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Guida all'installazione di Oracle Solaris 10 10/13: installazioni di base Oracle Solaris 10 1/13 Information Library (Italiano) |
1. Pianificazione di uninstallazione di Oracle Solaris da CD o DVD (procedure)
4. Installazione del sistema operativo Oracle Solaris 10 in un disco di destinazione iSCSI
Configurazione dei parametri iSCSI
Come configurare i parametri iSCSI nel responsabile avvio (modalità testo interattivo)
Configurazione dei parametri iSCSI: metodo di installazione JumpStart
(Esempio) Preparazione di una destinazione e associazione della stessa a un responsabile avvio
Come preparare la destinazione per linstallazione di Oracle Solaris 10
Come associare una destinazione al responsabile avvio
Come cancellare le impostazioni CHAP da una destinazione iSCSI
iSCSI (Internet Small Computer System Interface) è uno standard di rete per la memorizzazione basato su protocollo IP (Internet Protocol) e finalizzato al collegamento di sottosistemi di memorizzazione dei dati. Questo standard di rete è stato sviluppato dalla IETF (Internet Engineering Task Force). Per ulteriori informazioni sulla tecnologia iSCSI, vedere RFC 3720 all'indirizzo http://www.ietf.org/rfc/rfc3720.txt.
In questo documento il termine "installazione iSCSI" si riferisce al processo di installazione del sistema operativo Oracle Solaris 10 su una destinazione iSCSI configurata e rilevabile. I parametri iSCSI devono essere configurati prima dell'installazione. Per ulteriori informazioni sulla tecnologia iSCSI, vedere Oracle Solaris iSCSI Technology (Overview) in System Administration Guide: Devices and File Systems .
In questa sezione vengono trattati gli argomenti elencati di seguito.
Per ulteriori informazioni, vedere Identifying Solaris iSCSI Software and Hardware Requirements in System Administration Guide: Devices and File Systems.
Per una corretta installazione iSCSI, prendere nota dei seguenti requisiti firmware.
Per i sistemi SPARC, la versione di OBP dovrebbe essere 4.32.2 o una versione successiva. Se il valore di LUN è diverso da 0 per un'installazione JumpStart, la versione di OBP nel responsabile avvio e nella destinazione deve essere 4.33.2 o successiva.
Per i sistemi x86, i NIC devono essere dotati di iBFT. Consultare la tabella del firmware di boot iSCSI all'indirizzo http://msdn.microsoft.com/en-us/windows/hardware/gg463101.aspx.
Un'installazione iSCSI include le fasi elencate di seguito.
Rilevamento: i due metodi di rilevamento di una destinazione iSCSI sono il rilevamento del dispositivo statico e il rilevamento del dispositivo dinamico. Per ulteriori informazioni, vedere Configuring Solaris iSCSI Target Devices (Tasks) in System Administration Guide: Devices and File Systems.
Installazione: è possibile configurare i parametri iSCSI e installare il sistema operativo Oracle Solaris 10 su una destinazione iSCSI utilizzando uno dei metodi indicati di seguito.
Testo interattivo. Include l'installazione iniziale, l'aggiornamento e l'installazione basata su flash. Per ulteriori informazioni, vedere Configurazione dei parametri iSCSI.
JumpStart. Per ulteriori informazioni, vedere Configurazione dei parametri iSCSI: metodo di installazione JumpStart.
Boot WAN. Per ulteriori informazioni, vedere Parte III, Installazione in una rete geografica in Guida all'installazione di Oracle Solaris 10 1/13: installazioni di rete.
Boot: dopo avere installato il sistema operativo, è possibile scegliere di eseguire il reboot automatico del sistema. Vedere il passo 7 in Come configurare i parametri iSCSI nel responsabile avvio (modalità testo interattivo).
I sistemi SPARC elencati di seguito supportano il boot da un disco iSCSI.
Server Sun SPARC Enterprise T5120 e T5220
Server Sun SPARC Enterprise T5140 e T5240
Server Sun SPARC Enterprise T5440
Server SPARC T3-1
Server SPARC T3-1B
Server SPARC T3-4
Server SPARC T3-2
Prima di iniziare a installare il sistema operativo Oracle Solaris 10 su una destinazione iSCSI, è necessario avere creato una destinazione iSCSI rilevabile dal responsabile avvio host.
Nel contesto di un'installazione iSCSI vengono utilizzati i termini di seguito definiti.
Sistema utilizzato per l'installazione e il boot di un disco iSCSI. I termini sistema host e responsabile avvio sono interscambiabili e hanno lo stesso significato.
Sistema che ospita una o più destinazioni iSCSI. Ogni destinazione iSCSI è identificata in modo univoco e può essere visibile a livello globale o configurata in modo specifico per un responsabile avvio.
Il nome della destinazione iSCSI include un nome IQN (iSCSI Qualified Name) indicato in RFC 3720, con altri esempi di nomi in RFC 3721. Per ulteriori informazioni, visitare il sito IETF. Ad esempio, iqn.1986-03.com.sun:02:358ddbf8-601a-e73a-df56-89 è un tipico nome di destinazione iSCSI. Il nome è costituito dai seguenti campi:
IQN letterale
Data (aaaa-mm) in corrispondenza della quale l'authority di denominazione ha assunto la proprietà del dominio
Nome di dominio inverso dell'authority
Due punti opzionali ":" che precedono il nome di una destinazione di memorizzazione specificata dall'authority di denominazione.
LUN rappresenta un dispositivo SCSI indirizzabile singolarmente (logico) e parte di un dispositivo SCSI fisico (destinazione). In un ambiente iSCSI i LUN sono essenzialmente unità disco numerate. Un responsabile avvio negozia con una destinazione per stabilire la connettività a un LUN. Ne risulta una connessione iSCSI che emula una connessione a un disco rigido SCSI. I responsabili avvio considerano i LUN iSCSI come un disco rigido raw SCSI o IDE. Ad esempio, anziché attivare le directory remote come negli ambienti NFS o CIFS, i sistemi iSCSI formattano e gestiscono direttamente i file system sui LUN iSCSI. In genere nelle distribuzioni aziendali i LUN rappresentano sezioni di grandi array di dischi RAID, spesso allocati uno per client. iSCSI non impone alcuna regola o limitazione sulla condivisione di un singolo LUN da parte di più computer. L'accesso condiviso a un solo file system sottostante viene considerato un'attività del sistema operativo.
Il protocollo CHAP (Challenge-Handshake Authentication Protocol) viene utilizzato per eseguire l'autenticazione della destinazione iSCSI per il responsabile avvio. L'uso del protocollo CHAP impedisce la visualizzazione di password non cifrate in rete. L'autenticazione CHAP, inoltre, garantisce che una destinazione, una volta associata a un utente o a un responsabile avvio, non sia visibile ad alcun altro sistema host. È supportata solo l'autenticazione CHAP unidirezionale.
Per informazioni sulla configurazione delle destinazioni iSCSI e dei responsabili avvio, fare riferimento ai seguenti collegamenti: