 0 e le Solaris Trusted Extensions non funzionano correttamente. Vengono visualizzati vari messaggi di errore.
Soluzione. Impostare il DOI su 1 usando la Solaris Management Console.
Nella configurazione predefinita di questa versione l'inoltro IP è disabilitato. Questa impostazione si riferisce sia alle reti IPv4 che a quelle IPv6 ed è indipendente dalle altre configurazioni del sistema. Nei sistemi con più interfacce IP che in precedenza inoltravano i pacchetti IP, questa funzione non è più abilitata automaticamente. Per abilitare l'inoltro IP in questi sistemi, è necessario eseguire manualmente alcune operazioni di configurazione aggiuntive.
Soluzione. Il comando routeadm abilita l'inoltro IP. Le modifiche alla configurazione prodotte da routeadm persistono anche dopo il reboot del sistema.
Per abilitare l'inoltro IPv4, digitare routeadm -e ipv4-forwarding .
Per abilitare l'inoltro IPv6, digitare routeadm -e ipv6-forwarding .
Per applicare al sistema la configurazione con l'inoltro IP abilitato, digitare routeadm -u.
Per maggiori informazioni sull'inoltro IP, vedere la pagina man routeadm(1M).
Una zona può essere configurata in modo che il suo indirizzo IP faccia parte di un gruppo IPMP (IP Network Multipathing). Il processo di configurazione è documentato in How to Extend IP Network Multipathing Functionality to Shared-IP Non-Global Zones in System Administration Guide: Oracle Solaris Containers-Resource Management and Oracle Solaris Zones.
Se tutte le interfacce di rete del gruppo IPMP producono un errore, le zone il cui indirizzo IP appartiene a quel gruppo non si avviano.
L'esempio seguente illustra il risultato del tentativo di avvio della zona.
# zoneadm -z my-zone boot zoneadm: zone 'my-zone': bge0:1: could not set default interface for multicast: Invalid argument zoneadm: zone 'my-zone': call to zoneadmd failed |
Soluzione. Riparare almeno una delle interfacce di rete del gruppo.
In Oracle Solaris 10 sono stati riscontrati i seguenti problemi relativi alla sicurezza.
Se si abilita il modulo di gestione degli account PAM di LDAP (pam_ldap), per effettuare il login gli utenti devono disporre di una password. Di conseguenza, il login degli utenti privi di password non riesce, incluso quello dei login che usano i seguenti strumenti:
Shell remota (rsh)
Login remoto (rlogin)
Shell sicura (ssh)
Soluzione. Nessuna.
Nella sezione seguente sono descritte le modifiche di comportamento di alcuni comandi e standard del Sistema operativo Oracle Solaris 10.
Questo bug si verifica nell'utilizzo del server Samba con winbind in un ambiente Active Directory. Solaris 10 10/09 include la versione 3.0.28 del software Samba. Quando si esegue un'interrogazione su tutti gli utenti o su oltre mille utenti del server di Active Directory, winbind carica solo i primi mille risultati.
Soluzione. Nessuna.
Nella presente versione sono state revisionate le seguenti pagine man relative a Trusted Extensions:
add_allocatable(1M)
remove_allocatable(1M)
label_to_str(3TSOL)
tsol_getrhtype(3TSOL)
tnzonecfg(4)
Queste pagine man riviste non possono essere visualizzate con il comando man. Per visualizzare queste pagine man, vedere il documento Solaris Trusted Extensions Reference Manual .
Il Sistema operativo Oracle Solaris 10 include la shell Bash 3.00. Questa shell non esporta più automaticamente le seguenti variabili nell'ambiente:
HOME
PATH
SHELL
TERM
HOSTNAME
HOSTTYPE
MACHTYPE
OSTYPE
Questo nuovo comportamento si verifica anche se la shell assegna valori predefiniti a queste variabili.
Soluzione. Esportare queste variabili manualmente.
Il comportamento di /usr/bin/ln è stato modificato per aderire agli standard da SVID3 a XCU6. Se si utilizza il comando ln senza l'opzione -f per eseguire il collegamento a un file di destinazione esistente, il collegamento non viene stabilito. Un messaggio diagnostico viene inviato all'output standard per i messaggi di errore e il comando procede collegando eventuali altri file. Infine, il comando ln termina con un valore di errore.
