Quando si utilizzano volumi RAID-1 (mirror) e RAID-0 (concatenazioni di una singola slice), tenere presenti le seguenti linee guida.
I metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade supportano un sottoinsieme delle funzioni disponibili in Solaris Volume Manager. Quando si creano file system in mirroring con questi programmi di installazione, tenere presenti le seguenti linee guida.
Programma di installazione |
Funzione supportata |
Funzione non supportata |
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Metodo JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade |
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In Solaris Volume Manager, un volume RAID-0 può fare riferimento a stripe o a concatenazioni di dischi. Non è possibile creare volumi RAID-0 in striping durante l'installazione o l'aggiornamento. |
Metodo JumpStart personalizzato |
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Solaris Live Upgrade |
Per gli esempi, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) in Guida all’installazione di Oracle Solaris 10 9/10: Solaris Live Upgrade e pianificazione degli aggiornamenti. |
Non sono supportati più di tre volumi RAID-0. |
Creazione e installazione di un archivio Solaris Flash con volumi RAID-1 |
È possibile creare un archivio Solaris Flash da un sistema master che utilizza volumi RAID-1 di Solaris Volume Manager. Il software Solaris Flash rimuove tutte le informazioni dei volumi RAID-1 dall'archivio per mantenere l'integrità del sistema clone. Con il metodo JumpStart personalizzato è possibile ricostruire i volumi RAID-1 usando un profilo JumpStart. Con Solaris Live Upgrade è possibile creare un ambiente di boot che utilizza volumi RAID-1 e quindi installare l'archivio. Il programma di installazione di Solaris non può essere utilizzato per installare i volumi RAID-1 con un archivio Solaris Flash. Per un esempio di utilizzo dei volumi RAID-1 nei profili JumpStart, vedere Esempi di profilo in Guida all’installazione di Oracle Solaris 10 9/10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.. |
Veritas VxVM memorizza le informazioni di configurazione in aree che non sono disponibili per Solaris Flash. Se sono stati configurati i file system Veritas VxVm, evitare di creare un archivio Solaris Flash. Inoltre, l'installazione di Solaris, inclusi i metodi JumpStart e Solaris Live Upgrade, non supporta la ricostruzione dei volumi VxVM in fase di installazione. Se si intende distribuire il software Veritas VxVM usando un archivio Solaris Flash, questo deve essere creato prima di configurare i file system VxVM. I sistemi clone devono quindi essere configurati singolarmente dopo l'applicazione dell'archivio e il reboot del sistema. |
Osservare le seguenti regole per l'assegnazione dei nomi ai volumi.
Usare un metodo di denominazione che assegna il numero della slice e il numero del disco al numero del volume.
I nomi dei volumi devono iniziare con la lettera d seguita da un numero, ad esempio, d0.
Solaris Volume Manager dispone di 128 nomi di volumi predefiniti, compresi tra 0 e 127. L'elenco seguente mostra alcuni esempi di nomi dei volumi.
Dispositivo /dev/md/dsk/d0 – volume a blocchi d0
Dispositivo /dev/md/dsk/d1 – volume a blocchi d1
Usare determinati intervalli per ogni tipo di volume. Ad esempio, assegnare i numeri da 0 a 20 ai volumi RAID-1 e quelli da 21 a 40 ai volumi RAID-0.
Quando si utilizza la procedura Solaris Live Upgrade per creare i volumi RAID-1 (mirror) e RAID-0 (submirror), è possibile lasciare che il software rilevi ed assegni i nomi dei volumi oppure assegnarli direttamente. Se la rilevazione viene eseguita dal software, viene assegnato il primo nome di mirror o submirror disponibile. Se si assegnano i nomi ai mirror direttamente, assegnare nomi terminanti in zero in modo che l'installazione possa usare i nomi terminanti in 1 e 2 per i submirror. Se si assegnano i nomi ai submirror direttamente, utilizzare nomi che terminano con 1 o 2. Se i nomi vengono assegnati in modo errato, il mirror non può essere creato. Ad esempio, se si specifica il nome di un mirror terminante in 1 o 2 (d1 o d2), Solaris Live Upgrade non è in grado di creare il mirror se il suo nome è uguale al nome di uno dei submirror.
Nelle versioni precedenti, era possibile immettere un nome di volume abbreviato. A partire da Solaris 10 10/08, è possibile immettere solo il nome completo del volume. Ad esempio, è possibile utilizzare solo il nome del volume completo, /dev/md/dsk/d10, per specificare un mirror.
Nell'esempio seguente, Solaris Live Upgrade assegna i nomi dei volumi. I volumi RAID-1 d0 e d1 sono i soli volumi in uso. Per il mirror d10, Solaris Live Upgrade sceglie d2 per il submirror del dispositivo c0t0d0s0 e d3 per il submirror del dispositivo c1t0d0s0.
lucreate -n newbe -m /:/dev/md/dsk/d10:mirror,ufs \ -m /:/dev/dsk/c0t0d0s0:attach -m /:/dev/dsk/c1t0d0s0:attach |
In questo esempio, i nomi dei volumi vengono assegnati direttamente con il comando. Per il mirror d10, d11 è il nome del submirror del dispositivo c0t0d0s0 e d12 è il nome del submirror del dispositivo c1t0d0s0.
lucreate -n newbe -m /:/dev/md/dsk/d10:mirror,ufs \ -m /:/dev/dsk/c0t0d0s0,/dev/md/dsk/d11:attach \ -m /:/dev/dsk/c1t0d0s0,/dev/md/dsk/d12:attach |
Per informazioni dettagliate sui requisiti di denominazione di Solaris Volume Manager, vedere il manuale Solaris Volume Manager Administration Guide.
Quando si utilizza il metodo JumpStart personalizzato per creare i volumi RAID-1 (mirror) e RAID-0 (submirror), è possibile lasciare che il software rilevi ed assegni i nomi dei volumi oppure assegnarli direttamente nel profilo.
Se la rilevazione viene eseguita dal software, viene assegnato il primo numero di volume disponibile.
Se si assegnano i nomi nel profilo, assegnare nomi terminanti in zero in modo che l'installazione possa usare i nomi terminanti in 1 e 2 per i submirror.
Se i nomi vengono assegnati in modo errato, il mirror non può essere creato. Ad esempio, se si specifica il nome di un mirror terminante in 1 o 2 (d1 o d2), JumpStart non è in grado di creare il mirror se il suo nome è uguale al nome di uno dei submirror.
È possibile abbreviare i nomi delle slice dei dischi fisici e dei volumi Solaris Volume Manager. L'abbreviazione è il nome più corto che può identificare un dispositivo in modo univoco. Qui di seguito sono riportati alcuni esempi.
Un volume di Solaris Volume Manager può essere identificato con la designazione dnum; ad esempio, il volume /dev/md/dsk/d10 può essere denominato semplicemente d10.
Se un sistema dispone di un solo controller e di più dischi, è possibile usare la designazione t0d0s0, mentre se i controller sono più di uno occorre usare la forma c0t0d0s0.
Nell'esempio di profilo seguente, al mirror vengono assegnati i primi numeri di volume disponibili. Se il successivo mirror disponibile terminante in zero è d10 al submirror vengono assegnati i nomi d11 e d12.
filesys mirror c0t0d0s1 /
Nel seguente esempio di profilo, il numero del mirror (d30) viene assegnato dal profilo. I nomi dei submirror vengono assegnati dal software, in base al numero del mirror e a quello del primo submirror disponibile. I submirror sono denominati d31 e d32.
filesys mirror:d30 c0t1d0s0 c0t0d0s0 /
Per informazioni dettagliate sui requisiti di denominazione di Solaris Volume Manager, vedere il manuale Solaris Volume Manager Administration Guide.
Nella scelta dei dischi e dei controller da destinare al mirroring di un file system, tenere presenti le seguenti linee guida.
Usare componenti che utilizzano differenti controller per aumentare il numero di letture e scritture simultanee che è possibile effettuare.
Posizionare le slice dei submirror su dischi e controller differenti. La protezione dei dati diminuisce considerevolmente se slice di due o più submirror dello stesso mirror si trovano sullo stesso disco.
Distribuire i submirror su diversi controller, in quanto i controller e il relativo cablaggio tendono a guastarsi più spesso dei dischi. Questa pratica migliora anche le prestazioni del mirror.
Usare lo stesso tipo di dischi e controller per un singolo mirror. In particolare nel caso di dispositivi SCSI non recenti, dischi di diverse marche o modelli possono avere prestazioni notevolmente diverse. La combinazione di dischi con differenti prestazioni in un singolo mirror può produrre un considerevole degrado delle prestazioni.
Nella scelta delle slice da destinare al mirroring di un file system, tenere presenti le seguenti linee guida.
Tutti i file system, inclusi i file system root (/), swap e /usr possono utilizzare un mirror. Qualsiasi applicazione, ad esempio un database, può utilizzare un mirror.
Verificare che le slice dei submirror abbiano le stesse dimensioni. L'uso di submirror con dimensioni differenti impedisce l'utilizzo di tutto lo spazio disponibile.
Se si dispone di un file system in mirroring in cui il primo submirror collegato non inizia al cilindro 0, anche tutti gli altri submirror che vengono collegati non devono partire dal cilindro 0. Se si cerca di collegare un submirror che inizia al cilindro 0 ad un mirror in cui il submirror originale non inizia al cilindro 0, viene generato il seguente messaggio di errore:
can't attach labeled submirror to an unlabeled mirror |
Verificare che tutti i submirror che si prevede di collegare a un mirror partano dal cilindro 0 (o che nessuno di essi parta dal cilindro 0).
Non è necessario che tutti i submirror abbiano lo stesso cilindro iniziale, ma occorre che il cilindro 0 sia incluso in tutti i submirror o non incluso in nessun submirror.