Questo capitolo descrive la configurazione hardware del sistema. Gli argomenti trattati sono i seguenti:
L'affidabilità, la disponibilità e la manutenzione semplificata sono tre principali aspetti della progettazione di questo sistema che contribuiscono a garantirne l'operatività continuativa, riducendo al minimo i tempi di inattività richiesti dagli interventi di assistenza. Per affidabilità si intente la capacità del sistema di funzionare il modo continuativo senza guasti e di preservare l'integrità dei dati. La disponibilità indica la percentuale del tempo totale in cui il sistema è operativo e disponibile per l'uso. La caratteristica di manutenzione semplificata si riferisce infine ai tempi necessari per riportare il sistema al normale funzionamento in seguito al verificarsi di un guasto. Queste tre caratteristiche garantiscono nel loro insieme un'operatività pressoché continua del sistema.
Per garantire prestazioni elevate in queste tre aree, il sistema offre le funzioni seguenti:
Correzione degli errori e controllo di parità per migliorare l'integrità dei dati
Indicatori di stato facilmente accessibili
Unità disco inseribili a caldo (hot plug)
Supporto delle configurazioni di memorizzazione RAID 0, 1 sulle unità disco interne
Supporto delle configurazioni di memorizzazione RAID 0, 1, 0 +1 e 5 sulle unità disco esterne
Supporto di alimentatori ridondanti
Alimentatori sostituibili a caldo (hot swap)
Quattro livelli di diagnostica del sistema
IL codice a correzione di errore (Error-Correcting Code, o ECC) viene utilizzato su tutti i percorsi dati interni del sistema per assicurare livelli elevati di integrità dei dati. Tutti i dati in transito tra processori, I/O e memoria dispongono di protezione ECC end-to-end.
Il sistema segnala e registra tutti gli errori ECC correggibili. Vengono definiti tali tutti gli errori di un singolo bit in un campo di 64 bit. Essi vengono corretti non appena rilevati. L'implementazione ECC consente inoltre di rilevare errori di doppio bit nello stesso campo di 64 bit ed errori di più bit nello stesso nibble (4 bit).
Oltre a garantire la protezione ECC per i dati, il sistema offre anche la protezione della parità su tutti i bus di indirizzi del sistema. La protezione della parità viene utilizzata anche sui bus PCI e SCSI, nonché sulla cache esterna ed interna della CPU UltraSPARC.
Il sistema dispone di LED di stato facilmente accessibili, posti sul pannello anteriore del sistema, sugli alloggiamenti dei dischi interni e sugli alimentatori per consentire l'indicazione visiva delle informazioni di stato sul sistema e sui suoi componenti. Questi LED di stato semplificano la diagnosi dei problemi e identificano le aree malfunzionanti per migliorare ulteriormente i parametri di gestibilità del sistema.
I LED di stato del sistema sono descritti nella sezione "Informazioni sul pannello di stato", mentre i LED relativi a unità disco e alimentatori sono presentati in "Indicazioni di errore".
La funzione hot plug, cioè di inserimento a caldo delle unità disco interne permette di eseguire le procedure di rimozione e installazione mentre il sistema è in funzione. Tutte le unità sono facilmente accessibili dalla parte anteriore del sistema. La tecnologia hot plug ha migliorato sensibilmente i parametri di gestibilità e disponibilità del sistema, consentendo di:
Aumentare dinamicamente la capacità di archiviazione per gestire carichi di lavoro maggiori e migliorare le prestazioni del sistema
Sostituire le unità disco senza causare alcuna interruzione del servizio
Per maggiori informazioni sulle unità disco hot plug, vedere la sezione "Informazioni sulle unità disco interne" e "Informazioni sulle configurazioni di array di dischi".
Il software Solstice DiskSuite, progettato specificamente per l'uso con il sistema, permette di configurare i dischi del sistema su più livelli RAID diversi. È possibile scegliere la configurazione RAID più appropriata sulla base di considerazioni quali il costo, le prestazioni, l'affidabilità e la disponibilità del sistema.
Le configurazioni RAID 0 (striping), RAID 1 (mirroring), RAID 0+1 (striping più mirroring--talvolta denominato RAID 10) e RAID 5 (striping con parità interfoliata) sono tutte implementabili utilizzando Solstice DiskSuite. È inoltre possibile configurare una o più unità disco come hot spare (ricambi a caldo) da inserire automaticamente al posto dell'elemento malfunzionante in caso di guasto di un'unità disco.
Per maggiori informazioni sulle configurazioni RAID, vedere la sezione "Informazioni sulle configurazioni di array di dischi".
Il sistema può ospitare uno o due alimentatori. Tutte le configurazioni del sistema sono in grado di funzionare con un solo alimentatore installato. Il secondo alimentatore, infatti, può essere impiegato per garantire la ridondanza e consentire quindi al sistema di rimanere operativo anche in caso di guasto di uno degli alimentatori.
Per maggiori informazioni sugli alimentatori, sulla ridondanza e sulle regole di configurazione, vedere la sezione "Informazioni sugli alimentatori".
Gli alimentatori di una configurazione ridondante offrono funzionalità hot swap o di sostituzione a caldo. Il personale dei centri di assistenza qualificati potrà cioé rimuovere e sostituire un eventuale alimentatore guasto senza dover spegnere il sistema e nemmeno arrestare il sistema operativo. Gli alimentatori sono facilmente accessibili dalla parte anteriore del sistema. Per informazioni sulla rimozione e l'installazione degli alimentatori, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
Per garantire livelli ottimali di disponibilità e gestibilità, il sistema dispone di quattro livelli di test diagnostici: i test POST (Power-On Self-Test), OpenBoot Diagnostics (OBDiag), SunVTS(TM) e Sun Enterprise SyMON(TM).
