Guida all'installazione di Solaris 10: Solaris Live Upgrade e pianificazione degli aggiornamenti

Parte II Aggiornamento con Solaris Live Upgrade

Questa parte contiene le istruzioni da seguire per creare e aggiornare un ambiente di boot inattivo con Solaris Live Upgrade L'ambiente di boot può quindi essere attivato e impostato come ambiente di boot attivo.

Capitolo 6 Solaris Live Upgrade (panoramica)

In questo capitolo viene descritto il processo Solaris Live Upgrade.


Nota –

In questo manuale viene adottato il termine slice, ma in alcuni programmi e documenti di Solaris in analogo contesto può essere usato il termine partizione.


Descrizione di Solaris Live Upgrade

Solaris Live Upgrade consente di aggiornare un sistema senza interromperne il funzionamento. È possibile creare una copia dell'ambiente di boot corrente mentre questo è in esecuzione e quindi effettuare l'aggiornamento sulla copia. Oppure, anziché eseguire un aggiornamento, è possibile installare un archivio Solaris Flash in un ambiente di boot. La configurazione originale del sistema rimane pienamente funzionale e non viene in alcun modo modificata dall'aggiornamento o dall'installazione dell'archivio. Al momento opportuno, è sufficiente attivare il nuovo ambiente di boot e riavviare il sistema. In caso di problemi, sarà possibile ripristinare velocemente l'ambiente di boot originale con una semplice procedura di reboot. Questo meccanismo di commutazione elimina le normali interruzioni di servizio associate ai processi di prova e valutazione.

Solaris Live Upgrade permette di duplicare un ambiente di boot senza influire sul funzionamento del sistema attualmente in uso. È quindi possibile:

Prima di usare Solaris Live Upgrade è importante comprendere i concetti principali riguardanti l'amministrazione di sistema. Per informazioni generali sulle attività di amministrazione dei sistemi, quali la gestione dei file system, l'attivazione, l'avvio e la gestione dello spazio di swap, vedere il manuale System Administration Guide: Devices and File Systems.

Processo Solaris Live Upgrade

Qui di seguito sono descritte le operazioni necessarie per creare una copia dell'ambiente di boot corrente, aggiornare la copia e attivare la copia aggiornata rendendola l'ambiente di boot corrente. Viene descritto anche il processo con cui è possibile ripristinare l'ambiente di boot originale. La Figura 6–1 descrive questa procedura completa di Solaris Live Upgrade.

Figura 6–1 Processo Solaris Live Upgrade

Il contesto descrive l'illustrazione.

Le sezioni seguenti descrivono la procedura Solaris Live Upgrade.

  1. Il nuovo ambiente di boot può essere creato su una slice fisica o su un volume logico:

  2. Aggiornamento di un ambiente di boot

  3. Attivazione di un ambiente di boot

  4. Ripristino dell'ambiente di boot originale

Creazione di un ambiente di boot

La creazione di un ambiente di boot consente di copiare i file system di importanza critica dall'ambiente di boot attivo a uno nuovo. Il disco viene riorganizzato (se necessario), i file system vengono personalizzati e i file system di importanza critica vengono copiati nel nuovo ambiente di boot.

Tipi di file system

Solaris Live Upgrade distingue tra due tipi di file system: file system di importanza critica e file system condivisibili. La tabella seguente descrive questi tipi di file system.

Tipo di file system 

Descrizione  

Esempi e altre informazioni 

File system critici 

Sono i file system richiesti dal sistema operativo Solaris. Questi file system sono rappresentati da punti di attivazione separati nei file vfstab dell'ambiente di boot attivo e di quello inattivo. Questi file system vengono sempre copiati dall'ambiente originale all'ambiente di boot inattivo. I file system di importanza critica sono non-condivisibili.

Alcuni esempi sono il file system radice (/), /usr, /var o /opt.

File system condivisibili 

I file system condivisibili vengono definiti dall'utente, ad esempio /export, e sono rappresentati dallo stesso punto di attivazione nel file vfstab dell'ambiente di boot attivo e in quello dell'ambiente inattivo. Di conseguenza, l'aggiornamento dei file condivisi nell'ambiente di boot attivo si riflette anche sui dati dell'ambiente di boot inattivo. Quando si crea un nuovo ambiente di boot, i file system condivisibili vengono automaticamente condivisi. È possibile tuttavia specificare una slice di destinazione in cui copiarli.

Un esempio di file system che può essere condiviso è /export.

Per informazioni più dettagliate sui file system condivisibili, vedere Indicazioni per la scelta delle slice per i file system condivisibili.

Swap 

Lo spazio di swap è un tipo speciale di file system condivisibile. Come negli altri file system di questo tipo, tutte le slice sono già condivise nella configurazione predefinita. È tuttavia possibile specificare una directory di destinazione in cui copiare la slice di swap.  

Per le procedure relative alla riconfigurazione dello spazio di swap, vedere:  

Creazione di volumi RAID-1 sui file system

Solaris Live Upgrade può creare un ambiente di boot che comprende volumi RAID-1 (mirror) nei file system. Per una descrizione generale, vedere Creazione di un ambiente di boot con file system di volumi RAID-1.

Copia dei file system

Il primo passo per la creazione di un nuovo ambiente di boot consiste nell'identificare una slice non utilizzata in cui sia possibile copiare un file system di importanza critica. Se non è disponibile una slice non utilizzata, o se la slice non soddisfa i requisiti minimi richiesti, è necessario formattare una nuova slice.

Una volta definita la slice, è possibile riconfigurare i file system del nuovo ambiente di boot prima di copiarli nelle directory. La riconfigurazione, vale a dire la divisione o la combinazione dei file system, rappresenta un metodo semplice per modificare il file vfstab per connettere e disconnettere le directory dei file system. È possibile unire i file system con le directory di livello superiore specificando lo stesso punto di attivazione. È anche possibile dividere i file system dalle directory di livello superiore specificando punti di attivazione differenti.

Una volta configurati i file system nell'ambiente di boot inattivo, è possibile avviare la copia automatica. I file system di importanza critica vengono copiati nelle directory designate. I file system condivisibili non vengono copiati ma vengono condivisi. Fa eccezione il caso in cui i alcuni file system condivisibili vengono designati per essere copiati. Quando i file system vengono copiati dall'ambiente di boot attivo a quello inattivo, i file vengono posizionati nelle nuove directory. L'ambiente di boot attivo non viene in nessun modo modificato.

Per le procedure di divisione o unione dei file system 

Per una descrizione della creazione di un ambiente di boot con file system di volumi RAID–1 

Creazione di un ambiente di boot con file system di volumi RAID-1

Esempi di creazione di un nuovo ambiente di boot

Le figure seguenti illustrano vari modi per creare nuovi ambienti di boot.

La Figura 6–2 mostra il file system radice (/) copiato in un'altra slice di un disco per creare un nuovo ambiente di boot. L'ambiente di boot attivo contiene il file system radice (/) in un'unica slice. Il nuovo ambiente di boot è una copia esatta del file system radice (/) in una nuova slice. I file system /swap e /export/home vengono condivisi dall'ambiente di boot attivo e da quello inattivo.

Figura 6–2 Creazione di un ambiente di boot inattivo – Copia del file system radice (/)

Il contesto descrive l'illustrazione.

La Figura 6–3 mostra i file system di importanza critica che sono stati divisi e copiati su un disco per creare un nuovo ambiente di boot. L'ambiente di boot attivo contiene il file system radice (/) in un'unica slice. In questa slice, il file system radice (/) contiene le directory /usr, /var e /opt. Nel nuovo ambiente di boot, il file system radice (/) è diviso e le directory /usr e /opt si trovano in slice separate. I file system /swap e /export/home sono condivisi da entrambi gli ambienti di boot.

Figura 6–3 Creazione di un ambiente di boot inattivo – Divisione dei file system

Il contesto descrive l'illustrazione.

La Figura 6–4 mostra i file system di importanza critica che sono stati uniti e copiati su un disco per creare un nuovo ambiente di boot. L'ambiente di boot attivo contiene i file system radice (/), /usr, /var e /opt, ognuno in una propria slice. Nel nuovo ambiente di boot, /usr e /opt sono uniti nel file system radice (/) in un'unica slice. I file system /swap e /export/home sono condivisi da entrambi gli ambienti di boot.

Figura 6–4 Creazione di un ambiente di boot inattivo – Unione dei file system

Il contesto descrive l'illustrazione.

Creazione di un ambiente di boot con file system di volumi RAID-1

Solaris Live Upgrade utilizza la tecnologia di Solaris Volume Manager per creare un ambiente di boot che possa contenere file system incapsulati in volumi RAID-1. Solaris Volume Manager offre un metodo estremamente efficiente per gestire i dischi e i dati con l'uso dei volumi. Solaris Volume Manager permette di gestire le concatenazioni, le stripe e altre configurazioni complesse. Solaris Live Upgrade permette di eseguire un sottoinsieme di queste operazioni, ad esempio la creazione di un volume RAID-1 per il file system radice ( /).

I volumi permettono di raggruppare le slice di diversi dischi in modo che appaiano come un unico disco al sistema operativo. Solaris Live Upgrade permette solo di creare un ambiente di boot per il file system radice (/) che contenga concatenazioni di una singola slice all'interno di un volume RAID-1 (mirror). Questa limitazione è legata al fatto che la PROM di boot permette di scegliere una sola slice per l'avvio del sistema.

Gestione dei volumi con Solaris Live Upgrade

Quando si crea un ambiente di boot, è possibile usare Solaris Live Upgrade per gestire le seguenti operazioni.

Il comando lucreate con l'opzione -m permette di creare un mirror, di scollegare i submirror e di collegarli al nuovo ambiente di boot.


Nota –

Se sul sistema in uso sono configurati volumi VxVM, il comando lucreate può creare un nuovo ambiente di boot. Quando i dati vengono copiati sul nuovo ambiente di boot, la configurazione del file system Veritas viene perduta e sul nuovo ambiente di boot viene creato un file system UFS.


Per le procedure dettagliate 

Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando)

Per una descrizione della creazione dei volumi RAID-1 durante l'installazione 

Capitolo 12, Creazione di volumi RAID-1 (mirror) durante l’installazione (panoramica) del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate

Per informazioni dettagliate su altre configurazioni complesse di Solaris Volume Manager che non sono supportate da Solaris Live Upgrade 

Capitolo 2, Storage Management Concepts del Solaris Volume Manager Administration Guide

Corrispondenze tra le operazioni di Solaris Volume Manager e quelle di Solaris Live Upgrade

Solaris Live Upgrade gestisce un sottoinsieme delle operazioni di Solaris Volume Manager. La Tabella 6–1 mostra i componenti di Solaris Volume Manager che possono essere gestiti da Solaris Live Upgrade.

Tabella 6–1 Classi di volumi

Termine 

Descrizione 

concatenazione

Volume RAID-0. Se le slice sono concatenate, i dati vengono scritti nella prima slice disponibile finché il suo spazio non è esaurito. Una volta raggiunto il limite di spazio di quella slice, i dati vengono scritti nella slice successiva, in modo seriale. La concatenazione non fornisce alcuna ridondanza dei dati, a meno che non sia contenuta in un mirror. 

mirror

Volume RAID-1. Vedere volume RAID-1. 

volume RAID-1

Classe di volumi che replica i dati conservandone più copie. I volumi RAID-1 vengono a volte denominati mirror. I volumi RAID-1 sono formati da uno o più volumi RAID-0, detti submirror.  

volume RAID-0

Classe di volumi che comprende stripe o concatenazioni. Questi componenti sono denominati submirror. Le stripe o le concatenazioni sono i componenti essenziali dei mirror.  

database di stato

Il database di stato memorizza informazioni riguardo allo stato della configurazione di Solaris Volume Manager. Il database di stato è una raccolta di più copie replicate del database. Ogni copia viene denominata replica del database di stato. Il database di stato tiene traccia della posizione e dello stato di tutte le repliche note. 

replica del database di stato 

Copia di un database di stato. La replica garantisce che i dati del database siano validi. 

submirror

Vedere volume RAID-0. 

volume

Gruppo di slice fisiche o di altri volumi che appare al sistema come un unico dispositivo logico. Dal punto di vista delle applicazioni o dei file system, i volumi sono funzionalmente identici ai dischi fisici. In alcune utility disponibili dalla riga di comando, i volumi sono denominati metadevice.  

Esempi di utilizzo di Solaris Live Upgrade per la creazione di volumi RAID-1

Gli esempi seguenti presentano la sintassi dei comandi che permettono di creare volumi RAID-1 per un nuovo ambiente di boot.

Creazione di un volume RAID-1 su due dischi fisici

La Figura 6–5 mostra un nuovo ambiente di boot in cui un volume RAID-1 (mirror) è stato creato su due dischi fisici. Per creare il nuovo ambiente di boot e il mirror è stato usato il comando seguente.


# lucreate -n secondo_disco -m /:/dev/md/dsk/d30:mirror,ufs \ 
-m /:c0t1d0s0,d31:attach -m /:c0t2d0s0,d32:attach \ 
-m -:c0t1d0s1:swap -m -:c0t2d0s1:swap

Questo comando esegue le seguenti operazioni:

Figura 6–5 Creare un ambiente di boot e creare un mirror

Il contesto descrive l'illustrazione.

Creare un ambiente di boot e usare il submirror esistente

La Figura 6–6 mostra un nuovo ambiente di boot contenente un volume RAID-1 (mirror). Per creare il nuovo ambiente di boot e il mirror è stato usato il comando seguente.


# lucreate -n secondo_disco -m /:/dev/md/dsk/d20:ufs,mirror \ 
-m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:detach,attach,preserve

Questo comando esegue le seguenti operazioni:

Figura 6–6 Creare un ambiente di boot e usare il submirror esistente

La figura illustra il contesto.

Aggiornamento di un ambiente di boot

Dopo aver creato un ambiente di boot, è possibile eseguirne un aggiornamento. Nell'ambito di questo aggiornamento, l'ambiente di boot può contenere volumi RAID-1 (mirror) per qualunque file system. Questa procedura infatti non ha effetto sui file dell'ambiente di boot attivo. Al momento opportuno, è possibile attivare il nuovo ambiente di boot, che quindi diventa l'ambiente di boot corrente.

Per le procedure di aggiornamento dell'ambiente di boot 

Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .

Per un esempio dell'aggiornamento di un ambiente di boot con un file system di un volume RAID–1 

Esempio di scollegamento e aggiornamento di un lato di un volume RAID-1 (mirror) (riga di comando)

La Figura 6–7 illustra l'aggiornamento di un ambiente di boot inattivo.

Figura 6–7 Aggiornamento di un ambiente di boot inattivo

Il contesto descrive l'illustrazione.

Anziché eseguire un aggiornamento, è possibile installare un archivio Solaris Flash in un ambiente di boot. La funzione di installazione Solaris Flash permette di creare una singola installazione di riferimento del sistema operativo Solaris. Questo sistema viene denominato sistema master. Successivamente, tale installazione può essere replicata su altri sistemi, denominati cloni. In questo caso, l'ambiente di boot inattivo è un clone. Quando si installa un archivio Solaris Flash su un sistema, l'archivio sostituisce tutti i file dell'ambiente di boot esistente, come accadrebbe eseguendo un'installazione iniziale.

Per le procedure di installazione degli archivi Solaris Flash, vedere Installazione di archivi Solaris Flash in un ambiente di boot .

Le figure seguenti illustrano l'installazione di un archivio Solaris Flash in un ambiente di boot inattivo. La Figura 6–8 mostra un sistema con un solo disco rigido. La Figura 6–9 mostra un sistema con due dischi rigidi.

Figura 6–8 Installazione di un archivio Solaris Flash su un solo disco

Il contesto descrive l'illustrazione.

Figura 6–9 Installazione di un archivio Solaris Flash su due dischi

Il contesto descrive l'illustrazione.

Attivazione di un ambiente di boot

Quando si è pronti per usare il nuovo ambiente di boot, è possibile attivarlo velocemente e riavviare il sistema. La prima volta che si avvia un nuovo ambiente di boot, i file vengono sincronizzati con quelli dell'ambiente precedentemente in uso. “Sincronizzazione” significa in questo caso la copia di alcuni file e directory di sistema dall'ambiente di boot precedente a quello nuovo. Riavviando il sistema, viene attivata la configurazione installata sul nuovo ambiente. L'ambiente di boot originale viene invece reso inattivo.

Per le procedure di attivazione di un ambiente di boot 

Attivazione di un ambiente di boot

Per informazioni sulla sincronizzazione tra l'ambiente di boot attivo e quello inattivo  

Sincronizzazione dei file tra gli ambienti di boot

La Figura 6–10 mostra il passaggio da inattivo ad attivo dell'ambiente di boot al riavvio del sistema.

Figura 6–10 Attivazione di un ambiente di boot inattivo

Il contesto descrive l'illustrazione.

Ripristino dell'ambiente di boot originale

In caso di malfunzionamento, è possibile tornare velocemente all'ambiente di boot originale con un processo di attivazione e riavvio. La procedura di fallback richiede solo il tempo di riavvio del sistema, ed è perciò molto più veloce rispetto al backup e al ripristino dell'ambiente originale. Il nuovo ambiente di boot che non è stato avviato correttamente viene preservato. In questo modo, l'errore può essere analizzato. È possibile ripristinare con il fallback solo l'ambiente di boot che era stato usato da luactivate per attivare quello nuovo.

Per tornare all'ambiente di boot precedente, è possibile procedere nei seguenti modi:

Problema 

Azione 

Il nuovo ambiente di boot si avvia correttamente ma non si è soddisfatti dei risultati.  

Eseguire il comando luactivate con il nome dell'ambiente di boot precedente e riavviare il sistema.


x86 Solo –

A partire da Solaris 10 1/06, è possibile ripristinare l'ambiente di boot originale selezionandolo dal menu di GRUB. L'ambiente di boot originale e il nuovo ambiente di boot devono essere basati sul software GRUB. L'avvio dal menu di GRUB non sincronizza i file tra i due ambienti di boot. Per maggiori informazioni sulla sincronizzazione dei file, vedere Sincronizzazione forzata tra gli ambienti di boot .


Il nuovo ambiente di boot non si avvia. 

Avviare l'ambiente di boot precedente in modalità monoutente, eseguire luactivate e riavviare il sistema

Non è possibile avviare il sistema in modalità monoutente. 

Usare una delle procedure seguenti: 

  • Avviare il sistema dal DVD, dal CD o da un'immagine di installazione in rete

  • Attivare il file system radice (/) nell'ambiente di boot ripristinato

  • Eseguire il comando luactivate e riavviare il sistema

Per istruzioni dettagliate, vedere il Capitolo 10, Ripristino dei guasti: ripristino dell'ambiente di boot originale (procedure) .

La Figura 6–11 mostra lo svolgimento del processo di ripristino.

Figura 6–11 Ripristino dell'ambiente di boot originale

Il contesto descrive l'illustrazione.

Manutenzione di un ambiente di boot

È anche possibile eseguire varie operazioni di manutenzione sull'ambiente di boot, ad esempio controllarne lo stato, rinominarlo o eliminarlo. Per informazioni sulle procedure di manutenzione, vedere il Capitolo 11, Manutenzione degli ambienti di boot con Solaris Live Upgrade (procedure).

Capitolo 7 Solaris Live Upgrade (pianificazione)

Questo capitolo descrive i requisiti da verificare e i fattori da considerare prima di installare e utilizzare la funzione Solaris Live Upgrade. Vedere anche le informazioni generali sull'aggiornamento dei sistemi nella sezione Aggiornamento. Il capitolo è suddiviso nelle seguenti sezioni:

Requisiti per Solaris Live Upgrade

Prima di installare e utilizzare Solaris Live Upgrade, è opportuno esaminare i seguenti requisiti.

Requisiti di sistema per Solaris Live Upgrade

Solaris Live Upgrade è incluso in Solaris. I pacchetti di Solaris Live Upgrade devono essere installati sul sistema operativo attualmente in uso. La versione dei pacchetti di Solaris Live Upgrade deve corrispondere a quella del sistema operativo verso il quale si esegue l'aggiornamento. Ad esempio, se si utilizza Solaris 9 e si intende aggiornare il sistema a Solaris 10, è necessario installare i pacchetti di Solaris Live Upgrade contenuti in Solaris 10.

La Tabella 7–1 elenca le versioni supportate da Solaris Live Upgrade.

Tabella 7–1 Versioni di Solaris supportate

Versione attuale 

Versione di aggiornamento compatibile 

sistema operativo Solaris 8 

Solaris 8, 9 o qualsiasi versione di Solaris 10  

sistema operativo Solaris 9 

Solaris 9 o qualsiasi versione di Solaris 10 

sistema operativo Solaris 10 

Qualsiasi versione di Solaris 10 

Installazione di Solaris Live Upgrade

I pacchetti di Solaris Live Upgrade possono essere installati:

Si noti che può essere necessario installare le seguenti patch per un corretto funzionamento di Solaris Live Upgrade.

Descrizione 

Per maggiori informazioni 

Attenzione – Il funzionamento corretto di Solaris Live Upgrade richiede l'installazione di un determinato insieme di patch per ogni versione del sistema operativo. Prima di installare o eseguire Solaris Live Upgrade, è necessario installare queste patch.


x86 Solo –

Se questo gruppo di patch non viene installato, Solaris Live Upgrade non riesce e può visualizzare il seguente messaggio di errore. Anche se il messaggio di errore non viene visualizzato, è possibile che le patch necessarie non siano installate. Verificare sempre che tutte le patch indicate nel documento informativo (infodoc) di SunSolve siano state installate prima di installare Solaris Live Upgrade.


ERRORE: Non trovato o non eseguibile:
</sbin/biosdev>.
ERRORE: Una o più patch richieste da
Live Upgrade non sono state installate.

Le patch elencate nel documento 72099 sono soggette a modifica senza preavviso. Queste patch correggono eventuali problemi in Solaris Live Upgrade e nei componenti sui cui si basa. Se si verificano problemi nell'utilizzo di Solaris Live Upgrade, controllare e accertarsi che le patch più recenti di Solaris Live Upgrade siano installate. 

Verificare di disporre dell'elenco più aggiornato delle patch accedendo al sito http://sunsolve.sun.com. Consultare il documento informativo 72099 sul sito Web di SunSolve.

Se si utilizza Solaris 8 o Solaris 9, è possibile che non si riesca ad eseguire il programma di installazione di Solaris Live Upgrade. Queste versioni infatti non contengono l'insieme di patch richiesto per eseguire il Java 2 runtime environment. Per eseguire il programma di installazione di Solaris Live Upgrade e installarne i pacchetti è necessario che sul sistema sia presente il cluster di patch raccomandato per l'ambiente runtime Java 2. 

Per installare i pacchetti di Solaris Live Upgrade, usare il comando pkgadd. Oppure, installare il gruppo di patch consigliato per l'ambiente runtime Java 2. Il gruppo di patch è disponibile sul sito http://sunsolve.sun.com.

Per istruzioni sull'installazione di Solaris Live Upgrade, vedere Installazione di Solaris Live Upgrade.

Pacchetti richiesti

Se si verificano problemi con Solaris Live Upgrade, può darsi che non tutti i pacchetti richiesti siano installati. Nella tabella seguente, controllare che siano presenti tutti i pacchetti indicati per il sistema operativo in uso; questi pacchetti sono richiesti per eseguire Solaris Live Upgrade.

Per Solaris 10 3/05:

Per informazioni sui gruppi software, vedere Spazio su disco consigliato per i gruppi software.

Tabella 7–2 Pacchetti richiesti per Solaris Live Upgrade

Solaris 8 

Solaris 9 

Solaris 10 

SUNWadmap 

SUNWadmap 

SUNWadmap 

SUNWadmc 

SUNWadmc 

SUNWadmlib-sysid 

SUNWlibC 

SUNWadmfw 

SUNWadmr 

SUNWbzip 

SUNWlibC 

SUNVWlibC 

SUNWgzip 

SUNWgzip 

Sono per Solaris 10 3/05: SUNWgzip

SUNWj2rt 


Nota –

Il pacchetto SUNWj2rt è richiesto solo nelle seguenti condizioni:

  • Si esegue il programma di installazione di Solaris Live Upgrade per aggiungere i pacchetti di Solaris Live Upgrade

  • Si esegue un aggiornamento con i CD


SUNWj2rt  


Nota –

Il pacchetto SUNWj2rt è richiesto solo nelle seguenti condizioni:

  • Si esegue il programma di installazione di Solaris Live Upgrade per aggiungere i pacchetti di Solaris Live Upgrade

  • Si esegue un aggiornamento con i CD


SUNWj5rt 


Nota –

Il pacchetto SUNWj5rt è richiesto solo nelle seguenti condizioni:

  • Si esegue il programma di installazione di Solaris Live Upgrade per aggiungere i pacchetti di Solaris Live Upgrade

  • Si esegue un aggiornamento con i CD


Per controllare la presenza dei pacchetti sul sistema, digitare il comando seguente.


% pkginfo nome_pacchetto

Requisiti di spazio per Solaris Live Upgrade

Seguire le direttive generali per i requisiti di spazio negli aggiornamenti. Vedere il Capitolo 3, Installazione e aggiornamento di Solaris (pianificazione).

Per calcolare lo spazio richiesto nel file system per creare un ambiente di boot, iniziare il processo di creazione di un nuovo ambiente di boot. La dimensione viene calcolata. A quel punto è possibile interrompere il processo.

Il disco del nuovo ambiente di boot deve poter operare come dispositivo di boot. Per alcuni sistemi sono previste limitazioni riguardo ai dischi utilizzabili come dispositivi di boot. Se necessario, vedere la documentazione del proprio sistema.

Prima di creare il nuovo ambiente di boot, può essere necessaria una preparazione del disco. Controllare che il disco sia formattato correttamente:

Requisiti per la creazione di volumi RAID-1 (mirror) con Solaris Live Upgrade

Solaris Live Upgrade utilizza la tecnologia di Solaris Volume Manager per creare una copia dell'ambiente di boot che può contenere come file system dei volumi RAID-1 (mirror). Solaris Live Upgrade non implementa tutte le funzionalità di Solaris Volume Manager, ma richiede i seguenti componenti di Solaris Volume Manager.

Tabella 7–3 Componenti richiesti per Solaris Live Upgrade e i volumi RAID-1

Requisito  

Descrizione 

Per maggiori informazioni 

È necessario creare almeno un database di stato e almeno tre repliche di questo database.  

Il database di stato memorizza informazioni riguardo allo stato della configurazione di Solaris Volume Manager. Il database di stato è una raccolta di più copie replicate del database. Ogni copia viene denominata replica del database di stato. La copia del database di stato permette di proteggerlo contro la perdita di dati causata dalla presenza di punti di guasto non ridondanti.  

Per informazioni sulla creazione del database di stato, vedere il Capitolo 6, State Database (Overview) del Solaris Volume Manager Administration Guide.

Solaris Live Upgrade supporta solo i volumi RAID-1 (mirror) con concatenazioni su singola slice nel file system radice (/).

Una concatenazione è un volume RAID-0. Se le slice sono concatenate, i dati vengono scritti nella prima slice disponibile finché il suo spazio non è esaurito. Una volta raggiunto il limite di spazio di quella slice, i dati vengono scritti nella slice successiva, in modo seriale. La concatenazione non crea una ridondanza dei dati, a meno che non sia contenuta in un volume RAID-1 

Ogni volume RAID—1 può contenere un massimo di tre concatenazioni.  

Per informazioni sulla creazione di file system in mirroring, vedere Indicazioni per la scelta delle slice per i file system in mirroring.

