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Guida all'installazione di Oracle Solaris 10 1/13: installazioni di rete Oracle Solaris 10 1/13 Information Library (Italiano) |
Parte I Pianificazione dell'installazione in rete
1. Informazioni sulla pianificazione dell'installazione di Oracle Solaris
2. Preconfigurazione delle informazioni sul sistema (procedure)
3. Preconfigurazione con un servizio di denominazione o DHCP
Parte II Installazione in una rete locale
4. Installazione dalla rete (panoramica)
5. Installazione in rete da DVD (procedure)
6. Installazione in rete da CD (procedure)
7. Applicazione di patch all'immagine della miniroot (procedure)
8. Installazione dalla rete (esempi)
9. Installazione dalla rete (riferimenti sui comandi)
Parte III Installazione in una rete geografica
11. Preparazione all'installazione con il metodo Boot WAN (procedure)
12. Installazione con il metodo Boot WAN (procedure)
13. SPARC: Installazione con il metodo boot WAN (procedure)
14. SPARC: Installazione con il metodo boot WAN (esempi)
A. Risoluzione dei problemi (procedure)
(Triple DES) Acronimo di Triple-Data Encryption Standard. Metodo di cifratura a chiave simmetrica che fornisce una lunghezza della chiave di 168 bit.
Acronimo di Advanced Encryption Standard. Tecnica di cifratura dei dati simmetrica a 128 bit. Il goveno degli Stati Uniti ha adottato la variante Rijndael dell'algoritmo come standard di cifratura nell'ottobre 2000. AES sostituisce il metodo di cifratura DES come standard del governo degli Stati Uniti.
Processo di installazione che unisce file nuovi ai file preesistenti e preserva, ove possibile, le modifiche apportate dall'utente.
L'aggiornamento del sistema operativo Oracle Solaris combina la nuova versione del sistema operativo Oracle Solaris con i file del sistema operativo già presenti sui dischi. Questa procedura consente di preservare il maggior numero possibile di modifiche apportate alla versione precedente del sistema operativo Oracle Solaris.
Insieme di file system obbligatori (slice del disco e punti di attivazione) critici per il funzionamento del sistema operativo Oracle Solaris. Le slice possono trovarsi sullo stesso disco o essere distribuite tra più dischi.
L'ambiente di boot attivo è quello attualmente utilizzato per il boot del sistema. È possibile eseguire il boot del sistema da un solo ambiente di boot attivo. Un ambiente di boot inattivo non viene attualmente utilizzato per il boot del sistema ma può essere in attesa di essere attivato al reboot successivo.
File contenente l'insieme dei file copiati da un sistema master. Il file contiene anche le informazioni di identificazione dell'archivio, ad esempio il nome e la data di creazione. Dopo l'installazione di un archivio su un sistema, quest'ultimo contiene esattamente la stessa configurazione del sistema master.
Un archivio può essere di tipo differenziale, ossia un archivio Flash contenente solo le differenze tra due immagini del sistema: un'immagine master originale e una aggiornata. L'archivio differenziale contiene i file da mantenere, da modificare o da eliminare dal sistema clone. Un aggiornamento differenziale modifica solo i file specificati e agisce solo sui sistemi che contengono lo stesso software dell'immagine master originale.
solo x86: l'archivio di boot è una raccolta di file critici utilizzata per eseguire il boot del sistema operativo Oracle Solaris. Questi file sono richiesti durante le procedure di avvio del sistema prima dell'attivazione del file system root (/). Sul sistema vengono utilizzati due archivi di boot:
L'archivio di boot utilizzato per eseguire il boot del sistema operativo Oracle Solaris su un sistema. Questo archivio viene chiamato archivio di boot principale.
L'archivio di boot utilizzato per il ripristino quando l'archivio di boot principale è danneggiato. Questo archivio di boot avvia il sistema senza attivare il file system root (/). Nel menu di GRUB, questo archivio di boot viene denominato ambiente di emergenza. Il suo scopo principale è quello di rigenerare l'archivio di boot principale che viene utilizzato in genere per il boot del sistema.
L'archivio di boot utilizzato per eseguire il boot del sistema operativo Oracle Solaris in un sistema. Questo archivio viene chiamato archivio di boot principale. Vedere archivio di boot.
(CA, Certificate Authority) Organizzazione di terze parti o società che emette i certificati digitali utilizzati per creare le firme digitali e le coppie di chiavi pubbliche-private. Garantisce che l'assegnatario del certificato univoco sia la persona asserita.
Processo che carica il software di sistema nella memoria e lo avvia.
solo x86: il boot loader è il primo programma che viene eseguito dopo l'accensione di un sistema. Questo programma inizia la procedura di boot.
File digitale non trasferibile, che non può essere contraffatto, emesso da una terza parte “accreditata” da entrambe le parti comunicanti.
(Common Gateway Interface) Interfaccia tramite la quale i programmi esterni comunicano con il server HTTP. I programmi scritti per usare CGI sono denominati programmi CGI o script CGI. Questi programmi si occupano di gestire moduli o effettuare l'analisi di output non normalmente eseguiti dal server.
Il codice per la cifratura o la decifrazione dei dati. Vedere anche cifratura.
Chiave di decifrazione utilizzata nella cifratura a chiave pubblica.
Chiave di cifratura utilizzata nella cifratura a chiave pubblica.
Nel modello di comunicazione client-server, il client è un processo che accede alle risorse di un server remoto, ad esempio alla potenza di elaborazione o alla memoria del server.
Sistema crittografico che utilizza due chiavi: una chiave pubblica nota a tutti e una chiave privata conosciuta solo dal destinatario del messaggio.
Il processo di conversione in testo semplice dei dati codificati. Vedere anche cifratura.
(Data Encryption Standard) Metodo di cifratura a chiave simmetrica sviluppato nel 1975 e standardizzato dall'ANSI nel 1981 come ANSI X.3.92. DES utilizza una chiave a 56 bit.
(Dynamic Host Configuration Protocol). Protocollo a livello delle applicazioni che permette ai singoli computer, o client, di una rete TCP/IP di estrarre l'indirizzo IP e altre informazioni di configurazione da uno o più server DHCP designati e amministrati centralmente. Questa utility riduce il carico di lavoro associato alla gestione e all'amministrazione di una rete IP di grandi dimensioni.
Directory che contiene i file di configurazione e i comandi di gestione fondamentali per il sistema.
La directory su un server di boot WAN contenente le informazioni di configurazione dei client e i dati di sicurezza richiesti per l'installazione con il metodo boot WAN.
Quando si utilizza un dischetto di profili per le installazioni JumpStart, la directory JumpStart è la directory root del dischetto contenente tutti i file essenziali per l'installazione. Quando si utilizza un server di profili per le installazioni JumpStart, la directory JumpStart è la directory del server contenente tutti i file essenziali per l'installazione.
La directory di livello più elevato, da cui discendono tutte le altre directory.
La root di una struttura gerarchica su un server Web che contiene i file, le immagini e i dati da presentare agli utenti che accedono a tale server Web.
Piatto o serie di piatti rotondi di materiale magnetico organizzati in settori e tracce concentriche per la memorizzazione dei dati, ad esempio di file. Vedere anche disco ottico.
Disco di materiale ottico, non magnetico, in grado di riconoscere il tipo di scrittura comunemente usata nel mercato dei CD, ad esempio, i CD-ROM e i DVD-ROM sono dischi ottici.
Processo di protezione delle informazioni dall'uso non autorizzato, che rende le informazioni non intelligibili. La cifratura si basa su un codice, noto come chiave, che viene utilizzato per decifrare le informazioni. Vedere anche decifrazione.
File contenente un certificato digitale per un sistema client specifico. Durante una negoziazione SSL, al client può venire richiesto di fornire al server il file del certificato, che viene poi utilizzato dal server per verificare l'identità del client stesso.
(system.conf) File di testo in cui si specificano le posizioni del file sysidcfg e dei file JumpStart da utilizzare in un'installazione boot WAN.