I test diagnostici POST e OBDiag sono residenti nel firmware e possono essere eseguiti anche se il server non riesce ad effettuare il boot del sistema operativo. Gli strumenti diagnostici a livello di applicazione, come SunVTS e Sun Enterprise SyMON, offrono funzionalità addizionali per la risoluzione dei problemi una volta che il sistema operativo sia in esecuzione.
I test diagnostici POST consentono di eseguire un controllo rapido ma approfondito delle funzioni hardware di base del sistema. Per maggiori informazioni sui test POST, vedere la sezione "Informazioni sui test diagnostici POST (Power-On Self-Test) " e "Come usare i test diagnostici POST".
I test diagnostici OBDiag permettono di testare il sistema in modo più completo, includendo anche le interfacce esterne. I test OBDiag sono descritti nella sezione "Informazioni sui test diagnostici OpenBoot (OBDiag)" e "Come usare i test diagnostici OpenBoot (OBDiag)".
A livello di applicazione, è possibile avvalersi del software SunVTS. Come i test OBDiag, anche SunVTS permette di eseguire un controllo completo del sistema, comprese le interfacce esterne. SunVTS consente inoltre di eseguire i test in modo remoto da un collegamento di rete. SunVTS può essere utilizzato solo se il sistema operativo è in esecuzione. Per maggiori informazioni su SunVTS, vedere le sezioni "Informazioni sul software SunVTS ", "Come usare il software SunVTS " e "Come controllare se il software SunVTS è installato".
Infine, anche il programma Sun Enterprise SyMON mette a disposizione un'ampia gamma di funzionalità per il monitoraggio costante del sistema. Questo applicativo consente di monitorare lo stato dei componenti hardware del sistema e delle prestazioni del sistema operativo. Per maggiori informazioni su Sun Enterprise SyMON software, vedere la sezione "Informazioni sul software Sun Enterprise SyMON".
La scheda logica principale del sistema fornisce 16 slot per moduli DIMM (Dual Inline Memory Module) ad alta capacità. Il sistema supporta moduli di memoria standard Sun a 200 piedini, 5 volt, 60 nanosecondi. Sul sistema possono essere installati moduli di capacità pari a 32, 64, o 256 Mbyte. La memoria principale totale è espandibile fino a un massimo di 4 Gbyte.
Gli slot di memoria sono organizzati in quattro banchi (dal banco 0 al 3); a sua volta ognuno dei banchi comprende quattro slot.
Il sistema può eseguire contemporaneamente operazioni in lettura o in scrittura da tutti i quattro DIMM contenuti nel banco, quindi è necessario aggiungere quattro DIMM alla volta nello stesso banco. Per informazioni sull'organizzazione dei banchi di DIMM e sullo schema di numerazione, vedere la sezione "Guasto di moduli DIMM".
I moduli di memoria sono molto delicati. Accertarsi di assumere tutte le precauzioni del caso per evitare di danneggiarli a causa delle scariche elettrostatiche. I moduli di memoria possono essere sostituiti o installati dal personale di un centro assistenza qualificato; per informazioni sulla rimozione e l'installazione dei DIMM, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
Le seguenti linee guida di configurazione sono applicabili al sistema:
Per consentire al sistema di effettuare il boot, è necessario riempire almeno un banco di memoria (vale a dire occupare tutti i quattro slot del banco)
Ogni banco utilizzato deve disporre di quattro DIMM di capacità identica (ad esempio, quattro DIMM da 64 Mbyte o quattro DIMM da 256 Mbyte)
I DIMM devono essere aggiunti nella misura di quattro per volta all'interno dello stesso banco
Nel server Sun Enterprise 420R, ogni banco di memoria comprende due slot sulla scheda logica principale e due slot sulla scheda verticale di installazione dei moduli di memoria. Quando si aumenta la memoria del sistema, riempire completamente ogni banco inserendo i DIMM sia nei due slot sulla scheda logica principale che in quelli sulla scheda verticale. Per informazioni sulla rimozione e l'installazione dei DIMM, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
Le capacità dei DIMM possono differire da un banco di memoria all'altro-- ad esempio, è consentito installare quattro DIMM da 64 Mbyte nel banco 0 e quattro da 256 Mbyte nel banco 2
I DIMM sono costituiti da componenti elettronici estremamente sensibili all'elettricità statica. Le scariche provenienti dal vestiario o dall'ambiente di lavoro possono danneggiarli irreparabilmente. Non prelevare i DIMM dal loro imballo antistatico finché non si è pronti ad installarli sulla scheda di sistema. Maneggiare i moduli tenendoli solo per le estremità, senza toccare i componenti o le parti metalliche. Indossare sempre una fascetta di messa a terra durante le operazioni di gestione dei moduli.
Quando i banchi di memoria 0 e 1 sono occupati da DIMM di identica capacità, ha luogo un'interfoliazione automatica tra i due banchi delle operazioni di lettura e scrittura della memoria, denominata interfoliazione a due vie. L'interfoliazione a due vie riduce notevolmente la latenza media della memoria, migliorando così le prestazioni generali del sistema. Quando tutti i quattro banchi di memoria contengono DIMM di identica capacità, il sistema effettua l'interfoliazione tra tutti i quattro banchi (denominata interfoliazione a quattro vie), per ridurre ulteriormente la latenza media della memoria.
Per ottenere le massime prestazioni, installare DIMM di identica capacità in tutti i quattro banchi di memoria. La tabella seguente riporta come occupare i banchi di memoria durante la configurazione di un server per 512 Mbyte di memoria.