Se ad esempio il file b esiste, la sintassi ln a b genera il messaggio seguente:
ln: b: File exists |
Questo nuovo comportamento ha effetto sugli script delle shell o sui programmi esistenti che includono il comando ln senza l'opzione -f. Alcuni script che operavano senza problemi possono generare un errore nel Sistema operativo Oracle Solaris 10.
Soluzione. Usare l'opzione -f con il comando ln. Se si dispone di uno script che esegue il programma ln, modificarlo in modo conforme al nuovo comportamento del comando.
Nel Sistema operativo Oracle Solaris 10, tcsh è stato aggiornato alla versione 6.12. La versione attuale non supporta più variabili d'ambiente i cui nomi contengono un trattino o un segno di uguale. Gli script che contengono righe setenv e che nelle precedenti versioni di Oracle Solaris funzionavano correttamente possono generare errori nella versione attuale. Viene visualizzato il seguente messaggio di errore:
setenv: Syntax error |
Per maggiori informazioni, vedere la pagina man di tcsh per il Sistema operativo Oracle Solaris 10.
Soluzione. Non usare trattini o segni di uguale nei nomi delle variabili d'ambiente.
Le applicazioni create in stretta conformità con gli standard C sono interessate dalle modifiche al comportamento di alcune funzioni delle librerie. Un esempio è rappresentato dalle applicazioni compilate in modalità cc -Xc o c89. Le modifiche al comportamento riguardano le seguenti funzioni delle librerie:
fgetc()
fgets()
fgetwc()
fgetws()
getc()
getchar()
gets()
getwc()
getwchar()
getws()
Un'interpretazione formale dello standard C 1990 richiede che, dopo l'impostazione di una condizione di fine file, il file non restituisca altri dati nelle successive operazioni di input. È prevista un'eccezione quando il puntatore del file viene riposizionato o quando i flag di errore e di fine file vengono esplicitamente cancellati dall'applicazione.
Il comportamento rimane invariato per tutte le altre modalità di compilazione. In particolare, le interfacce possono leggere dal flusso i dati aggiuntivi scritti dopo l'impostazione dell'indicatore di fine file.
Soluzione. Chiamare fseek() o clearerr() nel flusso per continuare la lettura di dati aggiuntivi dopo la rilevazione della condizione EOF.
A causa della maggiore lunghezza degli UID, degli id dei processori e del tempo di esecuzione cumulativo, le colonne del comando ps sono state allargate. Gli script non devono perciò basarsi sull'uso di colonne di output a larghezza fissa.
Soluzione. Negli script, usare l'opzione -o del comando ps.
Per maggiori informazioni, vedere la pagina man ps(1).
In Oracle Solaris 10 9/10 sono stati riscontrati i seguenti bug in relazione a Solaris Volume Manager.
bcm_sata Il driver HBA SATA supporta dischi SATA e dispositivi SATA ATAPI. Il driver supporta RD1000, un dispositivo SATA ATAPI rimovibile. Il daemon di gestione dei volumi (vold) non crea un nodo se il supporto presente in RD1000 non include voci valide in fdisk. Di conseguenza il comando rmformat non funziona nel modo previsto.
Soluzione. Usare la seguente procedura:
Disattivare il daemon di gestione dei volumi (vold).
# /etc/init.d/volmgt stop |
Eseguire i comandi seguenti in base alle esigenze:
fdisk
rmformat
format
newfs
mound
Riavviare il daemon di gestione dei volumi.
# /etc/init.d/volmgt start |
Se si dispone di un file system root (/) in mirroring con Solaris Volume Manager in cui il file system non inizia al cilindro 0, anche i submirror collegati non devono partire dal cilindro 0.
Se si cerca di collegare un submirror che inizia al cilindro 0 ad un mirror in cui il submirror originale non inizia al cilindro 0, viene generato il seguente messaggio di errore:
can't attach labeled submirror to an unlabeled mirror |
Soluzione. Scegliere una delle seguenti procedure:
Verificare che sia il file system root che il volume dell'altro submirror inizino al cilindro 0.
Verificare che sia il file system root che il volume dell'altro submirror non inizino al cilindro 0.