Aggiornamento di un sistema con pacchetti o patch

Solaris Live Upgrade permette di aggiungere patch e pacchetti ai sistemi. Utilizzando Solaris Live Upgrade, il tempo di inattività del sistema si limita alla durata della procedura di riavvio. Il comando luupgrade consente di aggiungere patch e pacchetti a un ambiente di boot. Quando si utilizza luupgrade, è anche possibile usare un archivio Solaris Flash per installare le patch o i pacchetti.


Avvertenza – Avvertenza –

Se durante un aggiornamento occorre aggiungere o rimuovere pacchetti o patch, Solaris Live Upgrade richiede che i pacchetti o le patch siano conformi alle direttive di packaging avanzate SVR4. Benché i pacchetti Sun siano conformi a queste direttive, Sun non può garantire la conformità dei pacchetti di altri produttori. I pacchetti non conformi possono causare l'interruzione del software di aggiunta dei pacchetti durante il processo di aggiornamento o l'alterazione dell'ambiente di boot.

Per maggiori informazioni sui requisiti dei pacchetti, vedere l'Appendice B, Altri requisiti per i pacchetti SVR4 (riferimenti) .


Tipo di installazione 

Descrizione 

Per maggiori informazioni 

Aggiunta di patch a un ambiente di boot  

Creare un nuovo ambiente di boot e usare il comando luupgrade con l'opzione -t.

Aggiungere patch a un'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando).

Aggiunta di pacchetti a un ambiente di boot 

Usare il comando luupgrade con l'opzione -p.

Aggiungere pacchetti a un'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando)

Uso di Solaris Live Upgrade per l'installazione di un archivio Solaris Flash 

L'archivio contiene una copia completa dell'ambiente di boot con i nuovi pacchetti e le patch già incluse. Questa copia può essere installata su più sistemi. 

 

Indicazioni per la creazione dei file system con il comando lucreate

L'opzione -m del comando lucreate specifica quali e quanti file system dovranno essere creati nel nuovo ambiente di boot. Occorre ripetere questa opzione per il numero esatto di file system che si desidera creare. Quando si utilizza l'opzione -m per creare i file system, occorre ricordare quanto segue:

Indicazioni per la selezione delle slice per i file system

Per la creazione dei file system di un ambiente di boot, le regole da seguire sono uguali a quelle per la creazione dei file system per il sistema operativo Solaris. Solaris Live Upgrade non previene la creazione di configurazioni non valide per i file system di importanza critica. Ad esempio, è possibile digitare un comando lucreate che crei due file system separati per / e /kernel, creando così una divisione non valida per il file system radice (/).

Durante il ripartizionamento dei dischi, evitare di sovrapporre le slice. In tal caso, infatti, il nuovo ambiente di boot verrà creato senza errori ma, una volta attivato, non permetterà di avviare il sistema. I file system sovrapposti possono risultare danneggiati.

Perché Solaris Live Upgrade operi correttamente, è necessario che il file vfstab dell'ambiente di boot attivo abbia un contenuto valido con almeno una voce per il file system radice (/).

Indicazioni per la scelta della slice per il file system radice (/)

Quando si crea un ambiente di boot inattivo, occorre identificare la slice in cui copiare il file system radice (/). Per selezionare tale slice, usare i criteri seguenti. La slice deve soddisfare i seguenti requisiti:

Indicazioni per la scelta delle slice per i file system in mirroring

È possibile creare un nuovo ambiente di boot che contenga qualunque combinazione di slice di dischi fisici, volumi Solaris Volume Manager o volumi Veritas Volume Manager. Nel nuovo ambiente di boot è possibile copiare i file system di importanza critica dei seguenti tipi:

Quando si crea un nuovo ambiente di boot, il comando lucreate -m riconosce i seguenti tre tipi di dispositivo:


Nota –

In caso di problemi nell'aggiornamento con Veritas VxVM, vedere Errore fatale del sistema durante l'aggiornamento con Solaris Live Upgrade su volumi Veritas VxVm.


Indicazioni generali per la creazione di file system in volumi RAID-1 (mirror)

Usare le seguenti linee guida per controllare se un volume RAID-1 è occupato, è in corso di sincronizzazione o se contiene file system utilizzati in quel momento da un ambiente di boot di Solaris Live Upgrade.

Per indicazioni e suggerimenti riguardo alla denominazione dei volumi, vedere Requisiti dei nomi dei volumi RAID e linee guida per i metodi JumpStart personalizzato e Solaris Live Upgrade del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

Controllo dello stato dei volumi

Se un mirror o un submirror richiede un intervento di manutenzione o è occupato, non è possibile scollegarne i componenti. Prima di creare un nuovo ambiente di boot e utilizzare la parola chiave detach, occorre usare il comando metastat. Il comando metastat controlla se il mirror è in fase di risincronizzazione o se è correntemente in uso. Per informazioni, vedere la pagina man metastat(1M).

Scollegamento dei volumi e risincronizzazione dei mirror

Se si utilizza la parola chiave detach per separare un submirror, lucreate controlla se il dispositivo è attualmente in fase di risincronizzazione. Se è in corso una risincronizzazione, il submirror non può essere scollegato e viene generato un messaggio di errore.

La risincronizzazione è il processo con cui i dati residenti in un submirror vengono copiati in un altro submirror quando si verifica uno dei seguenti problemi:

Per maggiori informazioni sulla risincronizzazione, vedere RAID-1 Volume (Mirror) Resynchronization del Solaris Volume Manager Administration Guide.

Uso dei comandi di Solaris Volume Manager

Per operare sui volumi di un ambiente di boot inattivo, è preferibile usare il comando lucreate anziché i comandi di Solaris Volume Manager. Solaris Volume Manager non riconosce gli ambienti di boot, mentre il comando lucreate utilizza una serie di controlli che impediscono la possibile distruzione involontaria degli ambienti di boot. Ad esempio, lucreate impedisce di sovrascrivere o di eliminare i volumi di Solaris Volume Manager.

Se tuttavia si è già utilizzato il software Solaris Volume Manager per creare concatenazioni, stripe e mirror di natura complessa, per modificare queste configurazioni è necessario utilizzare ancora Solaris Volume Manager. Solaris Live Upgrade riconosce questi componenti e supporta il loro utilizzo. Prima di usare i comandi di Solaris Volume Manager per creare, modificare o distruggere i componenti dei volumi, usare i comandi lustatus o lufslist. Questi comandi permettono di determinare quali volumi di Solaris Volume Manager contengano file system utilizzati da un ambiente di boot Solaris Live Upgrade.

Indicazioni per la scelta della slice per il file system di swap

In questa sezione sono fornite indicazioni per la configurazione e alcuni esempi relativi a una slice di swap.

Configurazione dello spazio di swap per il nuovo ambiente di boot

Per configurare una slice di swap con il comando lucreate e l'opzione -m, è possibile procedere in tre modi:

Gli esempi seguenti illustrano i tre metodi per la configurazione dello spazio di swap. L'ambiente di boot corrente è configurato con il file system radice (/) su c0t0d0s0. Il file system di swap si trova su c0t0d0s1.

Impossibilità di creare l'ambiente di boot con lo spazio di swap in uso

La creazione dell'ambiente di boot non riesce se la slice di swap è utilizzata da un ambiente di boot diverso da quello corrente. Se l'ambiente di boot era stato creato con l'opzione -s, la slice di swap può essere utilizzata solo dall'ambiente di boot alternativo ma non da altri.

Indicazioni per la scelta delle slice per i file system condivisibili

Solaris Live Upgrade copia l'intero contenuto di una slice nella slice designata del nuovo ambiente di boot. In alcuni casi, tuttavia, può essere più comodo condividere i file system di grandi dimensioni tra gli ambienti di boot anziché copiarli fisicamente, in modo da occupare meno spazio e velocizzare le operazioni. I file system di importanza critica per l'ambiente operativo, ad esempio il file system radice (/) e /var, devono necessariamente essere copiati. I file system come /home non sono di importanza critica e possono essere condivisi tra gli ambienti di boot. I file system condivisibili devono essere definiti dall'utente e trovarsi su slice di swap separate nell'ambiente di boot attivo e in quello inattivo. Il disco può essere riconfigurato in vari modi a seconda delle esigenze.

Riconfigurazione di un disco 

Esempi 

Per maggiori informazioni 

È possibile ripartizionarlo prima di creare il nuovo ambiente di boot e collocare il file system condivisibile in una propria slice.  

Ad esempio, se i file system radice (/), /var e /home si trovano tutti nella stessa slice, è possibile riconfigurare il disco e collocare /home in una propria slice. Quando si crea un nuovo ambiente di boot, /home viene automaticamente condiviso con il nuovo ambiente di boot.

format(1M)

Se si desidera condividere una directory, è necessario collocarla in una slice separata. La directory diventa così un file system condivisibile con un altro ambiente di boot. Il comando lucreate con l'opzione -m permette di creare un nuovo ambiente di boot e di collocare una directory in una propria slice. Tuttavia, il nuovo file system non può ancora essere condiviso con l'ambiente di boot originale. A tale scopo, occorre eseguire il comando lucreate con l'opzione -m e creare un altro ambiente di boot. I due ambienti di boot nuovi potranno condividere la directory.

Ad esempio, se si desidera eseguire un aggiornamento da Solaris 9 a Solaris 10 e condividere il file system /home, è possibile eseguire il comando lucreate con l'opzione -m. per creare una versione Solaris 9 con /home come file system separato in una propria slice. Occorre quindi eseguire nuovamente il comando lucreate con l'opzione -m per duplicare questo ambiente di boot. Questo terzo ambiente di boot potrà quindi essere aggiornato a Solaris 10. Il file system /home verrà condiviso tra le versioni Solaris 9 e Solaris 10.

Per una descrizione dei file system di importanza critica e dei file system condivisibili, vedere Tipi di file system.

Personalizzazione del contenuto del nuovo ambiente di boot

Quando si crea un nuovo ambiente di boot, è possibile escludere dal processo di copia alcuni file e directory specifici. Se si esclude una directory, è tuttavia possibile includere file o sottodirectory specifiche contenuti al suo interno. Tali file o sottodirectory verranno quindi copiati nel nuovo ambiente di boot. Ad esempio, è possibile escludere dalla copia l'intero contenuto di /etc/mail ma includere i file e le directory in /etc/mail/staff. Il comando seguente copia la sottodirectory staff nel nuovo ambiente di boot.


# lucreate -n secondo_disco -x /etc/mail -y /etc/mail/staff 

Avvertenza – Avvertenza –

Le opzioni di esclusione dei file devono essere usate con estrema attenzione. In particolare, occorre evitare di rimuovere file o directory che sono richiesti dal sistema.


La tabella seguente elenca le opzioni del comando lucreate disponibili per rimuovere o ripristinare file e directory.

Metodo di designazione 

Opzioni di esclusione  

Opzioni di inclusione 

Specificare il nome della directory o del file 

-x dir/file_esclusi

-y dir/file_inclusi

Usare un file che contiene un elenco 

-f file_elenco

-z file_elenco

-Y file_elenco

-z file_elenco

Alcuni esempi di personalizzazione dei file e delle directory durante la creazione di un ambiente di boot sono riportati in Creare un ambiente di boot e personalizzarne il contenuto (riga di comando).

Sincronizzazione dei file tra gli ambienti di boot

Quando si è pronti per usare il nuovo ambiente di boot, è possibile attivarlo velocemente e riavviare il sistema. La prima volta che si avvia un nuovo ambiente di boot, i file vengono sincronizzati con quelli dell'ambiente precedentemente in uso. “Sincronizzazione” significa in questo caso la copia di alcuni file e directory di importanza critica dall'ambiente di boot precedente a quello nuovo. Vengono copiati i file e le directory che sono stati modificati.

Aggiunta di file a /etc/lu/synclist

Solaris Live Upgrade controlla i file di importanza critica che sono stati modificati. Se il contenuto di questi file non corrisponde nei due ambienti di boot, quelli residenti nell'ambiente di boot attivo vengono copiati nel nuovo ambiente di boot. La sincronizzazione è particolarmente utile per applicare al nuovo ambiente di boot le modifiche apportate ad alcuni file di importanza critica, ad esempio /etc/passwd o /etc/group.

Il file /etc/lu/synclist contiene l'elenco delle directory e dei file da sincronizzare. In alcuni casi, è possibile copiare altri file dall'ambiente di boot attivo a quello nuovo. Se necessario, è possibile aggiungere i file e le directory desiderate a /etc/lu/synclist.

L'aggiunta di file non elencati in /etc/lu/synclist potrebbe rendere impossibile l'avvio del sistema. Il processo di sincronizzazione si limita alla copia dei file e alla creazione di directory. Non esegue la rimozione di file e directory.

L'esempio seguente del file /etc/lu/synclist mostra le directory e i file standard che vengono sincronizzati su questo sistema.


/var/mail                    OVERWRITE
/var/spool/mqueue            OVERWRITE
/var/spool/cron/crontabs     OVERWRITE
/var/dhcp                    OVERWRITE
/etc/passwd                  OVERWRITE
/etc/shadow                  OVERWRITE
/etc/opasswd                 OVERWRITE
/etc/oshadow                 OVERWRITE
/etc/group                   OVERWRITE
/etc/pwhist                  OVERWRITE
/etc/default/passwd          OVERWRITE
/etc/dfs                     OVERWRITE
/var/log/syslog              APPEND
/var/adm/messages            APPEND

Qui di seguito sono riportati alcuni esempi di file e directory che potrebbero essere aggiunti al file synclist:


/var/yp                    OVERWRITE
/etc/mail                  OVERWRITE
/etc/resolv.conf           OVERWRITE
/etc/domainname            OVERWRITE

Il file synclist può contenere file o directory. Il secondo campo indica il metodo di aggiornamento che viene utilizzato all'attivazione dell'ambiente di boot. Sono disponibili tre metodi per l'aggiornamento dei file:

Sincronizzazione forzata tra gli ambienti di boot

La prima volta che si avvia un sistema da un nuovo ambiente di boot, il software Solaris Live Upgrade sincronizza questo ambiente con quello precedentemente attivo. Dopo l'avvio e la sincronizzazione iniziale, Solaris Live Upgrade non esegue altre sincronizzazioni in modo automatico.

Se si stanno conservando più versioni del sistema operativo Solaris, può essere necessario forzare la sincronizzazione. Possono essere necessarie versioni modificate di file quali email o passwd/group nell'ambiente di boot che si sta attivando. In questo modo, Solaris Live Upgrade controlla i conflitti tra i file sottoposti alla sincronizzazione. Quando si avvia il nuovo ambiente di boot e viene rilevato un conflitto, il software genera un messaggio di avvertimento e i file non vengono sincronizzati. Ciò nonostante, l'attivazione può essere completata correttamente. La modifica dello stesso file nell'ambiente di boot nuovo e in quello attivo può generare un conflitto. Ad esempio, si supponga di modificare il file /etc/passwd nell'ambiente di boot originale. Successivamente, vengono apportate altre modifiche al file /etc/passwd nel nuovo ambiente di boot In questo caso, il processo di sincronizzazione non è in grado di scegliere quale file copiare per sincronizzare i due ambienti.


Avvertenza – Avvertenza –

Questa opzione deve essere utilizzata con estrema cautela, poiché spesso è difficile tener conto di tutte le modifiche apportate all'ultimo ambiente di boot attivo. Ad esempio, se l'ambiente di boot corrente viene eseguito in Solaris 10 e si ritorna a Solaris 9 con una sincronizzazione forzata, i file della versione Solaris 9 possono risultare modificati. Poiché i file dipendono dalla versione del sistema operativo, può essere impossibile avviare Solaris 9 perché i file di Solaris 10 non sono sempre compatibili con quelli di Solaris 9.


x86: Attivazione di un ambiente di boot con il menu di GRUB

A partire da Solaris 10 1/06, tramite il menu di GRUB è disponibile un nuovo metodo per passare da un ambiente di boot all'altro. Il menu di GRUB è un'alternativa all'attivazione con il comando luactivate o con il menu Activate.

Attività 

Informazione 

Attivare un ambiente di boot con il menu di GRUB 

x86: Attivare un ambiente di boot con il menu di GRUB (riga di comando)

Ripristinare l'ambiente di boot originale con il menu di GRUB 

x86: Ripristinare l'ambiente di boot originale nonostante la corretta attivazione del nuovo ambiente di boot con il menu di GRUB

Per un'introduzione generale e per informazioni su GRUB 

Capitolo 5, x86: Avvio con GRUB per l'installazione di Solaris

Per una descrizione completa di GRUB e informazioni sulle attività di amministrazione dei sistemi 

System Administration Guide: Basic Administration

Uso di Solaris Live Upgrade da un sistema remoto

Quando si visualizza l'interfaccia a caratteri in modo remoto, ad esempio attraverso una linea tip, può essere necessario impostare la variabile d'ambiente TERM su VT220. Inoltre, se si utilizza il Common Desktop Environment (CDE), occorre impostare la variabile TERM sul valore dtterm anziché xterm.

Capitolo 8 Uso di Solaris Live Upgrade per creare un ambiente di boot (procedure)

Questo capitolo spiega come installare Solaris Live Upgrade, usare i menu e creare un ambiente di boot. Il capitolo è suddiviso nelle seguenti sezioni:

Le interfacce di Solaris Live Upgrade

Solaris Live Upgrade può essere usato con un'interfaccia utente a caratteri o dalla riga di comando. Le sezioni seguenti contengono le procedure da seguire per entrambi i metodi di esecuzione.

Tipo di interfaccia 

Descrizione 

Interfaccia a caratteri (CUI) 

L'interfaccia a caratteri non permette di accedere a tutte le funzioni di Solaris Live Upgrade. L'interfaccia utente a caratteri viene eseguita in lingua inglese nelle versioni locali multibyte e in quelle a 8 bit.  

Interfaccia dalla riga di comando (CLI) 

Le procedure riferite all'interfaccia a caratteri descritte in questo documento riguardano gli usi principali dei comandi di Solaris Live Upgrade. Vedere il Capitolo 13, Solaris Live Upgrade (riferimenti sui comandi) per l'elenco dei comandi; vedere inoltre le pagine man dei singoli comandi per informazioni sulle opzioni disponibili per ognuno.

Uso dei menu di Solaris Live Upgrade (CUI)

Figura 8–1 Menu principale di Solaris Live Upgrade

L'esempio qui riportato illustra le attività di
Solaris Live Upgrade e i tasti Enter e Help.

Per spostarsi nei menu dell'interfaccia utente a caratteri di Solaris Live Upgrade si utilizzano i tasti a freccia e i tasti funzione. I tasti a freccia permettono di spostarsi in alto e in basso prima di operare una selezione o di posizionare il cursore in un campo. Per eseguire le operazioni si utilizzano invece i tasti funzione. Al di sotto del menu sono visualizzati alcuni rettangoli neri che rappresentano i tasti funzione della tastiera. Ad esempio, il primo rettangolo nero rappresenta il tasto F1, il secondo il tasto F2, ecc. I rettangoli attivi contengono il nome della funzione corrispondente, ad esempio Salva. Il menu di configurazione presenta, al posto dei rettangoli, il numero del tasto funzione accompagnato dall'azione corrispondente.

Nel corso delle procedure qui descritte può essere richiesta la pressione di un tasto funzione. Se i tasti funzione della tastiera non operano correttamente con i menu di Solaris Live Upgrade, usare la combinazione Control-F seguita dal numero appropriato.

Mappa delle attività: installazione di Solaris Live Upgrade e creazione di un ambiente di boot

Tabella 8–1 Mappa delle attività: uso di Solaris Live Upgrade

Attività  

Descrizione 

Per istruzioni, vedere  

Installare le patch dal sistema  

Solaris Live Upgrade necessita di un gruppo di patch con specifici livelli di revisione 

Installazione delle patch richieste da Solaris Live Upgrade 

Installazione dei pacchetti di Solaris Live Upgrade 

Installare i pacchetti nel sistema operativo 

Installazione di Solaris Live Upgrade

Avvio di Solaris Live Upgrade 

Avviare il menu principale di Solaris Live Upgrade 

Avvio e arresto di Solaris Live Upgrade (interfaccia a caratteri)

Creazione di un ambiente di boot 

Copiare e riconfigurare i file system in un ambiente di boot inattivo 

Creazione di un nuovo ambiente di boot

Installazione di Solaris Live Upgrade

È necessario installare i pacchetti di Solaris Live Upgrade per il sistema operativo in uso. La versione dei pacchetti di Solaris Live Upgrade deve corrispondere a quella del sistema operativo verso il quale si esegue l'aggiornamento. Ad esempio, se si utilizza Solaris 9 e si intende aggiornare il sistema a Solaris 10, è necessario installare i pacchetti di Solaris Live Upgrade contenuti in Solaris 10.

Alcune patch possono essere richieste. Installare queste patch prima di installare i pacchetti di Solaris Live Upgrade. Per ulteriori informazioni, vedere:

Installazione delle patch richieste da Solaris Live Upgrade

Descrizione 

Per maggiori informazioni 


Avvertenza – Avvertenza –

Il funzionamento corretto di Solaris Live Upgrade richiede l'installazione di un determinato insieme di patch per ogni versione del sistema operativo. Prima di installare o eseguire Solaris Live Upgrade, è necessario installare queste patch.



x86 Solo –

Se questo gruppo di patch non viene installato, Solaris Live Upgrade non riesce e può visualizzare il seguente messaggio di errore. Anche se il messaggio di errore non viene visualizzato, è possibile che le patch necessarie non siano installate. Verificare sempre che tutte le patch indicate nel documento informativo (infodoc) di Sunsolve siano state installate prima di installare Solaris Live Upgrade.


ERRORE: Non trovato o non
eseguibile: </sbin/biosdev>.
ERRORE: Una o più patch richieste
da Live Upgrade non sono state installate.

Le patch elencate nel documento 72099 sono soggette a modifica senza preavviso. Queste patch correggono eventuali problemi in Solaris Live Upgrade e nei componenti sui cui si basa. Se si verificano problemi nell'utilizzo di Solaris Live Upgrade, controllare e accertarsi che le patch più recenti di Solaris Live Upgrade siano installate. 

Verificare di disporre dell'elenco più aggiornato delle patch accedendo al sito http://sunsolve.sun.com. Consultare il documento informativo 72099 sul sito Web di SunSolve.

Se si utilizza Solaris 8 o Solaris 9, è possibile che non si riesca ad eseguire il programma di installazione Solaris Live Upgrade. Queste versioni infatti non contengono l'insieme di patch richiesto per eseguire il Java 2 runtime environment. Per eseguire il programma di installazione di Solaris Live Upgrade e installarne i pacchetti è necessario che sul sistema sia presente il cluster di patch raccomandato per l'ambiente runtime Java 2. 

Per installare i pacchetti di Solaris Live Upgrade, usare il comando pkgadd. Oppure, installare il gruppo di patch consigliato per l'ambiente runtime Java 2. Il gruppo di patch è disponibile sul sito http://sunsolve.sun.com.

ProcedureInstallare le patch richieste

Procedura
  1. Ottenere l'elenco delle patch dal sito Web di SunSolveSM.

  2. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  3. Installare le patch con il comando patchadd.


    # patchadd percorso
    
  4. Riavviare il sistema, se necessario. Alcune patch richiedono il riavvio del sistema.

    solo x86: Il riavvio del sistema è necessario per eseguire correttamente Solaris Live Upgrade.

ProcedureInstallare Solaris Live Upgrade con il comando pkgadd

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Installare i pacchetti nel seguente ordine.


    # pkgadd -d percorso_pacchetti SUNWlur SUNWluu   
    
    percorso_pacchetti

    Specifica il percorso assoluto dei pacchetti del software.

  3. Verificare che i pacchetti siano stati installati correttamente.


    # pkgchk -v SUNWlur SUNWluu
    

ProcedureInstallare Solaris Live Upgrade con il programma di installazione di Solaris

Procedura
  1. Inserire il DVD del sistema operativo Solaris o il CD Solaris Software - 2.

  2. Eseguire il programma di installazione per il supporto utilizzato.

    • Se si utilizza il DVD del sistema operativo Solaris, spostarsi nella directory del programma di installazione e avviarlo.


      # cd /cdrom/cdrom0/Solaris_10/Tools/installers
      # ./liveupgrade20
      

      Viene visualizzata l'interfaccia utente grafica (GUI) del programma di installazione di Solaris.

    • Se si utilizza il CD Solaris Software - 2, avviare il programma di installazione.


      % ./installer
      

      Viene visualizzata l'interfaccia utente grafica (GUI) del programma di installazione di Solaris.

  3. Dalla schermata di selezione del tipo di installazione, scegliere l'installazione personalizzata.

  4. Nella schermata di selezione della versione locale, fare clic sulle lingue da installare.

  5. Scegliere il software da installare.

    • Per i DVD, nella schermata di selezione dei componenti, fare clic su Avanti per installare i pacchetti.

    • Per i CD, nella schermata di selezione dei prodotti, scegliere l'installazione predefinita per Solaris Live Upgrade e fare clic sulle altre opzioni per deselezionarle.

  6. Installare il software seguendo le indicazioni del programma di installazione di Solaris.

Avvio e arresto di Solaris Live Upgrade (interfaccia a caratteri)

Qui di seguito è descritta la procedura da seguire per avviare e arrestare il programma Solaris Live Upgrade.

ProcedureAprire i menu di Solaris Live Upgrade


Nota –

Se l'interfaccia a caratteri viene visualizzata da un sistema remoto, ad esempio attraverso una linea tip, è necessario impostare la variabile d'ambiente TERM su VT220. Inoltre, se si utilizza il Common Desktop Environment (CDE), occorre impostare la variabile TERM su dtterm anziché xterm.


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # /usr/sbin/lu
    

    Viene visualizzato il menu principale di Solaris Live Upgrade.

    Figura 8–2 Menu principale di Solaris Live Upgrade

    L'esempio qui riportato illustra le attività di
Solaris Live Upgrade e i tasti Enter e Help.

ProcedureChiudere i menu di Solaris Live Upgrade

Punto

    Dal menu principale, selezionare Esci.

Creazione di un nuovo ambiente di boot

La creazione di un ambiente di boot consente di copiare i file system di importanza critica dall'ambiente di boot attivo a uno nuovo. Il menu Create, il sottomenu Configuration e il comando lucreate dell'interfaccia a caratteri permettono di riorganizzare il disco, di personalizzare i file system e di copiare i file system di importanza critica nel nuovo ambiente di boot.

Prima di copiare i file system nel nuovo ambiente di boot, è possibile personalizzarli in modo che le directory dei file system di importanza critica vengano unite alla directory di livello superiore o divise dalla directory di livello superiore. I file system definiti dall'utente (condivisibili) vengono automaticamente condivisi tra gli ambienti di boot. Se necessario, tuttavia, i file system condivisibili possono essere copiati. Lo spazio di swap è un file system condivisibile che può essere diviso o combinato. Per una descrizione generale dei file system di importanza critica e dei file system condivisibili, vedere Tipi di file system.

ProcedureCreare un ambiente di boot (interfaccia a caratteri)

Procedura
  1. Dal menu principale, selezionare Create.

    Viene visualizzato il sottomenu "Create a Boot Environment".

  2. Inserire il nome dell'ambiente di boot attivo (se necessario) e del nuovo ambiente di boot e confermare. Il nome dell'ambiente di boot attivo è richiesto solo la prima volta che si crea un ambiente di boot.

    Il nome dell'ambiente di boot non può superare la lunghezza di 30 caratteri, può contenere solo caratteri alfanumerici e non può contenere caratteri multibyte.


    Name of Current Boot Environment:    solaris8
    Name of New Boot Environment:   solaris10 
    
  3. Per salvare le modifiche, premere F3.

    Viene visualizzato il menu di configurazione.

    Figura 8–3 Menu di configurazione di Solaris Live Upgrade

    Il contesto descrive la schermata.

    Il menu di configurazione è strutturato come segue:

    • L'ambiente di boot originale si trova nella parte superiore dello schermo. L'ambiente di boot da creare compare invece nella parte inferiore.

    • Il campo Device contiene le seguenti informazioni:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome del metadevice di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum.

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager, nella forma /dev/vx/dsk/nome_volume

      • L'area per la selezione del file system di importanza critica rimane vuota finché non viene selezionato un file system. I file system di importanza critica, come /usr, /var o /opt, possono essere divisi o uniti al file system radice (/).

      • I file system condivisibili, come /export o il file system di swap, vengono visualizzati nel campo Device. Questi file system presentano lo stesso punto di attivazione sia nell'ambiente di boot di origine che in quello di destinazione. Lo spazio di swap predefinito è condiviso, ma è possibile dividere e unire (aggiungere e rimuovere) le slice di swap desiderate.

        Per una descrizione generale dei file system di importanza critica e dei file system condivisibili, vedere Tipi di file system.

    • Il campo Tipo FS permette di cambiare il tipo di file system. Il tipo di file system può essere:

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap

      • ufs, indicante un file system UFS

  4. (Opzionale) È sempre possibile eseguire le seguenti operazioni:

    • Stampare le informazioni visualizzate sullo schermo in un file ASCII, premendo F5.

    • Scorrere l'elenco dei file system, premendo Control-X.

      È quindi possibile spostarsi tra i file system dell'ambiente di boot attivo e quelli dell'ambiente nuovo.

    • Uscire dal menu di configurazione premendo F6.

      • Se ci si trova nel menu di configurazione, le modifiche non vengono salvate e i file system non vengono modificati.

      • Se ci si trova in uno dei sottomenu, viene ripresentato il menu di configurazione.

  5. Selezionare una slice disponibile premendo F2.

    Il menu Choices presenta le slice disponibili sul sistema per il campo su cui è posizionato il cursore. Il menu presenta un campo per il dispositivo e un campo FS_Type per il file system.

    1. Usando i tasti freccia, posizionare il cursore in un campo per selezionare una slice o un tipo di file system.

      • Posizionando il cursore nel campo del dispositivo, vengono visualizzate tutte le slice libere. Per il file system radice (/), vengono presentate solo le slice libere che rispondono ai requisiti prestabiliti per questo file system. Vedere Indicazioni per la scelta della slice per il file system radice (/).

      • Posizionando il cursore nel campo FS_Type, vengono presentati tutti i tipi di file system disponibili.

      • Le slice in grassetto possono essere selezionate per il file system corrente. La dimensione della slice viene calcolata sommando la dimensione del file system più un 30% di margine per l'aggiornamento.

      • Le slice che non appaiono in grassetto sono troppo piccole per supportare il file system in oggetto. Per ripartizionare un disco, vedere il Punto 6.

    2. Premere Return per selezionare una slice.

      La slice viene inserita nel campo del dispositivo, oppure il tipo di file system viene aggiornato nel campo FS_Type.

  6. (Opzionale) Se le slice disponibili non soddisfano i requisiti minimi, per ripartizionare i dischi disponibili occorre premere F4.

    Viene visualizzato il menu di configurazione delle slice di Solaris Live Upgrade.

    Viene eseguito il comando format(1M), che permette di creare nuove slice. Seguire le istruzioni visualizzate per creare una nuova slice.

    All'interno del menu, usare i tasti freccia per spostarsi tra i campi Device e FS_Type. Il campo Size (Mbyte) viene compilato automaticamente in base ai dispositivi selezionati.

    1. Per liberare un dispositivo, premere Control-D.

      La slice viene resa disponibile e appare nel menu Choices.

    2. Per tornare al menu di configurazione, premere F3.

  7. (Opzionale) La divisione dei file system di importanza critica comporta l'utilizzo di punti di attivazione separati. Per dividere un file system, procedere come segue:

    (Per unire due file system, vedere il Punto 8).

    1. Selezionare il file system da dividere.

      È possibile dividere o escludere i file system come /usr, /var o /opt dalle relative directory di livello superiore.


      Nota –

      Quando si crea un file system per un ambiente di boot, le regole da seguire sono uguali a quelle usate per la creazione dei file system per il sistema operativo Solaris. Solaris Live Upgrade non previene la creazione di configurazioni non valide nei file system di importanza critica. Ad esempio, sarebbe possibile inserire un comando lucreate che crei file system separati per / e /kernel, creando così una divisione non valida per il file system radice (/).


    2. Premere F8.

    3. Inserire il nome del file system per il nuovo ambiente di boot, ad esempio:


      Inserire la directory che sarà un file system separato
      sul nuovo BE: /opt
      

      Una volta verificato il nuovo file system, sullo schermo compare una nuova riga.

    4. Per tornare al menu di configurazione, premere F3.

      Viene visualizzato il menu di configurazione.

  8. (Opzionale) L'unione di due file system comporta l'utilizzo dello stesso punto di attivazione. Per unire un file system alla directory di livello superiore:

    (Per dividere i file system, vedere il Punto 7.)

    1. Selezionare il file system da unire.

      È possibile unire file system come /usr, /var o /opt con le relative directory di livello superiore.

    2. Premere F9.

      Vengono visualizzati i file system che verranno combinati, ad esempio:


      /opt sarà unita con /.  
    3. Premere Return.

    4. Per tornare al menu di configurazione, premere F3.

      Viene visualizzato il menu di configurazione.

  9. (Opzionale) Decidere se aggiungere o rimuovere le slice di swap.

    • Se si desidera dividere una slice di swap e collocarla in una nuova slice, continuare con il Punto 10.

    • Se si desidera rimuovere una slice di swap, continuare con il Punto 11.

  10. (Opzionale) Per dividere una slice di swap, procedere come segue:

    1. Nel campo Device, selezionare la slice di swap che si desidera dividere.

    2. Premere F8.

    3. Al prompt, digitare:


      Inserire la directory che sarà un file system separato sul
      nuovo BE: swap
      
    4. Premere F2 Choice.

      Il menu Choices presenta le slice disponibili per lo swap.

    5. Selezionare la slice da utilizzare per lo swap.

      La slice viene inserita nel campo Device ed è disponibile come slice di swap.

  11. (Opzionale) Per rimuovere una slice di swap, procedere come segue:

    1. Nel campo Device, selezionare la slice di swap che si desidera rimuovere.

    2. Premere F9.

    3. Al prompt, digitare y.


      La slice /dev/dsk/c0t4d0s0 non sarà una partizione di swap. 
      Confermare? [y, n]: y
      

      La slice swap viene rimossa.

  12. Decidere se creare l'ambiente di boot ora o rinviarne la creazione a un momento successivo:

    • Premere F3 per creare subito il nuovo ambiente di boot.

      La configurazione viene salvata e la schermata di configurazione viene chiusa. I file system vengono copiati, l'ambiente viene reso avviabile e viene creato un ambiente di boot inattivo.

      La creazione di un ambiente di boot può richiedere più di un'ora, a seconda della configurazione del sistema. Viene quindi visualizzato il menu principale di Solaris Live Upgrade.

    • Se si preferisce rinviare la creazione a un momento successivo, digitare y, quindi inserire un'ora di inizio e un indirizzo di email, come nell'esempio seguente.


      Do you want to schedule the copy? y
      Enter the time in 'at' format to schedule create: 8:15 PM
      Enter the address to which the copy log should be mailed: utente@dominio.it

      Il completamento della procedura verrà comunicato via email.

      Per informazioni sui formati disponibili per l'ora, vedere la pagina man di at(1).

      È possibile pianificare una sola attività alla volta.

    Terminata la procedura di creazione, l'ambiente di boot inattivo è pronto per essere aggiornato. Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .

ProcedureCreare un ambiente di boot per la prima volta (riga di comando)

Il comando lucreate, usato con l'opzione -m, specifica quanti e quali file system dovranno essere creati nel nuovo ambiente di boot. Occorre ripetere questa opzione per il numero esatto di file system che si desidera creare. Ad esempio, usando una sola volta l'opzione -m si specifica una sola posizione in cui collocare tutti i file system; in questo modo, tutti i file system dell'ambiente di boot originale vengono uniti nell'unico file system specificato dall'opzione -m. Se l'opzione -m viene specificata due volte, vengono creati due file system. Quando si utilizza l'opzione -m per creare i file system, occorre ricordare quanto segue:

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Per creare il nuovo ambiente di boot, digitare:


    # lucreate [-A 'descrizione_BE'] -c nome_BE \
     -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...] -n nome_BE
    
    -A 'descrizione_BE'

    (Opzionale) Permette di creare una descrizione dell'ambiente di boot associata al nome (nome_BE). La descrizione può avere qualunque lunghezza e contenere qualunque carattere.

    -c nome_BE

    Assegna il nome nome_BE all'ambiente di boot attivo. Questa opzione è richiesta solo ed esclusivamente per la creazione del primo ambiente di boot. Se alla prima esecuzione di lucreate non si utilizza l'opzione -c, il software crea automaticamente un nome.

    Il nome viene scelto in base ai seguenti criteri:

    • Se è possibile determinare il dispositivo di boot fisico, per denominare l'ambiente di boot corrente viene usato il nome base di quel dispositivo.

      Ad esempio, se il dispositivo di boot fisico è /dev/dsk/c0t0d0s0, l'ambiente di boot corrente viene denominato c0t0d0s0.

    • Se non è possibile determinare il dispositivo di boot fisico, vengono combinati i nomi risultanti dal comando uname usato con le opzioni -s e -r.

      Ad esempio, se uname -s restituisce il nome del sistema operativo SunOS e uname -r restituisce la versione 5.9, l'ambiente di boot attuale viene denominato SunOS5.9.

    • Se non è possibile determinare un nome con nessuno dei due metodi precedenti, viene usato il nome current.


    Nota –

    Se si utilizza l'opzione -c dopo la creazione del primo ambiente di boot, l'opzione viene ignorata o viene visualizzato un messaggio di errore.

    • Se il nome specificato è uguale a quello dell'ambiente di boot corrente, l'opzione viene ignorata.

    • Se il nome specificato è diverso da quello dell'ambiente di boot corrente, viene visualizzato un messaggio di errore e la creazione non riesce. L'esempio seguente mostra un nome per l'ambiente di boot che produce un messaggio di errore.


      # lucurr 
      c0t0d0s0
      # lucreate -c c1t1d1s1 -n nuovo_be -m /:c1t1d1s1:ufs
      ERROR: current boot environment name is c0t0d0s0: cannot change
      name using <-c c1t1d1s1>

    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...]

    Specifica la configurazione dei file system del nuovo ambiente di boot in vfstab. I file system specificati come argomenti di -m possono trovarsi nello stesso disco o su più dischi. Questa opzione deve essere usata il numero di volte necessario per creare il numero di file system desiderato.

    • Per punto_attivazione è possibile specificare qualunque punto di attivazione valido oppure un trattino (), per indicare una partizione di swap.

    • Nel campo dispositivo è possibile specificare:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome di un volume di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum.

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager nella forma /dev/md/vxfs/dsk/dnum

      • La parola chiave merged, per indicare che il file system nel punto di attivazione specificato deve essere unito con la directory di livello superiore.

    • Per opzioni_fs è possibile specificare:

      • ufs, indicante un file system UFS

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap. Il punto di attivazione per il file system di swap deve essere un trattino ().

      • Per i file system costituiti da dispositivi logici (mirror), le operazioni da eseguire sono specificate da diverse parole chiave. Queste parole chiave possono essere usate per creare o eliminare un dispositivo logico o per modificarne la configurazione. Per una descrizione di queste parole chiave, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando).

    -n nome_BE

    Nome dell'ambiente di boot da creare. Il nome_BE deve essere unico sul sistema.

    Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo avviabile). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .


Esempio 8–1 Creazione di un ambiente di boot (riga di comando)

In questo esempio, l'ambiente di boot attivo è denominato primo_disco. I punti di attivazione dei file system vengono designati con l'opzione -m. Vengono creati due file system, / e /usr. Il nuovo ambiente di boot è denominato secondo_disco. Al nome secondo_disco viene associata una descrizione. Nel nuovo ambiente di boot secondo_disco, il file system di swap viene automaticamente condiviso dall'ambiente di origine, primo_disco.


# lucreate -A 'descrizione' -c primo_disco  -m /:/dev/dsk/c0t4d0s0:ufs \
-m /usr:/dev/dsk/c0t4d0s3:ufs  -n secondo_disco

ProcedureCreare un ambiente di boot e unire i file system (riga di comando)


Nota –

Il comando lucreate, usato con l'opzione -m, specifica quali e quanti file system dovranno essere creati nel nuovo ambiente di boot. Occorre ripetere questa opzione per il numero esatto di file system che si desidera creare. Ad esempio, usando una sola volta l'opzione -m si specifica una sola posizione in cui collocare tutti i file system; tutti i file system dell'ambiente di boot originale vengono uniti in un unico file system. Se l'opzione -m viene specificata due volte, vengono creati due file system.


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # lucreate [-A 'descrizione_BE' \
    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs \ 
    -m [...] -m punto_att:merged:opzioni_fs -n nome_BE
    
    -A descrizione_BE

    (Opzionale) Permette di creare una descrizione dell'ambiente di boot associata al nome (nome_BE). La descrizione può avere qualunque lunghezza e contenere qualunque carattere.

    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...

    Specifica la configurazione dei file system del nuovo ambiente di boot. I file system specificati come argomenti di -m possono trovarsi nello stesso disco o su più dischi. Questa opzione deve essere usata il numero di volte necessario per creare il numero di file system desiderato.

    • Per punto_attivazione è possibile specificare qualunque punto di attivazione valido oppure un trattino (), per indicare una partizione di swap.

    • Nel campo dispositivo è possibile specificare:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome del metadevice di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager, nella forma /dev/vx/dsk/nome_volume

      • La parola chiave merged, per indicare che il file system nel punto di attivazione specificato deve essere unito con la directory di livello superiore.

    • Per opzioni_fs è possibile specificare:

      • ufs, indicante un file system UFS

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap. Il punto di attivazione per il file system di swap deve essere un trattino ().

      • Per i file system costituiti da dispositivi logici (mirror), le operazioni da eseguire sono specificate da diverse parole chiave. Queste parole chiave possono essere usate per creare o eliminare un dispositivo logico o per modificarne la configurazione. Per una descrizione di queste parole chiave, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando).

    -n nome_BE

    Nome dell'ambiente di boot da creare. Il nome_BE deve essere unico sul sistema.

    Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo utilizzabile per l'avvio). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .


Esempio 8–2 Creazione di un ambiente di boot e unione dei file system (riga di comando)

In questo esempio, i file system dell'ambiente di boot corrente sono il file system radice (/), /usr e /opt. Il file system /opt viene combinato con quello di livello superiore, /usr. Il nuovo ambiente di boot è denominato secondo_disco. Al nome secondo_disco viene associata una descrizione.


# lucreate -A 'descrizione' -c primo_disco \
 -m /:/dev/dsk/c0t4d0s0:ufs -m /usr:/dev/dsk/c0t4d0s1:ufs \
 -m /usr/opt:merged:ufs -n secondo_disco

ProcedureCreare un ambiente di boot e dividere i file system (riga di comando)


Nota –

Le regole per la creazione dei file system per un ambiente di boot sono uguali a quelle per la creazione dei file system per il sistema operativo Solaris. Solaris Live Upgrade non previene la creazione di configurazioni non valide nei file system di importanza critica. Ad esempio, sarebbe possibile inserire un comando lucreate che crei file system separati per / e /kernel, creando così una divisione non valida per il file system radice (/).


Quando si divide una directory in più punti di attivazione, i collegamenti fisici non vengono mantenuti tra i file system. Ad esempio, se /usr/lavori1/file è collegato a /usr/lavori2/file, e /usr/lavori1 e /usr/lavori2 vengono divisi in file system separati, il collegamento tra i due file non viene mantenuto. Il comando lucreate genera un messaggio di avvertimento e al posto del precedente collegamento fisico viene creato un collegamento simbolico.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # lucreate [-A 'descrizione_BE'] \
     -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs \ 
    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs -n nuovo_BE
    
    -A 'descrizione_BE'

    (Opzionale) Permette di creare una descrizione dell'ambiente di boot associata al nome (nome_BE). La descrizione può avere qualunque lunghezza e contenere qualunque carattere.

    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...

    Specifica la configurazione dei file system del nuovo ambiente di boot. I file system specificati come argomenti di -m possono trovarsi nello stesso disco o su più dischi. Questa opzione deve essere usata il numero di volte necessario per creare il numero di file system desiderato.

    • Per punto_attivazione è possibile specificare qualunque punto di attivazione valido oppure un trattino (), per indicare una partizione di swap.

    • Nel campo dispositivo è possibile specificare:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome del metadevice di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager, nella forma /dev/vx/dsk/nome_volume

      • La parola chiave merged, per indicare che il file system nel punto di attivazione specificato deve essere unito con la directory di livello superiore.

    • Per opzioni_fs è possibile specificare:

      • ufs, indicante un file system UFS

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap. Il punto di attivazione per il file system di swap deve essere un trattino ().

      • Per i file system costituiti da dispositivi logici (mirror), le operazioni da eseguire sono specificate da diverse parole chiave. Queste parole chiave possono essere usate per creare o eliminare un dispositivo logico o per modificarne la configurazione. Per una descrizione di queste parole chiave, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando).

    -n nome_BE

    Nome dell'ambiente di boot da creare. Il nome_BE deve essere unico sul sistema.


Esempio 8–3 Creazione di un ambiente di boot e divisione dei file system (riga di comando)

In questo esempio, il comando precedente divide il file system radice (/) su più slice nel nuovo ambiente di boot. Si supponga che nell'ambiente di boot di origine i file system /usr, /var e /opt si trovino tutti nel file system radice (/): /dev/dsk/c0t0d0s0 /.

Nel nuovo ambiente di boot, si desidera separare /usr, /var e /opt e attivarli in slice indipendenti, come segue:

/dev/dsk/c0t1d0s0 /

/dev/dsk/c0t1d0s1 /var

/dev/dsk/c0t1d0s7 /usr

/dev/dsk/c0t1d0s5 /opt

Al nome secondo_disco dell'ambiente di boot viene associata una descrizione.


# lucreate -A 'descrizione' -c primo_disco \
 -m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:ufs -m /usr:/dev/dsk/c0t1d0s7:ufs  \ 
-m /var:/dev/dsk/c0t1d0s1:ufs -m /opt:/dev/dsk/c0t1d0s5:ufs \ 
-n secondo_disco

Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo utilizzabile per l'avvio). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .


ProcedureCreare un ambiente di boot e riconfigurare lo spazio di swap (riga di comando)

Le slice di swap vengono automaticamente condivise tra gli ambienti di boot. Se lo spazio di swap non viene specificato con l'opzione -m, l'ambiente di boot attuale e quello inattivo condividono le stesse slice di swap. Se si desidera riconfigurare lo spazio di swap del nuovo ambiente di boot, usare l'opzione -m per aggiungere o rimuovere le slice di swap desiderate nel nuovo ambiente.


Nota –

La slice di swap non può essere usata da un ambiente di boot diverso da quello corrente o, se si utilizza l'opzione -s, dall'ambiente di boot di origine. La creazione dell'ambiente di boot non riesce se la slice di swap viene usata da altri ambienti di boot, indipendentemente dal fatto che tale slice contenga un file system di swap, UFS o di altro tipo.

È possibile creare un ambiente di boot con le slice di swap esistenti e quindi modificare il file vfstab dopo la creazione.


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # lucreate [-A 'descrizione_BE'] \
     -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs \ 
    -m -:disp:swap -n nome_BE
    
    -A 'descrizione_BE'

    (Opzionale) Permette di creare una descrizione dell'ambiente di boot associata al nome (nome_BE). La descrizione può avere qualunque lunghezza e contenere qualunque carattere.

    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...

    Specifica la configurazione dei file system del nuovo ambiente di boot. I file system specificati come argomenti di -m possono trovarsi nello stesso disco o su più dischi. Questa opzione deve essere usata il numero di volte necessario per creare il numero di file system desiderato.

    • Per punto_attivazione è possibile specificare qualunque punto di attivazione valido oppure un trattino (), per indicare una partizione di swap.

    • Nel campo dispositivo è possibile specificare:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome del metadevice di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager, nella forma /dev/vx/dsk/nome_volume

      • La parola chiave merged, per indicare che il file system nel punto di attivazione specificato deve essere unito con la directory di livello superiore.

    • Per opzioni_fs è possibile specificare:

      • ufs, indicante un file system UFS

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap. Il punto di attivazione per il file system di swap deve essere un trattino ().

      • Per i file system costituiti da dispositivi logici (mirror), le operazioni da eseguire sono specificate da diverse parole chiave. Queste parole chiave possono essere usate per creare o eliminare un dispositivo logico o per modificarne la configurazione. Per una descrizione di queste parole chiave, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando).

    -n nome_BE

    Nome dell'ambiente di boot da creare. Il nome_BE deve essere unico.

    Il nuovo ambiente di boot viene creato con lo spazio di swap in una slice o su un dispositivo differente.

    Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo avviabile). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .


Esempio 8–4 Creazione di un ambiente di boot e riconfigurazione dello spazio di swap (riga di comando)

In questo esempio, l'ambiente di boot corrente contiene il file system radice (/) su /dev/dsk/c0t0d0s0 e il file system di swap su /dev/dsk/c0t0d0s1. Il nuovo ambiente di boot copia il file system radice (/) su /dev/dsk/c0t4d0s0 e utilizza sia /dev/dsk/c0t0d0s1 che /dev/dsk/c0t4d0s1 come slice di swap. Al nome secondo_disco dell'ambiente di boot viene associata una descrizione.


# lucreate -A 'descrizione' -c primo_disco \
-m /:/dev/dsk/c0t4d0s0:ufs -m -:/dev/dsk/c0t0d0s1:swap \ 
-m -:/dev/dsk/c0t4d0s1:swap -n secondo_disco 

Le due assegnazioni dello spazio di swap diventano effettive solo dopo l'esecuzione del boot da secondo_disco. Se si deve utilizzare un lungo elenco di slice di swap, usare l'opzione -M. Vedere Creare un ambiente di boot e riconfigurare lo spazio di swap usando un elenco (riga di comando).


ProcedureCreare un ambiente di boot e riconfigurare lo spazio di swap usando un elenco (riga di comando)

Se si dispone di numerose slice di swap, è utile crearne un elenco. Il comando lucreate utilizzerà questo elenco per creare le slice di swap nel nuovo ambiente di boot.


Nota –

La slice di swap non può essere usata da un ambiente di boot diverso da quello corrente o, se si utilizza l'opzione -s, dall'ambiente di boot di origine. La creazione dell'ambiente di boot non riesce se la slice di swap viene usata da altri ambienti di boot, indipendentemente dal fatto che tale slice contenga un file system di swap, UFS o di altro tipo.


Procedura
  1. Creare un elenco delle slice di swap da utilizzare nel nuovo ambiente di boot. La posizione e il nome del file con l'elenco possono essere definiti dall'utente. In questo esempio, il file /etc/lu/sliceswap contiene un elenco di dispositivi e slice:


    -:/dev/dsk/c0t3d0s2:swap
    -:/dev/dsk/c0t3d0s2:swap
    -:/dev/dsk/c0t4d0s2:swap
    -:/dev/dsk/c0t5d0s2:swap
    -:/dev/dsk/c1t3d0s2:swap
    -:/dev/dsk/c1t4d0s2:swap
    -:/dev/dsk/c1t5d0s2:swap
  2. Digitare:


    # lucreate [-A 'descrizione_BE'] \
     -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs \
    -M elenco_slice  -n nome_BE
    
    -A 'descrizione_BE'

    (Opzionale) Permette di creare una descrizione dell'ambiente di boot associata al nome (nome_BE). La descrizione può avere qualunque lunghezza e contenere qualunque carattere.

    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...

    Specifica la configurazione dei file system del nuovo ambiente di boot. I file system specificati come argomenti di -m possono trovarsi nello stesso disco o su più dischi. Questa opzione deve essere usata il numero di volte necessario per creare il numero di file system desiderato.

    • Per punto_attivazione è possibile specificare qualunque punto di attivazione valido oppure un trattino (), per indicare una partizione di swap.

    • Nel campo dispositivo è possibile specificare:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome del metadevice di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager, nella forma /dev/vx/dsk/nome_volume

      • La parola chiave merged, per indicare che il file system nel punto di attivazione specificato deve essere unito con la directory di livello superiore.

    • Per opzioni_fs è possibile specificare:

      • ufs, indicante un file system UFS

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap. Il punto di attivazione per il file system di swap deve essere un trattino ().

      • Per i file system costituiti da dispositivi logici (mirror), le operazioni da eseguire sono specificate da diverse parole chiave. Queste parole chiave possono essere usate per creare o eliminare un dispositivo logico o per modificarne la configurazione. Per una descrizione di queste parole chiave, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando).

    -M elenco_slice

    Elenco delle opzioni -m, riunite nel file elenco_slice. Specificare gli argomenti nel formato specificato per -m. Le righe di commento, che iniziano con un cancelletto (#), vengono ignorate. L'opzione -M è utile quando l'ambiente di boot contiene numerosi file system. Si noti che è possibile combinare le opzioni -m e -M. Ad esempio, è possibile memorizzare le slice di swap in elenco_slice e specificare la slice radice (/) e la slice /usr con l'opzione -m.

    Le opzioni -m e -M supportano l'assegnazione di più slice a uno stesso punto di attivazione. Nell'elaborazione di queste slice, lucreate ignora le slice non disponibili e seleziona la prima slice disponibile.

    -n nome_BE

    Nome dell'ambiente di boot da creare. Il nome_BE deve essere unico.

    Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo avviabile). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .


Esempio 8–5 Creare un ambiente di boot e riconfigurare lo spazio di swap usando un elenco (riga di comando)

In questo esempio, lo spazio di swap del nuovo ambiente di boot è rappresentato dall'elenco di slice specificato nel file /etc/lu/sliceswap. Al nome secondo_disco viene associata una descrizione.


# lucreate -A 'descrizione' -c primo_disco \
-m /:/dev/dsk/c02t4d0s0:ufs -m /usr:/dev/dsk/c02t4d0s1:ufs \ 
-M /etc/lu/swapslices -n secondo_disco 

ProcedureCreare un ambiente di boot e copiare un file system condivisibile (riga di comando)

Se si desidera copiare un file system condivisibile nel nuovo ambiente di boot, specificare il punto di attivazione da copiare con l'opzione -m. Diversamente, i file system condivisibili vengono automaticamente condivisi e mantengono lo stesso punto di attivazione nel file vfstab. Qualunque modifica apportata a un file system condivisibile viene applicata ad entrambi gli ambienti di boot.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Creare l'ambiente di boot.


    # lucreate [-A 'descrizione_BE'] \
    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs \ 
    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs  -n nome_BE
    
    -A 'descrizione_BE'

    (Opzionale) Permette di creare una descrizione dell'ambiente di boot associata al nome (nome_BE). La descrizione può avere qualunque lunghezza e contenere qualunque carattere.

    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...

    Specifica la configurazione dei file system del nuovo ambiente di boot. I file system specificati come argomenti di -m possono trovarsi nello stesso disco o su più dischi. Questa opzione deve essere usata il numero di volte necessario per creare il numero di file system desiderato.

    • Per punto_attivazione è possibile specificare qualunque punto di attivazione valido oppure un trattino (), per indicare una partizione di swap.

    • Nel campo dispositivo è possibile specificare:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome del metadevice di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager, nella forma /dev/vx/dsk/nome_volume

      • La parola chiave merged, per indicare che il file system nel punto di attivazione specificato deve essere unito con la directory di livello superiore.