Livello di prestazioni della memoria |
Densità banchi di memoria |
---|---|
Buono |
I banchi 0 e 3 dispongono ciascuno di quattro DIMM da 64 Mbyte (nessuna interfoliazione) |
Superiore |
I banchi 0 e 1 dispongono ciascuno di quattro DIMM da 64 Mbyte (interfoliazione a 2 vie) |
Ottimale |
I banchi 0, 1, 2 e 3 dispongono tutti di quattro DIMM da 64 Mbyte (interfoliazione a 4 vie) |
Il modulo CPU UltraSPARC II è un processore superscalare a prestazioni elevate e altamente integrato che implementa l'architettura RISC (Reduced Instruction Set Computer) SPARC-V9 a 64 bit. Il processore UltraSPARC II supporta la grafica 2D e 3D, nonché l'image processing, la compressione e la decompressione video e gli effetti video tramite il sofisticato set di istruzioni visive VIS. Il VIS garantisce prestazioni multimediali di livello elevato, tra cui la compressione/decompressione video in tempo reale e la decompressione di due stream di MPEG-2 a qualità full broadcast senza richiedere alcun supporto hardware aggiuntivo.
La scheda logica principale del sistema mette a disposizione gli slot per ospitare quattro moduli CPU UltraSPARC II. Ogni modulo di processore comprende un chip CPU con memoria cache integrata per dati e istruzioni, nonché 1 Mbyte o più di memoria cache SRAM (Static Random Access Memory) esterna.
I moduli dei processori comunicano con la memoria principale del sistema e il sottosistema di I/O tramite il bus dati Ultra Port Architecture (UPA) ad alta velocità del sistema. La frequenza di clock dell'architettura UPA viene sincronizzata automaticamente e opera in modo proporzionale alla velocità di clock dei moduli CPU. Ad esempio, se le CPU funzionano a 450 MHz, il bus dati UPA potrebbe operare a un quarto della velocità di clock, vale a dire a 112,5 MHz.
Per la rimozione e la sostituzione delle CPU, rivolgersi al centro assistenza qualificato di fiducia. Per informazioni sull'installazione e la rimozione dei moduli CPU, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
Le seguenti linee guida di configurazione sono applicabili al sistema:
È possibile installare sul server fino a quattro moduli CPU UltraSPARC II.
Il primo modulo CPU viene inserito nello slot CPU 2 (J0301); due moduli CPU sono installati nello slot CPU 2 (J0301) e nello slot CPU 1 (J0201); tre moduli CPU sono installati nello slot CPU 2 (J0301), nello slot CPU 1 (J0201) e nello slot CPU 3 (J0401); mentre nel caso di quattro moduli CPU, essi occupano tutti gli slot destinati ai moduli CPU.
Se si installano più moduli CPU, essi dovranno operare a velocità di clock identiche (450 MHz, ad esempio) e disporre di memoria cache delle stesse dimensioni. Ciò implica in genere che i moduli CPU devono avere anche lo stesso numero di parte.
Per informazioni sull'ubicazione degli slot CPU sulla scheda logica principale, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
Tutte le comunicazioni del sistema con le periferiche di memorizzazione e i dispositivi di interfaccia di rete sono mediate da un chip di bridge UPA-PCI (Ultra Port Architecture-Peripheral Component Interconnect), ubicato sulla scheda logica principale del sistema. Questo chip gestisce le comunicazione tra il bus UPA e i due bus PCI del sistema. Questi ultimi supportano gli slot per l'inserimento di un massimo di quattro schede di interfaccia PCI. Uno dei bus PCI (il bus 0) gestisce inoltre le comunicazioni tra il sistema e i dispositivi collegati alle porte SCSI, FastEthernet, seriali, parallela e tastiera/mouse della scheda logica principale.
Le schede PCI sono disponibili in un'ampia gamma di configurazioni. Non tutte le schede possono essere alloggiate o funzionano indifferentemente in tutti gli slot PCI, pertanto è importate conoscere le specifiche delle schede PCI e i tipi di schede supportate da ogni slot PCI presente nel sistema.
Alcune schede PCI sono di lunghezza ridotta, pari a 17,46 cm (6,875 pollici) e note di conseguenza come schede "corte", mentre le schede PCI di lunghezza massima (dette schede "lunghe") sono pari a 31,19 cm (12,28 pollici). Tutti gli slot del sistema possono ospitare sia schede corte che schede lunghe.
Le schede PCI più datate possono comunicare sui bus PCI a 32 bit, mentre quelle più recenti utilizzano i bus a 64 bit. Tre degli slot PCI del sistema accettano schede a 32 o 64 bit, mentre la quarta è riservata alle schede a 32 bit.
Le schede PCI più datate operano a 5 VCC, mentre quelle più recenti sono progettate per operare a 3,3 VCC. Le schede che richiedono corrente a 5 volt non funzionano negli slot a 3,3 volt, mentre le schede a 3,3 volt non funzionano negli slot a 5 volt. Le schede PCI "universali" sono invece progettate per l'almentazione a 3,3 o 5 volt e possono essere quindi inserite in entrambi i tipi di slot. Il sistema dispone di tre slot per schede a 5 volt e di uno slot per schede a 3,3 volt. Tutti i quattro slot PCI accettano le schede universali.
La maggior parte delle schede PCI operano a frequenze di clock pari a 33 MHz, mentre alcuni dei modelli più recenti operano a 66 MHz. Tutti i quattro slot PCI accettano le schede a 33 MHz, mentre quelle a 66 MHz devono essere alloggiate nello slot PCI 4.
La tabella riportata di seguito mostra la mappature degli slot PCI sui due bus PCI, nonché il tipo di schede PCI supportate in ogni slot.