Nella configurazione predefinita, il processo di installazione JumpStart configura il file system swap a partire dal cilindro 0 e il file system root (/) in un altro punto del disco. È prassi comune di amministrazione dei sistemi far partire la slice 0 al cilindro 0. Eseguendo il mirroring di un'installazione JumpStart predefinita con la root sulla slice 0, ma non sul cilindro 0, su un disco secondario in cui la slice 0 inizia al cilindro 0, si possono produrre problemi. Tale processo di mirroring può generare messaggi di errore quando si cerca di collegare il secondo submirror. Per maggiori informazioni sul comportamento predefinito dei programmi di installazione di Oracle Solaris, vedere le guide all'installazione di Oracle Solaris 10.
Questa sezione descrive i problemi relativi a Sun Java Desktop System (Java DS) nel Sistema operativo Oracle Solaris 10.
Questa sezione descrive i problemi legati alla posta e al calendario.
Dopo aver modificato il tipo di autenticazione per il server della posta in arrivo, Posta e calendario non funziona correttamente.
Soluzione. Riavviare Posta e calendario.
Questa sezione descrive i problemi di login.
Al momento del login in una sessione di Java Desktop System può comparire il seguente messaggio di errore:
Could not look up internet address for hostname. This will prevent GNOME from operating correctly. It may be possible to correct the problem by adding hostname to the file /etc/hosts |
Soluzione. Verificare che il nome host sia impostato correttamente nel file /etc/hosts. Procedere come segue:
Impostare il nome host nel file /etc/hosts:
127.0.0.1 localhost loghost hostname localhost.localdomain |
nomehost è il nome del sistema.
Verificare che il nome host sia impostato correttamente nel file /etc/nodename. Il file deve contenere la riga seguente:
127.0.0.1 localhost loghost hostname localhost.localdomain |
Se si utilizza il browser Yelp per aprire la Guida online di Controllo volume, viene aperta per errore la Guida dell'applicazione del pannello Accesso facilitato alla tastiera.
Soluzione. Nessuna.
Non è possibile stampare da Mozilla i documenti che contengono caratteri Unicode che non sono compresi nel BMP (Basic Multilingual Plane).
Soluzione. Nessuna.
Le preferenze configurate per gli account di una versione precedente del desktop GNOME non sono interamente compatibili con la versione del desktop GNOME di Java DS versione 3.
Soluzione. Ripristinare le preferenze. Procedere come segue:
Chiudere la sessione di Java Desktop System.
Fare clic su Sessione e scegliere Sessione di emergenza del terminale.
Eseguire il login.
Nella finestra della sessione di emergenza del terminale, immettere i seguenti comandi:
% gnome-cleanup exit |
Eseguire nuovamente il login.
In questo modo le preferenze di GNOME vengono ripristinate.
La barra di scorrimento e il contatore laterale non operano correttamente quando si registra un file new.wav.
Soluzione. Nessuna.
Le autorizzazioni di gruppo nell'apposita scheda dovrebbero corrispondere alle autorizzazioni della maschera nella scheda di accesso, ma in alcuni casi le due schede non sono sincronizzate.
Soluzione. Fare clic sul pulsante Chiudi e quindi selezionare Ricarica. Visualizzare nuovamente le proprietà dei file. Le autorizzazioni di gruppo e della maschera dovrebbero essere nuovamente sincronizzate. Le autorizzazioni corrispondono a quelle modificate della maschera nel punto precedente.
La barra dei menu di Java DS e alcune applicazioni, ad esempio Evolution, visualizzano in modo errato le date cinesi. La data errata viene visualizzata con il formato %-m M %-d D, dove M e D indicano il mese e il giorno in lingua cinese.
Soluzione. Procedere come segue:
Effettuare una copia di backup del file /usr/share/locale/LC_MESSAGES/gnome-panel*.mo.
Scaricare gnome-panel.gnome-2-16.zh_CN.po da http://l10n.gnome.org/POT/gnome-panel.gnome-2-16/gnome-panel.gnome-2-16.zh_CN.po e salvarlo nella directory /tmp.
Modificare il file gnome-panel.gnome-2-16.zh_CN.po e sostituire tutte le occorrenze di %-m con %Om, e quelle di %-d con %e.