File contenente le chiavi condivise da un client e un server. Durante l'installazione con il metodo boot WAN, il sistema client usa le chiavi per verificare l'integrità dei dati e dei file trasmessi dal server oppure per decifrarli.
solo x86: un file che elenca tutti i sistemi operativi installati su un sistema. Dal contenuto di questo file dipende l'elenco dei sistemi operativi visualizzati nel menu di GRUB. Tramite il menu di GRUB è possibile eseguire il boot di un sistema operativo senza necessità di modificare le impostazioni del BIOS o quelle delle partizioni fdisk.
File di testo che contiene una regola per ogni sistema o gruppo di sistemi che si desidera installare automaticamente. Ogni regola distingue un gruppo di sistemi accomunato da uno o più attributi. Il file rules collega ogni gruppo a un profilo, ossia a un file di testo che definisce la modalità di installazione del software Oracle Solaris su ciascun sistema di quel gruppo. Un file rules viene utilizzato in un'installazione JumpStart. Vedere anche profilo.
Versione generata del file rules. Il file rules.ok è richiesto dal software di installazione JumpStart per abbinare un sistema a un profilo. Per creare il file rules.ok è necessario usare lo script check.
Server che fornisce il software e lo spazio di memorizzazione dei file ai sistemi di una rete.
Nel sistema operativo Oracle Solaris una rete con struttura ad albero di file e directory a cui è possibile accedere.
File in cui viene specificata una serie di parole chiave speciali che permettono di preconfigurare un sistema.
File system definiti dall'utente, ad esempio /export/home e /swap. Questi file system vengono condivisi tra l'ambiente di boot attivo e quello inattivo quando si utilizza Live Upgrade. I file system condivisibili contengono lo stesso punto di attivazione nel file vfstab dell'ambiente di boot attivo e di quello inattivo. Di conseguenza, l'aggiornamento dei file condivisi nell'ambiente di boot attivo si riflette anche sui dati dell'ambiente di boot inattivo. I file system condivisibili sono già condivisi nella configurazione per impostazione predefinita, ma è possibile specificare una slice di destinazione in cui copiare i file system.
File system richiesti dal sistema operativo Oracle Solaris. Quando si utilizza Live Upgrade, una funzionalità di Oracle Solaris, questi file system sono punti di attivazione separati nel file vfstab degli ambienti di boot attivo e inattivo. Alcuni esempi sono i file system root (/), /usr, /var e /opt. Questi file system vengono sempre copiati dall'ambiente originale all'ambiente di boot inattivo.
File system di un server OS che viene condiviso con altri sistemi di una rete. Ad esempio, il file system /export può contenere il file system root (/) e lo spazio di swap per i client diskless e le directory home per gli utenti della rete. I client diskless richiedono il file system /export di un server OS per il boot e l'esecuzione del sistema operativo.
File system che contiene i punti di attivazione per prodotti software di terze parti o venduti separatamente.
Il file system di livello più elevato, da cui discendono tutti gli altri file system. Il file system root (/) è la base su cui vengono attivati tutti gli altri file system e non viene mai disattivato. Il file system root (/) contiene le altre directory e i file di importanza critica per il funzionamento del sistema, ad esempio il kernel, i driver e i programmi utilizzati per avviare il sistema.
File system di un server o di un sistema standalone che contiene molti dei programmi standard di UNIX. La condivisione del file system /usr con un server, rispetto all'uso di una copia locale, riduce lo spazio su disco necessario per l'installazione e l'esecuzione del software Oracle Solaris in un sistema.
File system o directory (sui sistemi standalone) che contiene i file soggetti a modifica o ad espansione nel ciclo di vita del sistema. Tali file includono i log di sistema, i file di vi, i file dei messaggi di posta elettronica e i file UUCP.
File contenente uno o più certificati digitali. Durante l'installazione con il metodo boot WAN, il sistema client verifica l'identità del server che sta cercando di eseguire l'installazione consultando i dati nel file truststore.