Etichetta slot pannello post. |
Indirizzo scheda |
Bus PCI |
Larg. slot (bit)/ tipo scheda (bit) |
Frequenze di clock (MHz) |
Voltaggio CC/ tipo scheda |
---|---|---|---|---|---|
PCI 1 |
J1801 |
1 |
64 / 32 o 64 |
33 o 66 |
3,3 V o universale |
PCI 2 |
J2001 |
0 |
64 / 32 o 64 |
33 |
5 V o universale |
PCI 3 |
J1901 |
0 |
64 / 32 o 64 |
33 |
5 V o universale |
PCI 4 |
J4701 |
0 |
32 / 32 |
33 |
5 V 32 bit o universale |
Per informazioni sugli indirizzi della schede degli slot PCI sulla scheda logica principale, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
Le seguenti linee guida di configurazione sono applicabili al sistema:
Tutti gli slot supportano le schede PCI universali.
Tutti gli slot supportano le schede PCI lunghe o corte.
Ogni slot può fornire fino a 15 watt di potenza. La potenza totale utilizzata per i quattro slot non deve superare i 60 watt complessivi.
Le schede PCI possono essere installate in qualsiasi slot PCI compatibile. Non è necessario procedere ad occupare gli slot in un ordine particolare. Nella maggior parte dei casi, l'inserimento delle schede PCI negli slot non inciderà sulle prestazioni in I/O del sistema. Nel caso di sistemi con configurazioni intensive, tuttavia, sarà possibile ottenere prestazioni generali migliori installando le schede di interfaccia a throughput elevato in bus separati. Esempi di interfacce a throughput elevato sono gli adattatori host UltraSCSI dual-channel e le interfacce ATM-622.
È inoltre possibile migliorare la disponibilità complessiva del sistema installando interfacce di rete o dispositivi di memorizzazione ridondanti in bus PCI separati.
Il software Solstice DiskSuite è stato progettato specificamente per l'uso con le unità disco interne ed esterne del server Sun Enterprise 420R. Il software supporta un'ampia gamma di configurazioni, note come array di dischi, che consentono di migliorare le prestazioni e la capacità di memorizzazione, nonché la disponibilità.
Solstice DiskSuite e altri prodotti software devono essere ordinati separatamente.
Questa sezione descrive alcune delle configurazioni più utili e diffuse, tra cui:
Concatenazione dei dischi
Striping dei dischi (RAID 0)
Striping dei dischi con parità (RAID 5)
Hot spare
Hot plug
Il software DiskSuite crea dei metadispositivi--dispositivi logici formati da uno o più dischi fisici o partizioni provenienti da più dischi. Dopo aver creato un metadispositivo con l'ausilio di Solstice DiskSuite, il sistema operativo procederà all'utilizzo e alla manutenzione del metadispositivo come se si trattasse di un singolo dispositivo.
Ad esempio, è possibile combinare i due dischi c1t2d0s2 e c1t3d0s2 nel metadispositivo /dev/md/rdsk/d0.
I dischi interni del server Sun Enterprise 420R supportano le configurazioni RAID 1, RAID 0 e RAID 1 + RAID 0. Le configurazioni più complesse, compreso il livello RAID 5, sono supportate mediante l'uso di array di dischi esterni e di uno o più adattatori host PCI.
La concatenazione dei dischi è un metodo per aumentare le dimensioni dei volumi logici oltre la capacità di un'unità disco creando un metadispositivo di grandi dimensioni a partire da due o più unità di dimensioni ridotte. In questo modo è possibile creare partizioni di grandi dimensioni, definibili a piacere.
Avvalendosi di questo metodo, i dati vanno ad occupare in ordine sequenziale i dischi concatenati; le operazioni di scrittura del secondo disco avranno quindi inizio solo quando non ci sarà più spazio libero sul primo, lo stesso si verificherà per il secondo disco e così via.
Il mirroring dei dischi è una tecnica che utilizza la ridondanza dei dati--due copie complete di tutti i dati memorizzate su due dischi separati-- come sistema di protezione contro la perdita di datai causata dai guasti dei dischi. Viene creato un metadispositivo a partire da due dischi.
Ogni volta che il sistema operativo esegue un'operazione in scrittura sul metadispositivo, verranno aggiornati anche entrambi i dischi, che conterranno sempre le stesse informazioni. Ogni volta che il sistema operativo deve eseguire un'operazione di lettura dal metadispositivo, leggerà i dati dal disco accessibile più rapidamente in quel momento. Questo schema viene talvolta denominato RAID 1, in cui RAID sta per Redundant Arrays of Inexpensive Disks.
RAID 1 offre il livello più alto di protezione dei dati, ma comporta costi di archiviazione elevati, poiché tutti i dati vengono memorizzati due volte.
Lo striping dei dischi (noto anche come RAID 0) è una tecnica per aumentare il throughput del sistema utilizzando diverse unità disco in parallelo. Mentre normalmente il sistema operativo scrive un blocco singolo su un disco singolo, in una configurazione con striping ogni blocco viene suddiviso e porzioni dei dati vengono scritte su dischi diversi.
Le prestazioni del sistema risulteranno superiori utilizzando lo schema RAID 0 piuttosto che il RAID 1 o il 5, ma vi è anche una possibilità maggiore di registrare perdite di dati poiché non sono disponibili sistemi di recupero o ricostruzione dei dati archiviati su eventuali unità malfunzionanti.
Lo schema RAID 5 è un'implementazione dello striping dei dischi in cui le informazioni di parità sono incluse in ogni operazione di scrittura su disco. Il vantaggio di questa tecnica sta nel fatto che in caso di guasto di uno dei dischi dell'array RAID 5, tutte le informazioni archiviate su quell'unità potranno essere ricostruite sui dischi rimanenti a partire dai dati e dalle informazioni di parità.
Le prestazioni ottenibili con lo schema RAID 5 rientrano tra quello del livello RAID 0 e quello del RAID 1, con piena protezione dalla perdita di tutti dati.