Generare un nuovo file gnome-panel.gnome-2-16.zh_CN.mo.
msgfmt -v -o gnome-panel.gnome-2-16.zh_CN.mo /tmp/gnome-panel.gnome-2-16.zh_CN.po |
Copiare nuovamente il file nella directory /usr/share/locale/LC_MESSAGES/.
Chiudere la sessione ed effettuare nuovamente il login.
Se il sistema Oracle Solaris 10 dispone di una sola scheda video fisica, non è possibile configurare il sistema per l'ingrandimento a schermo intero. In queste condizioni, è necessario utilizzare un file di configurazione separato in cui si definiscono le impostazioni di un driver fittizio. Per prima cosa, verificare che il server X non sia in esecuzione. Quindi, procedere come segue:
Accedere a una sessione dalla riga di comando.
Se si utilizza il display manager di GNOME, procedere come segue:
Accedere a una sessione come superutente.
Al prompt, digitare svcadm disable application/gdm2-login.
Accedere nuovamente al sistema come superutente.
Se si utilizza dtlogin, procedere come segue:
Nella finestra di dtlogin, fare clic sul pulsante Opzioni e selezionare “Login dalla riga di comando”.
Accedere al sistema come superutente.
Creare un nuovo file xorg.conf.
# /usr/X11/bin/Xorg -configure |
Questo comando crea il file xorg.conf.new nella directory root (/).
Copiare il nuovo file di configurazione nella directory /etc/x11 e rinominarlo in xorg.conf.
# cp /xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf |
Modificare le impostazioni del file sulla base delle seguenti configurazioni di esempio:
Aggiungere una nuova sezione Monitor.
Section "Monitor" Identifier "monitor_dummy" ModelName "dummy" HorizSync 10-200 VertRefresh 20-90 EndSection |
Aggiungere una nuova sezione Device.
Section "Device" BoardName "dummy" Driver "dummy" Identifier "device_dummy" VendorName "dummy" videoram 10000 EndSection |
Può rendersi necessario modificare il valore videoram in base alla larghezza e all'altezza dello schermo e alla profondità di colore della scheda grafica in uso. Il valore in Kbyte deve essere sufficiente per lo schermo da utilizzare. È possibile calcolare questo valore utilizzando la formula larghezza * altezza * bpp/8.
Aggiungere una nuova sezione Screen.
Section "Screen" DefaultDepth 24 SubSection "Display" Depth 24 Modes "1280x1024" EndSubSection Device "device_dummy" Identifier "screen_dummy" Monitor "monitor_dummy" EndSection |
Può essere necessario regolare il valore della risoluzione in base al sistema in uso.
Cercare la riga seguente nella sezione ServerLayout:
Screen 0 "Screen0" 0 0 |
Inserire la riga seguente sotto quella identificata al punto precedente:
Screen 1 "screen_dummy" RightOf "Screen0" |
Questa nuova riga definisce lo schermo Screen1, un secondo schermo fittizio che si trova teoricamente a destra di Screen0, lo schermo fisico primario.
Salvare le modifiche.
Effettuare il reboot del sistema dalla sessione dalla riga di comando appropriata:
Avviare il lettore dello schermo Gnopernicus.
Modificare la modalità di avvio in Ingranditore.
Scegliere Preferenze, quindi selezionare Ingranditore.
Fare clic su Aggiungi/Modifica.
Assegnare i seguenti valori per le preferenze dell'Ingranditore:
Fare clic su Applica.
A causa della finestra dell'ingranditore che compare a schermo intero, le finestre di Gnopernicus non sono più visibili. Tuttavia, l'ingrandimento a schermo intero è ora disponibile.
Il File manager può produrre errori se si utilizzano le seguenti opzioni di visualizzazione:
Visualizza come catalogo
Visualizza come galleria di immagini
In base all'opzione selezionata, possono essere visualizzati i seguenti messaggi di errore:
Errore:
The application nautilus has quit unexpectedly |
Errore:
The Catalog view encountered an error while starting up |
Errore:
The Image Collection view encountered an error while starting up |
Soluzione. Nessuna. Se si verificano questi problemi, riavviare File manager o fare clic sul pulsante Riavvia applicazione nella finestra di dialogo di crash.
In questa sezione sono descritti i problemi del Sistema operativo Oracle Solaris 10 connessi all'amministrazione dei sistemi.