File di testo in cui si specificano le informazioni di configurazione e le impostazioni di sicurezza richieste per l'esecuzione dell'installazione boot WAN.
Funzione di installazione di Oracle Solaris che permette di creare un archivio dei file di un sistema, noto come sistema master. L'archivio può quindi essere usato per installare altri sistemi con una configurazione identica a quella del sistema master. Vedere anche archivio.
Inserire i dati in una struttura o dividere un disco in settori per prepararlo alla ricezione dei dati.
solo x86: il boot loader GRUB (GNU GRand Unified Bootloader) è un boot loader open source dotato di una semplice interfaccia basata su menu. Il menu visualizza un elenco dei sistemi operativi installati su un sistema. GRUB consente di eseguire in modo semplice il boot dei vari sistemi operativi, come Oracle Solaris o Linux.
Processo di modifica di una stringa di caratteri in un valore o chiave che rappresenta la stringa originale.
Metodo di hashing con chiave per l'autenticazione dei messaggi. HMAC è utilizzato con una funzione hash crittografica iterativa, come MD5 o SHA-1, in combinazione con una chiave condivisa segreta. L'intensità crittografica di HMAC dipende dalle proprietà della funzione hash sottostante.
(Hypertext Transfer Protocol) (n.) Protocollo Internet che richiama oggetti ipertestuali da un host remoto. Questo protocollo è basato su TCP/IP.
Una versione sicura di HTTP, implementata utilizzando il Secure Sockets Layer (SSL).
Software di Oracle Solaris installato su un sistema, a cui è possibile accedere dai DVD o CD di Oracle Solaris o dal disco rigido di un server di installazione in cui sono state copiate le immagini dei DVD o dei CD di Oracle Solaris.
Tipo di installazione che permette di eseguire il boot e installare il software su una rete WAN utilizzando HTTP o HTTPS. Il metodo di installazione boot WAN consente di trasmettere un archivio Flash cifrato su una rete pubblica ed eseguire un'installazione JumpStart personalizzata su un client remoto.
Installazione che sovrascrive il software attualmente in uso o inizializza un disco vuoto.
Un'installazione iniziale del sistema operativo Oracle Solaris sovrascrive il disco o i dischi di sistema con una nuova versione del sistema operativo Oracle Solaris. Se il sistema non utilizza il sistema operativo Oracle Solaris, è necessario eseguire un'installazione iniziale. Se il sistema esegue una versione aggiornabile del sistema operativo Oracle Solaris, l'installazione iniziale sovrascrive il disco e non preserva le modifiche apportate al sistema operativo o le modifiche locali.
Metodo per l'installazione del software attraverso la rete da un sistema con un lettore di CD-ROM o di DVD-ROM a un sistema non provvisto di lettore. Le installazioni in rete richiedono un name server e un server di installazione.
Tipo di installazione in cui il software Oracle Solaris viene installato automaticamente in un sistema utilizzando il software JumpStart preconfigurato.
Tipo di installazione in cui il software Oracle Solaris viene installato automaticamente sul sistema in base a un profilo definito dall'utente. È possibile creare profili personalizzati per diversi tipi di utenti e sistemi.
Metodo di aggiornamento che permette di aggiornare una copia dell'ambiente di boot mentre è in uso l'ambiente di boot attivo, eliminando i tempi di inattività dell'ambiente di produzione.
solo x86: questo menu di boot è un sottomenu del menu principale di GRUB. In questo menu sono presenti i comandi di GRUB. Modificando tali comandi è possibile modificare il comportamento di boot.
solo x86: un menu di boot che visualizza un elenco dei sistemi operativi installati sul sistema. Tramite questo menu è possibile eseguire il boot di un sistema operativo senza necessità di modificare le impostazioni del BIOS o quelle delle partizioni fdisk.
File system root (/) avviabile di dimensioni ridotte, incluso nel supporto di installazione di Oracle Solaris. Una miniroot contiene il software Oracle Solaris richiesto per installare e aggiornare i sistemi. Sui sistemi x86, la miniroot viene copiata sul sistema per essere utilizzata come archivio di boot dell'ambiente di emergenza. Vedere archivio di boot dell'ambiente di emergenza.