In una configurazione hot spare, nel sistema vengono installate una o più unità disco "di riserva" non utilizzate durante il normale funzionamento. In caso di guasto di una delle unità attive, le operazioni di scrittura su disco saranno dirottate automaticamente verso il disco hot-spare, mentre l'unità malfunzionante verrà ritirata.
Gli alloggiamenti delle unità disco del sistema sono progettati per consentire la rimozione e l'inserimento dei dischi con il sistema acceso. La tecnologia hot plug ha migliorato sensibilmente i parametri di gestibilità e disponibilità del sistema, consentendo di:
Aggiungere componenti hardware dinamicamente per consentire al sistema di gestire carichi di lavoro maggiori, eseguire il bilanciamento dei carichi e migliorare le prestazioni
Rimuovere/sostituire le unità disco guaste senza causare alcuna interruzione del servizio
Per maggiori informazioni sulle unità disco hot plug, vedere la sezione "Informazioni sulle unità disco interne".
Vedere la documentazione fornita con il software Solstice DiskSuite.
Il server Sun Enterprise 420R supporta fino a due unità disco interne UltraSCSI inseribili a caldo (hot plug). Le dimensioni delle unità sono 8, 89 cm di larghezza x 2,54 cm di altezza (3,5 x 1 pollici).
Le unità sono supportate dall'interfaccia UltraSCSI da 40 Mbyte al secondo presente sulla scheda logica del sistema. Entrambe le unità si collegano al backplane a due dischi, montato sulla parte posteriore dell'intelaiatura del sistema.
Sul lato destro di ogni unità disco installata è collocato un LED a luce verde. Questi LED indicano lo stato operativo associato ad ogni unità disco. Per ulteriori informazioni sui LED delle unità disco, vedere la sezione "LED dei dischi ".
La figura seguente mostra le due unità disco interne del sistema e i relativi LED. Le unità disco sono numerate 0 e 1, mentre l'unità 0 costituisce il disco predefinito del sistema.
Il software Solstice DiskSuite fornito con il media kit versione server di Solaris permette di utilizzare le unità disco interne in tre diverse configurazioni RAID: RAID 0 (striping), RAID 1 (mirroring) e RAID 0+1 (striping più mirroring). È inoltre possibile configurare le unità come "hot spare" (ricambi a caldo). Per maggiori informazioni su tutte le configurazioni RAID supportate, vedere la sezione "Informazioni sulle configurazioni di array di dischi".
La funzione hot plug delle unità disco interne del sistema permette di rimuoverle e installare con il sistema in funzione. Questa funzionalità riduce notevolmente i tempi di inattività associati alla sostituzione delle unità disco.
La procedura hot plug comprende una serie di comandi software per preparare il sistema prima della rimozione di un'unità disco e per la riconfigurazione del sistema operativo una volta installata l'unità sostitutiva. La procedura hot plug dipende dalla versione dell'ambiente operativo Solaris in uso. Per reperire la procedura completa, vedere il documento Platform Notes: Sun Enterprise 420R Server, contenuto nella collezione Solaris on Sun Hardware AnswerBook, fornita sul CD Solaris Supplement per la versione di Solaris in uso.
Per eseguire una procedura di inserimento a caldo (hot plug) del disco, è necessario conoscere il nome del dispositivo logico o fisico dell'unità da installare o rimuovere. Se il sistema ha rilevato un errore del disco, è spesso possibile reperire sulla console del sistema messaggi relativi al disco guasto o malfunzionanei. Queste informazioni sono registrate anche nel/i file /var/adm/messages. Tali messaggi di errore fanno in genere riferimento all'unità disco guasta mediante il suo nome di dispositivo fisico (come in /devices/pci@1f,4000/scsi@3/sd@b,0) o il suo nome di dispositivo logico (come in c0t11d0). Inoltre, alcune applicazioni sono in grado di indicare il numero di slot del disco (da 0 a 1).
È possibile avvalersi della tabella seguente per associare i numeri degli slot dei dischi interni con i nomi dei dispositivi logici e fisici per ogni unità disco.
N. slot disco |
Nome dispositivo logico |
Nome dispositivo fisico |
---|---|---|
Slot 0 |
c0t0d0 |
/devices/pci@1f,4000/scsi@3/sd@0,0 |
Slot 1 |
c0t1d0 |
/devices/pci@1f,4000/scsi@3/sd@1,0 |
Le seguenti linee guida di configurazione sono applicabili al sistema:
Utilizzare unità disco Sun standard di dimensioni pari a 8, 89 cm di larghezza x 2,54 cm di altezza (3,5 x 1 pollice), compatibili UltraSCSI a 10000 rpm.
Gli ID SCSI dei dischi sono hardwired (cablati fisicamente) sui backplane dei dischi. Non è necessario impostare i jumper degli ID SCSI sulle unità disco stesse. L'indirizzo di destinazione SCSI (ID SCSI) di ogni unità disco è determinato dall'ubicazione dello slot in cui l'unità è collegata al suo backplane UltraSCSI.
Le unità disco condividono il bus SCSI interno con i dispositivi SCSI per supporti rimovibili dell'RMA (Removable Media Assembly). Il cavo SCSI per supporti rimovibili fornisce la terminazione per il bus SCSI interno.
Per informazioni sull'implementazione delle configurazioni RAID, vedere la sezione "Informazioni sulle configurazioni di array di dischi".
La scheda di distribuzione dell'alimentazione fornisce la corrente continua necessaria per tutti i componenti interni. Gli alimentatori del sistema si collegano ai connettori posti su questa scheda e, quando sono installati entrambi, soddisfano in parti uguali i requisiti di alimentazione del sistema.
Gli alimentatori sono unità modulari, progettati specificamente per essere installati o rimossi in modo semplice e rapido, anche quando il sistema è pienamente operativo. Gli alimentatori sono installati negli alloggiamenti della parte anteriore del sistema, come indicato in figura.
