Quando si utilizzano volumi RAID-1 (mirror) e RAID-0 (concatenazioni di una singola slice), tenere presenti le seguenti linee guida.
I metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade supportano un sottoinsieme delle funzioni disponibili in Solaris Volume Manager. Quando si creano file system in mirroring con questi programmi di installazione, tenere presenti le seguenti linee guida.
Il termine volume RAID-0 può riferirsi sia a una stripe che a una concatenazione. I metodi di installazione JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade consentono solo la creazione di concatenazioni di una singola slice. Non è possibile creare volumi RAID-0 in striping durante l'installazione o l'aggiornamento.
Il metodo di installazione JumpStart personalizzato consente di creare un massimo di due submirror per ogni mirror. Il metodo di installazione Solaris Live Upgrade consente di creare un massimo di tre submirror per ogni mirror. In genere, due submirror forniscono un grado di ridondanza sufficiente per la maggior parte delle applicazioni e riducono i costi legati alle unità disco. La presenza di tre submirror consente di porre uno dei submirror non in linea e di eseguirne il backup pur mantenendo la ridondanza dei dati con gli altri due submirror.
Se si creano i file system in mirroring con il metodo di installazione JumpStart personalizzato, non è necessario creare i file system di cui eseguire il mirroring prima di creare il mirror.
Osservare le seguenti regole per l'assegnazione dei nomi ai volumi.
Usare un metodo di denominazione che assegna il numero della slice e il numero del disco al numero del volume.
I nomi dei volumi devono iniziare con la lettera d seguita da un numero, ad esempio, d0.
Solaris Volume Manager dispone di 128 nomi di volume predefiniti da 0 a 127. L'elenco seguente mostra alcuni esempi di nomi di volumi.
Dispositivo /dev/md/dsk/d0 — volume a blocchi d0
Dispositivo /dev/md/dsk/d1 — volume a blocchi d1
Usare determinati intervalli per ogni tipo di volume. Ad esempio, assegnare i numeri da 0 a 20 ai volumi RAID-1 e quelli da 21 a 40 ai volumi RAID-0.
Invece di specificare il nome completo del volume, ad esempio /dev/md/dsk/d1, è spesso possibile usare un'abbreviazione, ad esempio d1.
È possibile abbreviare i nomi delle slice dei dischi fisici e dei volumi Solaris Volume Manager. L'abbreviazione è il nome più corto che può identificare un dispositivo in modo univoco. Qui di seguito sono riportati alcuni esempi.
Un volume di Solaris Volume Manager può essere identificato con la designazione dnum; ad esempio, il volume /dev/md/dsk/d10 può essere denominato semplicemente d10.
Se un sistema dispone di un solo controller e di più dischi, è possibile usare la designazione t0d0s0, mentre se i controller sono più di uno occorre usare la forma c0t0d0s0.
Quando si utilizza la procedura Solaris Live Upgrade personalizzata per creare i volumi RAID-1 (mirror) e RAID-0 (submirror), è possibile lasciare che il software rilevi ed assegni i nomi dei volumi oppure assegnarli direttamente. Se la rilevazione viene eseguita dal software, viene assegnato il primo nome di mirror o submirror disponibile. Se si assegnano i nomi ai mirror direttamente, assegnare nomi terminanti in zero in modo che l'installazione possa usare i nomi terminanti in 1 e 2 per i submirror. Se si assegnano i nomi ai submirror direttamente, assegnare nomi terminanti in 1 o 2. Se i nomi vengono assegnati in modo errato, il mirror non può essere creato. Ad esempio, se si specifica il nome di un mirror terminante in 1 o 2 (d1 o d2), Solaris Live Upgrade non è in grado di creare il mirror se il suo nome è uguale al nome di uno dei submirror.