    • Per opzioni_fs è possibile specificare:

      • ufs, indicante un file system UFS

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap. Il punto di attivazione per il file system di swap deve essere un trattino ().

      • Per i file system costituiti da dispositivi logici (mirror), le operazioni da eseguire sono specificate da diverse parole chiave. Queste parole chiave possono essere usate per creare o eliminare un dispositivo logico o per modificarne la configurazione. Per una descrizione di queste parole chiave, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando).

    -n nome_BE

    Nome dell'ambiente di boot da creare. Il nome_BE deve essere unico.

    Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo utilizzabile per l'avvio). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .


Esempio 8–6 Creazione di un ambiente di boot e copia di un file system condivisibile (riga di comando)

In questo esempio, l'ambiente di boot corrente contiene i file system radice (/) e /home. Nel nuovo ambiente di boot, il file system radice (/) viene diviso in due file system, / e /usr. Il file system /home viene copiato nel nuovo ambiente di boot. Al nome secondo_disco dell'ambiente di boot viene associata una descrizione.


# lucreate -A 'descrizione' -c primo_disco \
-m /:/dev/dsk/c0t4d0s0:ufs -m /usr:/dev/dsk/c0t4d0s3:ufs \
-m /home:/dev/dsk/c0t4d0s4:ufs -n secondo_disco

ProcedureCreare un ambiente di boot da un'origine differente (riga di comando)

Il comando lucreate crea un ambiente di boot basato sui file system dell'ambiente di boot attivo. Se si desidera creare un ambiente di boot basato su un ambiente di boot diverso da quello attivo, usare lucreate con l'opzione -s.


Nota –

Se, dopo avere attivato il nuovo ambiente di boot, si desidera tornare indietro, si può tornare solo all'ultimo ambiente di boot attivo, non all'ambiente di origine su cui è stato basato quello nuovo.


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Creare l'ambiente di boot.


    # lucreate [-A 'descrizione_BE'] -s nome_BE_di_origine 
    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs  -n nome_BE
    
    -A 'descrizione_BE'

    (Opzionale) Permette di creare una descrizione dell'ambiente di boot associata al nome (nome_BE). La descrizione può avere qualunque lunghezza e contenere qualunque carattere.

    -s nome_BE_di_origine

    Specifica l'ambiente di boot di origine su cui è basato quello nuovo. Non corrisponde all'ambiente di boot attivo.

    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...

    Specifica la configurazione dei file system del nuovo ambiente di boot. I file system specificati come argomenti di -m possono trovarsi nello stesso disco o su più dischi. Questa opzione deve essere usata il numero di volte necessario per creare il numero di file system desiderato.

    • Per punto_attivazione è possibile specificare qualunque punto di attivazione valido oppure un trattino (), per indicare una partizione di swap.

    • Nel campo dispositivo è possibile specificare:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome del metadevice di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager, nella forma /dev/vx/dsk/nome_volume

      • La parola chiave merged, per indicare che il file system nel punto di attivazione specificato deve essere unito con la directory di livello superiore.

    • Per opzioni_fs è possibile specificare:

      • ufs, indicante un file system UFS

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap. Il punto di attivazione per il file system di swap deve essere un trattino ().

      • Per i file system costituiti da dispositivi logici (mirror), le operazioni da eseguire sono specificate da diverse parole chiave. Queste parole chiave possono essere usate per creare o eliminare un dispositivo logico o per modificarne la configurazione. Per una descrizione di queste parole chiave, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando).

    -n nome_BE

    Nome dell'ambiente di boot da creare. Il nome_BE deve essere unico sul sistema.

    Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo utilizzabile per l'avvio). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .


Esempio 8–7 Creazione di un ambiente di boot da un'origine differente (riga di comando)

In questo esempio, viene creato un ambiente di boot basato sul file system radice (/) dell'ambiente di boot di origine terzo_disco. terzo_disco non è l'ambiente di boot attivo. Al nuovo ambiente di boot di nome secondo_disco viene associata una descrizione.


# lucreate -A 'descrizione' -s terzo_disco \
-m /:/dev/dsk/c0t4d0s0:ufs  -n secondo_disco

ProcedureCreare un ambiente di boot vuoto per un archivio Solaris Flash (riga di comando)

Il comando lucreate crea un ambiente di boot basato sui file system dell'ambiente di boot attivo. Se si utilizza lucreate con l'opzione -s, il comando crea velocemente un ambiente di boot vuoto. Le slice vengono riservate per i file system specificati, ma i file system non vi vengono copiati. All'ambiente di boot viene assegnato un nome, ma l'ambiente non viene effettivamente creato finché non vi viene installato un archivio Solaris Flash. Quando nell'ambiente di boot vuoto viene installato un archivio, i file system vengono installati nelle slice loro riservate.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Creare l'ambiente di boot vuoto.


    # lucreate -A 'nome_BE' -s - \ 
    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs  -n nome_BE
    
    -A 'descrizione_BE'

    (Opzionale) Permette di creare una descrizione dell'ambiente di boot associata al nome (nome_BE). La descrizione può avere qualunque lunghezza e contenere qualunque carattere.

    -s -

    Specifica la creazione di un ambiente di boot vuoto.

    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...

    Specifica la configurazione dei file system del nuovo ambiente di boot. I file system specificati come argomenti di -m possono trovarsi nello stesso disco o su più dischi. Questa opzione deve essere usata il numero di volte necessario per creare il numero di file system desiderato.

    • Per punto_attivazione è possibile specificare qualunque punto di attivazione valido oppure un trattino (), per indicare una partizione di swap.

    • Nel campo dispositivo è possibile specificare:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome del metadevice di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager, nella forma /dev/vx/dsk/nome_volume

      • La parola chiave merged, per indicare che il file system nel punto di attivazione specificato deve essere unito con la directory di livello superiore.

    • Per opzioni_fs è possibile specificare:

      • ufs, indicante un file system UFS

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap. Il punto di attivazione per il file system di swap deve essere un trattino ().

      • Per i file system costituiti da dispositivi logici (mirror), le operazioni da eseguire sono specificate da diverse parole chiave. Queste parole chiave possono essere usate per creare o eliminare un dispositivo logico o per modificarne la configurazione. Per una descrizione di queste parole chiave, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando).

    -n nome_BE

    Nome dell'ambiente di boot da creare. Il nome_BE deve essere unico sul sistema.


Esempio 8–8 Creazione di un ambiente di boot vuoto per un archivio Solaris Flash (riga di comando)

In questo esempio, viene creato un ambiente di boot senza file system. Al nuovo ambiente di boot denominato secondo_disco viene associata una descrizione.


# lucreate -A 'descrizione' -s - \ 
-m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:ufs  -n secondo_disco

Una volta creato l'ambiente di boot vuoto, è possibile installare e attivare (rendere avviabile) un archivio Flash. Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .

Per un esempio che spiega come creare e popolare un ambiente di boot vuoto, vedere Esempio di creazione di un ambiente di boot vuoto e di installazione di un archivio Solaris Flash (riga di comando).

La figura seguente illustra la creazione di un ambiente di boot vuoto.

Il contesto descrive l'illustrazione.

ProcedureCreare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando)

Quando si crea un ambiente di boot, Solaris Live Upgrade utilizza la tecnologia Solaris Volume Manager per creare i volumi RAID-1. Quando si crea un ambiente di boot, è possibile usare Solaris Live Upgrade per gestire le seguenti operazioni.

Per usare le funzioni di mirroring di Solaris Live Upgrade, è necessario creare un database di stato e una sua replica. Il database di stato memorizza informazioni riguardo allo stato della configurazione di Solaris Volume Manager.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Per creare il nuovo ambiente di boot, digitare:


    # lucreate [-A 'descrizione_BE'] \
    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m...] \ 
    -n nome_BE
    
    -A 'descrizione_BE'

    (Opzionale) Permette di creare una descrizione dell'ambiente di boot associata al nome nome_BE. La descrizione può avere qualunque lunghezza e contenere qualunque carattere.

    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...

    Specifica la configurazione dei file system del nuovo ambiente di boot in vfstab. I file system specificati come argomenti di -m possono trovarsi nello stesso disco o su più dischi. Questa opzione deve essere usata il numero di volte necessario per creare il numero di file system desiderato.

    • Per punto_attivazione è possibile specificare qualunque punto di attivazione valido oppure un trattino (), per indicare una partizione di swap.

    • Nel campo dispositivo è possibile specificare:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome di un volume di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum.

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager nella forma /dev/md/vxfs/dsk/dnum

      • La parola chiave merged, per indicare che il file system nel punto di attivazione specificato deve essere unito con la directory di livello superiore.

    • Per opzioni_fs è possibile specificare uno dei seguenti tipi di file system e parole chiave:

      • ufs, indicante un file system UFS

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap. Il punto di attivazione per il file system di swap deve essere un trattino ().

      • Per i file system costituiti da dispositivi logici (mirror), le operazioni da eseguire sono specificate da diverse parole chiave. Queste parole chiave possono essere usate per creare o eliminare un dispositivo logico o per modificarne la configurazione.

        • L'opzione mirror crea un volume RAID–1 o un mirror sul dispositivo specificato. Nelle successive opzioni -m, è necessario specificare attach per collegare almeno una concatenazione al nuovo mirror. Il dispositivo specificato deve avere un nome valido. Ad esempio, come nome del mirror si può utilizzare il nome di un dispositivo logico nella forma /dev/md/dsk/d10 oppure la forma abbreviata d10. Per maggiori informazioni sulla denominazione dei dispositivi, vedere Overview of Solaris Volume Manager Components del Solaris Volume Manager Administration Guide.

        • La parola chiave detach rimuove una concatenazione da un volume associato al punto di attivazione specificato. Non è necessario specificare il nome del volume.

        • La parola chiave attach collega una concatenazione al mirror associato a un punto di attivazione specificato. La slice del disco fisico specificata viene configurata come una singola concatenazione per poter essere collegata al mirror. Per specificare una concatenazione da collegare a un disco, è necessario aggiungere una virgola e il nome della concatenazione al nome del dispositivo. In mancanza della virgola e del nome della concatenazione, lucreate seleziona un volume libero per la concatenazione.

          Il comando lucreate permette di creare solo concatenazioni contenenti una sola slice fisica. Questo comando permette di collegare fino a tre concatenazioni a un mirror.

        • La parola chiave preserve salva il file system esistente e il suo contenuto. Questa parola chiave permette di ignorare il processo di copia del contenuto dell'ambiente di boot di origine. Il salvataggio del contenuto permette di creare velocemente il nuovo ambiente di boot. Per un determinato punto di attivazione, è possibile usare preserve con un solo dispositivo fisico. Se si utilizza la parola chiave preserve, lucreate controlla che il contenuto del dispositivo sia adatto per il file system specificato. Questo controllo è limitato e non può garantire la completa idoneità del contenuto.

          La parola chiave preserve può essere usata sia con una slice fisica che con un volume di Solaris Volume Manager.

          • Se si utilizza la parola chiave preserve quando il file system UFS si trova in una slice fisica, il contenuto del file system UFS viene salvato nella slice. Nell'esempio seguente relativo all'uso dell'opzione -m, la parola chiave preserve salva il contenuto del dispositivo fisico c0t0d0s0 come file system per il punto di attivazione del file system radice (/).


            -m /:c0t0d0s0:preserve,ufs
            
          • Se si utilizza la parola chiave preserve quando il file system UFS si trova in un volume, il contenuto del file system UFS viene salvato nel volume.

            Nell'esempio seguente relativo all'uso dell'opzione -m, la parola chiave preserve salva il contenuto del volume RAID-1 (mirror) d10 come file system per il punto di attivazione del file system radice (/).


            -m /:d10:preserve,ufs
            

            Nell'esempio seguente relativo all'uso dell'opzione -m, il volume RAID-1 (mirror) d10 viene configurato come file system per il punto di attivazione del file system radice (/). La concatenazione a slice singola d20 viene scollegata dal mirror corrente. La concatenazione d20 viene collegata al mirror d10. Il file system radice (/) viene preservato nel submirror d20.


            -m /:d10:mirror,ufs -m /:d20:detach,attach,preserve
            
    -n nome_BE

    Nome dell'ambiente di boot da creare. Il nome_BE deve essere unico sul sistema.

    Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo avviabile). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .


Esempio 8–9 Creazione di un ambiente di boot con un mirror e designazione dei dispositivi (riga di comando)

In questo esempio, i punti di attivazione dei file system vengono specificati con l'opzione -m.


# lucreate -A 'descrizione'
-m /:/dev/md/dsk/d10:ufs,mirror \ 
-m /:/dev/dsk/c0t0d0s0,d1:attach \ 
-m /:/dev/dsk/c0t1c0s0,d2:attach -n altro_disco


Esempio 8–10 Creazione di un ambiente di boot con un mirror senza designazione di un submirror (riga di comando)

In questo esempio, i punti di attivazione dei file system vengono specificati con l'opzione -m.


# lucreate -A 'descrizione'  \
-m /:/dev/md/dsk/d10:ufs,mirror \ 
-m /:/dev/dsk/c0t0d0s0:attach \ 
-m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:attach -n altro_disco

Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo avviabile). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .



Esempio 8–11 Creazione di un ambiente di boot e scollegamento di un submirror (riga di comando)

In questo esempio, i punti di attivazione dei file system vengono specificati con l'opzione -m.


# lucreate -A 'descrizione'  \
-m /:/dev/md/dsk/d10:ufs,mirror \ 
-m /:/dev/dsk/c0t0d0s0,d1:detach,attach,preserve \ 
-m /:/dev/dsk/c0t1d0s0,d2:attach -n altro_disco

Questo esempio può essere abbreviato come indicato qui di seguito. I nomi dei dispositivi fisici e logici possono essere abbreviati. Gli identificativi dei submirror d1 e d2 vengono omessi.


# lucreate -A 'descrizione'  \
-m /:d10:ufs,mirror \ 
-m /:c0t0d0s0:detach,attach,preserve \ 
-m /:c0t1d0s0:attach -n altro_disco

Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo avviabile). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .



Esempio 8–12 Creazione di un ambiente di boot, scollegamento di un submirror e salvataggio del suo contenuto (riga di comando)

In questo esempio, i punti di attivazione per i file system vengono specificati usando l'opzione -m.


# lucreate -A 'descrizione'  \
-m /:/dev/md/dsk/d20:ufs,mirror \ 
-m /:/dev/dsk/c0t0d0s0:detach,attach,preserve \ 
-n altro_disco

Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo utilizzabile per l'avvio). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .



Esempio 8–13 Creazione di un ambiente di boot con due mirror (riga di comando)

In questo esempio, i punti di attivazione per i file system vengono specificati usando l'opzione -m.


# lucreate -A 'descrizione'  \
-m /:/dev/md/dsk/d10:ufs,mirror \ 
-m /:/dev/dsk/c0t0d0s0,d1:attach \ 
-m /:/dev/dsk/c0t1d0s0,d2:attach \ 
-m /opt:/dev/md/dsk/d11:ufs,mirror \ 
-m /opt:/dev/dsk/c2t0d0s1,d3:attach \ 
-m /opt:/dev/dsk/c3t1d0s1,d4:attach -n altro_disco

Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo avviabile). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .


ProcedureCreare un ambiente di boot e personalizzarne il contenuto (riga di comando)

Il contenuto del file system del nuovo ambiente di boot può essere modificato usando le opzioni seguenti. Le directory e i file non vengono copiati nel nuovo ambiente di boot.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Per creare il nuovo ambiente di boot, digitare:


    # lucreate -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...]  \ 
    [-x dir/file_esclusi] [-y inclusi] \
    [-Y elenco_inclusi] \
    [-f elenco_esclusi]\  
    [-z elenco_filtro] [-I] -n nome_BE
    
    -m punto_att:disp[,metadevice]:opzioni_fs [-m ...]

    Specifica la configurazione dei file system del nuovo ambiente di boot in vfstab. I file system specificati come argomenti di -m possono trovarsi nello stesso disco o su più dischi. Questa opzione deve essere usata il numero di volte necessario per creare il numero di file system desiderato.

    • Per punto_attivazione è possibile specificare qualunque punto di attivazione valido oppure un trattino (), per indicare una partizione di swap.

    • Nel campo dispositivo è possibile specificare:

      • Il nome di un disco, nella forma /dev/dsk/cwtxdys z.

      • Il nome di un volume di Solaris Volume Manager nella forma /dev/md/dsk/dnum.

      • Il nome di un volume di Veritas Volume Manager nella forma /dev/md/vxfs/dsk/dnum

      • La parola chiave merged, per indicare che il file system nel punto di attivazione specificato deve essere unito con la directory di livello superiore.

    • Per opzioni_fs è possibile specificare:

      • ufs, indicante un file system UFS

      • vxfs, indicante un file system Veritas

      • swap, indicante un file system di swap. Il punto di attivazione per il file system di swap deve essere un trattino ().

      • Per i file system costituiti da dispositivi logici (mirror), le operazioni da eseguire sono specificate da diverse parole chiave. Queste parole chiave possono essere usate per creare o eliminare un dispositivo logico o per modificarne la configurazione. Per una descrizione di queste parole chiave, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando).

    -x dir/file_esclusi

    Esclude i file e le directory dalla copia nel nuovo ambiente di boot. È possibile usare più istanze di questa opzione per escludere più file o directory.

    dir/file_esclusi è il nome della directory o del file da escludere.

    -y dir/file_inclusi

    Copia le directory e i file indicati nel nuovo ambiente di boot. Questa opzione è utile quando si è esclusa una directory ma si desidera ripristinare singoli file o sottodirectory.

    dir/file_inclusi è il nome della sottodirectory o del file da includere.

    -Y file_elenco

    Copia le directory e i file specificati in un elenco nel nuovo ambiente di boot. Questa opzione è utile quando si è esclusa una directory ma si desidera ripristinare singoli file o sottodirectory.

    • file_elenco è il percorso completo del file che contiene l'elenco.

    • Il file file_elenco deve contenere un solo file per riga.

    • Se uno degli elementi elencati è una directory, l'operazione viene estesa anche alle sottodirectory e ai file di quella directory. Se l'elemento è un file, l'operazione viene eseguita solo su quel file.

    -f file_elenco

    Esclude i file e le directory specificati in un elenco dalla copia nel nuovo ambiente di boot.

    • file_elenco è il percorso completo del file che contiene l'elenco.

    • Il file file_elenco deve contenere un solo file per riga.

    -z file_elenco

    Copia le directory e i file specificati in un elenco nel nuovo ambiente di boot. Ogni file o directory dell'elenco è contrassegnato con un segno più “+” o meno “-”. Il più indica che il file o la directory vengono inclusi, mentre il meno indica che vengono esclusi.

    • file_elenco è il percorso completo del file che contiene l'elenco.

    • Il file file_elenco deve contenere un solo file per riga. Il più o il meno davanti al nome del file devono essere preceduti da uno spazio.

    • Se un elemento è una directory ed è indicata con un più (+), l'operazione viene estesa anche alle sottodirectory e ai file inclusi in quella directory. Nel caso di un file indicato con un più (+), l'operazione viene eseguita solo su quel file.

    -I

    Ignora il controllo di integrità dei file di sistema. Questa opzione deve essere usata con cautela.

    Per prevenire la rimozione di importanti file di sistema da un ambiente di boot, lucreate esegue un controllo di integrità. Questo controllo esamina tutti i file registrati nel database dei pacchetti del sistema e interrompe la creazione dell'ambiente di boot se rileva l'esclusione di uno o più di questi file. L'uso di questa opzione esclude questo controllo di integrità. Questa opzione velocizza la creazione dell'ambiente di boot, ma può impedire la rilevazione di eventuali problemi.

    -n nome_BE

    Nome dell'ambiente di boot da creare. Il nome_BE deve essere unico sul sistema.

    Una volta creato il nuovo ambiente di boot, è possibile aggiornarlo e attivarlo (renderlo avviabile). Vedere il Capitolo 9, Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure) .


Esempio 8–14 Creazione di un ambiente di boot con esclusione di file (riga di comando)

In questo esempio, il nome del nuovo ambiente di boot è secondo_disco. L'ambiente di boot di origine contiene solo il file system radice (/). Nel nuovo ambiente di boot, il file system /var viene separato dal file system radice (/) e viene collocato in un'altra slice. Il comando lucreate configura un file system UFS per i punti di attivazione del file system radice (/) e del file system /var. Inoltre, due file di posta contenuti in /var, root e staff, non vengono copiati nel nuovo ambiente di boot. Il file system di swap viene automaticamente condiviso tra l'ambiente di boot di origine e quello nuovo.


# lucreate -n secondo_disco \ 
-m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:ufs -m /var/mail:c0t2d0s0:ufs  \  
-x /var/mail/root -x /var/mail/staff


Esempio 8–15 Creazione di un ambiente di boot con esclusione e inclusione di file (riga di comando)

In questo esempio, il nome del nuovo ambiente di boot è secondo_disco. L'ambiente di boot di origine contiene solo il file system radice per il sistema operativo (/). Contiene inoltre un file system di nome /dati. Il comando lucreate configura un file system UFS per i punti di attivazione del file system radice (/) e del file system /dati. Solo due directory di /dati vengono copiate nel nuovo ambiente di boot: /recenti e /backup. Il file system di swap viene automaticamente condiviso tra l'ambiente di boot di origine e quello nuovo.


# lucreate -n secondo_disco \ 
-m /:/dev/dsk/c01t0d0s0:ufs -m /dati:c1t1d0s0:ufs  \  
-x /dati -y /dati/recenti -y /dati/backup

Capitolo 9 Aggiornamento con Solaris Live Upgrade (procedure)

Questo capitolo spiega come usare Solaris Live Upgrade per aggiornare e attivare un ambiente di boot inattivo. Il capitolo è suddiviso nelle seguenti sezioni:

Solaris Live Upgrade può essere usato con i menu o dalla riga di comando. In questa sezione sono documentate le procedure per entrambi i tipi di interfaccia. Queste procedure, tuttavia, non esauriscono le possibilità d'uso di Solaris Live Upgrade. Per maggiori informazioni sui comandi, vedere il Capitolo 13, Solaris Live Upgrade (riferimenti sui comandi) e le pagine man dei singoli comandi, che documentano in modo completo le opzioni disponibili per ognuno.

Mappa delle attività: aggiornamento di un ambiente di boot

Tabella 9–1 Mappa delle attività: aggiornamento con Solaris Live Upgrade

Attività  

Descrizione 

Per istruzioni, vedere 

Aggiornare un ambiente di boot o installare un archivio Solaris Flash. 

  • Aggiornare l'ambiente di boot inattivo con un'immagine del sistema operativo.

  • Installare un archivio Solaris Flash in un ambiente di boot inattivo.

Attivare un ambiente di boot inattivo. 

Rendere effettive le modifiche e rendere attivo l'ambiente di boot inattivo. 

Attivazione di un ambiente di boot

(Opzionale) Ripristinare l'ambiente originale in caso di problemi nell'attivazione. 

Riattivare l'ambiente di boot originale in caso di problemi con la procedura. 

Capitolo 10, Ripristino dei guasti: ripristino dell'ambiente di boot originale (procedure)

Aggiornamento di un ambiente di boot

Per aggiornare un ambiente di boot è possibile usare il menu Upgrade o il comando luupgrade. Questa sezione descrive le procedure da seguire per aggiornare un ambiente di boot inattivo usando file situati nelle seguenti posizioni:

Linee guida per l'aggiornamento

Quando si aggiorna un ambiente di boot con l'ultima versione del sistema operativo, l'ambiente di boot attivo non viene interessato. I nuovi file vengono uniti ai file system di importanza critica dell'ambiente di boot inattivo, ma i file system condivisibili non vengono modificati.

Se è stato creato un archivio Solaris Flash, anziché eseguire un aggiornamento è possibile installare l'archivio in un ambiente di boot inattivo. I nuovi file sovrascrivono i file system di importanza critica dell'ambiente di boot inattivo, ma i file system condivisibili non vengono modificati. Vedere Installazione di archivi Solaris Flash in un ambiente di boot .

È possibile aggiornare un ambiente di boot inattivo contenente qualunque combinazione di slice di dischi fisici, volumi di Solaris Volume Manager o volumi di Veritas Volume Manager. La slice selezionata per il file system radice (/) deve essere una concatenazione di una singola slice inclusa in un volume RAID–1 (mirror). Per informazioni sulle procedure di creazione di un ambiente di boot con file system in mirroring, vedere Creare un ambiente di boot con volumi RAID-1 (mirror) (riga di comando).


Nota –

Se sul sistema in uso sono configurati volumi VxVM, il comando lucreate può creare un nuovo ambiente di boot. Quando i dati vengono copiati sul nuovo ambiente di boot, la configurazione del file system Veritas viene perduta e sul nuovo ambiente di boot viene creato un file system UFS.


Aggiornamento di un sistema con pacchetti o patch

Solaris Live Upgrade permette di aggiungere patch e pacchetti ai sistemi. Solaris Live Upgrade crea una copia del sistema attuale. Questo nuovo ambiente di boot può essere aggiornato ed è possibile aggiungervi pacchetti e patch. Utilizzando Solaris Live Upgrade, il tempo di inattività del sistema si limita alla durata della procedura di riavvio. Il comando luupgrade consente di aggiungere patch e pacchetti a un ambiente di boot.


Avvertenza – Avvertenza –

Quando occorre aggiungere o rimuovere pacchetti o patch, Solaris Live Upgrade richiede che i pacchetti o le patch siano conformi alle direttive avanzate di SVR4. Benché i pacchetti Sun siano conformi a queste direttive, Sun non può garantire la conformità dei pacchetti di altri produttori. I pacchetti non conformi possono causare l'interruzione del software di aggiunta dei pacchetti o l'alterazione dell'ambiente di boot attivo durante il processo di aggiornamento.

Per maggiori informazioni sui requisiti dei pacchetti, vedere l'Appendice B, Altri requisiti per i pacchetti SVR4 (riferimenti) .


Tabella 9–2 Aggiornamento di un ambiente di boot con pacchetti e patch

Tipo di installazione 

Descrizione 

Per maggiori informazioni 

Aggiunta di patch a un ambiente di boot.  

Creare un nuovo ambiente di boot e usare il comando luupgrade con l'opzione -t.

Aggiungere patch a un'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando)

Aggiunta di pacchetti a un ambiente di boot. 

Usare il comando luupgrade con l'opzione -p.

Aggiungere pacchetti a un'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando)

ProcedureAggiornare l'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (interfaccia a caratteri)

Per usare questa procedura di aggiornamento, è necessario utilizzare un DVD o un'immagine di installazione combinata. Per l'installazione con i CD, è necessario usare la procedura descritta in Aggiornare un'immagine del sistema operativo da più CD (riga di comando).

Procedura
  1. Dal menu principale di Solaris Live Upgrade, selezionare Update.

    Viene visualizzato il menu di aggiornamento.

  2. Inserire il nome del nuovo ambiente di boot.

  3. Inserire il percorso dell'immagine di installazione di Solaris.

    Supporto di installazione 

    Descrizione 

    File system di rete 

    Specificare il percorso del file system di rete in cui risiede l'immagine di installazione.  

    File locale 

    Specificare il percorso del file system locale in cui risiede l'immagine di installazione.  

    Unità nastro locale 

    Specificare l'unità nastro locale e la posizione sul nastro in cui risiede l'immagine di installazione. 

    Dispositivo locale, DVD o CD 

    Specificare il dispositivo locale e il percorso dell'immagine di installazione. 

    • SPARC: Se si utilizza un DVD o un CD, inserire il percorso del disco, come nell'esempio seguente:


      /cdrom/cdrom0/s0/Solaris_10/s0
      
    • Se si dispone di un'immagine di installazione combinata in rete, inserire il percorso del file system di rete come nell'esempio seguente:


      /net/sistema_inst/export/Solaris_10/immagine_OS
      
  4. Per avviare l'aggiornamento, premere F3.

    Al termine dell'aggiornamento, viene visualizzato il menu principale.