In questa versione, il modulo sdbc non viene caricato all'avvio e viene visualizzato il seguente messaggio di errore:
[ID 819705 kern.notice]/usr/kernel/drv/sparcv9/sdbc: undefined symbol WARNING: mod_load: cannot load module 'sdbc' |
Soluzione. Installare la patch 123246–07 per sistemi SPARC e la patch 123247–07 per sistemi x86.
Le macchine virtuali (VM, Virtual Machine) in cui si eseguono guest Oracle Solaris 10 9/10 possono essere soggette ai problemi seguenti:
L'orologio che indica l'ora della giornata può arrestarsi.
Il sistema può bloccarsi in standby.
La VM guest in generale può bloccarsi.
Soluzione. Richiedere che i guest Oracle Solaris siano collegati a CPU fisiche. Collegare le CPU fisiche del dominio alle CPU fisiche dell'host come indicato di seguito:
# xm vcpu-pin domain vcpu cpus |
Per maggiori informazioni, vedere la pagina man xm(1).
La patch FKU 137137-xx non supporta il software di gestione dei volumi di terze parti, con alcune eccezioni. La mancanza di supporto è legata all'implementazione di prepatch, postpatch e postbackout. Gli utenti che utilizzano un software di gestione dei volumi di terze parti non supportato non possono applicare la patch FKU. Viene visualizzato il seguente messaggio di errore durante l'installazione della patch:
unsupported root slice type xxxxx |
Tuttavia, il software di gestione dei volumi di Fujitsu e Veritas è supportato.
Soluzione. Nessuna.
Questo bug può verificarsi se si attiva un DVD per Solaris 10 10/09 o versione successiva in sistemi con versioni precedenti di Oracle Solaris. Utilizzare le seguenti patch vold per attivare il supporto DVD in sistemi con versioni precedenti di Oracle Solaris:
138130–01 per Oracle Solaris 10 (sistemi SPARC)
138131–01 per Oracle Solaris 10 (sistemi x86)
112966–07 per Solaris 9 (sistemi SPARC)
115021–05 per Solaris 9 (sistemi x86)
108968–12 per Solaris 8 (sistemi SPARC)
108969–12 per Solaris 8 (sistemi x86)
Il DVD di Solaris 10 10/09 non viene attivato per impostazione predefinita durante l'esecuzione. Non viene visualizzato nessun messaggio di errore.
Soluzione. Procedere come segue:
Diventare superutente.
Disabilitare vold:
Nei sistemi Oracle Solaris 10
# svcadm disable -t volfs |
Nei sistemi Solaris 8 e Solaris 9:
/etc/init.d/volmgt stop |
Attivare il supporto manualmente usando il comando # mount -F hsfs percorso del dispositivo a blocchi percorso del punto di attivazione. Ad esempio:
# mount -F hsfs /dev/rdsk/c0t2d0s2 /mnt |
Nei sistemi che utilizzano un controller SATA compatibile AHCI, la configurazione del BIOS consente in genere di impostare il controller nelle modalità AHCI, legacy o RAID. Il sistema operativo Oracle Solaris supporta le modalità AHCI e legacy.
L'impostazione della modalità SATA nel BIOS non deve essere modificata dopo l'installazione iniziale di Oracle Solaris. Tale modalità SATA non deve inoltre essere modificata prima o dopo un aggiornamento di Oracle Solaris. Se l'impostazione della modalità SATA nel BIOS viene modificata dopo l'installazione di Oracle Solaris 10, il sistema si ripristina e non può essere avviato, senza alcuna indicazione della causa dell'errore.
Soluzione. Se dopo la modifica dell'impostazione del BIOS non è più possibile avviare il sistema, ripristinare l'impostazione originale.
Sui file system di grandi dimensioni, ad esempio ZFS, le applicazioni che usano statvfs(2) o statfs(2) per ottenere informazioni sullo stato del file system possono produrre un errore. Viene visualizzato il seguente messaggio di errore:
Value too large for defined data type |
Soluzione. Le applicazioni dovrebbero utilizzare statvfs64().
Nei sistemi che eseguono una versione di Oracle Solaris che non supporta le zone, l'utilizzo di patchadd -R o di qualsiasi comando che accetta l'opzione -R per specificare un percorso root alternativo per una zona globale in cui sono installate zone non globali, non funziona correttamente.