Miniroot modificata per l'esecuzione dell'installazione boot WAN, Contiene un sottogruppo del software della miniroot di Oracle Solaris. Vedere anche miniroot.
Vedere volume RAID-1.
Processo che designa l'accesso a una directory da un disco collegato al sistema che effettua la richiesta di attivazione o da un disco remoto della rete. Per attivare un file system sono richiesti un punto di attivazione sul sistema locale e il nome del file system da attivare (ad esempio, /usr).
Server che fornisce un servizio di denominazione ai sistemi di una rete.
Acronimo di Network Information Service Plus; servizio di denominazione usato da SunOS 4.0 (o versioni successive). Si tratta di un database di rete distribuito che contiene informazioni importanti sui sistemi e gli utenti della rete. Il database NIS è memorizzato sul server master e su tutti i server slave.
Acronimo di Network Information Service Plus; servizio di denominazione usato da SunOS 5.0 (o versioni successive). NIS+ sostituisce il NIS, il servizio di denominazione usato da SunOS 4.0 (o versioni successive).
Corrisponde all'output del comando uname -i. Ad esempio, il nome della piattaforma per il sistema Ultra 60 è SUNW,Ultra-60.
Nome con cui un sistema viene identificato e distinto dagli altri sistemi della rete. Questo nome deve essere unico all'interno del dominio (equivalente, di solito, alla rete di un'organizzazione). Il nome host può contenere qualunque combinazione di lettere, numeri e trattini (-), ma non può iniziare o terminare con un trattino.
Opzione presentata dal Programma di installazione di Oracle Solaris. La procedura di aggiornamento combina la nuova versione di Oracle Solaris con i file già presenti sui dischi. Un aggiornamento, inoltre, salva il maggior numero possibile di modifiche locali apportate dall'ultima installazione di Oracle Solaris.
Insieme di software raggruppato in una singola entità per l'installazione modulare. Il software Oracle Solaris è suddiviso in gruppi software, costituiti a loro volta da cluster e pacchetti.
Partizione logica di un disco dedicata a un determinato sistema operativo su un sistema x86. Per installare il software Oracle Solaris, è necessario configurare almeno una partizione fdisk di Oracle Solaris su un sistema x86. I sistemi x86 permettono di configurare fino a quattro diverse partizioni fdisk sullo stesso disco. Queste partizioni possono essere usate per contenere sistemi operativi differenti. Ogni sistema operativo deve trovarsi in una partizione fdisk univoca. Un sistema può includere una sola partizione fdisk di Oracle Solaris per ciascun disco.
File di testo che definisce le modalità di installazione del software Oracle Solaris quando si utilizza il metodo JumpStart. Ad esempio, il profilo può definire quali gruppi software debbano essere installati. Ogni regola specifica un profilo che stabilisce in che modo il sistema conforme a quella regola debba essere installato. In genere, si crea un profilo differente per ogni regola. È possibile, tuttavia, usare lo stesso profilo in più regole. Vedere anche file rules.
Il programma CGI che consente a un server Web di raccogliere e memorizzare i messaggi di boot e installazione della console dei client remoti durante l'installazione con il metodo boot WAN.
Programma di installazione con interfaccia utente grafica o interfaccia a riga di comando che utilizza riquadri di procedure guidate per fornire istruzioni dettagliate per l'installazione del software Oracle Solaris e di altri prodotti software di terze parti.
Programma di boot di secondo livello che carica la miniroot del boot WAN, i file di configurazione dei client e i file di installazione richiesti per eseguire l'installazione boot WAN. Per le installazioni boot WAN, il file binario wanboot esegue operazioni simili ai programmi di boot di secondo livello ufsboot o inetboot.
Programma CGI che recupera e trasmette i dati e i file utilizzati nell'installazione boot WAN.
Directory di una workstation su cui viene attivato un file system residente su un sistema remoto.