ProcedureAggiornare l'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando)

Per usare questa procedura di aggiornamento, è necessario utilizzare un DVD o un'immagine di installazione combinata. Se l'installazione richiede più CD, è necessario usare la procedura descritta in Aggiornare un'immagine del sistema operativo da più CD (riga di comando).

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Indicare l'ambiente di boot da aggiornare e il percorso del software di installazione digitando:


    # luupgrade -u -n nome_BE -s percorso_immagine_os
    
    -u

    Aggiorna l'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da aggiornare

    -s percorso_immagine_os

    Specifica il percorso della directory che contiene l'immagine del sistema operativo.


Esempio 9–1 Aggiornamento dell'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando)

In questo esempio, viene aggiornato l'ambiente di boot di secondo_disco.


# luupgrade -u -n secondo_disco \ 
-s /net/sistema_inst/export/Solaris_10/immagine_OS 

ProcedureAggiornare un'immagine del sistema operativo da più CD (riga di comando)

Se l'immagine del sistema operativo risiede su più di un CD, usare la procedura di aggiornamento qui descritta. Per installare altri CD, usare il comando luupgrade con l'opzione -i.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Indicare l'ambiente di boot da aggiornare e il percorso del software di installazione digitando:


    # luupgrade -u -n nome_BE -s percorso_immagine_os
    
    -u

    Aggiorna l'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da aggiornare

    -s percorso_immagine_os

    Specifica il percorso della directory che contiene l'immagine del sistema operativo.

  3. Quando il programma di installazione ha terminato la lettura del primo CD, inserire il secondo CD.

  4. Questo punto è identico al precedente, ma l'opzione -u viene sostituita dall'opzione -i. Scegliere se eseguire il programma di installazione del secondo CD con i menu o in modalità testo.

    • Il comando seguente esegue il programma di installazione del secondo CD con i menu.


      # luupgrade -i -n nome_BE -s percorso_immagine_os
      
    • Questo comando esegue il programma di installazione sul secondo CD in modalità testo e non richiede l'interazione dell'utente.


      # luupgrade -i -n nome_BE -s percorso_immagine_os -O '-nodisplay -noconsole'
      
    -i

    Installa altri CD. Il software cerca un programma di installazione sul supporto specificato e lo esegue. Il programma di installazione viene specificato con -s.

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da aggiornare.

    -s percorso_immagine_os

    Specifica il percorso della directory che contiene l'immagine del sistema operativo.

    -O '-nodisplay -noconsole '

    (Opzionale) Esegue il programma di installazione sul secondo CD in modalità testo e non richiede l'interazione dell'utente.

  5. Ripetere il Punto 3 e il Punto 4 per ogni CD da installare.

    L'ambiente di boot è pronto per essere attivato. Vedere Attivazione di un ambiente di boot.


Esempio 9–2 SPARC: Aggiornamento di un'immagine del sistema operativo da più CD (riga di comando)

In questo esempio, viene aggiornato l'ambiente di boot di secondo_disco e l'immagine di installazione si trova su due CD: Solaris Software - 1 e Solaris Software - 2. L'opzione -u determina se lo spazio è sufficiente per tutti i pacchetti del set di CD. L'opzione -O, insieme alle opzioni -nodisplay e -noconsole, impedisce la visualizzazione dell'interfaccia a caratteri dopo la lettura del secondo CD; all'utente non viene richiesto di inserire informazioni. Per visualizzare l'interfaccia, omettere queste opzioni.

Inserire il CD Solaris Software - 1 e digitare:


# luupgrade -u -n secondo_disco -s /cdrom/cdrom0/s0 

Inserire il CD Solaris Software - 2 e digitare:


# luupgrade -i -n secondo_disco -s /cdrom/cdrom0 -O '-nodisplay \ 
-noconsole'

Ripetere i punti precedenti per ogni CD da installare.


ProcedureAggiungere pacchetti a un'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando)

Nella procedura seguente vengono rimossi e aggiunti alcuni pacchetti a un nuovo ambiente di boot.


Avvertenza – Avvertenza –

Se durante un aggiornamento occorre aggiungere o rimuovere pacchetti o patch, Solaris Live Upgrade richiede che i pacchetti o le patch siano conformi alle direttive avanzate di SVR4. Benché i pacchetti Sun siano conformi a queste direttive, Sun non può garantire la conformità dei pacchetti di altri produttori. I pacchetti non conformi possono causare l'interruzione del software di aggiunta dei pacchetti o l'alterazione dell'ambiente di boot.

Per maggiori informazioni sui requisiti dei pacchetti, vedere l'Appendice B, Altri requisiti per i pacchetti SVR4 (riferimenti) .


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Per rimuovere uno o più pacchetti da un nuovo ambiente di boot, digitare:


    #  luupgrade -P -n secondo_disco nome-pacchetto
    
    -I

    Indica la rimozione del pacchetto o dei pacchetti specificati dall'ambiente di boot

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da cui deve essere rimosso il pacchetto

    nome-pacchetto

    Specifica il nome del pacchetto da rimuovere. Se i pacchetti sono più di uno, separare i nomi con uno spazio.

  3. Per aggiungere uno o più pacchetti al nuovo ambiente di boot, digitare:


    # luupgrade -p -n secondo_disco -s /percorso-pacchetti nome-pacchetto
    
    -p

    Indica l'aggiunta dei pacchetti all'ambiente di boot.

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot a cui deve essere aggiunto il pacchetto

    -s percorso-pacchetti

    Specifica il percorso della directory che contiene il pacchetto o i pacchetti da aggiungere.

    nome-pacchetto

    Specifica il nome del pacchetto o dei pacchetti da aggiungere. Se i pacchetti sono più di uno, separare i nomi con uno spazio.


Esempio 9–3 Aggiunta di pacchetti a un'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando)

In questo esempio, vengono rimossi e aggiunti alcuni pacchetti all'ambiente di boot secondo_disco.


# luupgrade -P -n secondo_disco SUNWabc SUNWdef SUNWghi
# luupgrade -p -n secondo_disco -s /net/sistema_inst/export/packages \
SUNWijk SUNWlmn SUNWpkr

ProcedureAggiungere patch a un'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando)

Nella procedura seguente vengono rimosse e aggiunte alcune patch a un nuovo ambiente di boot.


Avvertenza – Avvertenza –

Quando occorre aggiungere o rimuovere pacchetti o patch, Solaris Live Upgrade richiede che i pacchetti o le patch siano conformi alle direttive avanzate di SVR4. Benché i pacchetti Sun siano conformi a queste direttive, Sun non può garantire la conformità dei pacchetti di altri produttori. I pacchetti non conformi possono causare l'interruzione del software di aggiunta dei pacchetti o l'alterazione dell'ambiente di boot.


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Per rimuovere una o più patch da un nuovo ambiente di boot, digitare:


    # luupgrade -T -n secondo_disco nome_patch
    
    -T

    Indica la rimozione della patch o delle patch specificate dall'ambiente di boot

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da cui devono essere rimosse le patch

    nome_patch

    Specifica i nomi delle patch da rimuovere. Se le patch sono più di una, separare i nomi con uno spazio.

  3. Per aggiungere una o più patch al nuovo ambiente di boot, digitare il comando seguente.


    # luupgrade -t -n secondo_disco -s /percorso-pacchetti nome_patch
    
    -t

    Indica l'aggiunta delle patch all'ambiente di boot.

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot a cui deve essere aggiunta la patch

    -s percorso-patch

    Specifica il percorso della directory che contiene le patch da aggiungere.

    nome_patch

    Specifica i nomi delle patch da aggiungere. Se le patch sono più di una, separare i nomi con uno spazio.


Esempio 9–4 Aggiunta di patch a un'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot (riga di comando)

In questo esempio, vengono rimosse e aggiunte alcune patch all'ambiente di boot secondo_disco.


# luupgrade -T -n secondo_disco 222222-01
# luupgrade -t -n secondo_disco -s /net/sistema_inst/export/packages \
333333-01 4444444-01

ProcedureOttenere informazioni sui pacchetti installati in un ambiente di boot (riga di comando)

La procedura seguente controlla l'integrità dei pacchetti installati nel nuovo ambiente di boot.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Per controllare l'integrità dei pacchetti appena installati nel nuovo ambiente di boot, digitare:


    #  luupgrade -C -n secondo_disco -O "-v" nome-pacchetto
    
    -A

    Indica l'esecuzione del comando pkgchk sui pacchetti specificati

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot in cui deve essere eseguito il controllo

    -O

    Passa le opzioni direttamente al comando pkgchk

    nome-pacchetto

    Specifica i nomi dei pacchetti da controllare. Se i pacchetti sono più di uno, separare i nomi con uno spazio. Se non vengono specificati i nomi dei pacchetti, il controllo viene eseguito su tutti i pacchetti dell'ambiente di boot specificato.

    -v

    Specifica l'esecuzione del comando in modalità dettagliata


Esempio 9–5 Controllo dell'integrità dei pacchetti in un ambiente di boot (riga di comando)

In questo esempio, vengono controllati i pacchetti SUNWabc, SUNWdef e SUNWghi per verificare che siano stati installati correttamente e che non siano danneggiati.


# luupgrade -C -n secondo_disco SUNWabc SUNWdef SUNWghi

Aggiornamento con un profilo JumpStart

È possibile creare un profilo JumpStart da utilizzare con Solaris Live Upgrade. Se si ha familiarità con il programma JumpStart personalizzato, si tratta dello stesso tipo di profilo. La procedura seguente consente di creare un profilo, provarlo e installarlo usando il comando luupgrade con l'opzione -j.


Avvertenza – Avvertenza –

Quando si installa il sistema operativo Solaris tramite un archivio Solaris Flash, l'archivio e i supporti di installazione devono contenere la stessa versione del sistema operativo. Ad esempio, se l'archivio contiene il sistema operativo Solaris 10 3/05 e si utilizza come supporto il DVD, è necessario usare il DVD di Solaris 10 3/05 per l'installazione dell'archivio. Se le versioni del sistema operativo non corrispondono, l'installazione del sistema di destinazione non riesce. Le versioni dei sistemi operativi devono essere identiche quando si utilizzano i comandi o le parole chiave seguenti:


Per maggiori informazioni, vedere:

ProcedureCreare un profilo per Solaris Live Upgrade

Questa procedura spiega come creare un profilo da usare con Solaris Live Upgrade. Il profilo creato potrà essere usato per aggiornare un ambiente di boot inattivo usando il comando luupgrade con l'opzione -j.

Per le procedure di utilizzo del profilo, vedere le sezioni seguenti:

Procedura
  1. Creare un file con un editor di testo.

    Assegnare al file un nome descrittivo. Verificare che il nome del profilo sia indicativo del modo in cui si intende installare Solaris sul sistema. Ad esempio, è possibile assegnare a questo profilo il nome upgrade_Solaris_10.

  2. Aggiungere le parole chiave e i valori desiderati.

    Nei profili di Solaris Live Upgrade è possibile usare solo le parole chiave elencate nelle tabelle seguenti.

    La tabella seguente elenca le parole chiave che è possibile utilizzare se il valore di Install_type è upgrade o flash_install.

    Parole chiave per la creazione iniziale di un archivio 

    Descrizione 

    Testo di riferimento 

    (Obbligatoria) Install_type

    Determina se verrà eseguito un aggiornamento dell'ambiente Solaris presente sul sistema o se verrà installato un archivio Solaris Flash. Per questa parola chiave, usare i seguenti valori:  

    • upgrade per eseguire un aggiornamento

    • flash_install per eseguire un'installazione Solaris Flash

    • flash_update per eseguire un'installazione differenziale Solaris Flash

    Per la descrizione dei valori accettati con questa parola chiave, vedere Parola chiave install_type del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    (Richiesta per gli archivi Solaris Flash) archive_location

    Richiama un archivio Solaris Flash dalla posizione designata.  

    Per l'elenco dei valori utilizzabili con questa parola chiave, vedere Parola chiave archive_location del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    (Opzionale) cluster (aggiunta o eliminazione di cluster)

    Designa l'aggiunta o la rimozione di un cluster dal gruppo software da installare sul sistema.  

    Per l'elenco dei valori utilizzabili con questa parola chiave, vedere Parola chiave cluster (aggiunta di gruppi software) del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    (Opzionale) geo

    Designa la versione locale o le versioni locali da installare sul sistema o da aggiungere durante un aggiornamento.  

    Per l'elenco dei valori utilizzabili con questa parola chiave, vedere Parola chiave geo del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    (Opzionale) local_customization

    Prima di installare un archivio Solaris Flash su un sistema clone, è possibile creare script personalizzati che preservino le configurazioni locali sul sistema clone. La parola chiave local_customization designa la directory in cui sono stati memorizzati questi script. Il valore corrisponde al percorso dello script sul sistema clone.

    Per informazioni sugli script di predeployment e postdeployment, vedere Creazione di script di personalizzazione del Guida all’installazione di Solaris 10: archivi Solaris Flash (creazione e installazione).

    (Opzionale) locale

    Designa i pacchetti delle versioni locali da installare o da aggiungere durante l'aggiornamento.  

    Per l'elenco dei valori utilizzabili con questa parola chiave, vedere Parola chiave locale del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    (Opzionale) package

    Designa l'aggiunta o la rimozione di un pacchetto dal gruppo software da installare sul sistema.  

    Per l'elenco dei valori utilizzabili con questa parola chiave, vedere Parola chiave package del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    La tabella seguente elenca le parole chiave che è possibile utilizzare se il valore di Install_type è flash_install.

    Parole chiave per la creazione di un archivio differenziale 

    Descrizione 

    Testo di riferimento 

    (Obbligatoria) Install_type

    Definisce l'installazione di un archivio Solaris Flash sul sistema. Il valore per gli archivi differenziali è flash_update .

    Per la descrizione dei valori accettati con questa parola chiave, vedere Parola chiave install_type del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    (Obbligatorio) archive_location

    Richiama un archivio Solaris Flash dalla posizione designata.  

    Per l'elenco dei valori utilizzabili con questa parola chiave, vedere Parola chiave archive_location del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    (Opzionale) forced_deployment

    Forza l'installazione di un archivio differenziale Solaris Flash su un sistema clone diverso da quello atteso dal software. Usando forced_deployment, tutti i file nuovi vengono eliminati per portare il sistema clone allo stato previsto. Se non si è certi di voler eliminare i file nuovi, usare l'impostazione predefinita, che protegge i nuovi file interrompendo l'installazione.

    Per maggiori informazioni su questa parola chiave, vedere Parola chiave forced_deployment (installazione di archivi differenziali Solaris Flash) del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    (Opzionale) local_customization

    Prima di installare un archivio Solaris Flash su un sistema clone, è possibile creare script personalizzati che preservino le configurazioni locali sul sistema clone. La parola chiave local_customization designa la directory in cui sono stati memorizzati questi script. Il valore corrisponde al percorso dello script sul sistema clone.

    Per informazioni sugli script di predeployment e postdeployment, vedere Creazione di script di personalizzazione del Guida all’installazione di Solaris 10: archivi Solaris Flash (creazione e installazione).

    (Opzionale) no_content_check

    Durante l'installazione di un sistema clone con un archivio differenziale Solaris Flash, è possibile usare la parola chiave no_content_check per ignorare la verifica file per file. Questo tipo di verifica assicura che il sistema clone sia una esatta duplicazione del sistema master. È perciò preferibile evitare di usare questa parola chiave se non si è certi che il sistema clone sia una copia esatta del sistema master originale.

    Per maggiori informazioni su questa parola chiave, vedere Parola chiave no_content_check (installazione di archivi Solaris Flash) del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    (Opzionale) no_master_check

    Durante l'installazione di un sistema clone con un archivio differenziale Solaris Flash, è possibile usare la parola chiave no_master_check per ignorare la verifica dei file. I file dei sistemi clone non vengono controllati. Il controllo permetterebbe di verificare che il sistema clone sia stato creato sulla base del sistema master originale. È perciò preferibile evitare di usare questa parola chiave se non si è certi che il sistema clone sia una copia esatta del sistema master originale.

    Per maggiori informazioni su questa parola chiave, vedere Parola chiave no_master_check (installazione di archivi Solaris Flash) del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

  3. Salvare il profilo in una directory del sistema locale.

  4. Verificare che il proprietario del profilo sia root e che le autorizzazioni siano impostate su 644.

  5. Provare il profilo (opzionale).

    Per informazioni sulla procedura di prova del profilo, vedere Provare un profilo da usare con Solaris Live Upgrade .


Esempio 9–6 Creazione di un profilo per Solaris Live Upgrade

In questo esempio, i parametri per l'aggiornamento vengono indicati da un profilo. Questo profilo dovrà essere usato per aggiornare un ambiente di boot inattivo con il comando luupgrade e le opzioni -u e -j di Solaris Live Upgrade. Questo profilo aggiunge un pacchetto e un cluster. Al profilo vengono inoltre aggiunte una versione locale regionale e altre versioni locali. Se si aggiungono una o più versioni locali a un profilo, verificare che l'ambiente di boot contenga uno spazio su disco sufficiente.

# parole chiave         valori
# ----------------         -------------------
  install_type             upgrade
  package                  SUNWxwman add
  cluster                  SUNWCacc add
  geo                      C_Europe
  locale                   zh_TW
  locale                   zh_TW.BIG5
  locale                   zh_TW.UTF-8
  locale                   zh_HK.UTF-8
  locale                   zh_HK.BIG5HK
  locale                   zh
  locale                   zh_CN.GB18030
  locale                   zh_CN.GBK
  locale                   zh_CN.UTF-8


Esempio 9–7 Creazione di un profilo Solaris Live Upgrade per l'installazione di un archivio differenziale

L'esempio seguente mostra un profilo da utilizzare con Solaris Live Upgrade per l'installazione di un archivio differenziale su un sistema clone. Solo i file specificati nell'archivio differenziale vengono aggiunti, eliminati o modificati. L'archivio Solaris Flash viene richiamato da un server NFS. Poiché l'immagine è stata creata a partire dal sistema master originale, la validità dell'immagine del sistema clone non viene verificata. Questo profilo deve essere utilizzato con il comando luupgrade e con le opzioni -u e -j di Solaris Live Upgrade.

# parole chiave         valori
# ----------------         -------------------
 install_type  flash_update
 archive_location          nfs server_inst:/export/solaris/archive/arch_solaris
 no_master_check

Per usare il comando luupgrade per installare l'archivio differenziale, vedere Installare un archivio Solaris Flash con un profilo (riga di comando).


ProcedureProvare un profilo da usare con Solaris Live Upgrade

Dopo aver creato il profilo, usare il comando luupgrade per provarlo. Esaminando l'output generato da luupgrade, è possibile determinare velocemente se il risultato corrisponde all'obiettivo desiderato.

Punto

    Provare il profilo.


    # luupgrade -u -n nome_BE -D -s percorso_immagine_os -j percorso_profilo
    
    -u

    Aggiorna l'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da aggiornare.

    -D

    Il comando luupgrade usa la configurazione del disco dell'ambiente di boot selezionato per provare le opzioni del profilo specificate con l'opzione -j.

    -s percorso_immagine_os

    Specifica il percorso della directory che contiene l'immagine del sistema operativo. È possibile specificare una directory di un supporto di installazione, ad esempio di un DVD-ROM o di un CD-ROM, oppure una directory NFS o UFS.

    -j percorso_profilo

    Percorso di un profilo configurato per l'aggiornamento. Il profilo deve trovarsi in una directory del sistema locale.


Esempio 9–8 Prova di un profilo con Solaris Live Upgrade

Nell'esempio seguente, al profilo è assegnato il nome di profilo_flash. Il profilo viene verificato con successo sull'ambiente di boot inattivo, secondo_disco.


# luupgrade -u -n u1b08 -D -s /net/installsvr/export/u1/combined.u1wos \
 -j /var/tmp/profilo_flash
Convalida del contenuto del supporto /net/installsvr/export/u1/combined.u1wos.
Il supporto è uno dei supporti standard di Solaris.
Il supporto contiene un'immagine di aggiornamento del sistema operativo.
Il supporto contiene Solaris versione 10.
Ricerca del modello di profilo di aggiornamento da utilizzare.
Ricerca del programma di aggiornamento del sistema operativo.
Controllo dell'esistenza di richieste di Live Upgrade precedentemente 
programmate.
Creazione del profilo di aggiornamento per l'ambiente di boot 
secondo_disco.
Determinazione dei package da installare o da aggiornare per 
l'ambiente di boot secondo_disco.
Simulazione dell'aggiornamento del sistema operativo 
dell'ambiente di boot secondo_disco.
La simulazione dell'aggiornamento dell'ambiente operativo è completa.
INFORMAZIONE: var/sadm/system/data/upgrade_cleanup contiene un log
dell'operazione di aggiornamento.
INFORMAZIONE: var/sadm/system/data/upgrade_cleanup contiene un log delle
operazioni di pulizia richieste.
L'aggiornamento Solaris dell'ambiente di boot secondo_disco 
è completo.

A questo punto è possibile usare il profilo per aggiornare un ambiente di boot inattivo.


ProcedureEseguire un aggiornamento con un profilo usando Solaris Live Upgrade (riga di comando)

Questa sezione contiene istruzioni dettagliate per l'aggiornamento di un sistema operativo con l'uso di un profilo.

Per installare un archivio Solaris Flash usando un profilo, vedere Installare un archivio Solaris Flash con un profilo (riga di comando).

Se sono state aggiunte una o più versioni locali a un profilo, verificare che l'ambiente di boot contenga uno spazio su disco sufficiente.


Avvertenza – Avvertenza –

Quando si installa il sistema operativo Solaris tramite un archivio Solaris Flash, l'archivio e i supporti di installazione devono contenere la stessa versione del sistema operativo. Ad esempio, se l'archivio contiene il sistema operativo Solaris 10 3/05 e si utilizza come supporto il DVD, è necessario usare il DVD di Solaris 10 3/05 per l'installazione dell'archivio. Se le versioni del sistema operativo non corrispondono, l'installazione del sistema di destinazione non riesce. Le versioni dei sistemi operativi devono essere identiche quando si utilizzano i comandi o le parole chiave seguenti:


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Creare un profilo.

    Per l'elenco delle parole chiave utilizzabili per l'aggiornamento in un profilo di Solaris Live Upgrade, vedere Creare un profilo per Solaris Live Upgrade.

  3. Digitare:


    # luupgrade -u -n nome_BE -s percorso_immagine_os -j percorso_profilo
    
    -u

    Aggiorna l'immagine del sistema operativo in un ambiente di boot

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da aggiornare.

    -s percorso_immagine_os

    Specifica il percorso della directory che contiene l'immagine del sistema operativo. È possibile specificare una directory di un supporto di installazione, ad esempio di un DVD-ROM o di un CD-ROM, oppure una directory NFS o UFS.

    -j percorso_profilo

    Percorso di un profilo. Il profilo deve trovarsi in una directory del sistema locale. Per informazioni sulla creazione di un profilo, vedere Creare un profilo per Solaris Live Upgrade.

    L'ambiente di boot è pronto per essere attivato.


Esempio 9–9 Aggiornamento di un ambiente di boot con un profilo JumpStart personalizzato (riga di comando)

In questo esempio, l'ambiente di boot secondo_disco viene aggiornato usando un profilo. Per accedere al profilo viene usata l'opzione -j. L'ambiente di boot è pronto per essere attivato. Per creare un profilo, vedere Creare un profilo per Solaris Live Upgrade.


# luupgrade -u -n secondo_disco \ 
-s /net/sistema_inst/export/solarisX/immagine_OS \ 
-j /var/tmp/profile 

Installazione di archivi Solaris Flash in un ambiente di boot

Questa sezione descrive la procedura per usare Solaris Live Upgrade per l'installazione di archivi Solaris Flash. L'installazione di un archivio Solaris Flash sovrascrive tutto il contenuto del nuovo ambiente di boot ad eccezione dei file condivisi. Gli archivi sono memorizzati sui seguenti supporti:

Nella procedura di installazione e creazione di un archivio Solaris Flash tenere in considerazione le seguenti indicazioni.

Descrizione 

Esempio 


Avvertenza – Avvertenza –

Quando si installa il sistema operativo Solaris tramite un archivio Solaris Flash, l'archivio e i supporti di installazione devono contenere la stessa versione del sistema operativo. Se le versioni del sistema operativo non corrispondono, l'installazione del sistema di destinazione non riesce. Le versioni dei sistemi operativi devono essere identiche quando si utilizzano i comandi o le parole chiave seguenti:

  • parola chiave archive_location in un profilo

  • comando luupgrade con le opzioni -s, -a, -j e -J


Ad esempio, se l'archivio contiene il sistema operativo Solaris 10 3/05 e si utilizza come supporto il DVD, è necessario usare il DVD di Solaris 10 3/05 per l'installazione dell'archivio.  


Avvertenza – Avvertenza –

Non è possibile creare in modo corretto un archivio Solaris Flash quando è installata una zona non globale. La funzione Solaris Flash non è compatibile con la tecnologia di partizionamento Solaris Zones. Se si crea un archivio Solaris Flash in una zona non globale, oppure in una zona globale quando sono presenti zone non globali, l'archivio risultante non può essere installato correttamente.


 

Descrizione 

Per maggiori informazioni 

Per esempi della sintassi corretta dei percorsi associati alla memorizzazione degli archivi. 

Vedere Parola chiave archive_location del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

Per usare la funzione di installazione Solaris Flash, è necessario installare il sistema master e creare l'archivio Solaris Flash.  

Per maggiori informazioni sulla creazione di un archivio, vedere il Capitolo 3, Creazione di un archivio Solaris Flash (procedure) del Guida all’installazione di Solaris 10: archivi Solaris Flash (creazione e installazione).

ProcedureInstallare un archivio Solaris Flash in un ambiente di boot (interfaccia a caratteri)

Procedura
  1. Dal menu principale di Solaris Live Upgrade, selezionare Flash.

    Viene visualizzato il menu "Converti in Flash l'ambiente di boot alternativo".

  2. Inserire il nome dell'ambiente di boot in cui si desidera installare l'archivio Solaris Flash e la posizione del supporto di installazione:


    Name of Boot Environment: Solaris_10
    Package media: /net/install-svr/export/Solaris_10/latest
    
  3. Premere F1 per aggiungere un archivio.

    Viene visualizzato il sottomenu Archive Selection.


    Posizione           - Metodo di richiamo
    <Nessun archivio aggiunto> - Scegliere AGGIUNGI per aggiungere gli archivi

    Questo menu permette di creare una serie di archivi. Per aggiungere o rimuovere un archivio, procedere come segue.

    1. Per aggiungere un archivio al menu, premere F1.

      Viene visualizzato un sottomenu per la scelta del metodo di richiamo.


      HTTP
      NFS
      File locale
      Unità nastro locale
      Dispositivo locale
    2. Nel menu “Select Retrieval Method”, selezionare la posizione dell'archivio Solaris Flash.

      Supporto selezionato 

      Prompt 

      HTTP 

      Specificare l'URL e le informazioni sul proxy necessarie per accedere all'archivio Solaris Flash.  

      NFS 

      Specificare il percorso del file system di rete in cui si trova l'archivio Solaris Flash. Oppure, specificare il nome del file dell'archivio. 

      File locale 

      Specificare il percorso del file system locale in cui si trova l'archivio Solaris Flash. 

      Unità nastro locale 

      Specificare l'unità nastro locale e la posizione del nastro su cui si trova l'archivio Solaris Flash. 