Il sistema può ospitare uno o due alimentatori. Ognuno di essi fornisce fino a 380 watt di alimentazione in CC. Tutte le configurazioni del sistema sono pienamente funzionali anche con un solo alimentatore installato.
Il secondo alimentatore può essere utilizzato per garantire la ridondanza, consentendo così la sistema di continuare a funzionare anche in caso di guasto di uno degli alimentatori. Se il server comprende un secondo alimentatore, collegare il secondo cavo di alimentazione CA alla presa di sinistra (contrassegnata come 2 sul pannello posteriore). Il secondo alimentatore può essere collegato allo stesso circuito CA del primo alimentatore anche se, per aumentare la ridondanza del sistema, è consigliabile collegarlo a un circuito separato.
La rimozione e la sostituzione dell'alimentatore va effettuata unicamente da personale di assistenza qualificato. Per informazioni sulla rimozione e l'installazione degli alimentatori, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
Gli alimentatori di una configurazione ridondante offrono funzionalità hot swap o di sostituzione a caldo. Ciò significa che è possibile rimuovere e sostituire un eventuale alimentatore guasto senza dover spegnere il sistema o arrestare il sistema operativo.
Durante la rimozione di un alimentatore hot swap, non estrarre e reinserire l'alimentatore in rapida successione. Rimuovere sempre l'alimentatore completamente prima di reinserirlo o di inserire l'alimentatore sostituitivo. L'esecuzione di queste operazioni in rapida successione può generare false condizioni di errore.
I tre LED posti sulla parte anteriore dell'alimentatore visualizzano informazioni di stato sull'alimentazione in CA e CC e sulle condizioni di errore. Per ulteriori dettagli, vedere la sezione "LED dell'alimentatore ".
Gli alimentatori del sistema Sun Enterprise 420R si spegneranno automaticamente in risposta a determinate condizioni di surriscaldamento o errore dell'alimentazione. Per effettuare il ripristino da uno spegnimento automatico, è necessario scollegare il cavo di alimentazione CA, attendere circa 10 secondi, quindi ricollegarlo.
La scheda logica principale del sistema fornisce un'interfaccia Ethernet con autorilevazione, commutabile 10BASE-T/100BASE-TX e conforme allo standard Ethernet IEEE 802.3u. L'interfaccia si configura automaticamente per il funzionamento a 10 Mbps o a 100 Mbps a seconda delle caratteristiche della rete.
Il connettore sul pannello posteriore fornisconofornisce accesso all'interfaccia Ethernet incorporata:
Il connettore RJ-45 per il collegamento al cavo TPE (Twisted-Pair Ethernet)
Per reperire le istruzioni per la configurazione dell'interfaccia Ethernet presente nella scheda logica principale, vedere la sezione "Come configurare l'interfaccia Ethernet in dotazione standard".
I diagrammi dei connettori e le assegnazioni dei piedini sono disponibili nella sezione "Riferimenti per il connettore TPE (Twisted-Pair Ethernet)".
Per maggiori informazioni sulle caratteristiche operative e i parametri di configurazione del driver di dispositivo Fast Ethernet hme, vedere il documento Platform Notes: The hme FastEthernet Device Driver, disponibile nella collezione Solaris on Sun Hardware AnswerBook, fornita sul CD Solaris Supplement per la versione di Solaris in uso.
Il sistema dispone di due porte di comunicazione seriale tramite una coppia di connettori DB-25 posti sul pannello posteriore. Entrambe le porte consentono la comunicazione sincrona e asincrona.
In modalità sincrona, ogni porta opera a qualsiasi frequenza compresa tra 50 Kbaud e 256 Kbaud quando il clock viene generato internamente. Se viene invece generato da una sorgente esterna, la comunicazione sincrona avverrà a velocità fino a 384 Kbaud.
In modalità asincrona, ogni porta supporta velocità pari a 50, 75, 110, 200, 300, 600, 1200, 1800, 2400, 4800, 9600, 19200, 38400, 57600, 76800, 115200, 153600, 230400, 307200 e 460800 baud.
Entrambe le porte seriali possono essere configurate per fornire livelli di segnali EIA-423 o EIA-232D. I livelli dei segnali sono controllati dai jumper ubicati sulla scheda logica principale del sistema. L'impostazione predefinita corrisponde a EIA-423. Per maggiori informazioni sulla configurazione dei jumper delle porte seriali, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
Il diagramma del connettore, l'icona del pannello posteriore e le assegnazioni dei piedini sono contenuti nella sezione "Riferimenti per i connettori delle porte seriali A e B".
Il sistema dispone di una porta parallela bidirezionale compatibile IEEE 1284 per collegare il sistema a una stampante locale o altro dispositivo parallelo compatibile. La connettività è garantita da un connettore DB-25 standard a 25 piedini posto sul pannello posteriore del sistema.
La porta parallela opera a una velocità di trasferimento dati di 2 Mbyte al secondo e supporta le modalità del protocollo EPP (Enhanced Parallel Port) nonché le modalità standard Centronics, Nibble e Byte.
Il diagramma del connettore, l'icona del pannello posteriore e le assegnazioni dei piedini sono contenuti nella sezione "Riferimenti per il connettore della porta parallela".
I jumper della scheda logica principale espletano le seguenti funzioni:
Configurare le porte seriali per il funzionamento EIA-423 o EIA-232D. Per informazioni sulle impostazioni dei jumper per EIA-423/232D e su come configurarli, vedere la sezione "Informazioni sui jumper delle porte seriali".
Incidere sul funzionamento della flash PROM presente sulla scheda logica principale. Per informazioni sulle impostazioni dei jumper per la flash PROM, vedere la sezione "Informazioni sui jumper della Flash PROM".