A differenza di quanto accade con il comando luupgrade [-t, -T, -p, -P] non viene visualizzato nessun messaggio di errore che indica le opportune limitazioni del comando.
Non viene segnalato che l'opzione -R non funziona correttamente. Come conseguenza di questa condizione, i pacchetti o le patch di Oracle Solaris 10 non vengono installati in nessuna delle zone non globali presenti.
Il problema si verifica durante l'installazione o la disinstallazione dei pacchetti o delle patch.
L'opzione -R funziona se nell'ambiente di boot alternativo sono state configurate zone non globali ma non sono state installate zone non globali. Per evitare potenziali problemi, o se non si è certi della presenza di zone non globali usate come percorsi root alternativi, limitare l'utilizzo dell'opzione -R in tutte le istanze.
Per maggiori informazioni, vedere le seguenti pagine man:
Soluzione 1. Aggiornare il sistema operativo a Solaris 10 1/06 o versione successiva.
Se si esegue Solaris 10 3/05, installare le seguenti patch per consentire l'utilizzo dei comandi che accettano l'opzione -R per creare un percorso root alternativo:
Patch con ID 119254-19 per i sistemi SPARC
Patch con ID 119255-19 per i sistemi x86
Soluzione 2. Limitare l'utilizzo di patchadd -R o di altri comandi che accettano l'opzione -R per creare un percorso root alternativo.
Avviare la root alternativa, ad esempio la versione Oracle Solaris 10, come sistema operativo attivo, quindi installare e disinstallare i pacchetti e le patch di Oracle Solaris 10 senza usare l'opzione -R.
Un sistema che esegue Sun Patch Manager Tool 2.0 può gestire i sistemi remoti che utilizzano Patch Manager Tool, anche nella versione 1.0.
Tuttavia, un sistema con una versione precedente di Patch Manager Tool non può gestire i sistemi remoti che utilizzano Patch Manager Tool 2.0. Le versioni precedenti includono:
Sun Patch Manager Base Software 1.x
Sun Patch Manager Tool 1.0
Il sistema operativo Solaris 8 non supporta il modello CIM/WBEM (Common Information Model/Web Based Enterprise Management) per Patch Manager Tool. Ciò comporta che sui sistemi Solaris 8 non è possibile eseguire la gestione remota con Patch Manager.
Se si utilizza il comando smdiskless per eliminare un client diskless, il comando non riesce. Il client diskless non viene rimosso dai database del sistema. Viene visualizzato il seguente messaggio di errore:
Failing with error EXM_BMS. |
Soluzione. Disabilitare la condivisione della partizione /export prima di aggiungere il client.
Se si utilizza il comando smosservice delete per rimuovere un servizio di un client diskless, il comando non rimuove correttamente tutte le directory del servizio.
Soluzione. Procedere come segue.
Verificare che non siano presenti client che utilizzano il servizio.
# unshare /export/exec/Solaris_10_sparc.all # rm -rf /export/exec/Solaris_10_sparc.all # rm -rf /export/exec/.copyofSolaris_10_sparc.all # rm -rf /export/.copyofSolaris_10 # rm -rf /export/Solaris_10 # rm -rf /export/share # rm -rf /export/root/templates/Solaris_10 # rm -rf /export/root/clone/Solaris_10 # rm -rf /tftpboot/inetboot.sun4u.Solaris_10 |
Rimuovere la voce seguente dal file /etc/bootparams.
fs1-24 boottype=:os |
Rimuovere questa voce solo se il file server non fornisce funzioni o risorse per altri servizi.
Rimuovere la voce seguente dal file /etc/dfs/dfstab.
share -F nfs -o ro /export/exec/Solaris_8_sparc.all/usr |
Modificare il file /var/sadm/system/admin/services/Solaris_10.
Se il file server non è Oracle Solaris 10, eliminare il file.
Se il file server è Oracle Solaris 10, rimuovere tutte le voci che compaiono dopo le prime tre righe. Le righe eliminate indicano i pacchetti del servizio USR_PATH e SPOOLED ROOT in /export/root/templates/Solaris_10 e nelle piattaforme supportate.