Nell'esempio seguente, Solaris Live Upgrade assegna i nomi dei volumi. I volumi RAID-1 d0 e d1 sono i soli volumi in uso. Per il mirror d10, Solaris Live Upgrade sceglie d2 per il submirror del dispositivo c0t0d0s0 e d3 per il submirror del dispositivo c1t0d0s0.
lucreate -n nuovo_be -m /:d10:mirror,ufs -m /:c0t0d0s0:attach -m \ /:c1t0d0s0:attach |
In questo esempio, i nomi dei volumi vengono assegnati direttamente con il comando. Per il mirror d10, d11 è il nome del submirror del dispositivo c0t0d0s0 e d12 è il nome del submirror del dispositivo c1t0d0s0.
lucreate -n nuovo_be -m /:d10:mirror,ufs -m /:c0t0d0s0,d11:attach -m \ /:c1t0d0s0,d12:attach |
Per informazioni dettagliate sui requisiti di denominazione di Solaris Volume Manager, vedere il manuale Solaris Volume Manager Administration Guide.
Quando si utilizza il metodo JumpStart personalizzato per creare i volumi RAID-1 (mirror) e RAID-0 (submirror), è possibile lasciare che il software rilevi ed assegni i nomi dei volumi oppure assegnarli direttamente nel profilo. Se la rilevazione viene eseguita dal software, viene assegnato il primo numero di volume disponibile. Se si assegnano i nomi nel profilo, assegnare nomi terminanti in zero in modo che l'installazione possa usare i nomi terminanti in 1 e 2 per i submirror. Se i nomi vengono assegnati in modo errato, il mirror non può essere creato. Ad esempio, se si specifica il nome di un mirror terminante in 1 o 2 (d1 o d2), il metodo JumpStart non è in grado di creare il mirror se il suo nome è uguale al nome di uno dei submirror. Nell'esempio di profilo seguente, al mirror vengono assegnati i primi numeri di volume disponibili. Se il successivo mirror disponibile terminante in zero è d10 al submirror vengono assegnati i nomi d11 e d12.
filesys mirror c0t0d0s1 /
Nel seguente esempio di profilo, il numero di mirror viene assegnato nel profilo (d30). I nomi dei submirror sono assegnati dal software in base al numero del mirror e ai primi submirror disponibili. Nell'esempio, ai submirror vengono assegnati i nomi d31 e d32.
filesys mirror:d30 c0t1d0s0 c0t0d0s0 /
Per informazioni dettagliate sui requisiti di denominazione di Solaris Volume Manager, vedere il manuale Solaris Volume Manager Administration Guide.
Nella scelta dei dischi e dei controller da destinare al mirroring di un file system, tenere presenti le seguenti linee guida.
Usare componenti che utilizzano differenti controller per aumentare il numero di letture e scritture simultanee che è possibile effettuare.
Posizionare le slice dei submirror su dischi e controller differenti. La protezione dei dati diminuisce considerevolmente se slice di due o più submirror dello stesso mirror si trovano sullo stesso disco.
Distribuire i submirror su diversi controller, in quanto i controller e il relativo cablaggio tendono a guastarsi più spesso dei dischi. Questa pratica migliora anche le prestazioni del mirror.
Usare lo stesso tipo di dischi e controller per un singolo mirror. In particolare nel caso di dispositivi SCSI non recenti, dischi di diverse marche o modelli possono avere prestazioni notevolmente diverse. La combinazione di dischi con differenti prestazioni in un singolo mirror può produrre un considerevole degrado delle prestazioni.
Nella scelta delle slice da destinare al mirroring di un file system, tenere presenti le seguenti linee guida.
Tutti i file system, inclusi i file system radice (/), swap e /usr possono utilizzare un mirror. Qualsiasi applicazione, ad esempio un database, può utilizzare un mirror.
Verificare che le slice dei submirror abbiano le stesse dimensioni. L'uso di submirror con dimensioni differenti impedisce l'utilizzo di tutto lo spazio disponibile.
Se per uno dei file system in mirroring il primo submirror collegato non parte dal cilindro 0, tutti gli altri submirror che vengono collegati non devono partire dal cilindro 0. Se si cerca di collegare un submirror che inizia al cilindro 0 ad un mirror in cui il submirror originale non inizia al cilindro 0, viene generato il seguente messaggio di errore:
impossibile unire un submirror con etichetta a un mirror senza etichetta |
Non è necessario che tutti i submirror abbiano lo stesso cilindro iniziale, ma occorre che il cilindro 0 sia incluso in tutti i submirror o non incluso in nessun submirror.