La modifica delle impostazioni dei jumper può essere eseguita solo da personale di assistenza qualificato. Per maggiori informazioni sulla modifica delle impostazioni dei jumper, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
Sulla scheda logica principale i jumper sono contrassegnati dai rispettivi indirizzi jumper. Ad esempio, i jumper delle porte seriali sono marcati J2805 e J2804. I piedini dei jumper sono collocati nelle adiacenze immediate dell'indirizzo del jumper. Il piedino 1 è contrassegnato con un asterisco (*) in una delle posizioni indicate sotto.
I jumper delle porte seriali posti sulla scheda logica principale (J2805 e J2804) permettono la configurazione delle due porte seriali del sistema per i livelli dei segnali EIA-423 o EIA-232D. I livelli EIA-423 costituiscono lo standard predefinito per gli utenti nord-americani, mentre i livelli EIA-232Drichiesti per le telecomunicazioni digitali nelle nazioni della Comunità Europea.
La configurazione dei jumper può essere eseguita solo da personale di assistenza qualificato. Per informazioni sulla configurazione dei jumper, sull'ubicazione dei jumper delle porte seriali sulla scheda logica principale e reperire istruzioni di configurazione, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
Per informazioni su come sono contrassegnati con gli indirizzi i jumper sulla scheda logica principale, vedere la sezione "Informazioni sui jumper della scheda logica principale".
Il sistema si avvale della PROM per consentire la riprogrammazione dell'uso di blocchi di codice di boot specifici contenuti nella memoria non volatile del sistema e per permettere la riprogrammazione remota di tale codice da parte di un amministratore di sistema autorizzato su una rete locale (LAN).
I due jumper sulla scheda logica principale incidono sul funzionamento della PROM. La tabella riportata di seguito ne descrive le funzioni espletate.
Jumper |
Jumper sui piedini 1 + 2 |
Jumper sui piedini 2 + 3 |
Posizione predefinita sul piedino |
Segnale controllato |
---|---|---|---|---|
J3001 |
Protetto dalla scrittura |
Abilitato alla scrittura |
1 + 2 |
FLASH PROM PROG ENABLE |
J3002 |
Boot dalla metà superiore |
Boot normale (dalla metà inferiore) |
1 + 2 |
XOR LOGIC SET |
Per maggiori informazioni sulla programmazione della flash PROM, vedere la documentazione fornita con il CD-ROM di aggiornamento della flash PROM.
Per informazioni su come sono contrassegnati con gli indirizzi i jumper sulla scheda logica principale, vedere la sezione "Informazioni sui jumper della scheda logica principale".
La modifica delle impostazioni dei jumper può essere eseguita solo da personale di assistenza qualificato. Per maggiori informazioni sulla modifica delle impostazioni dei jumper sulla scheda logica principale e per reperire le istruzioni di configurazione, vedere il documento Sun Enterprise 420R Server Service Manual.
I dispositivi SCSI esterni sono supportati tramite un connettore SCSI a 68 piedini posto sul pannello posteriore del sistema. Questo bus supporta le velocità di 40 Mbyte al secondo dello standard UltraSCSI nonché dispostivi esterni single-ended di tipo wide o narrow SCSI. Il bus SCSI esterno è separato dal bus SCSI interno per i dispositivi a supporti rimovibili e le unità disco interne. Per reperire il diagramma e l'assegnazione dei piedini del connettore SCSI esterno, vedere la sezione "Riferimenti per il connettore UltraSCSI".
Il bus SCSI esterno può supportare fino a quattro dispositivi a nastro SCSI esterni qualora dedicato esclusivamente ai dispositivi di questo tipo. Quando invece sono presenti dispositivi SCSI di altri tipi, il bus SCSI esterno potrà supportare un massimo di due dispositivi a nastro SCSI. Per garantire il supporto di ulteriori dispositivi a nastro esterni è necessario installare degli adattatori host PCI come appropriato.
Sul bus SCSI esterno possono operare fino a 12 dispositivi Sun compensati a velocità di 20 Mbyte al secondo. Per ottenere prestazioni UltraSCSI pari a 40 Mbyte al secondo, devono essere collegati non più di sette dispositivi. Gli indirizzi di destinazione (o ID SCSI) per il bus SCSI esterno sono disponibili nell'intervallo da 0 a 15. L'indirizzo 7 è riservato all'adattatore host SCSI ubicato sulla scheda logica principale. Tutti i dispostivi del bus devono disporre di ID univoci.
Gli indirizzi per l'unità CD-ROM (6) e l'unità nastro (4 o 5) interni sono determinati dai jumper posti sulle unità stesse. Se l'unità CD-ROM e l'unità nastro sono stati preinstallati in fabbrica, saranno configurati con gli indirizzi corretti per il sistema. Le unità disco interne utilizzano gli indirizzi 0 e 1.
Per ottenere prestazioni di classe UltraSCSI sul bus SCSI esterno, è necessario attenersi alle seguenti restrizioni della lunghezza del bus per i dispositivi SCSI compresi nel collegamento a margherita:
Per i dispositivi da 1 a 3, la lunghezza massima del bus è pari a 3 metri (9,84 piedi)
Per i dispositivi da 4 a 7, la lunghezza massima del bus è pari a 1,5 metri (4,92 piedi)
Nel calcolo delle lunghezze dei bus è necessario includere la lunghezza del bus interno del server Sun Enterprise 420R, pari a 0,9 metri (2,952 piedi).
Qualora si superino questi limiti, i dispositivi UltraSCSI potrebbero funzionare a velocità inferiori ai 40 Mbyte al secondo. In tali condizioni, i dispositivi UltraSCSI potrebbero produrre errori che ne causerebbero il ripristino e il successivo funzionamento a 20 Mbyte al secondo.