      Dispositivo locale 

      Specificare il dispositivo locale, il percorso dell'archivio Solaris Flash e il tipo di file system in cui si trova l'archivio Solaris Flash.  

      Viene visualizzato un sottomenu simile a quello dell'esempio seguente, che varia a seconda del supporto selezionato.


      Posizione NFS: 
    3. Inserire il percorso dell'archivio come indicato nell'esempio seguente.


      Posizione NFS: host:/percorso/archivio.flar
      
    4. Premere F3 per aggiungere l'archivio all'elenco.

    5. (Opzionale) Per rimuovere un archivio dal menu, premere F2.

    6. Quando l'elenco contiene gli archivi che si desidera installare, premere F6 per uscire.

  4. Premere F3 per installare uno o più archivi.

    L'archivio Solaris Flash viene installato nell'ambiente di boot. I file residenti nell'ambiente di boot vengono sovrascritti, ad eccezione dei file condivisibili.

    L'ambiente di boot è pronto per essere attivato. Vedere Attivare un ambiente di boot (interfaccia a caratteri).

ProcedureInstallare un archivio Solaris Flash in un ambiente di boot (riga di comando)

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # luupgrade -f -n nome_BE -s percorso_immagine_os -a archivio
    
    -f

    Specifica l'installazione di un sistema operativo da un archivio Solaris Flash.

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da installare con l'archivio.

    -s percorso_immagine_os

    Specifica il percorso della directory che contiene l'immagine del sistema operativo. È possibile specificare una directory di un supporto di installazione, ad esempio di un DVD-ROM o di un CD-ROM, oppure una directory NFS o UFS.

    -a archivio

    Percorso dell'archivio Solaris Flash, se disponibile sul file system locale. Le versioni delle immagini del sistema operativo specificate con le opzioni -s e -a devono essere uguali.


Esempio 9–10 Installazione di archivi Solaris Flash in un ambiente di boot (riga di comando)

In questo esempio, viene installato un archivio nell'ambiente di boot secondo_disco. L'archivio si trova sul sistema locale. Le versioni del sistema operativo da specificare con le opzioni -s e -a sono entrambe Solaris 10. Tutti i file vengono sovrascritti su secondo_disco, ad eccezione dei file condivisi.


# luupgrade -f -n secondo_disco \ 
-s /net/sistema_inst/export/Solaris_10/immagine_OS \
-a /net/server/archivio/Solaris_10 

L'ambiente di boot è pronto per essere attivato.


ProcedureInstallare un archivio Solaris Flash con un profilo (riga di comando)

Questa procedura mostra come installare un archivio Solaris Flash o un archivio differenziale con l'uso di un profilo.

Se sono state aggiunte una o più versioni locali a un profilo, verificare che l'ambiente di boot contenga uno spazio su disco sufficiente.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Creare un profilo.

    Per l'elenco delle parole chiave utilizzabili in un profilo di Solaris Live Upgrade, vedere Creare un profilo per Solaris Live Upgrade.

  3. Digitare:


    # luupgrade -f -n nome_BE -s percorso_immagine_os -j percorso_profilo
    
    -f

    Specifica l'installazione di un sistema operativo da un archivio Solaris Flash.

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da aggiornare.

    -s percorso_immagine_os

    Specifica il percorso della directory che contiene l'immagine del sistema operativo. È possibile specificare una directory di un supporto di installazione, ad esempio di un DVD-ROM o di un CD-ROM, oppure una directory NFS o UFS.

    -j percorso_profilo

    Percorso di un profilo JumpStart configurato per l'installazione flash. Il profilo deve trovarsi in una directory del sistema locale. La versione del sistema operativo dell'opzione -s e quella dell'archivio Solaris Flash devono essere identiche.

    L'ambiente di boot è pronto per essere attivato.


Esempio 9–11 Installare un archivio Solaris Flash in un ambiente di boot con un profilo (interfaccia a caratteri)

In questo esempio, la posizione di installazione dell'archivio viene indicata da un profilo.

# parole chiave         valori
# ----------------         -------------------
 install_type              flash_install
 archive_location          nfs server_inst:/export/solaris/archivio/arch_solaris
 

Dopo aver creato il profilo, è possibile eseguire il comando luupgrade e installare l'archivio. Per accedere al profilo viene usata l'opzione -j.


# luupgrade -f -n secondo_disco \ 
-s /net/sistema_inst/export/solarisX/immagine_OS \ 
-j /var/tmp/profile 

L'ambiente di boot è pronto per essere attivato. Per creare un profilo, vedere Creare un profilo per Solaris Live Upgrade.


ProcedureInstallare un archivio Solaris Flash con una parola chiave di un profilo (riga di comando)

Questa procedura permette di installare un archivio Solaris Flash e di utilizzare la parola chiave archive_location dalla riga di comando anziché con un file di profilo. Un archivio può essere richiamato rapidamente anche senza l'uso di un apposito file.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # luupgrade -f -n nome_BE -s percorso_immagine_os -J 'archive_location percorso_profilo'
    
    -f

    Specifica l'aggiornamento di un sistema operativo da un archivio Solaris Flash.

    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da aggiornare.

    -s percorso_immagine_os

    Specifica il percorso della directory che contiene l'immagine del sistema operativo. È possibile specificare una directory di un supporto di installazione, ad esempio di un DVD-ROM o di un CD-ROM, oppure una directory NFS o UFS.

    -J 'archive_location percorso_profilo'

    Specifica la parola chiave archive_location e il percorso del profilo JumpStart. La versione del sistema operativo dell'opzione -s e quella dell'archivio Solaris Flash devono essere identiche. Per i valori delle parole chiave, vedere Parola chiave archive_location del Guida all’installazione di Solaris 10: metodo JumpStart personalizzato e installazioni avanzate.

    L'ambiente di boot è pronto per essere attivato.


Esempio 9–12 Installazione di un archivio Solaris Flash con l'uso di una parola chiave di un profilo (riga di comando)

In questo esempio, viene installato un archivio nell'ambiente di boot secondo_disco. Per richiamare l'archivio vengono usate l'opzione -J e le parole chiave archive_location. Tutti i file vengono sovrascritti su secondo_disco, ad eccezione dei file condivisi.


# luupgrade -f -n secondo_disco \ 
-s /net/sistema_inst/export/solarisX/immagine_OS \ 
-J 'archive_location http://esempio.it/flash.flar' 

Attivazione di un ambiente di boot

L'attivazione di un ambiente di boot permette di utilizzarlo per l'avvio successivo del sistema. In caso di problemi nell'avvio del sistema con il nuovo ambiente di boot, sarà sufficiente tornare all'ambiente di boot originale. Vedere il Capitolo 10, Ripristino dei guasti: ripristino dell'ambiente di boot originale (procedure) .

Requisiti e limitazioni per l'attivazione di un ambiente di boot

Perché l'attivazione possa avvenire correttamente, l'ambiente di boot deve soddisfare le seguenti condizioni:

Descrizione 

Per maggiori informazioni 

Lo stato dell'ambiente di boot deve essere “complete”.  

Per informazioni su come determinare lo stato dell'ambiente, vedere Visualizzazione dello stato degli ambienti di boot .

Se l'ambiente di boot non è quello attivo, non è stato possibile attivare le partizioni di quell'ambiente con i comandi luumount o mount.

Per visualizzare le pagine man, vedere lumount(1M) o mount(1M).

L'ambiente di boot che si desidera attivare non può essere sottoposto a un'operazione di confronto.  

Per le procedure, vedere Confronto tra due ambienti di boot.

Se si desidera riconfigurare lo spazio di swap, operare questa modifica prima di avviare l'ambiente di boot inattivo. Nella configurazione predefinita, tutti gli ambienti di boot condividono gli stessi dispositivi di swap.  

Per riconfigurare lo spazio di swap, vedere “Creare un nuovo ambiente di boot”, Punto 9, o Creare un ambiente di boot e riconfigurare lo spazio di swap (riga di comando).


x86 Solo –

A partire da Solaris 10 1/06, è possibile utilizzare il menu di GRUB per passare da un ambiente di boot all'altro. Vedere x86: Attivazione di un ambiente di boot con il menu di GRUB.


Procedurex86: (Opzionale) Aggiornare il dischetto di avvio prima dell'attivazione

Procedura
  1. Inserire il dischetto Solaris 10 3/05 Device Configuration Assistant. Usare il dischetto esistente da sovrascrivere o un nuovo dischetto.

  2. Aggiornare il dischetto di avvio con l'ultima immagine disponibile per la versione in uso.

  3. Espellere il dischetto di avvio.

  4. Digitare:


    volcheck
    
  5. Copiare il file boot/solaris/bootenv.rc del nuovo ambiente di boot sul dischetto.


    cp /a/boot/solaris/bootenv.rc /floppy/floppy0/solaris/bootenv.rc
    
  6. Controllare che i dispositivi di input e di output sul dischetto siano corretti. Qualora non fossero corretti, aggiornarli.

    A questo punto si è pronti per attivare il nuovo ambiente di boot.

ProcedureAttivare un ambiente di boot (interfaccia a caratteri)

La prima volta che si avvia un sistema da un nuovo ambiente di boot, il software Solaris Live Upgrade sincronizza questo ambiente con quello precedentemente attivo. “Sincronizzazione” significa in questo caso la copia di alcuni file e directory di importanza critica dall'ambiente di boot precedente a quello nuovo. Solaris Live Upgrade non esegue questa sincronizzazione dopo l'avvio iniziale, a meno che l'operazione non venga forzata dall'utente.

Per maggiori informazioni sulla sincronizzazione, vedere Sincronizzazione dei file tra gli ambienti di boot.


x86 Solo –

A partire da Solaris 10 1/06, è possibile utilizzare il menu di GRUB per passare da un ambiente di boot all'altro. Vedere x86: Attivazione di un ambiente di boot con il menu di GRUB.


Procedura
  1. Dal menu principale di Solaris Live Upgrade, selezionare Attiva.

  2. Inserire il nome dell'ambiente di boot da attivare:


    Name of Boot Environment: Solaris_10
    Do you want to force a Live Upgrade sync operations: no
    
  3. È possibile continuare oppure forzare la sincronizzazione dei file.

    • Premere Return per continuare.

      Al primo avvio dell'ambiente di boot, i file vengono automaticamente sincronizzati.

    • È possibile forzare la sincronizzazione dei file, ma questa funzione deve essere usata con cautela. I sistemi operativi di entrambi gli ambienti di boot devono essere compatibili con i file da sincronizzare. Per forzare la sincronizzazione dei file, digitare:


      Do you want to force a Live Upgrade sync operations: yes
      

      Avvertenza – Avvertenza –

      La sincronizzazione forzata deve essere utilizzata con estrema cautela, poiché spesso è difficile tener conto di tutte le modifiche apportate all'ultimo ambiente di boot attivo. Ad esempio, se l'ambiente di boot corrente viene eseguito in Solaris 10 e si ritorna a Solaris 9 con una sincronizzazione forzata, i file della versione Solaris 9 possono risultare modificati. Poiché i file dipendono dalla versione del sistema operativo, può essere impossibile avviare Solaris 9 perché i file di Solaris 10 non sono sempre compatibili con quelli di Solaris 9.


  4. Premere F3 per iniziare il processo di attivazione.

  5. Premere Return per continuare.

    Il nuovo ambiente di boot verrà attivato al riavvio successivo del sistema.

  6. Per attivare l'ambiente di boot inattivo, riavviare il sistema:


    # init 6
    

ProcedureAttivare un ambiente di boot (riga di comando)

Per attivare un ambiente di boot, usare la procedura seguente, in base alla versione del sistema operativo in uso.


x86 Solo –

A partire da Solaris 10 1/06, è possibile utilizzare il menu di GRUB per passare da un ambiente di boot all'altro. Vedere x86: Attivazione di un ambiente di boot con il menu di GRUB. Procedere come segue


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Per attivare l'ambiente di boot, digitare:


    # /sbin/luactivate  nome_BE
    
    nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da attivare

  3. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

    Avvertenza – Avvertenza –

    Per riavviare il sistema, usare solo i comandi init o shutdown. Non usare i comandi reboot, halt o uadmin, poiché il sistema non cambierebbe l'ambiente di boot. Verrebbe cioè avviato nuovamente l'ambiente di boot precedentemente attivo.



Esempio 9–13 Attivazione di un ambiente di boot (riga di comando)

In questo esempio, viene attivato l'ambiente di boot secondo_disco.


# /sbin/luactivate secondo_disco
# init 6

ProcedureAttivare un ambiente di boot e sincronizzare i file (riga di comando)

La prima volta che si avvia un sistema da un nuovo ambiente di boot, il software Solaris Live Upgrade sincronizza questo ambiente con quello precedentemente attivo. “Sincronizzazione” significa in questo caso la copia di alcuni file e directory di importanza critica dall'ambiente di boot precedente a quello nuovo. Solaris Live Upgrade non esegue questa sincronizzazione dopo l'avvio iniziale, a meno che questa operazione non venga forzata usando il comando luactivate e l'opzione -s.

Per maggiori informazioni sulla sincronizzazione, vedere Sincronizzazione dei file tra gli ambienti di boot.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Per attivare l'ambiente di boot, digitare:


    # /sbin/luactivate  -s nome_BE
    
    -s

    Forza la sincronizzazione dei file tra l'ambiente di boot precedentemente attivo e quello nuovo. Alla prima attivazione di un ambiente di boot, i file dei due ambienti di boot vengono sincronizzati. Alle attivazioni successive, i file verranno sincronizzati solo se verrà utilizzata l'opzione -s.


    Avvertenza – Avvertenza –

    Questa opzione deve essere utilizzata con estrema cautela, poiché spesso è difficile tener conto di tutte le modifiche apportate all'ultimo ambiente di boot attivo. Ad esempio, se l'ambiente di boot corrente viene eseguito in Solaris 10 e si ritorna a Solaris 9 con una sincronizzazione forzata, i file della versione Solaris 9 possono risultare modificati. Poiché i file dipendono dalla versione del sistema operativo, può essere impossibile avviare Solaris 9 perché i file di Solaris 10 non sono sempre compatibili con quelli di Solaris 9.


    nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da attivare

  3. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

Esempio 9–14 Attivazione di un ambiente di boot (riga di comando)

In questo esempio, viene attivato l'ambiente di boot secondo_disco e i file vengono sincronizzati.


# /sbin/luactivate -s secondo_disco
# init 6

x86: Attivazione di un ambiente di boot con il menu di GRUB

A partire da Solaris 10 1/06, tramite il menu di GRUB è disponibile un nuovo metodo per passare da un ambiente di boot all'altro. Il menu di GRUB è un'alternativa all'attivazione (e all'avvio) con il comando luactivate o con il menu Activate. L'utilizzo del menu di GRUB presenta le seguenti limitazioni:


Avvertenza – Avvertenza –

Dopo avere attivato un ambiente di boot, non modificare l'ordine dei dischi del BIOS. Se si modifica questo ordine, il menu di GRUB può diventare inutilizzabile. Se il problema si verifica, è sufficiente ripristinare l'ordine dei dischi originario.


Tabella 9–3 x86: Attivazione con il menu di GRUB

Attività 

Descrizione 

Per maggiori informazioni 

Attivazione di un ambiente di boot per la prima volta 

La prima attivazione di un ambiente di boot deve essere eseguita con il comando luactivate o il menu Activate. Al successivo riavvio, il nome dell'ambiente di boot viene visualizzato nel menu principale di GRUB. È possibile passare a questo ambiente di boot selezionando la voce appropriata nel menu di GRUB.

Sincronizzazione dei file 

Quando si avvia un ambiente di boot per la prima volta, viene eseguita la sincronizzazione dei file tra l'ambiente di boot attivo e quello nuovo. Nelle successive attivazioni, i file non vengono sincronizzati. Anche quando si passa da un ambiente di boot all'altro con il menu di GRUB, i file non vengono sincronizzati. È possibile forzare la sincronizzazione usando il comando luactivate con l'opzione -s.

Attivare un ambiente di boot e sincronizzare i file (riga di comando)

Ambienti di boot creati prima di Solaris 10 1/06 

Se l'ambiente di boot è stato creato con Solaris 8, Solaris 9 o Solaris 10 3/05, l'ambiente di boot deve sempre essere attivato con il comando luactivate o il menu Activate. Questi ambiente di boot non vengono visualizzati nel menu di GRUB.

 

Modifica o personalizzazione delle voci del menu di GRUB 

Il file menu.lst di GRUB contiene le informazioni visualizzate nel menu principale di GRUB. La modifica di questo file può rendersi necessaria per le seguenti ragioni:

  • Aggiungere al menu di GRUB voci corrispondenti a sistemi operativi diversi da Solaris.

  • Personalizzare la procedura di avvio. Ad esempio, abilitare la modalità dettagliata o modificare il periodo di attesa predefinito per l'avvio del sistema operativo.


Nota –

Per effettuare modifiche al menu di GRUB, è necessario conoscere la posizione del file menu.lst. Per istruzioni dettagliate, vedere x86: Individuazione del file menu.lst del menu di GRUB (procedure).



Avvertenza – Avvertenza –

Non utilizzare il file menu.lst di GRUB per modificare le voci di Solaris Live Upgrade. Tali modifiche potrebbero impedire la corretta esecuzione di Solaris Live Upgrade. Sebbene sia possibile utilizzare il file menu.lst per personalizzare la procedura di avvio, per eseguire una personalizzazione è preferibile usare il comando eeprom. Utilizzando il file menu.lst per la personalizzazione del processo, è possibile che le voci relative a Solaris vengano modificate durante un aggiornamento del software. In questo caso, le modifiche al file potrebbero andare perdute.


Procedurex86: Attivare un ambiente di boot con il menu di GRUB (riga di comando)

A partire da Solaris 10 1/06, è possibile utilizzare il menu di GRUB per passare da un ambiente di boot all'altro. Vanno considerate le seguenti limitazioni:


Nota –

Se l'ambiente di boot è stato creato con Solaris 8, Solaris 9 o Solaris 10 3/05, l'ambiente di boot deve sempre essere attivato con il comando luactivate o il menu Activate. Questi ambiente di boot non vengono visualizzati nel menu di GRUB.


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

    Viene visualizzato il menu principale di GRUB. Sono elencati due sistemi operativi, Solaris e secondo_disco (un ambiente di boot di Solaris Live Upgrade). Le voci failsafe vengono utilizzate per il ripristino se per qualche motivo non è possibile avviare il sistema operativo principale.


    GNU GRUB version 0.95 (616K lower / 4127168K upper memory)
    +-------------------------------------------------------------------+
    |Solaris                                                            |
    |Solaris  failsafe                                                  |
    |secondo_disco                                                      |
    |secondo_disco failsafe                                             |
    +-------------------------------------------------------------------+
    Use the ^ and v keys to select which entry is highlighted. Press
    enter to boot the selected OS, 'e' to edit the commands before
    booting, or 'c' for a command-line.
  3. Per avviare un ambiente di boot, usare i tasti freccia per selezionarlo e premere Invio.

    L'ambiente di boot selezionato viene avviato e diviene l'ambiente attivo.

Capitolo 10 Ripristino dei guasti: ripristino dell'ambiente di boot originale (procedure)

Questo capitolo spiega come ripristinare il sistema in caso di problemi nell'attivazione.

In caso di problemi dopo l'aggiornamento, o di incompatibilità dell'applicazione con uno dei componenti aggiornati, è possibile ripristinare l'ambiente di boot originale usando una delle procedure descritte qui di seguito, a seconda della piattaforma utilizzata.

SPARC: ripristino dell'ambiente di boot originale (riga di comando)

Sono disponibili tre metodi per ripristinare l'ambiente di boot originale:

ProcedureSPARC: Ripristinare l'ambiente di boot originale nonostante la corretta attivazione del nuovo ambiente di boot

Se l'attivazione del nuovo ambiente di boot è andata a buon fine ma non si è soddisfatti del risultato, usare la procedura seguente.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # /sbin/luactivate nome_BE
    
    nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da attivare

  3. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

    L'ambiente di boot precedente torna ad essere l'ambiente attivo.

ProcedureSPARC: Ripristinare l'ambiente di boot originale in caso di insuccesso nell'attivazione del nuovo ambiente

Procedura
  1. Al prompt OK, avviare il sistema in modalità monoutente dal DVD del sistema operativo Solaris, dal CD Solaris Software - 1, dalla rete o da un disco locale.


    OK boot nome_dispositivo -s
    
    nome_dispositivo

    Specifica il nome del dispositivo da cui deve essere avviato il sistema, ad esempio /dev/dsk/c0t0d0s0

  2. Digitare:


    # /sbin/luactivate nome_BE
    
    nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da attivare

  3. Al prompt, digitare:


    Eseguire il fallback su (attivare) l'ambiente di boot <nome disco> 
    (yes o no)? yes
    

    Compare un messaggio indicante che l'attivazione è riuscita.

  4. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

    L'ambiente di boot precedente torna ad essere l'ambiente attivo.

ProcedureSPARC: Ripristinare l'ambiente di boot originale usando un DVD, un CD o un'immagine di installazione in rete

Per avviare il sistema da un DVD, da un CD, da un'immagine di installazione di rete o da un altro disco avviabile, procedere come segue. Attivare la slice radice (/) dall'ultimo ambiente di boot attivo. Eseguire quindi il comando luactivate per cambiare l'ambiente attivo. Al riavvio del sistema, verrà nuovamente utilizzato l'ambiente di boot originale.

Procedura
  1. Al prompt OK, avviare il sistema in modalità monoutente dal DVD del sistema operativo Solaris, dal CD Solaris Software - 1, dalla rete o da un disco locale.


    OK boot cdrom -s 
    

    oppure


    OK boot net -s
    

    oppure


    OK boot nome_dispositivo -s
    
    nome_dispositivo

    Specifica il nome del disco e la slice in cui risiede la copia del sistema operativo, ad esempio /dev/dsk/c0t0d0s0

  2. Se necessario, controllare l'integrità del file system radice (/) dell'ambiente di boot sicuro.


    # fsck nome_dispositivo
    
    nome_dispositivo

    Specifica la posizione del file system radice (/) sul disco dell'ambiente di boot che si desidera ripristinare. Il nome del dispositivo deve essere specificato nella forma /dev/dsk/cwtxdysz.

  3. Attivare la slice radice (/) dell'ambiente di boot attivo in una directory selezionata (ad esempio /mnt):


    # mount nome_dispositivo /mnt
    
    nome_dispositivo

    Specifica la posizione del file system radice (/) sul disco dell'ambiente di boot che si desidera ripristinare. Il nome del dispositivo deve essere specificato nella forma /dev/dsk/cwtxdysz.

  4. Dalla slice radice (/) dell'ambiente di boot attivo, digitare:


    # /mnt/sbin/luactivate
    

    luactivate attiva l'ambiente di boot precedente e indica il risultato dell'operazione.

  5. Disattivare /mnt


    # umount  /mnt
    
  6. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

    L'ambiente di boot precedente torna ad essere l'ambiente attivo.

x86: Ripristino dell'ambiente di boot originale

Per ripristinare l'ambiente di boot originale, scegliere una delle procedure qui descritte.

Versione 

Per maggiori informazioni 

A partire da Solaris 10 1/06

Solaris 10 3/05

Procedurex86: Ripristinare l'ambiente di boot originale nonostante la corretta attivazione del nuovo ambiente di boot con il menu di GRUB

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

    Viene visualizzato il menu di GRUB. Il sistema operativo Solaris è l'ambiente di boot originale. L'ambiente di boot secondo_disco è stato attivato correttamente ed è presente nel menu di GRUB. Le voci failsafe vengono utilizzate per il ripristino se per qualche motivo non è possibile avviare la voce principale.


    GNU GRUB version 0.95 (616K lower / 4127168K upper memory)
    +-------------------------------------------------------------------+
    |Solaris                                                            |
    |Solaris failsafe                                                   |
    |secondo_disco                                                      |
    |secondo_disco failsafe                                             |
    +-------------------------------------------------------------------+
    Use the ^ and v keys to select which entry is highlighted. Press
    enter to boot the selected OS, 'e' to edit the commands before
    booting, or 'c' for a command-line.
  3. Per avviare l'ambiente di boot originale, usare i tasti freccia per selezionarlo e premere Invio.


Esempio 10–1 Ripristinare l'ambiente di boot originale nonostante la corretta attivazione del nuovo ambiente di boot


# su
# init 6

GNU GRUB version 0.95 (616K lower / 4127168K upper memory)
+-------------------------------------------------------------------+
|Solaris                                                            |
|Solaris  failsafe                                                  |
|secondo_disco                                                      |
|secondo_disco failsafe                                             |
+-------------------------------------------------------------------+
Use the ^ and v keys to select which entry is highlighted. Press
enter to boot the selected OS, 'e' to edit the commands before
booting, or 'c' for a command-line.

Selezionare l'ambiente di boot originale, Solaris.


Procedurex86: Ripristinare l'ambiente di boot originale dopo un errore di attivazione con il menu di GRUB


Avvertenza – Avvertenza –

In Solaris 10 3/05, la procedura consigliata per il ripristino, quando l'ambiente di boot precedente e quello nuovo risiedevano su dischi diversi, comportava la modifica dell'ordine di avvio dei dischi del BIOS. A partire da Solaris 10 1/06, la modifica dell'ordine dei dischi del BIOS non è più necessaria ed è anzi sconsigliata. La modifica dell'ordine dei dischi del BIOS può rendere inutilizzabile il menu di GRUB e impedire l'avvio dell'ambiente di boot. Se l'ordine dei dischi del BIOS è stato modificato, ripristinando le condizioni precedenti il sistema torna a funzionare correttamente.


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Per visualizzare il menu di GRUB, riavviare il sistema.


    # init 6
    

    Viene visualizzato il menu di GRUB.


    GNU GRUB version 0.95 (616K lower / 4127168K upper memory)
    +-------------------------------------------------------------------+
    |Solaris                                                            |
    |Solaris failsafe                                                   |
    |secondo_disco                                                      |
    |secondo_disco failsafe                                             |
    +-------------------------------------------------------------------+
    Use the ^ and v keys to select which entry is highlighted. Press
    enter to boot the selected OS, 'e' to edit the commands before
    booting, or 'c' for a command-line.
  3. Dal menu di GRUB, selezionare l'ambiente di boot originale. L'ambiente di boot deve essere stato creato con il software GRUB. Gli ambienti di boot creati con versioni anteriori a Solaris 10 1/06 non sono ambienti di boot GRUB. Se non è presente nessun ambiente di boot GRUB avviabile, passare alla procedura, x86: Ripristinare l'ambiente di boot originale dopo un errore di attivazione con il menu di GRUB e il DVD o i CD.

  4. Avviare il sistema in modalità monoutente modificando il menu di GRUB.

    1. Per modificare il menu di GRUB digitare e.

      Viene visualizzato il menu di modifica di GRUB.


      root (hd0,2,a)
      kernel /platform/i86pc/multiboot
      module /platform/i86pc/boot_archive
    2. Selezionare la voce del kernel dell'ambiente di boot originale con i tasti freccia.

    3. Per modificare la voce di avvio, digitare e.

      La voce del kernel viene visualizzata nel menu di modifica di GRUB.


      grub edit>kernel /boot/multiboot
    4. Digitare -s e premere Invio.

      L'esempio seguente indica l'inserimento dell'opzione -s.


      grub edit>kernel /boot/multiboot -s
      
    5. Per avviare il sistema in modalità monoutente, digitare b.

  5. Se necessario, controllare l'integrità del file system radice (/) dell'ambiente di boot sicuro.


    # fsck punto_attivazione
    
    punto_di_attivazione

    File system radice (/) noto e affidabile

  6. Attivare la slice radice dell'ambiente di boot originale in una directory (ad esempio /mnt):


    # mount nome_dispositivo /mnt
    
    nome_dispositivo

    Specifica la posizione del file system radice (/) sul disco dell'ambiente di boot che si desidera ripristinare. Il nome del dispositivo deve essere specificato nella forma /dev/dsk/cwtxdysz.