Serie di valori che assegnano uno o più attributi a un profilo. Una regola viene utilizzata in un'installazione JumpStart.
L'elemento di livello più elevato in una gerarchia di elementi. La root è l'elemento da cui discendono tutti gli altri. Vedere directory root o file system root (/).
Script della Bourne shell definito dall'utente e specificato nel file rules che esegue una serie di attività dopo l'installazione del software Oracle Solaris nel sistema, ma prima del reboot del sistema. Gli script finali vengono utilizzati con le installazioni JumpStart.
Script della Bourne shell definito dall'utente e specificato nel file rules che esegue una serie di attività prima dell'installazione del software Oracle Solaris nel sistema. Gli script iniziali possono essere utilizzati solo con le installazioni JumpStart.
Dispositivo di rete che gestisce le risorse e fornisce servizi a un client.
Sistema che fornisce servizi ad altri sistemi di una rete. Per servire i client diskless, il server OS deve disporre di uno spazio su disco riservato per il file system root (/) e dello spazio di swap (/export/root, /export/swap) di ogni client.
Sistema server che fornisce ai sistemi client della stessa sottorete i programmi e le informazioni necessarie per l'avvio. Un server di boot è necessario per l'installazione in rete se il server di installazione si trova in una sottorete diversa da quella dei sistemi su cui si intende installare Oracle Solaris.
Server Web che fornisce i file di configurazione e sicurezza utilizzati durante l'installazione boot WAN.
Server che fornisce le immagini dei DVD o dei CD di Oracle Solaris da cui gli altri sistemi di una rete possono eseguire l'installazione di Oracle Solaris (noto anche come media server). È possibile creare un server di installazione copiando le immagini dei DVD o dei CD di Oracle Solaris dal disco rigido del server.
Server contenente i file JumpStart essenziali in una directory JumpStart.
Database di rete distribuito che contiene informazioni importanti su tutti i sistemi della rete per consentirne la comunicazione. Con un servizio di denominazione, è possibile mantenere, gestire e accedere alle informazioni sui sistemi a livello di rete. Senza un servizio di denominazione, ogni sistema deve mantenere la propria copia delle informazioni di configurazione (nei file /etc locali). Oracle supporta i seguenti servizi di denominazione: LDAP, NIS e NIS+.
(Secure Hashing Algorithm) L'algoritmo che opera su qualsiasi lunghezza di input minore di 264 per produrre un messaggio digest.
Gruppo di sistemi (o host) collegati via hardware e software in modo da poter comunicare e condividere le informazioni. tale gruppo di sistemi si definisce una rete locale (LAN). Per il collegamento in rete dei sistemi sono in genere richiesti uno o più server.
Sistemi che non sono collegati a una rete o che non richiedono altri sistemi per le normali operazioni.
Unità in cui il software divide lo spazio su disco.
Slice o file in cui viene memorizzato temporaneamente il contenuto di un'area di memoria finché non può essere caricato nuovamente in memoria. È detto anche volume /swap o swap.
Vedere volume RAID-0.
Processo che rimuove l'accesso a una directory residente su un disco del sistema locale o di un sistema remoto.
Processo di installazione che modifica un software dello stesso tipo. Diversamente dall'aggiornamento, l'update può installare anche una versione precedente del software. Diversamente dall'installazione iniziale, per poter eseguire l'update è necessario che sul sistema sia già installato un software dello stesso tipo.
Programma che offre un meccanismo per amministrare e ottenere l'accesso ai dati contenuti su DVD-ROM, CD-ROM e dischetti.
Classe di volumi che comprende stripe o concatenazioni. Questi componenti sono denominati submirror. Le stripe o le concatenazioni sono i componenti essenziali dei mirror.
Classe di volumi che replica i dati conservandone più copie. I volumi RAID-1 sono formati da uno o più volumi RAID-0, detti submirror. I volumi RAID-1 vengono a volte denominati mirror.
(Wide Area Network) Rete che collega più reti locali (LAN) o sistemi in siti geografici diversi utilizzando collegamenti telefonici, su fibra ottica o via satellite.