Per quanto riguarda le prestazioni fast/wide sul bus SCSI esterno, la lunghezza massima del bus SCSI per i dispositivi SCSI inseriti nel collegamento a margherita corrisponde a 6 metri (19,7 piedi), compresa la lunghezza del bus interno del server Sun Enterprise 420R pari a 0,9 metri (2,952 piedi).
I cavi SCSI esterni conformi UltraSCSI, richiesti per l'interfaccia UltraSCSI, presentano valori di impedenza pari a 90 ohm (+/- 6 ohm). L'implementazione UltraSCSI di Sun richiede che la lunghezza totale del bus SCSI sia limitata a un massimo di circa 6 metri (20 piedi) e di 12 dispositivi Sun con compensazione.
A causa della lunghezza ridotta del bus, oltre al cavo esterno conforme UltraSCSI di 2 metri (2,2 iarde) (numero di parte 530-2884), è supportato anche un cavo esterno conforme UltraSCSI di lunghezza pari a circa 0,8 metri (31,5 pollici) (numero di parte 530-2883).
Avvalersi delle linee guida di cablaggio seguenti per assicurare il cablaggio e la terminazione corretti del bus SCSI esterno:
Per mantenere le prestazioni di classe UltraSCSI, tutti i cavi devono essere conformi UltraSCSI.
Il bus SCSI esterno deve disporre di una terminazione corretta. La maggior parte dei dispositivi Sun si avvalgono dell'autoterminazione. Per maggiori informazioni, vedere la documentazione fornita con il dispositivo.
Se tutti i dispositivi di memoria di massa esterni utilizzando connettori a 68 piedini, collegare al sistema prima tutti i dispositivi non Sun e collegare il dispositivo Sun con autoterminazione alla fine della catena.
Se i dispositivi di memoria di massa esterni sono formati sia da dispositivi a 68 piedini che a 50 piedini, collegare al sistema prima tutti i dispositivi Sun a 68 piedini, quindi terminare la catena con un dispositivo a 50 piedini e relativo terminatore. Il dispositivo a 68 piedini collegato al cavo adattatore 68-50 piedini deve disporre di autoterminazione per terminare i bit di ordine alto.
Non collegare altri dispositivi a 68 piedini dopo i dispositivi a 50 piedini perché si verificherebbero errori del bus SCSI.
Le figure seguenti forniscono un riepilogo delle linee guida di cablaggio.
L'implementazione SCSI del sistema comprende il supporto del multi-iniziatore: qualsiasi adattatore host esterno nel bus può gestire l`alimentazione del dispositivo SCSI. Ciò significa che qualora il sistema dovesse perdere potenza, il dispositivo nel bus SCSI (ad eccezione di quelli alimentati dal sistema) può continuare a funzionare.
Per ottenere prestazioni di livello fast/wide, è consentito collegare al bus SCSI esterno fino a 12 dispositivi. Per ottenere invece prestazioni di classe UltraSCSI, non collegare più di sette dispositivi. Ciascuno dei dispositivi deve disporre di un indirizzo di destinazione (ID SCSI) univoco compreso nell'intervallo da 0 a 15.
L'indirizzo di destinazione 7 non può essere assegnato poiché viene riservato all'adattatore host della scheda logica principale.
Per ottenere prestazioni UltraSCSI su tutti i bus SCSI, tutti i cavi utilizzati devono essere conformi UltraSCSI ed è necessario attenersi alle seguenti restrizioni della lunghezza del bus per i dispositivi SCSI compresi nel collegamento a margherita:
Per i dispositivi da 1 a 3, la lunghezza massima del bus è pari a 3 metri (9,84 piedi)
Per i dispositivi da 4 a 7, la lunghezza massima del bus è pari a 1,5 metri (4,92 piedi)
Nel calcolo delle lunghezze dei bus è necessario includere la lunghezza del bus interno del server Sun Enterprise 420R, pari a 0,9 metri (2,952 piedi).
Per quanto riguarda le prestazioni fast/wide sul bus SCSI esterno, la lunghezza massima del bus SCSI supportata da Sun per i dispositivi SCSI compresi nel collegamento a margherita corrisponde a 6 metri (19,7 piedi), compresa la lunghezza del bus interno del server Sun Enterprise 420R pari a 0,9 metri (2,952 piedi).
I dispositivi UltraSCSI possono essere utilizzati sullo stesso bus assieme a dispositivi non UltraSCSI. I dispositivi UltraSCSI funzioneranno a velocità UltraSCSI (40 Mbyte/s), sempre che siano rispettate le disposizioni relative al cablaggio UltraSCSI, alla lunghezza del bus, alla terminazione e ai dispositivi di destinazione.
Se tutti i dispositivi esterni utilizzando connettori a 68 piedini, collegare al sistema prima tutti i dispositivi non Sun e collegare il dispositivo Sun con autoterminazione alla fine della catena.
Se i dispositivi di memoria di massa esterni sono formati sia da dispositivi a 68 piedini che a 50 piedini, collegare al sistema prima tutti i dispositivi Sun a 68 piedini, quindi terminare la catena con un dispositivo a 50 piedini e relativo terminatore. Il dispositivo a 68 piedini collegato al cavo adattatore 68-50 piedini deve disporre di autoterminazione per terminare i bit di ordine alto.
Per installare un'unità nastro interna nel sistema, occorre assegnarle l'indirizzo di destinazione 4 o 5. Per installare invece un'unità CD-ROM, assegnarle l'indirizzo di destinazione 6. Se tali unità sono state preinstallate in fabbrica, saranno già configurate con gli indirizzi corretti per il sistema.
Il cavo SCSI dell'RMA fornisce la terminazione per il bus SCSI interno.