  7. Dalla slice radice dell'ambiente di boot attivo, digitare:


    # /mnt/sbin/luactivate
    

    luactivate attiva l'ambiente di boot precedente e indica il risultato dell'operazione.

  8. Disattivare /mnt.


    # umount /mnt
    
  9. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

    L'ambiente di boot precedente torna ad essere l'ambiente attivo.

Procedurex86: Ripristinare l'ambiente di boot originale dopo un errore di attivazione con il menu di GRUB e il DVD o i CD


Avvertenza – Avvertenza –

In Solaris 10 3/05, la procedura consigliata per il ripristino, quando l'ambiente di boot precedente e quello nuovo risiedevano su dischi diversi, comportava la modifica dell'ordine di avvio dei dischi del BIOS. A partire da Solaris 10 1/06, la modifica dell'ordine dei dischi del BIOS non è più necessaria ed è anzi sconsigliata. La modifica dell'ordine dei dischi del BIOS può rendere inutilizzabile il menu di GRUB e impedire l'avvio dell'ambiente di boot. Se l'ordine dei dischi del BIOS è stato modificato, ripristinando le condizioni precedenti il sistema torna a funzionare correttamente.


Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Inserire il DVD Solaris Operating System for x86 Platforms o il CD Solaris 10 Software for x86 Platforms - 1.

  3. Avviare il sistema dal DVD o da un CD.


    # init 6
    

    Viene visualizzato il menu di GRUB.


    GNU GRUB version 0.95 (616K lower / 4127168K upper memory)
    +-------------------------------------------------------------------+
    |Solaris                                                            |
    |Solaris failsafe                                                   |
    +-------------------------------------------------------------------+
    Use the ^ and v keys to select which entry is highlighted. Press
    enter to boot the selected OS, 'e' to edit the commands before
    booting, or 'c' for a command-line.
  4. Avviare il sistema in modalità monoutente modificando il menu di GRUB.

    1. Per modificare il menu di GRUB digitare e.

      Viene visualizzato il menu di modifica di GRUB.


      root (hd0,2,a)
      kernel /platform/i86pc/multiboot
      module /platform/i86pc/boot_archive
    2. Selezionare la voce del kernel dell'ambiente di boot originale con i tasti freccia.

    3. Per modificare la voce di avvio, digitare e.

      La voce del kernel viene visualizzata in un editor.


      grub edit>kernel /boot/multiboot
    4. Digitare -s e premere Invio.

      L'esempio seguente indica l'inserimento dell'opzione -s.


      grub edit>kernel /boot/multiboot -s
      
    5. Per avviare il sistema in modalità monoutente, digitare b.

  5. Se necessario, controllare l'integrità del file system radice (/) dell'ambiente di boot sicuro.


    # fsck punto_attivazione
    
    punto_di_attivazione

    File system radice (/) noto e affidabile

  6. Attivare la slice radice dell'ambiente di boot originale in una directory (ad esempio /mnt):


    # mount nome_dispositivo /mnt
    
    nome_dispositivo

    Specifica la posizione del file system radice (/) sul disco dell'ambiente di boot che si desidera ripristinare. Il nome del dispositivo deve essere specificato nella forma /dev/dsk/cwtxdysz.

  7. Dalla slice radice dell'ambiente di boot attivo, digitare:


    # /mnt/sbin/luactivate
    Eseguire il fallback su (attivare) l'ambiente di boot c0t4d0s0 
    (yes o no)? yes
    

    luactivate attiva l'ambiente di boot precedente e indica il risultato dell'operazione.

  8. Disattivare /mnt.


    # mount nome_dispositivo
    
    nome_dispositivo

    Specifica la posizione del file system radice (/) sul disco dell'ambiente di boot che si desidera ripristinare. Il nome del dispositivo deve essere specificato nella forma /dev/dsk/cwtxdysz.

  9. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

    L'ambiente di boot precedente torna ad essere l'ambiente attivo.

Procedurex86: Ripristinare l'ambiente di boot originale nonostante la corretta attivazione del nuovo ambiente di boot

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # /sbin/luactivate nome_BE
    
    nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da attivare

  3. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

    L'ambiente di boot precedente torna ad essere l'ambiente attivo.

Procedurex86: Ripristinare l'ambiente di boot da un disco differente

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Riavviare il sistema e accedere al menu del BIOS appropriato.

    • Se i dispositivi di boot del sistema sono SCSI, accedere al BIOS SCSI: Per istruzioni a riguardo, vedere la documentazione del controller SCSI.

    • Se i dispositivi di boot sono gestiti dal BIOS di sistema, accedere al BIOS di sistema.

  3. Seguendo le istruzioni fornite nella documentazione del BIOS, cambiare il dispositivo di boot in modo da ripristinare l'ambiente di boot originale (se differente).

  4. Salvare le modifiche al BIOS.

  5. Uscire dal BIOS e avviare il processo di boot.

  6. Digitare b -s per avviare i sistema in modalità monoutente.

  7. Digitare:


    # /sbin/luactivate
    
  8. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

Procedurex86: Ripristinare l'ambiente di boot dallo stesso disco

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Decidere in che modo avviare il sistema.

    • Per avviare il sistema dal DVD del sistema operativo Solaris o dal CD Solaris Software - 1, inserire il disco corrispondente. Il BIOS del sistema deve supportare l'avvio da un DVD o da un CD.

    • Se si avvia il sistema dalla rete, usare l'avvio di rete PXE. Il sistema deve supportare PXE. Per abilitare il sistema all'uso del PXE, usare il tool di configurazione del BIOS o quello della scheda di rete.

    • Se si avvia il sistema da un dischetto, inserire il dischetto Solaris 10 3/05 Device Configuration Assistant nel sistema.


      x86 Solo –

      È possibile copiare il software Device Configuration Assistant su un dischetto dal DVD Solaris Operating System for x86 Platforms oppureCD Solaris Software for x86 Platforms - 2 utilizzando la procedura descritta nella sezione x86: (Opzionale) Aggiornare il dischetto di avvio prima dell'attivazione.


    Seguire le istruzioni visualizzate finché non compare il menu con i parametri di avvio correnti.

  3. Digitare b -s per avviare i sistema in modalità monoutente.

  4. Se necessario, controllare l'integrità del file system radice (/) dell'ambiente di boot sicuro.


    # fsck punto_attivazione
    
    punto_di_attivazione

    File system radice (/) noto e affidabile

  5. Attivare la slice radice dell'ambiente di boot attivo in una directory selezionata (ad esempio /mnt):


    # mount nome_dispositivo /mnt
    
    nome_dispositivo

    Specifica la posizione del file system radice (/) sul disco dell'ambiente di boot che si desidera ripristinare. Il nome del dispositivo deve essere specificato nella forma /dev/dsk/cwtxdysz.

  6. Dalla slice radice dell'ambiente di boot attivo, digitare:


    # /mnt/sbin/luactivate
    

    luactivate attiva l'ambiente di boot precedente e indica il risultato dell'operazione.

  7. Disattivare /mnt/sbin.


    # mount nome_dispositivo
    
    nome_dispositivo

    Specifica la posizione del file system radice (/) sul disco dell'ambiente di boot che si desidera ripristinare. Il nome del dispositivo deve essere specificato nella forma /dev/dsk/cwtxdysz.

  8. Riavviare il sistema.


    # init 6
    

    L'ambiente di boot precedente torna ad essere l'ambiente attivo.

Capitolo 11 Manutenzione degli ambienti di boot con Solaris Live Upgrade (procedure)

Questo capitolo descrive varie attività di manutenzione, ad esempio l'aggiornamento costante del file system dell'ambiente di boot o l'eliminazione di un ambiente di boot. Il capitolo è suddiviso nelle seguenti sezioni:

Funzioni di manutenzione di Solaris Live Upgrade

Tabella 11–1 Funzioni di manutenzione di Solaris Live Upgrade

Attività  

Descrizione 

Per istruzioni, vedere 

(Opzionale) Visualizzazione dello stato dell'ambiente di boot. 

  • Determinare se un ambiente di boot è attivo, in corso di attivazione, programmato per l'attivazione o in fase di confronto.

 
  • Confrontare l'ambiente di boot attivo con quello inattivo.

 
  • Visualizzare il nome dell'ambiente di boot attivo.

 
  • Visualizzare la configurazione di un ambiente di boot.

(Opzionale) Aggiornamento di un ambiente di boot inattivo. 

Copiare nuovamente i file system dall'ambiente di boot attivo senza modificare la configurazione dei file system. 

Aggiornamento di un ambiente di boot precedentemente configurato

(Opzionale) Altre attività. 

  • Eliminare un ambiente di boot.

 
  • Cambiare nome a un ambiente di boot.

 
  • Aggiungere o modificare la descrizione associata al nome di un ambiente di boot.

 
  • Annullare attività pianificate.

Visualizzazione dello stato degli ambienti di boot

Per visualizzare informazioni sull'ambiente di boot è possibile utilizzare il menu Status o il comando lustatus. Se non viene specificato un ambiente di boot, vengono visualizzate informazioni di stato su tutti gli ambienti di boot del sistema.

Per ogni ambiente di boot vengono presentate le seguenti informazioni:

ProcedureVisualizzare lo stato degli ambienti di boot (interfaccia a caratteri)

Punto

    Dal menu principale, selezionare Status.

    Viene visualizzata una tabella simile alla seguente:


    boot environment   Is        Active  Active     Can	    Copy
    Name               Complete  Now	 OnReboot   Delete	 Status
    ------------------------------------------------------------------------
    disco_a_S9          yes       yes     yes        no       -     
    disco_b_S10database  yes       no      no         yes      COPYING  
    disco_b_S9a         no        no      no         yes      - 

    Nota –

    In questo esempio, non sarebbe possibile eseguire operazioni di copia, rinomina o aggiornamento su disco_b_S9a, poiché l'ambiente non è completo, né su disco_b_S10database, perché per questo ambiente è in corso un'operazione di aggiornamento.


ProcedureVisualizzare lo stato degli ambienti di boot (riga di comando)

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # lustatus nome_BE
    
    nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot inattivo di cui si desidera visualizzare lo stato. Se il nome_BE viene omesso, lustatus visualizza lo stato di tutti gli ambienti di boot del sistema.

    In questo esempio, viene visualizzato lo stato di tutti gli ambienti di boot.


    # lustatus
    boot environment   Is        Active  Active     Can	    Copy
    Name               Complete  Now	 OnReboot   Delete	 Status
    ------------------------------------------------------------------------
    disco_a_S9          yes       yes     yes        no       -     
    disco_b_S10database  yes       no      no         yes      COPYING  
    disco_b_S9a         no        no      no         yes      - 

    Nota –

    In questo caso, non sarebbe possibile eseguire operazioni di copia, rinomina o aggiornamento su disco_b_S9a, poiché l'ambiente non è completo, né su disco_b_S10database, perché per questo ambiente è in corso un'operazione di aggiornamento.


Aggiornamento di un ambiente di boot precedentemente configurato

Per aggiornare il contenuto di un ambiente di boot precedentemente configurato è possibile utilizzare il menu Copy o il comando lumake. I file system dell'ambiente di boot attivo (di origine) vengono copiati nell'ambiente di boot di destinazione. I dati di quest'ultimo vengono distrutti. Per poter eseguire un'operazione di copia da un ambiente di boot, è necessario che il suo stato sia “complete”. Per determinare lo stato di un ambiente di boot, vedere Visualizzazione dello stato degli ambienti di boot .

L'operazione di copia può essere pianificata per un momento successivo, ed è possibile pianificare una sola attività alla volta. Per annullare una copia pianificata, vedere Annullamento di un'operazione pianificata di creazione, aggiornamento o copia.

ProcedureAggiornare un ambiente di boot precedentemente configurato (interfaccia a caratteri)

Procedura
  1. Dal menu principale, selezionare Copia.

  2. Inserire il nome dell'ambiente di boot inattivo da attivare:


    Name of Target Boot Environment: solaris8
    
  3. Continuare o pianificare la copia per un momento successivo:

    • Per continuare con la copia, premere Return.

      L'ambiente di boot inattivo viene aggiornato.

    • Per pianificare la copia per un momento successivo, digitare y, un orario (nel formato del comando at) e l'indirizzo di email a cui inviare i risultati:


      Do you want to schedule the copy? y
      Enter the time in 'at' format to schedule copy: 8:15 PM
      Enter the address to which the copy log should be mailed: 
      utente@dominio.it

      Per informazioni sui formati disponibili per l'ora, vedere la pagina man di at(1).

      L'ambiente di boot inattivo viene aggiornato.

      Per annullare una copia pianificata, vedere Annullamento di un'operazione pianificata di creazione, aggiornamento o copia.

ProcedureAggiornare un ambiente di boot precedentemente configurato (riga di comando)

Questa procedura copia i file dell'ambiente di origine sopra i file obsoleti di un ambiente di boot creato in precedenza.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # lumake -n  nome_BE [-s BE_origine] [-t  ora] [-m indirizzo_email]
    
    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot di cui si desidera sostituire i file system.

    -s BE_origine

    (Opzionale) Specifica il nome dell'ambiente di boot di origine che contiene i file system da copiare nell'ambiente di boot di destinazione. Se questa opzione viene omessa, lumake utilizza come origine l'ambiente di boot corrente.

    -t ora

    (Opzionale) Imposta un'attività batch di copia da eseguire sui file system dell'ambiente di boot specificato all'ora specificata. L'ora deve essere indicata nel formato descritto nella pagina man del comando at(1).

    -m indirizzo_email

    (Opzionale) Permette di inviare l'output di lumake all'indirizzo specificato al termine del comando. L'indirizzo_email non viene verificato. Questa opzione può essere utilizzata solo insieme a -t.


Esempio 11–1 Aggiornamento di un ambiente di boot precedentemente configurato (riga di comando)

In questo esempio, i file system di primo_disco verranno copiati su secondo_disco. Al termine dell'operazione, verrà inviata una email all'utente Gianni del dominio sede.it.


# lumake -n  secondo_disco -s primo_disco -m gianni@sede.it

I file di primo_disco vengono copiati su secondo_disco e viene inviata una email di notifica. Per annullare una copia pianificata, vedere Annullamento di un'operazione pianificata di creazione, aggiornamento o copia.


Annullamento di un'operazione pianificata di creazione, aggiornamento o copia

Le operazioni di creazione, aggiornamento e copia di un ambiente di boot possono essere annullate fino all'ora di esecuzione impostata. Nell'interfaccia grafica, per pianificare un'operazione è possibile utilizzare i menu per la creazione, l'aggiornamento o la copia dell'ambiente di boot. Dalla riga di comando, è possibile usare il comando lumake. È possibile pianificare una sola operazione alla volta.

ProcedureAnnullare un'operazione pianificata di creazione, aggiornamento o copia (interfaccia a caratteri)

Procedura
  1. Dal menu principale, selezionare Cancel.

  2. Per visualizzare un elenco degli ambienti di boot disponibili per l'annullamento, premere F2.

  3. Selezionare l'ambiente di boot in cui annullare l'operazione.

    L'operazione non verrà più eseguita all'ora specificata.

ProcedureAnnullare un'operazione pianificata di creazione, aggiornamento o copia (riga di comando)

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # lucancel
    

    L'operazione non verrà più eseguita all'ora specificata.

Confronto tra due ambienti di boot

Per identificare le differenze tra l'ambiente di boot attivo e altri ambienti di boot, è possibile usare il menu Compare o il comando lucompare. Per poter eseguire il confronto, l'ambiente di boot inattivo deve essere in stato "complete" e non può avere un'operazione di copia pianificata per l'esecuzione. Vedere Visualizzazione dello stato degli ambienti di boot

L'ambiente di boot specificato non può contenere partizioni attivate con lumount o mount.

ProcedureConfrontare due ambienti di boot (interfaccia a caratteri)

Procedura
  1. Dal menu principale, selezionare Compare.

  2. Scegliere se eseguire il confronto con l'ambiente di boot originale o con un ambiente di boot attivo.

  3. Premere F3.

  4. Inserire i nomi dell'ambiente di boot originale (attivo) e dell'ambiente di boot inattivo e il percorso di un file:


    Name of Parent: solaris8
    Name of Child: solaris8-1
    Full Pathname of the file to Store Output: /tmp/compare
    
  5. Per salvare il file, premere F3.

    Il menu Compare presenta i seguenti attributi dei file:

    • Modalità.

    • Numero di collegamenti.

    • Proprietario.

    • Gruppo.

    • Checksum – Il checksum viene calcolato solo se il file dell'ambiente di boot specificato corrisponde alla sua controparte nell'ambiente di boot attivo in tutti i campi descritti in precedenza. Se gli altri attributi sono uguali ma il checksum è diverso, i checksum differenti vengono aggiunti all'output relativo ai file confrontati.

    • Dimensioni.

    • File presenti in uno solo degli ambienti di boot.

  6. Per tornare al menu Compare, premere F3.

ProcedureConfrontare due ambienti di boot (riga di comando)

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # /usr/sbin/lucompare -i  infile (o) -t -o  outfile nome_BE
    
    -i  file_input

    Confronta i file elencati nel file specificato. I file da confrontare devono essere designati con un percorso assoluto. Se viene specificato il nome di una directory, il confronto viene effettuato in modo ricorsivo sul contenuto della directory. Questa opzione è alternativa a -t.

    -t

    Confronta solo i file non-binari. Questa operazione utilizza il comando file(1) su tutti i file per determinare se siano in formato testo. Questa opzione è alternativa a -i.

    -o  file_output

    Redirige l'output delle differenze al file specificato.

    nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot da confrontare con quello attivo.


Esempio 11–2 Confronto tra due ambienti di boot (riga di comando)

In questo esempio, l'ambiente di boot primo_disco (origine) viene confrontato con secondo_disco e i risultati vengono inviati ad un file.


# /usr/sbin/lucompare -i  /etc/lu/compare/ \
-o /var/tmp/compare.out secondo_disco

Eliminazione di un ambiente di boot inattivo

È possibile usare il menu Delete o il comando ludelete per rimuovere un ambiente di boot. Vanno considerate le seguenti limitazioni.

ProcedureEliminare un ambiente di boot inattivo (interfaccia a caratteri)

Procedura
  1. Dal menu principale, selezionare Delete.

  2. Inserire il nome dell'ambiente di boot inattivo che si desidera eliminare


    Name of boot environment: solaris8
    

    L'ambiente di boot inattivo viene eliminato.

ProcedureEliminare un ambiente di boot inattivo (riga di comando)

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # ludelete nome_BE
    
    nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot inattivo da eliminare


Esempio 11–3 Eliminazione di un ambiente di boot inattivo (riga di comando)

In questo esempio, viene eliminato l'ambiente di boot secondo_disco.


# ludelete secondo_disco

Visualizzazione del nome dell'ambiente di boot attivo

Per visualizzare il nome dell'ambiente di boot attivo è possibile usare il menu Current o il comando lucurr. Se sul sistema non è configurato alcun ambiente di boot, compare il messaggio “Nessun ambiente di boot configurato sul sistema”. Si noti che lucurr restituisce solo il nome dell'ambiente di boot corrente, non di quello che verrà attivato al riavvio successivo del sistema. Per determinare lo stato di un ambiente di boot, vedere Visualizzazione dello stato degli ambienti di boot .

ProcedureVisualizzare il nome dell'ambiente di boot attivo (interfaccia a caratteri)

Punto

    Dal menu principale, selezionare Current.

    Viene visualizzato il nome dell'ambiente di boot attivo o il messaggio “Nessun ambiente di boot configurato sul sistema”.

ProcedureVisualizzare il nome dell'ambiente di boot attivo (riga di comando)

Punto

    Digitare:


    # /usr/sbin/lucurr
    

Esempio 11–4 Visualizzazione del nome dell'ambiente di boot attivo (riga di comando)

In questo esempio, viene visualizzato il nome dell'ambiente di boot corrente.


# /usr/sbin/lucurr
solaris8

Rinomina di un ambiente di boot

La rinomina dell'ambiente di boot può essere utile quando occorre aggiornare l'ambiente di boot da una versione di Solaris a un'altra. Ad esempio, in seguito all'aggiornamento del sistema operativo è possibile rinominare l'ambiente di boot da solaris8 a solaris10.

Per cambiare nome all'ambiente di boot inattivo, è possibile usare il menu Rename o il comando lurename.


x86 Solo –

A partire da Solaris 10 1/06, il menu di GRUB viene aggiornato automaticamente quando si utilizza il menu Rename o il comando lurename. Il menu di GRUB aggiornato visualizza il nome dell'ambiente di boot nell'elenco delle voci di avvio. Per maggiori informazioni sul menu di GRUB, vedere x86: Attivazione di un ambiente di boot con il menu di GRUB.

Per determinare la posizione del file menu.lst del menu di GRUB, vedere x86: Individuazione del file menu.lst del menu di GRUB (procedure).


Tabella 11–2 Limitazioni per la denominazione degli ambienti di boot

Limitazione 

Per istruzioni, vedere 

Il nome non deve superare i 30 caratteri di lunghezza. 

 

Il nome può contenere solo caratteri alfanumerici o altri caratteri ASCII che non siano considerati speciali dalla shell UNIX. 

Vedere la sezione “Quoting” della pagina man sh(1).

Il nome può contenere solo caratteri a 8 bit di un solo byte. 

 

Il nome deve essere unico sul sistema. 

 

È possibile rinominare solo gli ambienti di boot con stato “complete”.  

Per determinare lo stato di un ambiente di boot, vedere Visualizzazione dello stato degli ambienti di boot .

Non è possibile rinominare un ambiente di boot i cui file system siano stati attivati con lumount o mount.

 

ProcedureRinominare un ambiente di boot inattivo (interfaccia a caratteri)

Procedura
  1. Dal menu principale, selezionare Rename.

  2. Inserire il nome corrente dell'ambiente di boot da rinominare e quindi il nuovo nome:

  3. Per salvare le modifiche, premere F3.

ProcedureRinominare un ambiente di boot inattivo (riga di comando)

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # lurename -e  nome_BE -n  nuovo_nome
    
    -e nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot inattivo da modificare

    -n nuovo_nome

    Specifica il nuovo nome da assegnare all'ambiente di boot inattivo

    In questo esempio, secondo_disco viene rinominato in terzo_disco.


    # lurename -e  secondo_disco  -n  terzo_disco
    

Aggiunta o modifica della descrizione associata al nome di un ambiente di boot

È possibile associare una descrizione al nome di un ambiente di boot. La descrizione non può sostituire il nome. Mentre per il nome dell'ambiente di boot esistono alcune limitazioni a livello di lunghezza e di caratteri ammessi, la descrizione può avere qualunque lunghezza e accetta qualunque contenuto. La descrizione può essere un semplice testo o un'entità più complessa, ad esempio un file gif. La descrizione può essere creata:

Per maggiori informazioni sull'uso dell'opzione -A con lucreate

Creare un ambiente di boot per la prima volta (riga di comando)

Per informazioni su come creare la descrizione dopo la creazione dell'ambiente di boot 

ludesc(1M)

ProcedureAggiungere o modificare la descrizione di un ambiente di boot in formato testo

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # /usr/sbin/ludesc -n  nome_BE 'descrizione'
    
    -n nome_BE 'descrizione_BE'

    Specifica il nome dell'ambiente di boot e la nuova descrizione da associare al nome


Esempio 11–5 Aggiunta di una descrizione in formato testo per un ambiente di boot

In questo esempio, viene aggiunta una descrizione a un ambiente di boot di nome secondo_disco. La descrizione è un testo racchiuso tra virgolette singole.


# /usr/sbin/ludesc -n secondo_disco 'Test di Solaris 10'

ProcedureAggiungere o modificare la descrizione di un ambiente di boot con un file

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # /usr/sbin/ludesc -n nome_BE -f nome_file
    
    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot

    nome_file

    Specifica il file da associare al nome dell'ambiente di boot


Esempio 11–6 Aggiunta della descrizione di un ambiente di boot con un file

In questo esempio, viene aggiunta una descrizione a un ambiente di boot di nome secondo_disco. La descrizione è contenuta in un file gif.


# /usr/sbin/ludesc -n secondo_disco -f rosa.gif

ProcedureDeterminare il nome di un ambiente di boot da una descrizione in formato testo

Il comando seguente restituisce il nome dell'ambiente di boot associato alla descrizione specificata.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # /usr/sbin/ludesc -A 'descrizione'
    
    -A 'descrizione_BE'

    Specifica la descrizione da associare al nome dell'ambiente di boot


Esempio 11–7 Identificazione dell'ambiente di boot in base alla descrizione

In questo esempio, il nome dell'ambiente di boot, secondo_disco, viene determinato usando l'opzione -A con la descrizione.


# /usr/sbin/ludesc -A  'Test di Solaris 10'
 secondo_disco

ProcedureDeterminare il nome di un ambiente di boot da una descrizione contenuta in un file

Il comando seguente visualizza l'ambiente di boot associato a un determinato file. Il file contiene la descrizione dell'ambiente di boot.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # /usr/sbin/ludesc -f  nome_file
    
    -f nome_file

    Specifica il nome del file che contiene la descrizione dell'ambiente di boot.


Esempio 11–8 Identificazione di un ambiente di boot in base alla descrizione contenuta in un file

In questo esempio, il nome dell'ambiente di boot, secondo_disco, viene determinato usando l'opzione -f e il nome del file che contiene la descrizione.


# /usr/sbin/ludesc -f rosa.gif 
secondo_disco

ProcedureDeterminare la descrizione di un ambiente di boot in base al nome

Questa procedura visualizza la descrizione dell'ambiente di boot specificato nel comando.

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # /usr/sbin/ludesc -n nome_BE
    
    -n nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot.


Esempio 11–9 Identificazione della descrizione dell'ambiente di boot in base al nome

In questo esempio, la descrizione viene determinata usando l'opzione -n con il nome dell'ambiente di boot.


# /usr/sbin/ludesc -n  secondo_disco 
Test di Solaris 10

Visualizzazione della configurazione di un ambiente di boot

Per visualizzare la configurazione di un ambiente di boot è possibile usare il menu List o il comando lufslist. L'output contiene la slice (il file system) del disco, il tipo di file system e la dimensione del file system per ogni punto di attivazione dell'ambiente di boot.

ProcedureVisualizzare la configurazione degli ambienti di boot inattivi (interfaccia a caratteri)

Procedura
  1. Dal menu principale, selezionare List.

  2. Per visualizzare lo stato di un ambiente di boot, digitarne il nome.


    Name of Boot Environment: solaris8
    
  3. Premere F3.

    L'esempio seguente visualizza un elenco.


    Filesystem                fstype       size(Mb) Mounted on
    ------------------------------------------------------------------
    /dev/dsk/c0t0d0s1         swap           512.11 -
    /dev/dsk/c0t4d0s3         ufs           3738.29 /
    /dev/dsk/c0t4d0s4         ufs            510.24 /opt
  4. Per tornare al menu List, premere F6.

ProcedureVisualizzare la configurazione di un ambiente di boot (riga di comando)

Procedura
  1. Diventare superutente o assumere un ruolo equivalente.

    I ruoli comportano determinate autorizzazioni e consentono di eseguire comandi che richiedono privilegi. Per maggiori informazioni sui ruoli, vedere Configuring RBAC (Task Map) del System Administration Guide: Security Services.

  2. Digitare:


    # lufslist -n nome_BE
    
    nome_BE

    Specifica il nome dell'ambiente di boot di cui si desidera visualizzare i file system.

    L'esempio seguente visualizza un elenco.


    Filesystem                fstype       size(Mb) Mounted on
    ------------------------------------------------------------------
    /dev/dsk/c0t0d0s1         swap           512.11 -
    /dev/dsk/c0t4d0s3         ufs           3738.29 /
    /dev/dsk/c0t4d0s4         ufs            510.24 /opt

Capitolo 12 Solaris Live Upgrade (esempi)

Questo capitolo contiene alcuni esempi che illustrano la creazione di un ambiente di boot, il suo aggiornamento e la sua attivazione, che consente al nuovo ambiente di boot di diventare il sistema di esecuzione effettivo. Il capitolo è suddiviso nelle seguenti sezioni:

Esempio di aggiornamento con Solaris Live Upgrade (riga di comando)

In questo esempio, viene creato un nuovo ambiente di boot usando il comando lucreate su un sistema che esegue Solaris 9. Il nuovo ambiente di boot viene aggiornato a Solaris 10 con il comando luupgrade. L'ambiente di boot aggiornato viene attivato con il comando luactivate. Viene inoltre fornito un esempio di ripristino dell'ambiente di boot originale.

Installare le patch richieste

Descrizione 

Per maggiori informazioni 


Avvertenza – Avvertenza –

Il funzionamento corretto di Solaris Live Upgrade richiede l'installazione di un determinato insieme di patch per ogni versione del sistema operativo. Prima di installare o eseguire Solaris Live Upgrade, è necessario installare queste patch.



x86 Solo –

A partire da Solaris 10 1/06, se questo gruppo di patch non viene installato, Solaris Live Upgrade non riesce e può visualizzare il seguente messaggio di errore. Anche se il messaggio di errore non viene visualizzato, è possibile che le patch necessarie non siano installate. Verificare sempre che tutte le patch indicate nel documento informativo (infodoc) di Sunsolve siano state installate prima di installare Solaris Live Upgrade.


ERRORE: Non trovato o non
eseguibile: </sbin/biosdev>.
ERRORE: Una o più patch richieste
da Live Upgrade non sono state installate.

Le patch elencate nel documento 72099 sono soggette a modifica senza preavviso. Queste patch correggono eventuali problemi in Solaris Live Upgrade e nei componenti sui cui si basa. Se si verificano problemi nell'utilizzo di Solaris Live Upgrade, controllare e accertarsi che le patch più recenti di Solaris Live Upgrade siano installate. 

Verificare di disporre dell'elenco più aggiornato delle patch accedendo al sito http://sunsolve.sun.com. Consultare il documento informativo 72099 sul sito Web di SunSolve.

Se si utilizza Solaris 8 o Solaris 9, è possibile che non si riesca ad eseguire il programma di installazione Solaris Live Upgrade. Queste versioni infatti non contengono l'insieme di patch richiesto per eseguire il Java 2 runtime environment. Per eseguire il programma di installazione di Solaris Live Upgrade e installarne i pacchetti è necessario che sul sistema sia presente il cluster di patch raccomandato per l'ambiente runtime Java 2. 

Per installare i pacchetti di Solaris Live Upgrade, usare il comando pkgadd. Oppure, installare il gruppo di patch consigliato per l'ambiente runtime Java 2. Il gruppo di patch è disponibile sul sito http://sunsolve.sun.com.

Procedere come segue per installare le patch richieste.

Ottenere l'elenco delle patch dal sito Web di SunSolve.


# patchadd /net/server/export/patches
# init 6

Installare Live Upgrade nell'ambiente di boot attivo

  1. Inserire il DVD del sistema operativo Solaris o il CD Solaris Software - 2.

  2. Seguire la procedura appropriata per il supporto utilizzato.

    • Se si utilizza il DVD del sistema operativo Solaris, spostarsi nella directory del programma di installazione e avviarlo.


      # cd /cdrom/cdrom0/Solaris_10/Tools/Installers
      # ./liveupgrade20
      

      Viene visualizzata l'interfaccia utente grafica (GUI) del programma di installazione di Solaris.

    • Se si utilizza il CD Solaris Software - 2, avviare il programma di installazione.


      % ./installer
      

      Viene visualizzata l'interfaccia utente grafica (GUI) del programma di installazione di Solaris.

  3. Dalla schermata di selezione del tipo di installazione, scegliere l'installazione personalizzata.

  4. Nella schermata di selezione della versione locale, fare clic sulle lingue da installare.

  5. Scegliere il software da installare.

    • Per i DVD, nella schermata di selezione dei componenti, fare clic su Avanti per installare i pacchetti.

    • Per i CD, nella schermata di selezione dei prodotti, scegliere l'installazione predefinita per Solaris Live Upgrade e fare clic sulle altre opzioni per deselezionarle.

  6. Installare il software seguendo le indicazioni del programma di installazione di Solaris.

Creare un ambiente di boot

L'ambiente di boot di origine viene denominato c0t4d0s0 usando l'opzione -c. L'assegnazione di un nome all'ambiente di boot di origine è richiesta solo quando viene creato il primo ambiente di boot. Per maggiori informazioni sull'indicazione dei nomi con l'opzione -c, vedere la descrizione in “Creare un ambiente di boot per la prima volta”, Punto 2.

Il nome del nuovo ambiente di boot è c0t15d0s0. L'opzione -A crea una descrizione associata al nome dell'ambiente di boot

Il file system radice (/) viene copiato nel nuovo ambiente di boot. Viene anche creata una nuova slice di swap (non viene condivisa la slice di swap dell'ambiente di boot di origine).


# lucreate -A 'descrizione' -c c0t4d0s0 -m /:/dev/dsk/c0t15d0s0:ufs\
-m -:/dev/dsk/c0t15d0s1:swap -n c0t15d0s0

Aggiornare l'ambiente di boot inattivo

Il nome dell'ambiente di boot inattivo è c0t15d0s0. L'immagine del sistema operativo da utilizzare per l'aggiornamento viene prelevata dalla rete.


# luupgrade -n c0t15d0s0 -u -s /net/ins-svr/export/Solaris_10 \ 
combined.solaris_wos

Controllare che l'ambiente di boot possa essere avviato

Il comando lustatus indica se la creazione dell'ambiente di boot è terminata. Indica inoltre se l'ambiente di boot può essere utilizzato per l'avvio del sistema.


# lustatus
boot environment   Is        Active  Active     Can	    Copy
Name               Complete  Now	 OnReboot   Delete	 Status
------------------------------------------------------------------------
c0t4d0s0           yes       yes      yes      no      -
c0t15d0s0          yes       no       no       yes     -

Attivare l'ambiente di boot inattivo

L'ambiente di boot c0t15d0s0 viene reso avviabile con il comando luactivate. Il sistema viene quindi riavviato e c0t15d0s0 diventa l'ambiente di boot attivo. L'ambiente di boot c0t4d0s0 è ora inattivo.


# luactivate c0t15d0s0
# init 6

(Opzionale) Ripristinare l'ambiente di boot di origine

La seguente procedura di ripristino dipende dallo stato di attivazione del nuovo ambiente di boot:


Esempio 12–1 SPARC: Ripristinare l'ambiente di boot originale nonostante la corretta creazione del nuovo ambiente di boot

In questo esempio, l'ambiente di boot originale c0t4d0s0 viene ripristinato come ambiente di boot attivo nonostante l'attivazione del nuovo ambiente sia andata a buon fine. Il nome del dispositivo è primo_disco.


# /sbin/luactivate primo_disco 
# init 6


Esempio 12–2 SPARC: Ripristinare l'ambiente di boot originale in caso di insuccesso nell'attivazione del nuovo ambiente

In questo esempio, l'avvio del nuovo ambiente di boot non è riuscito. È necessario tornare al prompt OK e quindi riavviare l'ambiente di boot originale, c0t4d0s0, in modalità monoutente.


OK boot net -s
# /sbin/luactivate primo_disco
Eseguire il fallback su (attivare) l'ambiente di boot c0t4d0s0 
(yes o no)? yes
# init 6

L'ambiente di boot originale, c0t4d0s0, diventa l'ambiente attivo.



Esempio 12–3 SPARC: Ripristinare l'ambiente di boot originale usando un DVD, un CD o un'immagine di installazione in rete

In questo esempio, l'avvio del nuovo ambiente di boot non è riuscito. Non è possibile avviare il sistema dall'ambiente di boot originale, perciò occorre usare un supporto o un'immagine di installazione in rete. Il dispositivo è /dev/dsk/c0t4d0s0. L'ambiente di boot originale, c0t4d0s0, diventa l'ambiente attivo.


OK boot net -s
# fsck /dev/dsk/c0t4d0s0
# mount /dev/dsk/c0t4d0s0 /mnt 
# /mnt/sbin/luactivate
Eseguire il fallback su (attivare) l'ambiente di boot c0t4d0s0 
(yes o no)? yes
# umount /mnt 
# init 6


Esempio 12–4 x86: Ripristinare l'ambiente di boot originale usando il menu di GRUB

A partire da Solaris 10 1/06, è possibile ripristinare l'ambiente originale usando il menu di GRUB come descritto nell'esempio seguente.

In questo esempio, il menu di GRUB viene visualizzato correttamente ma il nuovo ambiente di boot non è avviabile. Per abilitare il ripristino, l'ambiente di boot originale viene avviato in modalità monoutente.

  1. Per visualizzare il menu di GRUB, riavviare il sistema.


    # init 6
    

    Viene visualizzato il menu di GRUB.


    GNU GRUB version 0.95 (616K lower / 4127168K upper memory)
    +-------------------------------------------------------------------+
    |Solaris                                                            |
    |Solaris failsafe                                                   |
    |secondo_disco                                                      |
    |secondo_disco failsafe                                             |
    +-------------------------------------------------------------------+
    Use the ^ and v keys to select which entry is highlighted. Press
    enter to boot the selected OS, 'e' to edit the commands before
    booting, or 'c' for a command-line.
  2. Dal menu di GRUB, selezionare l'ambiente di boot originale. L'ambiente di boot deve essere stato creato con il software GRUB. Gli ambienti di boot creati con versioni anteriori a Solaris 10 1/06 non sono ambienti di boot GRUB. Se non si dispone di un'ambiente di boot GRUB avviabile, passare all'Esempio 12–5.

  3. Modificare il menu di GRUB digitando: e.

  4. Selezionare kernel /boot/multiboot usando i tasti freccia e digitare e. Viene visualizzato il menu di modifica di GRUB.


    grub edit>kernel /boot/multiboot
  5. Avviare il sistema in modalità monoutente, con l'opzione -s.


    grub edit>kernel /boot/multiboot -s
    
  6. Avviare e attivare l'ambiente di boot. Quindi renderlo attivo.


# b
# fsck /dev/dsk/c0t4d0s0
# mount /dev/dsk/c0t4d0s0 /mnt 
# /mnt/sbin/luactivate
Eseguire il fallback su (attivare) l'ambiente di boot c0t4d0s0 
(yes o no)? yes
# umount /mnt
# init 6


Esempio 12–5 x86: Ripristinare l'ambiente di boot originale con il menu di GRUB usando il DVD o i CD

A partire da Solaris 10 1/06, è possibile ripristinare l'ambiente originale usando il DVD o i CD, come descritto nell'esempio seguente.

In questo esempio, l'avvio del nuovo ambiente di boot non è riuscito. Inoltre, il menu di GRUB non viene visualizzato. Per abilitare il ripristino, l'ambiente di boot originale viene avviato in modalità monoutente.

  1. Inserire il DVD Solaris Operating System for x86 Platforms o il CD Solaris 10 Software for x86 Platforms - 1.

  2. Avviare il sistema dal DVD o da un CD.


    # init 6
    

    Viene visualizzato il menu di GRUB.


    GNU GRUB version 0.95 (616K lower / 4127168K upper memory)
    +-------------------------------------------------------------------+
    |Solaris                                                            |
    |Solaris failsafe                                                   |
    +-------------------------------------------------------------------+
    Use the ^ and v keys to select which entry is highlighted. Press
    enter to boot the selected OS, 'e' to edit the commands before
    booting, or 'c' for a command-line.
  3. Modificare il menu di GRUB digitando: e.

  4. Selezionare kernel /boot/multiboot usando i tasti freccia e digitare e. Viene visualizzato il menu di modifica di GRUB.


    grub edit>kernel /boot/multiboot
  5. Avviare il sistema in modalità monoutente, con l'opzione -s.


    grub edit>kernel /boot/multiboot -s
    
  6. Avviare e attivare l'ambiente di boot. Quindi renderlo attivo e riavviare il sistema.


Modificare il menu di GRUB digitando: e
Selezionare l'ambiente di boot originale con i tasti freccia.
grub edit>kernel /boot/multiboot -s
# b
# fsck /dev/dsk/c0t4d0s0
# mount /dev/dsk/c0t4d0s0 /mnt 
# /mnt/sbin/luactivate
Eseguire il fallback su (attivare) l'ambiente di boot c0t4d0s0 
(yes o no)? yes
# umount /mnt
# init 6

Esempio di scollegamento e aggiornamento di un lato di un volume RAID-1 (mirror) (riga di comando)

Questo esempio spiega come eseguire le seguenti attività:

La Figura 12–1 mostra l'ambiente di boot in uso, che contiene tre dischi fisici.

Figura 12–1 Scollegamento e aggiornamento di un lato di un volume RAID-1 (mirror) (continua)

Il contesto descrive l'illustrazione.

  1. Creare un nuovo ambiente di boot, secondo_disco, contenente un mirror.

    Il comando seguente esegue queste operazioni.

    • lucreate configura un file system UFS per il punto di attivazione del file system radice (/). Viene creato il mirror d10. Questo mirror contiene il file system radice (/) dell'ambiente di boot in uso, che viene copiato sul mirror d10. Tutti i dati contenuti nel mirror d10 vengono sovrascritti.

    • Le due slice c0t1d0s0 e c0t2d0s0 vengono designate per essere usate come submirror. Questi due submirror vengono collegati al mirror d10.


    # lucreate -c primo_disco -n secondo_disco \ 
    -m /:/dev/md/dsk/d10:ufs,mirror \ 
    -m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:attach \ 
    -m /:/dev/dsk/c0t2d0s0:attach
    
  2. Attivare l'ambiente di boot secondo_disco.


    # /sbin/luactivate secondo_disco
    # init 6
    
  3. Creare un altro ambiente di boot di nome terzo_disco.

    Il comando seguente esegue queste operazioni.

    • lucreate configura un file system UFS per il punto di attivazione del file system radice (/). Viene creato il mirror d20.

    • La slice c0t1d0s0 viene rimossa dal mirror in uso e viene aggiunta al mirror d20. Il contenuto del submirror, il file system radice ( /), viene preservato senza la creazione di una copia.


    # lucreate -n terzo_disco \ 
    -m /:/dev/md/dsk/d20:ufs,mirror \ 
    -m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:detach,attach,preserve
    
  4. Aggiornare il nuovo ambiente di boot, terzo_disco


    # luupgrade -u -n terzo_disco \ 
    -s /net/sistema_inst/export/Solaris_10/immagine_OS
    
  5. Aggiungere una patch all'ambiente di boot aggiornato.


    # luupgrade -t n terzo_disco -s /net/patches 222222-01
    
  6. Attivare l'ambiente di boot terzo_disco per renderlo operativo sul sistema.


    # /sbin/luactivate terzo_disco
    # init 6
    
  7. Eliminare l'ambiente di boot secondo_disco.


    # ludelete secondo_disco
    
  8. I comandi seguenti eseguono queste operazioni.

    • Cancellare il mirror d10.

    • Individuare il numero della concatenazione di c0t2d0s0.

    • Collegare la concatenazione restituita dal comando metastat al mirror d20. Il comando metattach sincronizza la concatenazione così collegata alla concatenazione del mirror d20. Tutti i dati contenuti nella concatenazione vengono sovrascritti.


    # metaclear d10 
    # metastat -p | grep c0t2d0s0
    dnum 1 1 c0t2d0s0
    # metattach d20 dnum
    
    num

    È il numero restituito dal comando metastat per la concatenazione

Il nuovo ambiente di boot, terzo_disco, è stato aggiornato ed è il sistema attualmente in uso. terzo_disco contiene il file system radice (/) in mirroring.

La Figura 12–2 mostra il processo di scollegamento e aggiornamento del mirror eseguito con i comandi dell'esempio precedente.

Figura 12–2 Scollegamento e aggiornamento di un lato di un volume RAID-1 (mirror) (continua)

Il contesto descrive l'illustrazione.

Esempio di migrazione da un volume esistente a un volume RAID-1 di Solaris Volume Manager (riga di comando)

Solaris Live Upgrade consente di creare un nuovo ambiente di boot sui volumi RAID–1 (mirror). I file system dell'ambiente di boot in uso possono essere:

Tuttavia, la destinazione del nuovo ambiente di boot deve essere un volume RAID-1 di Solaris Volume Manager. Ad esempio, la slice designata per la copia del file system radice (/) deve essere /dev/vx/dsk/rootvol. rootvol è il volume che contiene il file system radice (/).

In questo esempio, l'ambiente di boot in uso contiene il file system radice (/) su un volume che non è un volume di Solaris Volume Manager. Il nuovo ambiente di boot viene creato con il file system radice (/) sul volume RAID-1 di Solaris Volume Manager c0t2d0s0. Il comando lucreate migra il volume attuale sul volume di Solaris Volume Manager. Il nome del nuovo ambiente di boot è svm_be. Il comando lustatus mostra se il nuovo ambiente di boot è pronto per essere attivato e può essere riavviato. Il nuovo ambiente di boot viene attivato e diventa l'ambiente di boot in uso.


# lucreate -n svm_be -m /:/dev/md/dsk/d1:mirror,ufs \  
-m /:/dev/dsk/c0t2d0s0:attach
# lustatus
# luactivate svm_be
# lustatus
# init 6

Esempio di creazione di un ambiente di boot vuoto e di installazione di un archivio Solaris Flash (riga di comando)

Le procedure seguenti illustrano la procedura in tre fasi:

Il comando lucreate crea un ambiente di boot basato sui file system dell'ambiente di boot attivo. Se si utilizza lucreate con l'opzione -s, il comando crea velocemente un ambiente di boot vuoto. Le slice vengono riservate per i file system specificati, ma i file system non vi vengono copiati. All'ambiente di boot viene assegnato un nome, ma l'ambiente non viene effettivamente creato finché non vi viene installato un archivio Solaris Flash. Quando nell'ambiente di boot vuoto viene installato un archivio, i file system vengono installati nelle slice loro riservate. L'ambiente di boot viene quindi attivato.

Creare un ambiente di boot vuoto

Nella prima fase, viene creato un ambiente di boot vuoto. Le slice vengono riservate ai file system specificati ma non ha luogo nessuna copia di file system dall'ambiente di boot in uso. Il nuovo ambiente di boot è denominato secondo_disco.


# lucreate  -s - -m /:/dev/dsk/c0t1d0s0:ufs \  
-n secondo_disco

L'ambiente di boot è pronto per essere popolato con un archivio Solaris Flash.

La Figura 12–3 illustra la creazione di un ambiente di boot vuoto.

Figura 12–3 Creazione di un ambiente di boot vuoto

Il contesto descrive l'illustrazione.

Installare un archivio Solaris Flash nel nuovo ambiente di boot

In questa seconda fase, l'archivio viene installato nell'ambiente di boot secondo_disco creato nell'esempio precedente. L'archivio si trova sul sistema locale. Le versioni del sistema operativo da specificare con le opzioni -s e -a sono entrambe Solaris 10. L'archivio viene denominato Solaris_10.flar .


# luupgrade -f -n secondo_disco \ 
-s /net/sistema_inst/export/Solaris_10/immagine_OS \
-a /net/server/archive/Solaris_10.flar 

L'ambiente di boot è pronto per essere attivato.

Attivare il nuovo ambiente di boot

In quest'ultima fase, l'ambiente di boot secondo_disco viene reso avviabile con il comando luactivate. Il sistema viene quindi riavviato e secondo_disco diventa l'ambiente di boot attivo.


# luactivate secondo_disco
# init 6

Esempio di aggiornamento con Solaris Live Upgrade (interfaccia a caratteri)

In questo esempio, viene creato un nuovo ambiente di boot su un sistema che utilizza Solaris 9. Il nuovo ambiente di boot viene aggiornato a Solaris 10. L'ambiente di boot aggiornato viene quindi attivato.

Installare Live Upgrade nell'ambiente di boot attivo

  1. Inserire il DVD del sistema operativo Solaris o il CD Solaris Software - 2.

  2. Eseguire il programma di installazione per il supporto utilizzato.

    • Se si utilizza il DVD del sistema operativo Solaris, spostarsi nella directory del programma di installazione e avviarlo.


      # cd /cdrom/cdrom0/Solaris_10/Tools/Installers
      # ./liveupgrade20
      

      Viene visualizzata l'interfaccia utente grafica (GUI) del programma di installazione di Solaris.

    • Se si utilizza il CD Solaris Software - 2, avviare il programma di installazione.


      % ./installer
      

      Viene visualizzata l'interfaccia utente grafica (GUI) del programma di installazione di Solaris.

  3. Dalla schermata di selezione del tipo di installazione, scegliere l'installazione personalizzata.

  4. Nella schermata di selezione della versione locale, fare clic sulle lingue da installare.

  5. Scegliere il software da installare.

    • Per i DVD, nella schermata di selezione dei componenti, fare clic su Avanti per installare i pacchetti.

    • Per i CD, nella schermata di selezione dei prodotti, scegliere l'installazione predefinita per Solaris Live Upgrade e fare clic sulle altre opzioni per deselezionarle.

  6. Installare il software seguendo le indicazioni del programma di installazione di Solaris.

Installare le patch richieste

Descrizione 

Per maggiori informazioni 


Avvertenza – Avvertenza –

Il funzionamento corretto di Solaris Live Upgrade richiede l'installazione di un determinato insieme di patch per ogni versione del sistema operativo. Prima di installare o eseguire Solaris Live Upgrade, è necessario installare queste patch.



x86 Solo –

A partire da Solaris 10 1/06, se questo gruppo di patch non viene installato, Solaris Live Upgrade non riesce e può visualizzare il seguente messaggio di errore. Anche se il messaggio di errore non viene visualizzato, è possibile che le patch necessarie non siano installate. Verificare sempre che tutte le patch indicate nel documento informativo (infodoc) di Sunsolve siano state installate prima di installare Solaris Live Upgrade.


ERRORE: Non trovato o non eseguibile:
</sbin/biosdev>.
ERRORE: Una o più patch richieste
da Live Upgrade non sono state installate.

Le patch elencate nel documento 72099 sono soggette a modifica senza preavviso. Queste patch correggono eventuali problemi in Solaris Live Upgrade e nei componenti sui cui si basa. Se si verificano problemi nell'utilizzo di Solaris Live Upgrade, controllare e accertarsi che le patch più recenti di Solaris Live Upgrade siano installate. 

Verificare di disporre dell'elenco più aggiornato delle patch accedendo al sito http://sunsolve.sun.com. Consultare il documento informativo 72099 sul sito Web di SunSolve.

Se si utilizza Solaris 8 o Solaris 9, è possibile che non si riesca ad eseguire il programma di installazione Solaris Live Upgrade. Queste versioni infatti non contengono l'insieme di patch richiesto per eseguire il Java 2 runtime environment. Per eseguire il programma di installazione di Solaris Live Upgrade e installarne i pacchetti è necessario che sul sistema sia presente il cluster di patch raccomandato per l'ambiente runtime Java 2. 

Per installare i pacchetti di Solaris Live Upgrade, usare il comando pkgadd. Oppure, installare il gruppo di patch consigliato per l'ambiente runtime Java 2. Il gruppo di patch è disponibile sul sito http://sunsolve.sun.com.

Procedere come segue per installare le patch richieste.

Ottenere l'elenco delle patch dal sito Web di SunSolve.


# patchadd /net/server/export/patches
# init 6

Creare un ambiente di boot

In questo esempio, l'ambiente di boot di origine è c0t4d0s0. Il file system radice (/) viene copiato nel nuovo ambiente di boot. Viene anche creata una nuova slice di swap (non viene condivisa la slice di swap dell'ambiente di boot di origine).

  1. Visualizzare l'interfaccia a caratteri:


    # /usr/sbin/lu
    

    Viene visualizzato il menu principale di Solaris Live Upgrade.

  2. Dal menu principale, selezionare Create.


    Name of Current Boot Environment:    c0t4d0s0
    Name of New Boot Environment:   c0t15d0s0 
    
  3. Premere F3.

    Viene visualizzato il menu di configurazione.

  4. Per selezionare una slice dal menu di configurazione, premere F2.

    Viene visualizzato il menu Choices.

  5. Scegliere la slice 0 dal disco c0t15d0 per il file system radice (/).

  6. Dal menu di configurazione, creare una nuova slice per lo swap su c0t15d0 selezionando una slice di swap da dividere.

  7. Per selezionare una slice di swap, premere F2. Viene visualizzato il menu Choices.

  8. Selezionare la slice 1 del disco c0t15d0 per la nuova slice di swap.

  9. Premere F3 per creare il nuovo ambiente di boot.

Aggiornare l'ambiente di boot inattivo

Viene quindi aggiornato il nuovo ambiente di boot. La nuova versione del sistema operativo da utilizzare per l'aggiornamento viene ricavata da un'immagine di rete.

  1. Dal menu principale, selezionare Aggiorna.


    Name of New Boot Environment:   c0t15d0s0 
    Package Media: /net/ins3-svr/export/Solaris_10/combined.solaris_wos
  2. Premere F3.

Attivare l'ambiente di boot inattivo

L'ambiente di boot c0t15d0s0 può ora essere avviato. Il sistema viene quindi riavviato e c0t15d0s0 diventa l'ambiente di boot attivo. L'ambiente di boot c0t4d0s0 è ora inattivo.

  1. Dal menu principale, selezionare Activate.


    Name of Boot Environment: c0t15d0s0
    Do you want to force a Live Upgrade sync operations: no
    
  2. Premere F3.

  3. Premere Return.

  4. Digitare:


    # init 6
    

Se fosse necessario ripristinare l'ambiente di boot originale, usare le procedure descritte nell'esempio precedente: (Opzionale) Ripristinare l'ambiente di boot di origine

Capitolo 13 Solaris Live Upgrade (riferimenti sui comandi)

L'elenco seguente mostra i comandi che è possibile usare dalla riga di comando. Solaris Live Upgrade include le pagine man per tutti i comandi qui elencati.

Comandi che è possibile utilizzare con Solaris Live Upgrade

Attività 

Comando 

Attivare un ambiente di boot inattivo. 

luactivate(1M)

Annullare un'operazione di copia o di creazione pianificata. 

lucancel(1M)

Confrontare un ambiente di boot attivo con uno inattivo. 

lucompare(1M)

Copiare nuovamente i file system per aggiornare un ambiente di boot inattivo. 

lumake(1M)

Creare un ambiente di boot. 

lucreate(1M)

Assegnare un nome all'ambiente di boot attivo. 

lucurr(1M)

Eliminare un ambiente di boot. 

ludelete(1M)

Aggiungere una descrizione al nome dell'ambiente di boot. 

ludesc(1M)

Elencare i file system di importanza critica degli ambienti di boot. 

lufslist(1M)

Abilitare l'attivazione dei file system di un ambiente di boot. Questo comando permette di modificare i file di un ambiente di boot correntemente inattivo. 

lumount(1M)

Rinominare un ambiente di boot. 

lurename(1M)

Visualizzare lo stato degli ambienti di boot. 

lustatus(1M)

Abilitare la disattivazione di tutti i file system di un ambiente di boot. Questo comando permette di modificare i file di un ambiente di boot correntemente inattivo. 

luumount(1M)

Aggiornare un sistema operativo o installare un archivio flash in un ambiente di boot inattivo. 

luupgrade(1M)